Recensioni

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    Spartaco Schergat (Capodistria, 12.7.1920 – Trieste, 24.3.1996)

    a cura Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    (Capodistria, 12.7.1920 – Trieste, 24.3.1996)

    Nacque a Capodistria (Pola) il 12 luglio 1920. Volontario nella Regia Marina dal marzo 1940, ed assegnato alla categoria Palombari, al termine del corso sostenuto presso la Scuola C.R.E.M. di San Bartolomeo (La Spezia) e brevettato palombaro, a domanda, entrò nella 1^ Squadriglia M.A.S. (successivamente – giugno 1941 – denominata 10^ Flottiglia M.A.S.) quale Operatore dei mezzi speciali d’assalto. Partecipò alle missioni di forzamento di Gibilterra del maggio e del settembre 1941 e all’impresa di Alessandria dell’alba del 19 dicembre dello stesso anno quando, 2° operatore del “maiale” condotto dal Capitano G.N. Antonio Marceglia portò il carico di esplosivo sotto la corazzata inglese Queen Elizabeth che, per lo scoppio della carica, affondò in porto rimanendo a lungo fuori dal conflitto per i danni riportati. Fatto prigioniero e condotto nel campo inglese n. 321 in Palestina, nell’ottobre 1944 rientrò in Patria partecipando alla guerra di liberazione nel Gruppo Mezzi d’Assalto. Congedato nel novembre 1945, fu iscritto nel Ruolo d’Onore nel grado di 2° Capo.
    E’ deceduto a Trieste il 24.3.1996

    Medaglia d’oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
    Eroico combattente, fedele collaboratore del suo Ufficiale dopo averne condiviso i rischi di un tenace, pericoloso addestramento, lo seguiva nelle più ardite imprese e, animato dalla stessa ardente volontà di successo, partecipava con lui ad una spedizione di mezzi d’assalto subacquei che forzava una delle più potenti e difese basi navali avversarie, con un’azione in cui concezione operativa ed esecuzione pratica armonizzavano splendidamente col freddo coraggio e con l’abnegazione degli uomini. Dopo aver avanzato per più miglia sott’acqua e superato difficoltà ed ostacoli di ogni genere, valido e fedele aiuto dell’Ufficiale; offesa a morte con ferma bravura, la nave attaccata, seguiva in prigionia la sorte del suo Capo, rifiutandosi costantemente di fornire al nemico qualsiasi indicazione; superbo esempio di ardimento nell’azione e di eccezionali qualità morali.” Alessandria, 18 – 19 dicembre 1941

    Altre decorazioni e riconoscimenti per merito di guerra:
    – Medaglia di Bronzo al Valore Militare (Gibilterra, 1941);
    – Croce di Guerra al Valore Militare (Gibilterra, 1941);
    – Croce di Guerra al Valore Militare (Mediterraneo occidentale, settembre- novembre 1941);
    – Promozione a Sergente (1941).

    Nave Spartaco Schergat
    a cura Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Il  26 gennaio 2019, a Trieste presso lo stabilimento di Riva Trigoso, è stata varata la fregata “Spartaco Schergat”, Fregate Europee Multi Missione (FREMM)(*), commissionate a Fincantieri dalla Marina Militare Italiana nell’ambito dell’accordo di cooperazione internazionale italo-francese, con il coordinamento di OCCAR, l’organizzazione congiunta per la cooperazione europea in materia di armamenti.
    La madrina del varo è stata la signora Anna Rosa Aonzo Grillo, figlia della Medaglia d’oro al Valor Militare Giuseppe Aonzo.
    Nave “Spartaco Schergat” ha la capacità di operare in molteplici  situazioni tattiche.

    Caratteristiche tecniche
    Lunghezza di 144 metri
    Larghezza di 19,7 metri
    Dislocamento a pieno carico di circa 6.700 tonnellate
    Velocità superiore ai 27 nodi.

    (*) Il programma FREMM nasce dall’esigenza di rinnovamento della linea delle unità della Marina Militare della classe Lupo (già radiate) e Maestrale (alcune già in disarmo e le rimanenti prossime al raggiungimento del limite di vita operativo), costruite da Fincantieri negli anni Settanta.

