Recensioni

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Racconti,  Recensioni,  Storia

    Quando i figli dei marinai si incontrano in rete

    di Francesco Venticinque, Valerio Civetta e Salvatore Caruso

    …e dialogano, in data 16.3.2019, sul profilo Facebook di Ezio Pancrazio Vinciguerra.

    Francesco Venticinque Ciao Ezio, il mio papà, l’ottavo da destra , seduto in prima fila.


    Francesco Venticinque Dragamine Castagno. Passaggio sotto il ponte girevole – Taranto 07.07.1956 . D.M. Capo 2.a Classe Tm/Mn….il mio papà.

    Ezio Pancrazio Vinciguerra
     Buonasera Francesco Venticinque carissimo e stimatissimo, sono foto storiche bellissime che apprezzo tantissimo e condivido nella banca della memoria.
    Mi piacerebbe se mi scrivessi qualcosa del tuo papà in modo da celebrarlo sul sito e quindi a perenne memoria sulla già citata banca della memoria. Grazie.

    Francesco Venticinque Ciao Ezio, grazie . Lo farò! Ti abbraccio.

    Francesco Venticinque Primo corso Motoristi Regia Marina. Sede Grandi Motori Navali Fiat -Torino – per addestramento nuova motorizzazione sommergibili classe Millelire e Durbo .

    Civetta Valerio Il mio Papà è in seconda fila dal basso verso l’alto 6°, da destra a sinistra (Civetta Giovanni)

    Civetta Valerio Poi imbarcato sul Regio Sommergibile Berillo.

    Francesco Venticinque Era conoscitore della foto? I nostri papà! Il mio , …..poi capo macchina del regio sommergibile Millelire ed a seguire del Durbo.

    Civetta Valerio Si la foto c’è l’ho anch’io, come l’ho vista l’ho riconosciuta subito. Mio Padre classe 1921 ha fatto anche il CREM di Pola.

    Francesco Venticinque Anche il mio.

    Civetta Valerio Sono contento di conoscerti…

    Francesco Venticinque Anch’io. Ci accomuna essere figli di veri tecnici …sommergibilisti …bellici. Buona serata.

    Civetta Valerio Buona serata Francesco …sono stato in Marina anch’io scuole CEMM – Em corso 72VA. …2 anni alle scuole. Poi imbarcato sul Cacciatorpediniere Impavido.

    Francesco Venticinque Anch’io, …tanti anni.

    Civetta Valerio Ho notato che la Tua foto è un po’ rovinata …appena posso ti scannerizzo la mia e te la mando.
    Francesco Venticinque Ok.

    Salvatore Caruso Carissimo Direttore bellissimi ricordi

    Ezio Pancrazio Vinciguerra
     LEGGERE I VOSTRI COMMENTI DI FIGLI E DI AMICI E’ RESPIRARE OSSIGENO PURO CHE DISINCROSTA, SEMPRE DI PIU’, QUESTO CUORE PECCAMINOSO DI MARINAIO EMIGRANTE DI Emigrante di poppa PER SEMPRE (MA VOTATO A DIO, PATRIA E FAMIGLIA).

    • SE VI DICO CHE VI VOGLIO BENE, MI CREDETE?
  • Attualità,  Marinai,  Recensioni

    15.3.2024, operazione congiunta della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza al “Vascone” di Messina

    COMUNICATO STAMPA

    In data odierna, la Guardia di Finanza e la Guardia Costiera di Messina hanno svolto controlli congiunti presso il mercato comunale del “Vascone” di Messina, volti a verificare la tracciabilità del prodotto ittico ed a contrastare il lavoro sommerso. In particolare, i militari impiegati hanno sequestrato quasi un quintale e mezzo di prodotto ittico non tracciato, di cui 30 kg di novellame di sarda, elevando, conseguentemente, sanzioni amministrative pari a circa 8.000 €.
    Nell’ambito dellattività di polizia economico-finanziaria, poi, le Fiamme Gialle hanno avviato controlli nei confronti di 3 esercizi pubblici, al fine di rilevare i lavoratori presenti e verificare la corretta osservanza degli obblighi in materia giuslavoristica. Dai preliminari accertamenti, è emerso che 3 lavoratori non erano stati regolarmente assunti dal datore di lavoro.

