Poesie

  • Attualità,  Che cos'è la Marina Militare?,  Marinai,  Marinai di una volta,  Poesie,  Recensioni,  Storia,  Un mare di amici

    Simone Neri

    (Pancrazio “Ezio” Vinciguerra e Joseph Gorgone)

    Qual più grande sacrificio, si possa fare;
    se non la propria vita per l’altrui dare?
    Sacrificio supremo, in terra oppure in mare;
    gesto nobile e bello, generato dal saper amare!
    Alla propria salvezza, sul tetto di casa sua rinunziò
    e senza pensar due volte, nel fango si buttò;cercò,
    trovò e per ben otto volte l’altrui vita egli salvò
    udito il pianto di un bambino, il fango lo richiamò.
    Quel pianto di bimbo voleva trovare e placare,
    per l’ennesima volta, Simone si mise a cercare;
    brancolando nel buio e nel fango quella sera,
    Simone, non trovò il bimbo e ne lui poté tornare.
    Trent’anni non compiuti, una vita da esplorare;
    una donna che lo amava, or è sola a ricordare.
    La famiglia tutta affranta, sol possiamo consolare,
    e le gesta di Simone ai posteri ricordare.

  • Attualità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Poesie,  Storia

    Cefalonia – Aveva tre figli maschi


    di Vittorio Fioravanti Grasso

    Aveva tre figli maschi
l’uomo in nero appartato 
in fondo al salone 
- tre figli – e glieli hanno 
tutti e tre ammazzati.

    

I° – 
Il primo gli morì braccato 
nell’isola di Cefalonia 
gridando “Viva l’Italia” 
in faccia al branco nazista 
del plotone d’esecuzione. 

Quando partì orgoglioso 
con in pugno il fucile 
su un lungo treno d’armati 
c’erano labari e gagliardetti 
inni di gloria e morte. 

Raccolti in sacchetti 
miseri resti d’ossa e brandelli 
di panno incrostato a grumi 
di terra ostile. Così è tornato dal fronte 
vent’anni dopo 
la fine dell’ultima guerra. 

C’erano tante transenne 
alla stazione della ferrovia 
l’immancabile tricolore 
e qualche bandiera rossa 
un ministro ci venne a fare 
un discorso di democrazia. 
Usò lunghe frasi contorte 
non disse una volta “Patria”. 
Non fu neanche il caso di piangere 
davanti ai parenti presenti. 
Quello non era un ritorno

    

II° 
Anche il secondo 
gli fu messo al muro. 
L’8 settembre non seppe che fare 
seguì un tenente sui monti 
e continuò a sparare e a sparare. 
Cambiò solo il bersaglio dei tiri 
e mirò sui tedeschi e i fascisti. 
Durò un’alterna stagione 
d’imboscate e di fughe 
poi fu tradito e preso 
con altri compagni 
dai partigiani slavi di Tito. 
Neppure gli chiesero il nome 
all’incredulo combattente 
Cadde legato le mani dietro 
senza un pianto né un grido. 
Nella fossa comune 
giù nell’indegna foiba 
ne gettarono cento.

    

III° 
Nel dopoguerra a quell’uomo 
gli uccisero persino il terzo 
l’ultimo che gli era rimasto . Era riuscito a scamparla 
dietro a un torno dell’officina 
- troppo giovane 
per spianare un mitra si disse – 
protetto da un prete e la madre 
vi rimase nascosto per mesi 
poi tornate le cose normali 
tornò al suo lavoro. 

Ma durante uno sciopero in piazza 
vennero ben presto alle mani 
e fra attivisti ed agenti 
tra sassate e legnate 
esplosero un paio di colpi. 
E quando infine fecero largo 
attorno alla chiazza di sangue 
c’era lui sul selciato 
lungo disteso scomposto 
con due buchi nel corpo. 

Perizie e controperizie 
sulle pallottole estratte 
non hanno chiarito mai nulla 
dell’arma assassina.

    

IV° 
E’ ancora là quell’uomo 
continua in silenzio appartato 
in fondo al buio locale. 
Sta seduto senza neppure bere 
e non legge il giornale
non dà retta alla radio 
né guarda in faccia nessuno. 

Chi gli passa vicino
senza potergli parlare 
viene poi al banco a chiedermi 
cosa abbia in mente 
quel tizio così scontroso. 

Ed io non so far altro 
che raccontare 
ancora una volta la storia 
di quei suoi figliuoli 
morti ammazzati. 

E lui di laggiù me l’ascolta.

    

Luglio 2005 

Primera edición
 PREMIO DE POESIA Y DE ARTES VISUALES “MIGUEL ANGEL”
 Valencia, Venezuela, julio 2007. 
Presidente del Jurado Calificador: Valeriano Garbin

Primo Premio di Poesia 
VITTORIO FIORAVANTI
autore della migliore silloge di poesie liriche “Il sapore di te”

”E ti so esistere ignaro” / “Verso l’estremo volo” / “Quell’ora ancora” / “Aveva tre figli maschi” / “Corpo in meditazione” / “A fari spenti due bici” / “Mi sei vicina tu, mi sei accanto (Attese d’amore e morte) / “Il sapore di te, Mamma Clara” / “Morte d’un Italiano” / “Ciottoli in Garfagnana”.


  • Attualità,  Che cos'è la Marina Militare?,  Marinai,  Marinai di una volta,  Poesie,  Recensioni,  Storia

    Cefalonia – Il mandolino del Capitano Corelli 
(Louis De Bernieres)



    “L’amore è una pazzia temporanea, erutta come un vulcano e poi si placa. E quando accade, bisogna prendere una decisione. 
Devi capire se le vostre radici si sono intrecciate al punto da rendere inconcepibile una separazione.
Perché questo è l’amore.
 Non è l’ardore, l’eccitazione, le imperiture promesse d’eterna passione, il desiderio di accoppiarsi in ogni minuto del giorno.
 Non è restare sveglia la notte a immaginare che lui baci ogni angoletto del tuo corpo.
 No, non arrossire, ti sto dicendo qualche verità.
Questo è semplicemente essere innamorati, una cosa che sa fare qualunque sciocco.
 L’amore è ciò che resta quando l’innamoramento si è bruciato; ed è sia un’arte, sia un caso fortunato.
 Tua madre ed io avevamo questa fortuna, avevamo radici che si protendevano sottoterra l’una verso l’altra,e quando tutti i bei fiori caddero dai rami, scoprimmo che eravamo un albero solo, non due.
 Ma, a volte, i petali cadono senza che le radici si siano intrecciate”.