Poesie

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    27.3.2013, Giovanni Vittorio Adragna

    di Giovanni Vittorio Adragna (deceduto per abestosi polmonare) scriveva:
    “quando lottare per la vita è un nostro diritto”.


    

Ogni anno, il 28 aprile celebriano la giornata dedicata alle vittime del “Signor Amianto”, tutti dovremmo essere vicini alle Associazioni che lottano per la difesa dei diritti delle vittime decedute perché colpite da NEUPLASIE MALIGNE (MESOTELIOMA PLEURICO – ABESTOSI POLMONARE – CARCINOMA POLMONARE), malattie correlate all’esposizione delle fibre aerodisperse del serial killer AMIANTO. 
La lotta a queste ingiustizie ci dovrebbe unire sempre di più, solo noi possiamo dare la svolta storica e decisiva, se ci uniamo saremmo sempre più forti, le Associazioni hanno delle grosse difficoltà, purtroppo quanto si parla delle NEUPLASIE MALIGNE, le Istituzioni che dovrebbero essere le prime dare gli aiuti alle famiglie colpite da questi mali, fanno orecchio da mercante rendendosi latitanti non curandosi del loro dolore, il tutto perché, le persone colpiti non abbiano alcun aiuto e nessuna assistenza e tutto possa passare inosservato, (mi riferisco all’assistenza legale, e tutta la componente relativa ad un riconoscimento della malattia, per un eventuale indennizzo). 
I politici che ci rappresentano, e che dovrebbero essere il nostro punto di riferimento, se ne lavavano le mani, come Ponzio Pilato, per non ammettere le loro colpe, molti di loro sapevano quale rischio correvano gli operai che lavoravano il “serial killer amianto” ed erano esposti alle sue fibre aerodisperse, ma non hanno fatto nulla, perché tutto finisse, interessava andare avanti, la salute degli operai era meno importante degli interessi delle aziende.
    Ora sembra, che tutto possa essere finito, ma non è così, il disinteresse totale delle persone preposte a far luce ci fa effettivamente capire, che noi piccoli, non siamo altro che carne da macello, persone che non hanno alcun diritto ma solamente dei doveri. 
Siamo nelle mani di gente che davanti agli interessi personali non si fermano, quindi mi ripeto, uniamoci, non dimenticandoci che l’unione fa la forza, la nostra forza quella di diventare dei cittadini di serie “A” e non di serie”C”. 
Abbiamo il potere in mano, utilizziamolo per come deve essere fatto, non vogliamo fare nessuna rivoluzione, ma vogliamo un cambiamento radicale del sistema soprattutto da parte di tutte quelle Istituzioni che ci rappresentano,che non sono direttamente vicini non alle persone fisiche, almeno possono contribuire aiutando le Associazioni che lottano giornalmente perché i diritti vengano almeno rispettati.

     

    Lottare è un nostro dovere ed anche un nostro diritto, l’assistenza sanitaria ci è dovuta, non possono schiacciarci come se nulla fosse, come se non esistessimo, siamo presenti e vogliamo che i nostri diritti siano rappresentati da persone che hanno a cuore le nostre problematiche, sia ben chiaro noi non ci fermeremo, giornalmente la nostra voce sarà ascoltata da coloro che debbono tutelarci, cercando di essere il più uniti possibile e molto presenti, così solo non potranno dimenticarsi di noi. 
Forza, Italiani dobbiamo dare democraticamente un segno positivo a tutto il mondo, dimostrando di essere solidali con coloro che hanno bisogno di noi, della nostra vicinanza per non sentirsi soli.


    Ai giovani eroi
    di Giovanni Vittorio Adragna

    … caduti per la pace nel mondo.

    Sei entrato nei nostri cuori,
    sei l’immagine del dovere,
    hai sacrificato la tua giovane vita,
    perché tutti i popoli possano
    essere liberati dagli oppressori,
    e per i tuoi ideali umanitari
    che si contemplano, nella
    lealtà, sincerità e amicizia,
    avresti voluto diffonderli
    a tutta l’umanità, insegnando
    i veri valori della vita e del cuore.

