Recensioni

  • C'era una volta un arsenale che costruiva navi,  Marinai,  Marinai di una volta,  Recensioni,  Storia

    21.4.1936, varo dell’incrociatore Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi (già Regio)

    di Carlo Di Nitto

    Questa glorioso e bellissimo incrociatore, appartenente all’omonima classe, dislocava 11350 tonnellate. Costruito nei Cantieri OTO di La Spezia, era stato impostato il 28  dicembre 1933 e varato il 21 aprile 1936.
    Entrò in servizio il 1° dicembre 1937, svolgendo un’intensa attività bellica a cominciare dall’aprile 1939, in occasione dell’occupazione dell’Albania. Durante il secondo conflitto mondiale venne ampiamente impiegato; partecipò alle battaglie di Punta Stilo, di Capo Matapan e ad altre importanti azioni per la protezione del traffico.
    Il 21 novembre 1941, durante un’azione di scorta verso la Libia, venne colpito a poppa da un siluro lanciato da un aerosilurante britannico e perse dieci suoi Marinai.
    Dopo l’armistizio, seguì il grosso della flotta a Malta ottemperando agli ordini ricevuti per la consegna agli alleati. Nel periodo della cobelligeranza, venne schierato in Atlantico per azioni di pattugliamento.
    Alla fine del conflitto rimase all’Italia.
    Il 9 maggio 1946 trasportò re Vittorio Emanuele III in esilio ad Alessandria d’Egitto dopo la sua abdicazione. Successivamente trasportò in esilio in Portogallo la famiglia reale di re Umberto II.
    Completamente rimodernato nel periodo 1951/53 presso l’Arsenale M.M. di La Spezia, venne radiato il 1° aprile 1961.

    Questa foto riprende l’Unità intorno all’anno 1955.
    Il suo motto fu “ Ardisci e spera”.
    ONORE AI CADUTI!

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Racconti,  Recensioni,  Storia

    21.4.1940, varo della regia nave Fabio Filzi

    a cura Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    La regia motonave da carico Fabio Filzi fu impostata il 30.07.1939, varata il 21.04.1940 e consegnata il 14.08.1940. Dislocava 6836 tsl. Operò per la Regia Marina come segue:
    – 02.10.1941, prima traversata Napoli Tripoli.
    – 22.11.1941, seconda traversata Trapani Tripoli con rientro a Napoli il 02.12.1941.
    – 12.12.1941, salpa da Messina in convoglio con la motonave Carlo del Greco per Taranto e Tripoli.
    – 13.12. 1941 viene silurata ed affondata a 15 miglia da Capo San Vito (TA) dal sommergibile britannico Upright.

    Caratteristiche tecniche
    Committente: Lloyd Triestino – Trieste
    Tipo: motonave da carico
    Lunghezza: 138,68 m.
    Altezza: 12.10 m.
    Larghezza: 18,92 m.
    Motore diesel potenza 7.500 CV
    Velocità: 15,8 nodi.

    (Pola, 1.2.1921 – San Daniele del Friuli, 1.5.2002)

    … riceviamo e con immenso orgoglio e commozione pubblichiamo.


    Buonasera signor Ezio,
    sono Silvana Zocchi e sto cercando notizie/foto sulle Scuole CREM a Pola negli anni 1938/1941. Mio papà aveva fatto il corso per cannonieri e poi il 1° aprile 1941 era stato arruolato nella Regia Marina.
    Grazie se vorrà e potrà darmi informazioni.
    Cordialità Silvana.

    Buonasera signora Silvana,
    se mi manda una foto del suo Papà provo a farne un articolo.
    Specificando che Le sono gradite foto e notizie.
    Poi provo a condividerlo sui gruppi social e se qualcuno inserisce foto gliele invio volentieri.
    Cordialità Ezio.

    Papà era nato a Pola il 01.02.1921 a Pola ed è deceduto l’1.5. 2002 a San Daniele del Friuli.
    Nel 1947 era stato esodato da Pola a Monfalcone dove ha vissuto fino al 1998.
    Papà  si chiamava Romualdo Zocchi.
    Era stato imbarcato sulla regia nave Fabio Filzi, affondata la notte del 12 dicembre 1941 al largo di Taranto. Questo è quello che so, anche perché papà parlava poco e niente di questo, forse  perché la sua nave  si erano salvati in pochi e credo che quel trauma lo abbia tormentato per tutta la vita  e, come spesso capita,  le persone che hanno amato tanto, preferiscono non parlarne.
    Era venuto ad abitare da me dal 1998. Fino ad allora dal 1947 aveva abitato a Monfalcone.
    Grazie per il suo interessamento! Mi commuovo! Io adoravo il mio papà, era una persona speciale, come lo sono le persone che hanno sofferto molto… e ho sempre sofferto sul fatto che non mi abbia raccontato nulla. Poi ho capito che molti come lui, che hanno passato tanti momenti difficili a causa della guerra, hanno preferito non angosciare i propri figli. Mi dispiace solo che se me ne avesse parlato avrei potuto capirlo di più. O forse  no, perché non era il momento.
    Grazie ancora anche per la sua sensibilità!
    Farò le ricerche come mi ha suggerito lei, e le farò sapere.
    Grazie mille!
    Cordiali saluti Silvana.