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    Paolo Emilio Thaon di Revel (Torino, 10.6.1857 – Roma, 24.3.1948)

    di Giorgio Gianoncelli (*)

    (Torino, 10.6.1857 – Roma, 24.3.1948)

    Grand’Ammiraglio Paolo Thaon di Revel Duca del Mare

    Nasce a Torino il 10.6.1857, figlio del Conte Ottavio discendente da antica famiglia nizzarda dedita alla politica, alle armi e al servizio della monarchia sabauda. Il Conte Ottavio è Ministro delle Finanze del Regno sabaudo e firmatario dello Statuto Umbertino.
    Paolo Emilio Thaon di Revel all’età di nove anni è orfano del padre; frequenta la scuola in un istituto privato poi nel collegio salesiano Val Salice, retto da Don Bosco. All’età di dodici anni è mandato a Genova al collegio barnabita di Sant’Anna per prepararsi alla Scuola di Marina.
    L’8 luglio 1873 all’età di 14 anni entra alla Scuola di Marina sulla fregata ad elica “Vittorio Emanuele” e scrive alla madre “Farò una crociera, dopo la quale vi dirò francamente se la Marina è di mio gradimento o no”. La crociera di scuola dura dal 15 luglio al 2 novembre 1873 e tocca i porti di Plymouth, Portsmouth, Brest, Cherbourg, Lisbona e Gibilterra.
    Pare proprio che la Marina sia stata di suo gradimento visto che il 1° dicembre 1877 è nominato Guardiamarina ed è destinato sulla regia nave “Affondatore” con base a Napoli.

    Segue una brillante carriera, oltre che sulle navi anche con incarichi di rappresentanza presso la Corona. Con il grado di Tenente di Vascello è alla casa militare del Principe Eugenio di Savoia – Carignano e nel 1896 da Capitano di Corvetta è chiamato a rivestire l’incarico di Aiutante di Campo effettivo del Re Umberto di Savoia, incarico che mantiene fino al 29 luglio 1900, giorno in cui il Re è ucciso a Monza. Rientrato nei ranghi tra imbarchi e incarichi a terra, nel 1910 è nominato Contrammiraglio e Vittorio Emanuele III lo chiama al Quirinale suo Aiutante Effettivo di Campo, incarico che lascia dopo otto mesi causa la guerra Italo Turca – 1911/12 -, per la quale si imbarca al comando della seconda divisione della Squadra formata dagli regi incrociatori “Garibaldi”, “Ferruccio”, “Marco Polo” e “Varese”.

    Thaon di Revel nel marzo 1913 è nominato Capo di Stato Maggiore della Regia Marina e conserva tale incarico fino ai primi mesi dell’anno 1915.
    Entrata l’Italia nella prima guerra mondiale, sostenne l’impiego dei treni armati e dei MAS; un suo piano condusse alle azioni concluse con l’affondamento delle corazzate austriache Santo Stefano e Viribus Unitis. Dopo la rotta di Caporetto sostenne il mantenimento della linea del Piave e della Laguna di Venezia. Sul finire della guerra condusse il bombardamento di Durazzo e organizzò la rapida occupazione delle isole e delle coste dell’Istria e della Dalmazia. Senatore dal 1917, passa al Comando della piazzaforte di Venezia no all’anno 1917, anno in cui riprende il Comando generale della Regia Marina ed è lui a firmare l’Ordine del Giorno della Vittoria Navale presso il Comando Navale di Brindisi la sera del 3 novembre 1918.

    Dall’ottobre 1922 entrò nel cosiddetto primo governo nazionale in qualità di Ministro della Marina; da questa carica rassegnò le dimissioni nel maggio 1925. Fu fatto Duca del Mare il 24 maggio 1924 e nominato Grande Ammiraglio il 4 novembre 1924. Fu presidente del Senato dal 1943 al 1944.

