Recensioni

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    23.9.1943, affondamento della regia nave Vieste

    a cura Carlo Di Nitto

    Il regio posamine Vieste (ex dragamine tedesco M 119) era stato varato nel 1918 nei Cantieri Action Gesellschaft Betun di Rostock. Dislocava 515 tonnellate.
    Nel 1919 fu ceduto alla Regia Marina Italiana in conto danni di guerra ed entrò in servizio il 15/12/1921 con il nome di “Meteo”.
    Il 04/06/1925 fu riclassificato posamine con il nome di “Vieste”. 

    A causa dell’armistizio, l’11 settembre 1943, fu catturato dai tedeschi nel porto di Napoli e da questi autoaffondato in porto il 23 settembre successivo.
    Nel 1949 il relitto fu recuperato ed avviato alla demolizione.

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    Aldo Moro (Maglie, 23,9.1916 – Roma, 9.5.1978)

    di Marino Miccoli (*)

    AD ALDO MORO: IL SENSO DEL DOVERE!

    (Maglie, 23 settembre 1916 – Roma, 9 maggio 1978)

    Esiste ancora un senso del dovere tra gli Italiani?
    Mi sono posto questa domanda più volte e in diverse occasioni, soprattutto quando svolgo il mio lavoro di tutore dell’ordine pubblico, dove posso constatare quanti danni sono causati alla convivenza civile dall’assenza di questo importante valore morale.
    Alcuni comportamenti soggettivi, ad esempio un’auto parcheggiata sul marciapiede, un sacchetto di rifiuti gettato al bordo della strada, aiuole di un giardino pubblico costellate da feci canine, ecc. ecc., rappresentano soltanto alcuni esempi di malcostume, maleducazione e scarso senso civico, di come, per molti di noi, il senso del dovere sia un perfetto sconosciuto o soltanto uno scomodo adempimento.
    E’ ritenuto scomodo adempimento perché il dovere ci mette alla prova, ci pone di fronte a noi stessi, davanti a ciò che veramente siamo e ci fa capire che anche una piccola azione può essere grande che può cambiare il nostro mondo e quello delle altre persone.
    Eppure diritto e dovere sono due valori reciproci che apparentemente sono opposti, antitetici ma non è così, perché sono un tutt’uno. Mi spiego: così come la vita delle altre persone, rispettose dei propri doveri, produce dei diritti per me, allo stesso modo la mia vita, condotta nell’osservanza dei miei doveri, produce diritti per gli altri. Consapevoli di questo comprenderemo pure che la mentalità del “tutto è dovuto” costituisce un serio e grave attacco a quel senso del dovere che è indispensabile al fine di rendere civile la nostra convivenza.
    Una conseguenza, tipica dell’assenza di questo valore, è la mancata considerazione delle altre persone che in tal modo vengono “oscurate”, quasi spariscono, per noi. Tante volte abbiamo sentito parlare di “mancanza di rispetto”, ebbene ciò non è forse dovuto anche all’inosservanza dei nostri doveri?

    Credo che recuperare, anzi ripristinare, prima in noi stessi, il senso del dovere che è stato smarrito, ci consentirà di tornare ad avere una società migliore, più umana e soprattutto più giusta, ci farà sentire in armonia con la comunità nella quale viviamo ed operiamo.

    (*) per conoscere gli altri suoi articoli digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

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    23.9.2022, a Calatabiano (CT) presentazione del libro “Il pane fritto e altre storie di Cinzia Caminiti Nicotra”

    di Cinzia Vincenza Maria Caminiti

    Il 23 settembre a Marina di San Marco presso il rinomato locale sul mare “Il Pino Verde” della famiglia Prestrandrea si terrà l’ultimo appuntamento dell’interessante rassegna culturale estiva “Aperitivo letterario sul mare” organizzata e curata da Ida Bonfiglio
    L’evento questa volta vedrà protagonista il libro “Il pane fritto e altre storie” antiche ricette popolari siciliane e racconti di nonna Vincenzina di Cinzia Caminiti – edito da Algra editore nel 2018.
    A presentare e dialogare col pubblico la relatrice, giornalista dottoressa Gabriella Puleo.
    Durante la serata verrà eseguito un recital di brani tratti dal libro e alcuni canti popolari.  A curarli l’autrice e   Nicoletta Nicotra accompagnate alla chitarra da Gianni Nicotra autore del video che verrà proiettato durante la manifestazione.
    La degustazione del pane fritto offerta dall’organizzazione concluderà la serata.   

    Sinossi libro: Una nonna racconta alla nipotina sua diletta storie e fatti di famiglia, ora lieti ora tristissimi ma sempre coinvolgenti e tutti in qualche modo legati al cibo e per questo, ad ogni “cunto”, non manca di elargirle una ricetta popolare e nel mentre di insegnarle i segreti della sua cucina.
    Un pretesto per raccontare l’amata  Sicilia e per tramandarne (che poi è il vero obiettivo di questa formidabile nonna) le tradizioni, i costumi, gli usi, l’arte culinaria tipica e la sua Storia più genuina: quella delle cose di ogni giorno.   Un prologo, dei cunti, tanti modi di dire, canzoni, scioglilingua, preghiere popolari e quindici racconti scritti con dovizia di particolari in una lingua antica, parlata, un personale connubio tra la lingua italiana che ci conduce tra le storie ed il dialetto siciliano che di esse ne scandisce le emozioni. Quindici racconti ognuno con un doppio titolo: quello della ricetta e quello dell’argomento trattato. “I biscotti con la liffia e il rosolio: il fidanzamento”; “I cannoli di ricotta: Scongiuri e amuleti”;  “Il ragù: la domenica mattina”… Quindici racconti di vita vissuta dalla nonna e dalla mia e sua grande famiglia: tre generazioni e mezzo nell’arco di un secolo.

    “Nonna Vincenzina è la nonna che tutti vorrebbero avere, è la donna che ognuna di noi vorrebbe essere. Le sue ricette sono ciò che chiunque vorrebbe “mangiare”, le sue gioie sono quelle di tutti e suoi dolori… i dolori di ognuno. Ogni cosa in questo libro è ciò che abbiamo dentro, nell’anima, nelle vene, nei cromosomi; sono le ninnenanne, le filastrocche, i giochi dei fanciulli, le preghiere, gli scongiuri, sono i colori, i sapori, gli odori, i ricordi del cuore e le parole che ognuno ha in punta alla lingua… e che riaffiorano ad ogni pagina, ad ogni riga, ad ogni “punto e a capo”.

    Nonna Vincenzina è la Sicilia, è la Terra che ci ha cullato, che ci ha insegnato ciò che sappiamo e ci ha fatti diventare ciò che siamo. Nonna Vincenzina è lo scrigno prezioso e raro dove ho conservato le mie memorie per sempre e da dove ho attinto e ancora attingerò saggezza tutte le volte che ce ne sarà bisogno”.