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    Vincenzo Giannuzzi (Termoli, 11.4.1940 – 14.4.2009)

    di Rosalba Benvenuto e Vincenzo Campese (*)

    … riceviamo e con orgoglio misto a commozione pubblichiamo.


    Signore Vinciguerra mi farebbe piacere se inserisse anche mio marito nelle foto dei marinai deceduti.
    Lui non c’è più e sarei onorata che lo ricordasse.
    data di nascita 1940 deceduto 2009 sentitamente ringrazio.
    Vincenzo era nato a Termoli l’11 aprile 1940 ed è deceduto il 14 aprile 2009.

    a cura Vincenzo Campese (*)

    (*) per conoscere gli altri suoi articoli digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  S.O.S. richiesta notizie e foto,  Storia

    11.4.1890, in ricordo di Umberto De Martino

    di Antonio Cimmino

    Marinaio nato a Castellammare di Stabia (Napoli) l’11 aprile 1890 fu decorato con Medaglia d’Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:
    Contabile meccanico su cacciatorpediniere, in missione di scorta a navi maggiori, colpito da grave offesa nemica, benché fortemente contuso a colonna vertebrale, si prodigava con sovraumano coraggio ed elevato senso del dovere nelle operazioni di bilanciamento dell’unità ed esaurimento dei locali allagati. Con eccezionale resistenza fisica e capacità professionale proseguiva la sua ardua opera per tutto il periodo della navigazione di rientro alla base cooperando in alto grado alla salvezza dell’unità. Accettava le cure solo dopo l’arrivo in porto della nave dimostrando di possedere superbe doti di carattere e militari”.
    (Mediterraneo Centrale, 13 – 16 febbraio 1942)

    N.d.R.
    SIAMO ALLA RICERCA DI ULTERIORI FOTO E NOTIZIE.

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    11.4.1943, affondamento del R.D. 20

    
di Carlo Di Nitto


    Il Regio Rimorchiatore Dragamine “R.D. 20”, classe “R.D. 15”, dislocava 200 tonnellate. Venne impostato e varato nel 1917 presso i Cantieri di Castellammare di Stabia, entrando in servizio lo stesso anno.
    Il giorno 11 aprile 1943 si trovava nel porto di Trapani quando, verso le ore 14.30, durante un attacco aereo alleato fu colpito da bombe ed affondato.
    Recuperato nel 1945, venne rimesso in servizio e radiato definitivamente nel 1956.

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    11.4.1951, la Bandiera della Marina Mercantile viene insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare

    
di Antonio Cimmino




    Prologo

    La Confederazione Italiana Combattenti e Veterani delle Patrie Battaglie, il 26 settembre 1950 offrì una che raccoglieva i combattenti di tutti i gradi, di tutte le armi e di tutte le guerre e le madri, le vedove e i figli di caduti in guerra, nel corso delle onoranze nazionali alla marina da guerra e alla marina mercantile che si svolsero al teatro Adriano a Roma, offrì una simbolica bandiera di combattimento alla marina mercantile italiane. La stessa organizzazione, traendo motivo dal contributo di valore e sacrificio offerto silenziosamente dalla marina mercantile in tutte le fortunose vicende della patria in armi, rivolse un vivo appello alle competenti autorità governative affinché il suddetto vessillo di combattimento fosse decorato con la medaglia d’oro al valor militare e affidato alla custodia di una delle più gloriose città marinare italiane. (Genova)

    Relazione del Capo di Stato Maggiore della Marina che accompagna
la proposta per la concessione della Medaglia d’oro al Valor Militare alla Bandiera della Marina Mercantile
    L‘opera degli equipaggi mercantili nel corso della guerra 1940-1945 non può essere illustrata se non riassumendo tutta la guerra sui mari, che a stata principalmente una lotta per assicurare i rifornimenti alle truppe operanti oltremare, lotta durante la quale i mercantili sono stati sempre a fianco delle Unita militari dividendone l’onere ed i rischi.
    Le statistiche sull’attività svolta, con la fredda voce dei numeri, stanno solo a dimostrare schematicamente l’opera compiuta, senza porre tuttavia nella sua giusta luce l’opera stessa, che deve essere esaminata avendo presente in particolare il quadro generale delle operazioni in Mediterraneo, in acque cioè contrastate con tutti i mezzi da avversari potentemente e perfettamente armati, ed avendo per base porti continuamente esposti all’offesa aerea.
    Le percentuali delle perdite subite convalidano come, nonostante tutto, la Marina Mercantile in uno con quella Militare, sia riuscita a trasportare nelle varie zone di operazioni la massima parte degli uomini a dei materiali spediti.
    Non si può pertanto parlare di singoli episodi, ma di diuturni silenziosi sacrifici, di accanita lotta senza tregua, con mezzi di offesa e di difesa inadeguati, sotto l’assillante offesa, particolarmente subacquea ed aerea, di avversari a tutto decisi. Le ricompense al Valore Militare concesse a personale della Marina Mercantile solo in parte premiano gli episodi di valore che molte volte sono rimasti sconosciuti, avendo avuto come testimone solamente il mare, che custodisce ora nelle sue profondità tante giovani vite sacrificatesi per la Patria.
    Propongo pertanto che alla Marina Mercantile venga conferita
    LA MEDAGLIA D’ORO AL VALORE MILITARE
    Roma, 31 dicembre 1950.
    F.to F. MAUGERI