    L’azione di servizio svolta in data odierna sottolinea, ancora una volta, il costante presidio attuato sul territorio a difesa della legalità, a tutela dell’ambiente ed a contrasto di tutti quei comportamenti illeciti in grado di minare la sana e leale concorrenza tra gli operatori del mercato, danneggiando le imprese ed i lavoratori onesti e, più in generale, l’economia locale.

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    Letterio “Liu” Donato (Messina, 15.3.1895 – 7.11.1978)

    di Francesco Venuto

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    (Messina, 15.3.1895 – 7.11.1978)

    … e le verità conclamate su l’azione di Premuda.

    francesco-venuto-per-www-lavocedelmarinaio-com-copiaMESSINA – Il dieci giugno di ogni anno si celebra la Festa della Marina militare in ricordo dell’impresa di Premuda avvenuta nello stesso giorno del 1918. Impresa che cambiò il corso della guerra. L’allora capitano di corvetta Luigi Rizzo, al comando di due Mas affondò la Santo Stefano, cioè la corazzata-orgoglio della marina austriaca. Quindi è anche la festa in memoria di un messinese; anzi di due: a bordo dell’angusto motosilurante, assieme a Rizzo c’era anche “Liu”, come lo chiamava il suo comandante.
    “Liu” era Letterio Donato, classe 1895, messinese del villaggio Pace, marinaio sufficientemente esperto perché aveva trascorso la sua giovinezza a bordo delle navi mercantili. Prima di quell’impresa aveva già partecipato a missioni rischiose e, anche per questo, Rizzo lo voleva spesso accanto a sé. Donato e l’eroe di Grado e di Premuda si intendevano benissimo: spesso bastavano pochi cenni con il capo e, talvolta, Rizzo gli impartiva i suoi ordini direttamente in siciliano.
    Nelle concitate fasi dell’affondamento della Santo Stefano, ad un certo punto il milazzese disse al Pacioto: “Liu, sugno n’te to mani” (Liu, sono nelle tue mani).
    Donato nell’organizzazione del Mas, mezza dozzina di uomini d’equipaggio più il comandante, svolgeva diversi compiti: a lui toccò il compito di sparare il secondo siluro contro la corazzata austriaca durante l’attacco iniziale, per poi spostarsi a poppa, dove l’attendeva il dispositivo di lancio delle bombe di profondità per permettere al motosilurante numero 15 di guadagnarsi la fuga durata più di tre ore. Letterio Donato è morto il 7.11.1978, sessant’anni dopo la straordinaria impresa che lo rese un eroe, ma con una storia personale profondamente diversa da quella del suo comandante di allora.
    Tornato nella sua Messina fatta di baracche e di degrado, “Liu” fu accolto trionfalmente. Poi la vita ritornò quella di sempre: il ritorno in mare sulle navi mercantili, qualche piccola attività a “terra” senza grandi risultati, poi la vecchiaia trascorsa con nella mente il ricordo di quella straordinaria esperienza e molti rimpianti.