    Che il tuo coraggio sia da esempio
    e da guida a tutti coloro che rischiano
    la vita, perché il mondo sia libero
    ed indipendente, avresti voluto
    gli oppressi al tuo fianco
    trionfatori della democrazia,
    della libertà e della giustizia,
    il sacrifico della tua vita e di tutti i
    tuoi compagni non rimanga vano,
    che gli oppressi possano trionfare
    sugli oppressori e possa tornare
    la pace in questo povero mondo
    martoriato da uomini senza scrupoli.

    Tu giovane eroe del cielo e della terra,
    che sei entrato nella gloria eterna
    e divina, possa illuminare gli uomini
    al rispetto della vita, dei valori morali
    e umanitari, facendo prevalere
    la giustizia su tutto e su tutti,
    sei la guida dei nostri cuori, sei
    il destino delle nostre vite, sei
    la gioia della nostra anima stessa,
    dacci la giusta forza di poter vivere
    e poter lottare contro le ingiustizie
    nel mondo, e sorridere alla nuova vita.

    Vorremmo ricordarti dentro i nostri cuori
    per l’eroe che sei e sei sempre stato,
    addio giovane vita umana, trucidata
    dagli uomini e glorificata dal cielo e da Dio.


    31.8.1960, l’amicizia vera non si spezza mai
    di Gigi Gonzaga

    29 aprile 2014 – 13:42

    …anche se un amico è salpato per l’ultima missione non si spezza mai.

    Con Vittorio”Giovanni” Adragna (*) ci siamo conosciuti il 31 agosto 1960 e ci siamo sentiti, al telefono per l’ultima volta, il 25 marzo 2012, quando Vittorio era all’ospedale a Palermo.
    Pochi giorni prima mi aveva spedito questa sua poesia, che vorrei che tutti leggessero.

    (Dedicata ad un carissimo e grandissimo amico).
    Giovanni-Vittorio-Adragna-per-www.lavocedelmarinaio.com_Tu che mi sei stato prezioso nella vita, mi hai sempre aiutato con la tua presenza continua e disinteressata, sei stato l’ombra della mia persona, con i tuoi preziosi consigli hai reso il percorso della mia vita molto tranquillo,averti come amico è stato importante, con il tuo carattere solare e aperto mi hai dato quella forza necessaria a combattere e sopravvivere a tutte le problematiche della vita.
    Nei miei momenti difficili amichevolmente hai saputo essermi vicino e i tuoi preziosi consigli, mi hanno aiutato ad essere me stesso, avere un amico, nella vita è un bene prezioso, l’amicizia è un sentimento durevole se è sincera e disinteressata, vorrei dirti mio caro amico, che l’averti conosciuto mi ha fortificato il carattere rendendomi la vita serena e tranquilla, hai saputo farmi superare tutte le difficoltà della vita, la bontà del tuo animo e il tuo coraggio, sono riusciti a dare il meglio di me, non credevo che potesse accadere, ma adesso sono una persona molto felice, tutte le fragilità  e le paure che mi hanno accompagnato nella vita non esistono più, grazie amico mio per tutto quello che hai fatto per me.
    Che queste mie frasi possano riempire il tuo cuore, la mia gratitudine sarà per sempre eterna, virtualmente mi sei sempre stato vicino, il tuo carisma mi ha dato la forza di lottare nella vita per la vita.
    Ciao Gigi sei stato sempre nei miei pensieri, sei sempre stato un grande, con la tua forza e il tuo coraggio supererai anche questo grande ostacolo.
    Composta: da Giovanni Vittorio Adragna.
    Ciao Vittorio.
    (*) https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/03/27-3-2012-luogotenente-giovanni-adragna/

    L'AMICIZIA VERA NON SI SPEZZA MAI - www.lavocedelmarinaio.com

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    Onda, essenza del mare

    di Pancrazio “Ezio”Vinciguerra

    OMAGGIO A PAOLO CONTE

    Le onde sono la linfa del mondo e di noi stessi, un continuo divenire. Non vi è essere umano, così come non vi è specchio di mare, per quanto piccolo, che conosca l’immobilità assoluta. Tanti gli scrittori e gli intellettuali che hanno dedicato almeno una riga, una riflessione alle onde. E’ quasi impossibile non ritrovare in noi, uno degli stati d’animo espressi nei loro versi. Onde e onde di parole che ci portano nel mare dei pensieri e che solcano ed esplorano ogni angolo recondito della nostra memoria, della nostra esistenza.