    Attività in dettaglio
    La marina mercantile è chiamata a rivestire una parte di fondamentale importanza a fianco della marina militare in un Mediterraneo divenuto campo di lotta senza quartiere. E ciò a tutti i costi, senza alcun risparmio tanto da uscirne falcidiata e meritare il conferimento alla sua bandiera della medaglia d’oro al valore militare. Ma, bisogna dirlo a chiare lettere, assicurando malgrado tutto, fino all’esaurimento, i collegamenti marittimi propri e impedendo quasi completamente quelli dell’avversario costringendolo a fare il giro dell’Africa insidiato a sua volta dai sommergibili. Fatto si è che vengono effettuati.
    I convogli impegnati furono 4500 convogli (una media di 4 al giorno) con il trasporto di 1.200.000 uomini e 4.500.000 tonnellate di materiali subendo perdite del 7%-9% in uomini e del 14% – 29% nei materiali con un massimo del 29% nei carburanti particolarmente presi di mira. La marina mercantile concorse ai servizi di prima linea con 1.700 navi maggiori e minori con 25.000 uomini d’equipaggio che conta 7164 caduti. Nè mancarono i violatori di blocco in un’attività oceanica che non può essere che avventurata. Un’organizzazione molto impegnativa disciplinata dal Co.Ge.Na., Comitato interministeriale per la Gestione delle Navi, che rimase attivo anche nel dopoguerra per le impellenti necessità del momento. Da ricordare il benemerito servizio delle 10 navi ospedale, navi di linea sottoposte ad impegnativi lavori di adattamento, che accolsero 281.260 feriti e malati in 467 missioni di trasporto e 156 di soccorso in mare aperto. Un’operazione quasi del tutto sconosciuta riguarda il salvataggio e rientro in patria degli italiani dell’Africa Orientale, quasi 28.000 tra donne, bambini e uomini con l’impiego di 4 transatlantici e 2 petroliere sotto l’egida del Comitato Internazionale della Croce Rossa, effettuato tra il 1942 e il 1943 con circumnavigazioni dell’Africa. Va ricordato anche lo scambio di prigionieri grandi invalidi italiani, inglesi e tedeschi avvenuto davanti a Smirne, in Turchia. Non va sottaciuto infine il nome di una unità, il “Toscana”, un vecchio piroscafo del gruppo “Regioni” acquistato al tempo della campagna d’Etiopia, che ha imbarcò 46.460 feriti, malati, profughi, esuli (Pola 1947) ed emigranti per l’Australia in una continua attività in guerra e poi nei seguenti anni di scarsa pace con un totale di 54 missioni e viaggi fino al suo disarmo seguito dalla demolizione.

    Consegna M.O.V.M.
    La M.O.V.M. venne consegnata il 16 settembre 1951 a Genova dal Capo dello Stato Luigi Einaudi. In porto si trovavano, per rendere omaggio, la motonavi Saturnia, Conte Grande e Italia, l’incrociatore Giuseppe Garibaldi e le corvette Ibis e Chimera. La bandiera, portata dalla M.O.V.M., capitano di lungo corso Cesare Rosasco, venne decorata dal Presidente della Repubblica.