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    Donato agli amici e ai suoi familiari ripeteva spesso che a scorgere i fumaioli della Santo Stefano, quella mattina del 1918, fu proprio lui: “Rizzo dormiva”, ripeteva tra l’incredulità generale.
    A Letterio Donato e agli altri undici marinai dei due mas toccò la medaglia d’argento, a Rizzo e Aonzo (il comandante dell’altro Mas) la medaglia d’oro. In un’intervista rilasciata al senatore Alfredo Cesareo, allora corrispondente de L’Ora, Donato raccontò solo un episodio della lunga serie di festeggiamenti in onore degli uomini che cambiarono il corso della guerra:
    “Il Re ci offrì il pranzo a Milano. Quando Rizzo arrivò e scoprì che i suoi equipaggi erano stati sistemati in una sala accanto si recò al suo posto manifestando ai presenti il suo disappunto”. Rientrato l’”incidente diplomatico”, Donato prese posto sulla destra del suo comandante, cui rivolse lo sguardo assieme ai commilitoni quando fu il momento di mangiare il pollo. Rizzo ordinò di mangiarlo con le mani. Di “Liu” Letterio Donato restano le foto in divisa con i compagni del fortunato equipaggio (tutti con i baffi, comandante compreso), le medaglie, una scuola elementare a lui intitolata nel suo villaggio e il ricordo ancora vivo nella testa dei suoi familiari.
    La moglie dell’eroe di Pace, nel 1955, fu invitata per fare da madrina al varo della motonave “Lipari”.
    Poi una lunga serie di delusioni, come l’assenza del nome di Donato nell’elenco dei decorati al valor militare pubblicato nel 1983 dalla Federazione provinciale dell’istituto del Nastro azzurro.
    Ma questa è un’altra storia…

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    Motivazione della Medaglia d’argento al Valor Militare
    Facente parte dell’equipaggio di due piccole siluranti in perlustrazione, con animo forte coadiuvava i comandanti nel portare a fondo l’attacco contro una poderosa forza navale nemica. Durante tutta l’operazione che condusse al siluramento di due grosse corazzate, dava prova di bello ardimento e grande freddezza, fulgido esempio di virtù militari e di devozione al dovere” (Costa Dalmata, notte sul 10 giugno 1918) – (R.D.19 giugno 1919).

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    L’azione di Premuda e le verità conclamate
    di Claudio Confessore

    dipinto-di-claudus-su-azione-di-premudaL’azione di Premuda è stata condotta da Luigi Rizzo che era il Capo Sezione dei due M.A.S.
    E’ lui che ha scelto la tattica e condotto l’azione. Ogni componente dell’equipaggio ha fatto la sua parte nel bene e nel male (per quella azione sono state distribuite medaglie ma qualcuno è stato anche punito).
    In una intervista rilasciata al Senatore Giovanni Alfredo Cesareo, collaboratore del giornale «l’Ora» di Palermo, il Letterio parlò di un cacciatorpediniere che inseguiva il M.A.S. 15 e disse: «Paria un liuni, signuri, un liuni chi s’abbintava supra di nui».