    P.s. IL MIO PAPA è A DX IN ALTO VICINO ALL’ELICA.
    Mi scuso ma non sono molto sveglia con il computer

    Dello stesso argomento sul blog
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2019/02/le-scuole-c-r-e-m-di-pola/

    Si consiglia la lettura del seguente link:
    http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2016/01/fabio-filzi.html

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Racconti,  Recensioni,  Storia

    Salvatore Uttaro (Gaeta, 20.4.1920 – Gaeta, 13.1.1991)

    di Alberico Uttaro

    (Gaeta, 20.4.1920 – Gaeta, 13.1.1991)

    … riceviamo e con immenso orgoglio misto a commozione pubblichiamo.

    Buongiorno Ezio,
    frequentando il suo blog mi sono permesso di inviare alcune foto.
    Le prime riguardano mio padre Salvatore, nato a Gaeta il 20 aprile 1920 ed ivi deceduto il 13 gennaio 1991 che ha partecipato alla Seconda Guerra mondiale.

    Le ultime due foto sono di mio padre e mio zio fatta prima di partire per il fronte 26 agosto 1942.


    Quello che è scritto dietro è stato scritto da mio padre Salvatore Uttaro Salvatore, lui ritornò a casa, rimase prigioniero nelle colonie Africane per parecchio tempo, mio zio invece Antonio Uttaro (1) morì a Corfù,  per il bombardamento del regio cacciatorpediniere Stocco (2) dove, a firma Carlo Di Nitto Carandin, avete riportato la sua storia.

    (1) https://www.lavocedelmarinaio.com/2023/04/antonio-uttaro-gaeta-30-4-1926-corfu-24-9-1943-7/

    (2) https://www.lavocedelmarinaio.com/2022/09/24-9-1943-viene-affondata-regia-nave-stocco/

  • Che cos'è la Marina Militare?,  Marinai,  Marinai di una volta,  Recensioni,  Storia

    Stefano Cappellaro (20.4.1960 – 24.7.2007)

    a cura Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
    foto Gruppo Nazionale Leone di San Marco Marina Militare

    (20.4.1960 – 24.7.2007)

    Capitano di fregata Stefano Cappellaro, 46 anni, comandante del Battaglione Grado del reggimento San Marco, originario di Venezia e veterano di tante missioni all’estero, l’ultima della quale in Libano, è morto per la cosiddetta “Sindrome dei Balcani”.
    E’ deceduto a Brindisi il 24 luglio 2007 in seguito a una malattia che si è manifestata dopo il suo ritorno dal Libano, dove l’ufficiale ha partecipato alla fase iniziale dell’operazione Leonte, da settembre a novembre 2006.

    Quello di Stefano non è un caso isolato, anche altri militari, che hanno partecipato a varie missioni, sono deceduti o sono attualmente in cura per forme tumorali e problemi alla tiroide.
    Tre anni dopo, il 25 aprile 2010, giorno in cui si festeggia San Marco, la Marina Militare ha concesso una Croce di Bronzo al Merito dell’Esercito (decorazione ricevuta dalla vedova signora Anna Corsa).


    Falco Accame scrive sul suo blog il 22 ottobre 2011:
    Finalmente, sono passati 4 anni da quando e’ morto il Capitano di Fregata Stefano Cappellaro, nato a Venezia. Della vicenda si occupò, a suo tempo, l’allora Sindaco di Venezia Massimo Cacciari. Ma sono stati interposti una serie di ostacoli, in realtà inesistenti, al risarcimento. Tra l’altro il Capitano di Fregata Cappellaro, che era stato imbarcato sulla nave S. Marco, aveva svolto un’intensa attività di vigilanza alle infrastrutture militari in tutte le numerose missioni eseguite. Ed in base alle normative vigenti (L. 466/80, L. 308/81, DPR 243/06) avrebbe subito dovuto essere stato riconosciuto come “vittima del dovere” e sarebbero state, dunque, essere conferite ai familiari le compensazioni dovute. Il caso è un triste esempio della scarsa attenzione dedicata dallo Stato a personale che è al suo servizio per difenderlo. Il caso ha finalmente avuto la soluzione dovuta solo perché è giunto all’attenzione della Commissione Senatoriale d’Inchiesta e al suoi interessamento da parte del Maggiore Carlo Calcagni. L’Anavafaf si è interessata del caso anni orsono, ma purtroppo è stata del tutto inascoltata”.