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    11.4.1943, varo del regio sommergibile Murena

    a cura Carlo Di Nitto

    Battello della classe “Tritone”, 1^ serie, il regio sommergibile Murena dislocava 866/1068 tonnellate (emersione/immersione).
    Varato l’11 aprile 1943 presso i Cantieri O.T.O. di La Spezia, era stato consegnato il 25 agosto successivo.
    Durante l’allestimento era stato adattato per il trasporto dei mezzi d’assalto (i famosi “maiali”) mediante l’applicazione in coperta di quattro cilindri (ben visibili nella foto) opportunamente perfezionati in base alle precedenti esperienze acquisite in queste operazioni.
    Alla data dell’armistizio, al comando del Capitano di Corvetta Luigi Longanesi Cattani, facendo parte della X Mas, era pronto per eseguire una attacco a Gibilterra previsto per il 2 ottobre ma per una serie di disposizioni contraddittorie dovute alla segretezza dell’operazione prossima da svolgere, ebbe ordini di auto affondamento, eseguiti il 9 settembre presso la diga foranea del porto di La Spezia. Nell’evento perse la vita il Direttore di Macchina, capitano G.N. Pier Carlo Marietti, alla cui Memoria fu concessa la Medaglia d’Argento al Valor Militare.
    Il battello, recuperato dai tedeschi e denominato U.IT. 19, fu trasferito a Genova dove affondò definitivamente il 4 settembre 1944 durante un bombardamento aereo.
    ONORE AI CADUTI! 

    Fotografato l’11 aprile 1943 a La Spezia durante il varo.

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    Filippo Impagliazzo (11.4.1902 – 22.8.1977)

    di Giovanni Presutti (*)

    (11.4.1902 – 22.8.1977)

    Il cav. Filippo Impagliazzo (n.11.4.1902 – m. 22.8.1977), maddalenino (1), Capo di 1^ classe nocchiere della Marina Militare, nominato Sottotenente del C.E..M.M. nela Riserva, fu custode e cicerone del Museo Garibaldino di Caprera dal 1934 al 1972, prima da militare, poi da civile.
    Nacque da Silveria Vitiello e da Nicola, che fu sottufficiale di Marina, il quale traghettava l’Eroe dei due Mondi con una barca a vapore dalla Cala, successivamente denominata “Cala Garibaldi”, a La Maddalena e viceversa.
    Nel 1922 Impagliazzo si arruola volontario nella Regia Marina. Nel corso della sua carriera prende imbarco su diverse unità della Squadra Navale. Frequenta presso la scuola sottufficiali di Pola un corso di perfezionamento di sette mesi. Sbarcato dopo un anno dalla regia nave Mosto, viene destinato al Parco Ostruzioni Retali di Porto Palma (Caprera).
    Al complesso garibaldino di Caprera occorreva un sottufficiale Custode e Capoposto del piccolo distaccamento della Guardia d’Onore, che riscuotesse la piena fiducia di Clelia Garibaldi (1867 – 1959), ultima figlia vivente dell’Eroe dei due mondi. Clelia, che per il buon mantenimento del Museo e della Tomba di Garibaldi godeva di un occhio di riguardo presso il Ministero della Marina che aveva in custodia il Compendio Garibaldino, segnalava il bravo Capo Impagliazzo che così venne destinato al nuovo incarico.

    Si appassiona tanto al servizio di Caprera che ne fa una ragione di vita, divenendo fervido “garibaldista; di riflesso, lo diventa anche la moglie, che gli è di grande aiuto, ed insieme prendono alloggio presso il Museo Garibaldino per assicurare una presenza continua, come spesso circostanze contingenti esigono.
    Nel 1948 Capo Pagliazzo chiede di essere posto in congedo con la legge dello sfollamento. Dietro premurose insistenze di Clelia Garibaldi rimane a Caprera da civile. Ma questa posizione mal si concilia con il comando del picchetto d’onore, per cui, nel marzo 1950, sempre per il caldo interessamento della figlia di Garibaldi, Impagliazzo viene richiamato in servizio a tempo indeterminato con un decreto varato in 24 ore, e può svolgere nuovamente la funzione di Custode da militare. E’ solo un doveroso atto di rispetto nei confronti di Clelia e di una nipote che vivono nella massima ristrettezza economica con una misera pensioncina dello Stato.
    Posto in congedo per limiti di età nel 1959, l’ex sottufficiale, che comunque verrà chiamato sempre Capo Impagliazzo, continuò in veste da civile la sua insostituibile opera a Caprera, a titolo gratuito, divenendo figura emblematica dell’isola per la passione, l’impegno e le cure amorose poste nella tutela del patrimonio morale e storico del complesso garibaldino che, sotto la sua custodia, ha brillato per ordine, pulizia e decoro.
    Quanti lo hanno conosciuto a Caprera durante il suo servizio, nell’incarico di accompagnatore di ospiti illustri e di cicerone per tutti, sono rimasti impressionati per la sua profonda conoscenza della vita di Giuseppe Garibaldi, per gentilezza, garbo e riguardo che aveva nei confronti di chiunque. La gente si è portato dietro il ricordo di quest’uomo straordinario che, quasi per una misteriosa reincarnazione di Garibaldi, perpetua il fascino dell’Eroe dei due Mondi.