    Benché la frase rende bene l’idea della fase successiva all’affondamento del Santo Stefano e della fuga dei due M.A.S. inseguiti dalle unità di scorta, si citava un cacciatorpediniere mentre, in realtà, si trattava di una torpediniera.
    Donato Letterio non si è mai lamentato del suo Comandante e Rizzo non ha mai oscurato i meriti di nessuno dei suoi dipendenti. E’ certo invece che le lamentele di alcuni ufficiali, destinati a Venezia e gelosi dei successi di Rizzo, contribuirono a far trasferire lo stesso Rizzo da Venezia ad Ancona. Peraltro, la sua carriera stava per essere distrutta se non fosse fallito il tentativo degli austriaci, sbarcati il 4 aprile 1918 a 17 Km da Ancona, per cercare di riprendere la torpediniera austriaca B 11, di distruggere le opere portuali ed i sottomarini ed impadronirsi dei MAS eliminando gli equipaggi.
    luigi-rizzo-foto-internetMi risulta che il Letterio, rientrato a Villaggio Pace, fu accolto come un eroe e che a lui furono intitolate una scuola elementare presso il rione e, non so se si tratta della stessa struttura, anche di un edificio dell’Istituto Complessivo Paradiso di Messina.
    Per l’azione di Premuda, Luigi Rizzo venne insignito della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia; ma, in virtù del R.D. 25 maggio 1915 n. 753 che vietava di conferire alla stessa persona più di tre medaglie al valore cumulativamente d’argento e d’oro, non fu fregiato della seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare. Tale limitazione fu abrogata con il R.D. 15 giugno 1922 n. 975 e quindi con R.D. 27 maggio 1923 gli fu revocata la nomina a Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia e concessa la Medaglia d’Oro.
    Ad Aonzo fu conferita la Medaglio d’Oro al Valor Militare ed a tutti gli altri la Medaglia d’Argento al Valor Militare a meno del Torpediniere Lorenzo Feo a cui fu addebitata la colpa del mancato scoppio del siluro di sinistra del MAS di Aonzo.
    Di seguito la composizione degli equipaggi dei MAS che hanno partecipato all’azione di Premuda.
    COMANDANTE DELLA SEZIONE MAS 15 E 21 IMBARCATO SUL MAS 15
    Capitano di Corvetta Luigi Rizzo
    M.A.S. 15
    Comandante Capo timoniere di 2^ Classe Armando Gori
    Volontario Motorista di 2^ Classe Emilio Manfredi
    Sottocapo Cannoniere Giorgio Varchetta
    Fuochista Salvatore Annaloro
    Fuochista Giuseppe De Fano
    Torpediniere Scelto Eraldo Bertucci
    Marinaio Scelto Letterio Donato
    Marinaio Scelto Francesco Bagnato
    M.A.S. 21
    Comandante Guardiamarina di Complemento Giuseppe Aonzo
    Sottonocchiere Luigi Rossi
    Cannoniere Scelto Guerino Capuano
    Torpediniere Bruno Santarelli
    Torpediniere Lorenzo Feo
    Fuochista Giovanni Callipari
    Fuochista Ugo Tomat.