  • Curiosità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Pittori di mare,  Recensioni,  Storia

    Enzo Grossi (San Epigma, 20.4.1908 – Corato, 11.8.1960)

    a cura Antonio Cimmino

    Enzo-Grossi-sul-sommergibile-Barbarigo-www.lavocedelmarinaio.com-Copia

    Nella giornata tanta cara ai marinai, dedichiamo a coloro che non ci sono più o che sono salpati per l’ultima missione, questa bellissima immagine del Comandante Enzo Grossi imbarcato sul regio sommergibile Barbarigo, comandato dal Capitano di Corvetta Umberto de Tullio, che trasformato in natante da trasporto per l’Estremo Oriente fu affondato nel mese di giugno 1943 in Atlantico con i 59 uomini dell’equipaggio.

    regio sommergibile barbarigo - www.lavocedelmarinaio.comL'avventurosa crociera atlantica del sommergibile Barbarigo (Giuseppe Vinian) - www.lavocedelmarinaio.comIl comandante Grossi in tenuta di navigazione sul barbarigo - www.lavocedelmarinaio.comEnzo Grossi manifesto elettorale - www.lavocedelmarinaio.com

    Regio sommergibile barbarigo
    di Carlo Di Nitto

    Il regio sommergibile Barbarigo (2°), classe “Marcello”, dislocava 1060/1313 tonnellate (emersione/immersione). Fu impostato il 6 febbraio 1937 nei Cantieri “C.R.D.A.” di Monfalcone e varato il 12 giugno 1938. Fu consegnato ed entrò in servizio nella Regia Marina il 19 settembre dello stesso anno con la sigla BO.
    Inizialmente, destinato al 2° Gruppo Sommergibili con base a Napoli, svolse attività addestrativa fino allo scoppio delle ostilità. Tra giugno e la fine di luglio 1940 svolse, senza risultati, due missioni nel Mediterraneo, quando se ne decise l’invio in Atlantico. Il 14 agosto passò, in immersione lo Stretto di Gibilterra. L’attraversamento venne effettuato con notevole difficoltà a causa delle forti correnti sottomarine che caratterizzano quel tratto di mare. Raggiunto l’Atlantico iniziò immediatamente la sua attività bellica attaccando, nella zona di Madera, alcuni mercantili nemici. Diresse quindi per il porto francese di Bordeaux, sede della base italiana di Betasom.
    La sua attività bellica in Atlantico riportò notevoli risultati con l’affondamento di ben sette mercantili per 33.827 tsl., il danneggiamento di altri tre piroscafi per circa altre 14.000 tsl. e di un cacciatorpediniere nemico di 1500 tonnellate.

    Tuttavia la notorietà del “Barbarigo” è legata al nome del Comandante Enzo Grossi (1), che ne assunse il comando nell’agosto 1941, e alla controversa vicenda del presunto affondamento di due corazzate statunitensi, evento creato e malamente gestito dalla propaganda di regime. Infatti, nel maggio e nell’ottobre 1942, il “Barbarigo” attaccò di notte rispettivamente al largo di Capo San Rocco in Brasile e nelle acque di Freetown, l’incrociatore americano “Milwaukee” scortato da un cacciatorpediniere e la corvetta britannica “Petunia”. Gli attacchi, benché condotti con audacia e  decisione, non furono coronati da successo ma furono sfruttati dai comandi supremi italiani, bisognosi di dare notizie di grandi vittorie. Nel dopoguerra, il comandante Grossi divenne la “vittima sacrificale” di questa incresciosa e dolorosa vicenda e venne privato delle decorazioni ricevute e della promozione al grado superiore.
    Nella primavera del 1943 il “Barbarigo”  venne trasformato in unità da trasporto ed il 16 giugno, al comando del T.V. Umberto De Julio, partì da Bordeaux per Singapore con un carico di materiali strategici. Dopo la partenza, non diede più sue notizie. Si ritiene che sia affondato tra il 16 ed in 24 giugno in un punto sconosciuto dell’Atlantico per cause ignote, ma verosimilmente per attacco aereo. Nell’affondamento scomparve l’intero equipaggio, composto da 59 uomini tra ufficiali,  sottufficiali e marinai.

    Nella foto, il battello è stato ripreso nel giorno del varo.
    Il suo motto fu: “Par animo gloria” (Pari all’animo la gloria).
    ONORE AI CADUTI

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    20.4.2015, in ricordo di Celestino Quero

    di Pietro Serarcangeli (*)

    Il 20 aprile 2015, dopo lunga e penosa malattia, l’Amico e Socio A.F.E.A., Celestino Quero lasciava la sua famiglia nello sconforto e nel dolore.

    Celestino, colpito da una patologia polmonare molto grave, dovuta al suo mestiere di “saldatore specializzato navale” che lo aveva portato a contatto con l’amianto, era sempre presente alle manifestazioni dell’AFEA, come la manifestazione di Roma del 2014.

    Lo ricordiamo come Persona cordiale, disponibile, educatissima e altruista.

    Non sarai mai dimenticato caro Celestino.
    Che il Signore ti tenga tra le Sue braccia misericordiose per l’eternità…

    Si consiglia la lettura del seguente link
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2015/08/pratica-amianto-le-daremo-tutta-lassistenza-possibile/


    (*) per conoscere gli altri suoi articoli digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.