    Morì a Roma il 24 marzo 1948, le sue spoglie riposano nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma, accanto a quelle del generale Armando Diaz (Duca della Vittoria).

    (*) digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome per conoscere gli altri suoi articoli. Giorgio Gianoncelli è deceduto il 7.9.2022.

    Nave Paolo Thaon di Revel
    a cura Pancrazio”Ezio” Vinciguerra
    Foto Renato Ruffino

    Nave Paolo Thaon di Revel è un pattugliatore d’altura che prende nome dal Grande Ammiraglio e Duca del Mare (*)
    Prima di sette unità navali (i successivi saranno consegnati nel 2022, 2023, 2024 con due unità, nel 2025 e nel 2026)  è stato varato 15 giugno 2019 nello stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia) e sarà consegnato alla Marina Militare probabilmente nel 2021.
    Rientra nel piano di rinnovamento della flotta deciso e avviato nel maggio 2015 nella cosiddetta ”Legge Navale”.
    Rappresenta una nuova generazione di nave con capacità di assolvere a molteplici compiti in grado di impiegare imbarcazioni veloci tipo RHIB (Rigid Hull Inflatable Boat) sino a una lunghezza di oltre 11 metri tramite gru laterali o una rampa di alaggio situata all’estrema poppa. Dotata di impianto combinato diesel e turbina a gas (CODAG) e di un sistema di propulsione elettrica, con capacità di fornire acqua potabile a terra e  di fornire corrente elettrica a terra per una potenza di 2000 kw.

    Caratteristiche tecniche
    Lunghezza:132,5 metri
    Velocità: 31 nodi circa
    Equipaggio: 171

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    Pasquale Esposito (Castellammare di Stabia, 24.3.1914 – Mare, 25.2.1941)

    di Antonio Cimmino

    (Castellammare di Stabia, 24.3.1914 – Mare, 25.2.1941)

    Il regio incrociatore Armando Diaz fu affondato alle ore 03.43 del 25 febbraio 1941, mentre scortava un convoglio per la Libia, assieme al gemello Giovanni delle Bande Nere e ai cacciatorpediniere Ascari e Corazziere.

    Fu silurato dal sommergibile della Royal Navy HMS Upright e affondò di prua in soli 6 minuti.
Perirono 465 Marinai su un totale di 611 uomini di equipaggio fra Loro il Marinaio Scelto Pasquale Esposito nato a Castellammare di Stabia il 24 marzo 1914.

  • Curiosità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Pittori di mare,  Racconti,  Recensioni,  Storia

    24.3.1928, varo del regio sommergibile Giovanni Bausan

    di Adriano Di Nitto, Carlo Di Nitto e Antonio Cimmino (*)

    Caratteristiche tecniche
    Cantiere: C.N.T. – Monfalcone
    Impostazione: 20.1.1926
    Varo: 24.3.1928
    Consegna: 15.9.1929
    Consegna bandiera di combattimento: 4.11.1929
    Disarmo: 18.5.1942
    Radiazione: 18.10.1946
    Dislocamento. 880,178 t (in superficie) – 1058,093 t (in immersione)
    Dimensioni: Lunghezza 68,2 mt – Larghezza 6,088 mt – immersione  4,848
    Apparato Motore : 2 Motori Diesel Tosi – 2 Motori Elettrici C.G.E.
    Potenza: motori a scoppio: 2700 hp – motori Elettrici: 1100 hp
    Velocità massima: 15 nodi (superficie) – 8,2 nodi (immersione)
    Autonomia: 4200 miglia a 9 nodi (superficie) –  8,2 miglia a 8,2 nodi (immersione)
    Armamento: 4 Tls da 533 mm Ant. – 2 Tls da 533 mm Post.  – 1 cannone da 102/35 mm – 2 mitragliere da 13,2 mm 168 proiettili per cannone
    Equipaggio: 5 ufficiali, 44 (tra sottufficiali e marinai)
    Motto: ” Per maria per hostes” (Per i mari in cerca del nemico)
    fonti bibliografiche e fotografiche:
    “Sommergibili italiani” – di A. Turrini/O.Mozzi – U.S.M.M.