    Si consiglia di leggere il libro Luigi Rizzo di Fabio Andriola edito dall’Ufficio Storico della Marina Militare.
    Prima biografia ufficiale di una delle figure di spicco della Marina Militare, narrata senza retorica ma con piglio letterario; dalla fama di “Affondatore” (così soprannominato da D’Annunzio) guadagnata sul campo negli ultimi anni della prima guerra mondiale (leggendarie le imprese di Grado e di Premuda), alle vicende del primo dopoguerra; i rapporti con D’Annunzio e con il Fascismo; il richiamo in Marina allo scoppio della seconda guerra mondiale e l’assunzione della Direzione dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico, fino al triste e faticoso rientro in Italia dopo il periodo di prigionia in Germania, che si rivelò fatale per il suo fisico.

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    Titolo: Luigi Rizzo
    Autore:Fabio Andriola
    Edizione: 2000
    Pagine: 356
    Illustrazioni: 32
    Prezzo intero (full price): 15,00 € Prezzo ridotto (reduced price): 10,40 €
    Peso: 1000 g
    ISBN: 978-88-98485-45-1

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    2.1.1868 – 15.3.1868, la traversata della regia pirocorvetta Magenta

    VIAGGIO INTORNO AL GLODO DELLA PIROCORVETTA MAGENTA - www.lavocedelmarinaio.comPartimmo da Montevideo il 2 gennaio; appena usciti dal Rio della Plata spegnemmo i fuochi, e spinti da alquanto vento variabile fra il N.O. e il S.O. corremmo a levante onde tagliare il 30° parallelo possibilmente per 35 gradi di longitudine Ovest Greenwich. La stagione non era favorevole per una traversata breve: venti contrari e fiacchi quasi fino alla linea, circa 6800 miglia da fare. E dopo due giorni di navigazione si pose a soffiare il vento del Nord, il quale regna quasi tutto l’anno in vicinanza della costa d’America.
    Il giorno 19 non avevamo ancora passato il tropico e si restava in bonaccia: poco o nulla s’era guadagnato nei giorni precedenti sul bordeggio. Si accesero due caldaie e corremmo a macchina 36 ore finché trovammo una leggera brezza dall’Est la quale ci condusse in vista delle isole della Trinità dove rimanemmo nuovamente in bonaccia.
    L’aliseo E S E s’incontrò soltanto per il 18° di latitudine il giorno 27 gennaio; egli variò dall’E all’E S E e ci condusse fino alla linea equatoriale. Sulla linea (6 febbraio) in 23° di longitudine Ovest Greenwich vedemmo parecchie navi mercantili e con alcune scambiammo segnali usando la serie Marryat, la quale per esclusione di ogni altra è divenuta un vero codice internazionale. Si comunicò una lista di queste navi al R. Console di Gibilterra perché la facesse pubblicare per utile degli armatori. Per traversare la regione di bonacce fra gli alisei dei due emisferi adoperammo la forza motrice di due caldaie. In questo viaggio non ottenemmo risultati soddisfacenti nel cammino in proporzione del carbone consumato, e questo per la mediocre qualità di Cardiff avuta a Montevideo. Con 165 tonnellate di carbone bruciato avremmo dovuto correre 800 miglia in mare tranquillo, mentre invece ne facemmo poco più di 600. Quando arrestammo s’era in 3°40’ di latitudine N, ma rimanemmo sette giorni in aspettativa del vento. Sotto la linea la macchina rimase in moto solo 36 ore.

    Regia nave Magenta - www.lavocedelmarinaio.com
    Il tedio di questi giorni perduti fu diminuito dall’emozione d’una pesca straordinaria di dorate che si fece il giorno 12 e di cui il prodotto fu sufficiente per l’intero equipaggio.
    Corremmo fino al 35° meridiano Ovest con venti variabili dal N. all’E, prima di volgere alquanto la prua a Levante; ma passato il 19° grado di latitudine il vento girò all’E e al SE. Nei giorni 28 e 29 febbraio la Magenta ebbe una media di 204 miglia in 24 ore, cosa insolita in questa campagna.
    Ebbimo vento da ponente nei giorni 3, 4, 5, 6, 7, 8 marzo.
    Li 6 marzo (Lat. 26° 38’ N; Long. 20° 18’ O Green) ci chiese del biscotto la barca francese Félicie diretta da Sterboro (costa d’Africa, Sierra Leone) a Marsiglia.
    Il capitano signor Solaro e il nostromo erano ammalati piuttosto gravemente: un marinaro era morto di malattia di petto. La nave avea già settanta giorni di viaggio e le provviste erano esaurite; non rimaneva neppur legna da accendere il fuoco. Si mandò una lancia con 53 chilogrammi di biscotto e tutti gli altri generi necessari, Credevamo arrivare a Gibilterra per 14 marzo e di festeggiarvi la nascita di S.M., ma i giorni 12, 13 e 14 il vento si mantenne fra il N.E. e l’E., e probabilmente saremmo rimasti qualche giorno di più di mare se non ci fossimo aiutati colla macchina.
    Accendemmo a 126 miglia da Gibilterra e nel giungervi avevamo 73 giorni di mare; cioè 20 di più della traversata che fece il Principe Umberto nel 1866.
    (7 marzo – 29 aprile)
    Il Comandante
    V. Arminjon

    Indigeni del Brasile - foto internet - www.lavocedelmarinaio.com

    Vittorio Arminjon (Chambéry (Savoia), 9.10.1830 – Genova, 4.2.1897)
    a cura Antonio Pisanelli (*)

    (Chambéry (Savoia), 9.10.1830 – Genova, 4.2.1897)