    Le onde sono la voce, la pelle e le braccia di un corpo liquido che dalla notte dei tempi seduce l’uomo, dispensando vita e morte, frenandone e stimandone le ambizioni nell’unico dominatore comune della nostra esistenza.

    Le onde sono l’essenza del mare: “la prima immagine con cui lo identifichiamo”. Plasmano i continenti e i nostri pensieri. Sono capaci di una forza distruttrice che probabilmente non ha eguali sul pianeta, eppure, da sempre, sono muse ispiratrici di sentimenti, passioni, poemi, canzoni. Un inno alla libertà.

    Questo articolo, casualmente scritto di getto dopo aver sentito e risentito il brano capolavoro di Paolo Conte, è dedicato a tutti gli amici musicanti e naviganti di facebook …che non si stancano mai di “condividere”.

    Onda su onda
    (testo e musica di Paolo Conte)

    Che notte buia che c’è…
    povero me… povero me…
    che acqua gelida qua…
    nessuno più mi salverà
    son caduto dalla nave, son caduto,
    mentre a bordo c’era il ballo…
    Onda, su onda,
    il mare mi porterà,
    alla deriva,
    in balia di una sorte
    bizzarra e cattiva
    onda, su onda,
    mi sto allontanando ormai
    la nave è una lucciola
    persa nel blu,
    ma i più… mi salverò .
    Sara… ti sei accorta…
    Tu stai danzando insieme a lui…
    ad occhi chiusi
    ti stringi a lui…
    Sara… ma non importa…
    Stupenda l’isola è
    il clima è dolce intorno a me
    ci sono palme e bambù
    è un luogo pieno di virtù
    Steso al sole
    ad asciugarmi il corpo e il viso
    guardo in faccia il paradiso
    Onda, su onda,
    il mare mi ha portato qui
    ritmi, canzoni,
    donne di sogno,
    banane, lamponi
    onda, su onda,
    mi sono ambientato ormai
    il naufragio mi ha dato la felicità
    che tu… tu non mi dai.
    Sara… ti sei accorta…
    Tu stai danzando insieme a lui…
    ad occhi chiusi
    ti stringi a lui…
    Sara… ma non importa…
    Onda, su onda,
    mi sono ambientato ormai
    il naufragio mi ha dato la felicità
    che tu… tu non mi dai.
    Onda, su onda,
    il mare mi ha portato qui
    ritmi, canzoni,
    donne di sogno,
    banane, lamponi
    onda…
    onda…

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    Auguri di buon compleanno a Michi Dei Rossi

    Marinai
    Che m’importa se oggi pioverà
    è musica sinfonica
    Quanti ombrelli che si aprono
    E gli alberi si bagnano
    Riconosco quelle nuvole
    Arrivano dall’Africa
    Sono piccole pozzanghere
    Profumano di sandalo
    Pianoforti nel sottomarino
    Noi cantiamo per te capitano
    Siamo nati da una favola
    Dove il cielo non tradiva i marinai
    Le mie strade sono lucide
    Raccontano di lacrime
    Questa pioggia non è magica
    Coriandoli di acido
    Pianoforti nel sottomarino
    Noi cantiamo per te capitano
    Siamo nati da una favola
    Dove il cielo non tradiva i marinai

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    Alda Merini (Milano, 21.3.1931 – Milano, 1.11.2009)

    di Alda Merini

    Alda Merini, un’isola di saggezza in un mondo di follia.

    Poetessa visionaria e lucida, mente tremula e forte, cuore di oceano in un corpo senza pelle.