    Consegna della bandiera di combattimento al regio sommergibile “Giovanni Bausan” avvenuta a Gaeta il 4/11/1929.
    Foto scattata da Torquato Ciacchi e per gentile concessione della famiglia nella persona di Giovanna Ciacchi.
    Per curiosità, la Madrina del sommergibile “Giovanni Bausan” fu la signora Riccio-Alleva, mentre il comandante che la accolse fu il Capitano di Corvetta Fontana.


    Giovanni Bausan
    di Antonio Cimmino e Carlo Di Nitto

    …e l’ammiraglio Francesco Caracciolo.

    Un mese prima dell’instaurazione della Repubblica napoletana, all’arrivo dei francesi in città il 21 dicembre 1798, il re Ferdinando IV con tutta la famiglia e i suoi ministri, scappò da Napoli a Palermo imbarcandosi sul Vanguard, vascello al comando di Orazio Nelson. Il monarca del Regno delle Due Sicilie preferì la nave inglese al Sannita, il vascello napoletano comandato dall’ammiraglio Francesco Caracciolo. La consistente flotta borbonica, su subdolo suggerimento inglese, fu fatta incendiare nel porto di Napoli e nell’arsenale di Castellammare di Stabia, per non farla cadere nelle mani dei francesi.

    La traversata fu caratterizzata da una violenta tempesta che si protrasse fino all’imbocco della rada di Palermo. Nelson non riusciva a governare la nave per entrare in porto. Caracciolo, invece, con perfetta padronanza della situazione attraccò con un’ardita manovra a Palermo. Egli mandò Giovanni Bausan di Gaeta, comandante della corvetta Aurora che si trovava in rada, in aiuto della nave inglese in difficoltà. Il Bausan con una piccola imbarcazione sfidando i marosi, si portò sul Vanguard e, assunto il comando, lo pilotò fino al molo. Il re, che aveva preferito il grande ammiraglio inglese, suggeritogli anche dal ministro John Acton, elogiò pubblicamente il suo ammiraglio davanti ad un Nelson furibondo. Caracciolo si congedò dalla Marina e tornò a Napoli ove fu convinto ad aderire alla Repubblica assumendo il comando della sua piccolissima flotta composta di qualche fregata e barche cannoniere. Anche Bausan seguì il suo ammiraglio nella sfortunata avventura repubblicana.


    La perizia marinaresca del Caracciolo che aveva umiliato il baldanzoso Nelson considerato il miglior ammiraglio del Mediterraneo, generò un odio profondo dell’inglese nei confronti del napoletano.
    Quando la Repubblica fu sconfitta nel mese di giugno del 1799, il Caracciolo fu processato per tradimento e condannato a morte. A presiedere la corte marziale fu proprio Nelson che non volle ascoltare la richiesta del Caracciolo di essere fucilato. Egli per oltraggiarlo lo fece impiccare al pennone dell’albero di trinchetto della corvetta Minerva, la nave che era stata comandata proprio dal Caracciolo. Al marinaio che, piangendo indugiava a mettergli il cappio intorno al collo Caracciolo lo esortò dicendogli “Sbrigati: è ben grazioso che, mentre io debbo morire, tu debbi piangere”.

    Dopo l’impiccagione il corpo, per ulteriore sfregio, venne gettato in mare. Solo dopo alcuni giorni il cadavere, gonfio d’acqua, riemerse sotto il vascello Foudroyant, la nave ammiraglia di Nelson ove era ospite Ferdinando IV, da poco arrivata dalla Sicilia. Alla spettrale scena assistette anche Emma Hamilton l’amante di Nelson e l’ambasciatore inglese William Hamilton.