    Vittorio Arminjon nacque a Chambéry (Savoia) il 9 ottobre 1830 dal senatore Mathias Arminjon e Henriette Dupy. Entrò a far parte della Regia Scuola Navale di Genova nel 1842 e divenne ufficiale nel 1847. Prestò servizio nel mare Adriatico (1848-1849) e si dimise nel 1860 per entrare nella Marina francese al comando dello Zenobia e successivamente dell’Asmodeus. Fu nominato Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore. Nel 1861 si unì nuovamente alla Regia Marina Italiana in cui prestò servizio come Capitano di fregata. Nel 1865 comandò la fregata Regina da Napoli a Montevideo e da lì il piroscafo Magenta per un viaggio intorno al mondo. La nave trasportava anche i naturalisti Prof. Enrico Hillyer Giglioli e Filippo de Filippi che raccolsero e descrissero vari esemplari zoologici tra cui un genere di Pterodroma che prese il nome di Arminjon come Pterodroma arminjoniana. Nel 1866 firmò trattati commerciali per l’Italia con il Giappone e la Cina. Fu nominato Comandante dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazare nel febbraio 1867. In seguito prestò servizio come Direttore degli armamenti e fu nominato Comandante della Royal Naval School. Nel 1876 fu promosso Contrammiraglio e prestò servizio sulla corazzata Roma. Si dimise nel 1877 e trascorse il tempo studiando agraria e sperimentando la chimica applicata nelle sue terre piemontesi.
    Scrisse numerose opere quali: Il Giappone e il viaggio della corvetta Magenta nel 1866 per V. F. Arminjon (1869), Elementi di attrezzatura manovra, Corazzate e Torpediniere (1888) e Le métayage dans ses rabboris avec la coutume (1894). Taciamo poi dei suoi molti studi ed articoli comparsi sulla Rassegna Nazionale di Roma di cui era assiduo collaboratore.
    Nel 1882, in occasione del quarto centenario del servizio di Cristoforo Colombo a Isabella I di Castiglia, l’ammiraglio Arminjon ricevette la Croce al merito navale dal re Alfonso XII di Spagna.
    E’ deceduto  
    a Genova il 5 febbraio 1897.

    (*) per conoscere le altre sue ricerche digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Racconti,  Recensioni

    Pietro Cusenza (Trapani, 15.3.1920 – Erice, 14.3.1991)

    di Franco Cusenza

    (Trapani, 15.3.1920 – Erice, 14.3.1991)

    … riceviamo e con immenso orgoglio pubblichiamo.

    Cusenza Pietro, mio padre, sottocapo sommergibilista in Marina nella Seconda Guerra Mondiale, nato a Trapani il 15 marzo 1920 e morto a Erice il 14 marzo 1991.
    Chiedo dove poter attingere notizie sul suo trascorso militare? È stato decorato anche due volte con medaglia di bronzo al Valor militare, nella foto in basso seconda fila terzo coi baffi.

    Buongiorno signor Franco Cusenza,
    grazie per la testimonianza.
    Per quanto concerne la sua richiesta si rivolga per foto e materiale storico (libri, ecc. ecc.):
    – Ufficio Storico della Marina che ha sede in Roma, presso il comprensorio militare della Caserma “Angelo Paolucci”, sito in Via Taormina n. 4. – Telefono/Fax: 06-3680-7220
    oppure all’indirizzo e-mail: 
    ufficiostorico@marina.difesa.it
    L’Ufficio Storico, come tutti gli istituti dello Stato in possesso d’archivi, non effettua ricerche per conto terzi.
    L’Ufficio Storico, per la consultazione di tutta la documentazione, è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì previo appuntamento telefonico ai nr. 06/36807233 oppure 06/36807227 (per l’Archivio Storico) – 06/36807234 (per l’Archivio Fotografico).