    Titolo: Capo Impagliazzo – Il custode di Caprera che perpetuava il fascino di Garibaldi;
    Autore Giovanni Presutti;
    Edizioni Castello Cagliari;
    Anno 1986;
    Pagine: 60 documentate con foto di pregevole valore storico.
    DI DIFFICILE REPERIMENTO

    (1) Il cognome indica chiaramente che discende da un ceppo continentale (ponzese per la precisione); fattore che si riscontra nella quasi totalità dei maddalenini. A La Maddalena, nata come centro abitato nel 1767 in conseguenza all’occupazione militare dell’isola da parte dei Sardo-Piemontesi, si è formata infatti una comunità scaturita da una mescolanza di ceppi provenienti da diverse regioni italiane al seguito delle truppe di occupazione, di pastori corsi già esistenti sul posto, di pescatori campani e specialmente ponzesi e di scalpellini, minatori e fabbri affluiti alle cave di granito di Cala Francese.

    (*) Giovanni Presutti, nato a Campo di Giove, vi trascorre la prima giovinezza fino ai venti anni quando si arruola nella Marina Militare con la specializzazione di segretario.
    Ogni anno in agosto ritorna per un breve periodo alla sua casa paterna.
    Nel corso di circa quarant’anni di servizio , tra diverse destinazioni a terra e imbarchi, approda nell’isola sarda di La Maddalena, dove crea la sua nuova famiglia e vi risiede.
    In Marina frequenta corsi professionali negli Istituti militari, uno a Venezia e due a La Maddalena. Raggiunge il massimo grado di sottufficiale.
    Dedica il suo tempo libero all’approfondimento culturale e all’innata passione per le lettere. Diviene giornalista pubblicista. Ha collaborato per due anni alla pagina culturale del quotidiano “L’Isola” e a diverse riviste specializzate con articoli di critica artistica e letteraria. E’ inserito su svariate antologie e su alcuni libri di scrittori delle epopee garibaldine, del brigantaggio postunitario e di specifici episodi della Seconda Guerra Mondiale. Ha pubblicato quattordici libri. E’ Membro dell’Istituto Internazionale di Studi “G. Garibaldi”, sezione regionale Sardegna. Ha ottenuto diversi riconoscimenti e lusinghiere citazioni su quotidiani, riviste e libri. E’ stato nominato Accademico di Merito “ad honorem” dal “Centro Cultural, Literario, e Artistico” de “O Jornal de Felgueiras” (Portogallo). Nominato Accademico di Merito per meriti acquisiti nel campo delle lettere, dall’Accademia Culturale d’Europa, sezione italiana di Viterbo.

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    Vasco Mangani (Montespertoli (FI), 24.9.1922 – Montespertoli (FI), 11.4.2015)

    di Mauro Mangani

    (Montespertoli (FI), 24.9.1922 – Montespertoli (FI), 11.4.2015)

    … riceviamo e con orgoglio e commozione pubblichiamo.

    Buonasera Sig. Ezio,
    sono Mauro Mangani figlio di Vasco (marinaio a Lero) e sono intervenuto su la voce del Marinaio
    Vaco Mangani (Montespertoli (FI), 24.9.1922 – Montespertoli (FI), 11.4.2015).
    Arruolato nella Regia Marina in data 11.6.1942, arriva a Samos e poi a Lero il 12.8.42 dove rimase fino al 15 novembre del 1943.
    Successivamente fu fatto prigioniero degli inglesi ed internato per diversi mesi. Rientrò a Taranto nell’autunno del 1944.

    Le invio anche questa foto del 1943 dove c’è mio padre ed altri amici (penso Gemme, Frao, Morigi, Canoletta, Esposito, Gaggero) come riportato sul retro di foto del 7/1/43,  per vedere se riusciamo a rintracciare qualche familiare dei suoi  compagni. Ringraziandola anticipatamente resto a disposizione per eventuali ulteriori precisazioni.
    Vasco Mangani è quello al centro dei tre in ginocchio. Mi auguro che possa essere di gradimento e servire a mantenere viva la memoria dei familiari e parenti.