    Dello stesso argomento sul blog
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2016/06/il-processo-allammiraglio-francesco-caracciolo/

    A proposito di Giovanni Bausan
    di Carlo Di Nitto

    Il gaetano Giovanni Bausan avrebbe poi avuto occasione, in altre e diverse circostanze, di umiliare i superbi inglesi con la sua perizia marinaresca. Di seguito il quadro, conservato nella Reggia di Caserta; raffigurante il re Gioacchino Murat che, sul ponte della fregata Cerere, si congratula con il Bausan e i suoi marinai, vittoriosi sui “figli di Albione, dopo la seconda battaglia del “Canale di Procida” del 26 giugno 1809. Il dipinto è opera del pittore Guillame – Desirè Descamps.

    (*) per conoscere gli altri articoli degli autori digita sul motore di ricerca del blog i loro nome e cognome.

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    Vittorio Moretti (Tresivio, 24.3.1920 – Mare, 29.5.1942)

    a cura Giorgio Gianoncelli (*)

    (Tresivio, 24.3.1920 – Mare, 29.5.1942)

    Sottocapo Elettricista Vittorio Moretti.

    Dalla valle dove volano i falchi alle rive dei gabbiani, nel lontano 1938 il giovane contadino tresiviasco Vittorio Moretti, orfano dei genitori, con tre sorelle – Savina, Andreina e Francesca – che lo amano ma possono fare poco per lui, chiude l’uscio della casa paterna e si affida totalmente alla grande famiglia della Regia Marina Nazionale.

    Regolare corso di categoria – Elettricista -, poi, a bordo!
    Destinazione: Caccia- Esploratore “Emanuele Pessagno”.

    Arriva la Guerra, Nave “Pessagno” inizia l’intenso lavoro di scorta convogli lungo le rotte greco-albanesi e verso il nord Africa. La sera del 28 maggio 1942 in sezione con nave “Pigafetta”, partono dal porto di Brindisi diretti a Bengasi per scortare due piroscafi carichi di viveri e materiale bellico.

    Silenziosa è la notte calmo il mare, le navi avanzano nodo dopo nodo, non si accorgono che sotto il pelo dell’acqua sono seguite da un mostro d’acciaio di nome “Turbolent”, che alle ore 3,15 del giorno 29 maggio  1942 scaglia quattro … pillole mortifere, di cui due, spaccano il “Pessagno” e il giovane Sottocapo Elettricista Vittorio Moretti non torna nella valle dove volano i falchi, rimane lì, dove vivono i gabbiani in … eterno.

    (*) per conoscere gli altri suoi articoli digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome. Giorgio Gianoncelli è deceduto il 7.9.2022.

  • Attualità,  Marinai di una volta,  Recensioni,  Sociale e Solidarietà,  Storia

    24.3.1944 – 24.3.2024, Eccidio delle Fosse Ardeatine

    a cura Marinaio di Spirito Santo

    Francesco Ciavarella
    di Antonio Cimmino

    Nasce nel 1917 a Pistoia. Chiamato nella Regia Marina, prestò il servizio militare a Rodi come radiotelegrafista. Dopo l’8 settembre 1943 rientrò in Italia.
    Il 5 ottobre 1943 attraversò la linea di combattimento per accompagnare al Sud due ufficiali inglesi che erano fuggiti dai campi di concentramento. Il comando alleato lo inviò all’OSS (Ufficio Servizi Strategici) che aveva una base clandestina a Roma.
    Dal 5 novembre 1943 al 21 febbraio 1944 Francesco Ciavarella agì a danno dei nazi-fascisti.
    Il 21 febbraio fu arrestato e il 24 marzo 1944 fu giustiziato alle Fosse Ardeatine a Roma dove si consumò il massacro di 335 civili e militari italiani, fucilati dalle truppe di occupazione tedesche, come rappresaglia per l’attentato partigiano compiuto da membri dei GAP romani contro truppe germaniche in transito in via Rasella.
    L’attentato causò, sul posto e nelle ore successive, la morte di 33 soldati del reggimento “Bozen” appartenente alla Ordnungspolizei dell’esercito tedesco, reclutato in Alto Adige.
    Per la sua efferatezza, l’alto numero di vittime e per le tragiche circostanze che portarono al suo compimento, l’eccidio delle Fosse Ardeatine divenne l’evento-simbolo della durezza dell’occupazione tedesca di Roma.