    Per le informazioni relative al passato militare di una persona, le richieste vanno inoltrate, nel rispetto delle leggi vigenti, alla:
    Direzione Generale del Personale Militare
    5° Reparto – 11ª Divisione – 2ªSezione (Ufficiali), tel. 06/517050173
    5° Reparto – 11ª Divisione – 4ªSezione (Sottufficiali e Truppa), tel. 06/517050187
    Gli uffici si trovano in Viale dell’Esercito, 186 – (00143) ROMA
    Un abbraccio grande come il mare della Misericordia.
    Ezio Vinciguerra

  • C'era una volta un arsenale che costruiva navi,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Pittori di mare,  Recensioni,  Storia

    15.3.1923, radiazione della regia nave Regina Elena

    di Carlo Di Nitto

    La regia nave da battaglia di 1a classe “Regina Elena”, classe omonima era una bella e possente unità che dislocava 13804 tonnellate a pieno carico. Costruita nei cantieri dell’arsenale Marina Militare di La Spezia, fu varata il 19/06/1904 ed entrò in servizio l’ 11/09/1907.
    Nei primi anni svolse intensa attività di squadra e di rappresentanza. Nel corso della guerra Italo – Turca, scortò i convogli diretti a Bengasi ed appoggiò gli sbarchi e l’occupazione delle città libiche. Contribuì all’occupazione di Rodi e delle altre isole del Dodecaneso, effettuando numerose crociere nel mar Egeo.
    Durante la Prima Guerra Mondiale, essendo ormai tecnicamente superata, svolse attività bellica assai limitata, prevalentemente in Adriatico. Dopo il conflitto passò in disponibilità e usata come nave scuola per sottufficiali e allievi torpedinieri.

    Nel 1921 venne declassata a “Corazzata Costiera”; posta in disarmo il 16/2/1923, venne radiata il 15 marzo successivo.
    Il suo motto fu “Pro Patria et Rege”.

    REGIA NAVE DA BATTAGLIA REGINA ELENA – Una suggestiva immagine da prora della prora


    CONSEGNA DELLA BANDIERA DI COMBATTIMENTO ALLA REGIA CORAZZATA “REGINA ELENA”

    Domenica 21 aprile 1907, a La Spezia, il re Vittorio Emanuele III dopo aver presenziato in arsenale al varo della nave da battaglia Roma (2^), nel corso di una solenne cerimonia consegnò la Bandiera di combattimento alla regia corazzata “Regina Elena” (comandante, capitano di vascello David Gerra). L’artistico vessillo, racchiuso in un elegante cofano e benedetto dal vescovo di Luni – Sarzana (poi La Spezia), monsignor Giovanni Carli, era stato eseguito e ricamato dalle allieve della Scuola professionale di Roma sopra tessuti serici di produzione italiana.

    Dopo i discorsi di rito, e la firma del verbale di consegna, il comandante affidò la Bandiera ai guardiamarina Zina e Grana che l’alzarono al picco di maestra tra le salve delle artiglierie di bordo ed il saluto dell’equipaggio.Nella foto è ripreso questo momento della cerimonia.
Una curiosità: la Regina non poté presenziare alla cerimonia per un malore dovuto all’appena iniziata gravidanza della futura principessa Giovanna.
La Regia Nave da Battaglia “Regina Elena” entrò in servizio nella Regia Marina il successivo 11 settembre. Fu radiata nel 1923.

    a cura Fernando Antonio Toma


    Questa cartolina commemorativa d’epoca illustra il varo della regia nave Roma. A La Spezia il re Vittorio Emanuele, dopo aver presenziato in arsenale al varo della nave da  battaglia Roma (classe Vittorio Emanuele), nel corso di una solenne cerimonia consegnò la bandiera di combattimento alla nave da Battaglia Regina Elena. Per l’occasione fu coniata una medaglia commemorativa con il motto “Pro Patria et Rege” scelto proprio dalla stessa regina.

    Dello stesso argomento sul blog:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2019/04/21-4-1907-consegna-bandiera-combattimento-alla-regia-nave-regina-elena-e-varo-regia-nave-roma/
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2015/10/augusta-li-13-10-1907-saluti-dalla-regia-nave-regina-elena/