    Sono una donna anziana, di 76 anni, malconcia, che ha subìto diversi interventi di cui l’ultimo all’anca e quindi faccio fatica a muovermi. Mi piacerebbe uscire, scendere le scale (non ho l’ascensore) e fare una passeggiata per le vie della città, bere un caffè al bar, sorretta dal mio bastone. Ma ho paura. Paura del mondo attorno perché è così spaventosamente cambiato. Io sono stata in manicomio per tanti anni, ma dopo la legge Basaglia (legge 180 che ha fatto chiudere i manicomi) i matti sono in giro e hanno ragione di essere matti: c’è troppo odio in questa società. Un odio che ha devastato l’Italia e che rende le persone ignoranti, aride e cattive. Non c’è più amore per nessuno. E per assurdo affermo che mi sentivo più sicura in manicomio, anche se so che con questa mia affermazione urterò la sensibilità di molti: io vorrei che riaprissero i manicomi. Dico di più, vorrei ritornarci. Tra le mie quattro mura non mi sento sicura, ho dei vicini terribili, persone inqualificabili. Mi disturbano con il silenzio, se facessero rumore mi farebbe piacere, vorrei sentire le grida dei loro bambini, invece niente, silenzio tombale che mi porta a domandare “sarà in casa?”. Poi improvvisamente questo silenzio viene rotto da un rumore violento che ti fa sobbalzare perché non te l’aspettavi e se sei fragile di cuore può anche farti male. È una tortura morale. Madre Teresa di Calcutta diceva che c’è qualcosa di più grave dell’omicidio colposo: l’indifferenza, che può arrivare a uccidere un uomo. Ecco, i miei vicini mi trattano con indifferenza. Non parlano, non si rivelano, fanno comunella tra loro, continuano a vedermi come la donna che è stata in manicomio, una sorta di stigam impresso addosso, che mina la mia identità personale, per loro io sono ancora matta, e anche mia figlia lo è, per il solo fatto di essere nata da me. Ma i veri disturbati di mente sono loro. La gente odia la malattia mentale perché ha paura di essere uguale al malato di mente, molti non lo sanno che sono già uguali ai pazzi. E così li emarginano credendosi sani. I miei vicini di casa ricostruiscono la mia pazzia. Sparlano alle mie spalle perché la mia casa è disordinata, per loro vivo nella sporcizia, loro invece hanno case asettiche, perfette e impersonali ma non si rendono conto che vivono nella sporcizia morale. Il fatto che non mi rivolgano la parola è drammatico.
    (testimonianza pubblicata su D – la Repubblica delle Donne)

    Tramonto sul lago
    “Vibra d’un ultimo sospiro
    il giorno incandescente,
    provando a trattenere
    il calore che svanisce;
    rosso di stanchezza
    s’inabissa il sole
    nell’acque increspate
    a incontrar ristoro,
    e passa alla sera intatto
    il testimone dei pensieri.”
    Alda Merini (1931 – 2009)


    Ponza, il faro della guardia (Alda Merini)
    “Quello è il faro
    e noi
    sui gradini dell’immaginazione
    indoviniamo i flutti dove vanno. …”
    Alda Merini (1931 – 2009)

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    Pino Daniele è Napoli (Napoli, 19.3.1955 – Roma, 4.1.2015)

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra e Antonio Cimmino

    (Napoli, 19.3.1955 – Roma, 4.1.2015)

    Ciao Pino di te mi resterà il mare di questa immagine, perché chi “tene ‘o mare” si accorge di tutto quello che succede e cammina con la bocca salata, “o ’ sape ca è fesso e cuntento perché chi tene ‘o mare porta na Croce e nun tiene niente”…

    pino daniele

    .. Napoli è na camminata, ind’è viche… nziem all’ate”.
    Grazie Antonio Cimmino, se ti dico che ti voglio bene, mi credi?

    (Pino Daniele)

    Voglio ‘o mare,
    ‘e quatto ‘a notte miezzo ‘o pane
    e si cadesse ‘o munne sano,
    je nun me sposto
    e resto ‘a sotto a mo’ guardà.
    Voglio ‘o mare,
    cù ‘e mmura antiche e cchiù carnale
    a vita ‘o ssaje ce pò fa male
    e per sognare poi qualcosa arriverà.
    Tanto nun passa nisciuno
    e nisciuno ce pò guardà
    te voglio bene
    e ghià stasera ‘o ssaje
    nun tengo genio ‘e pazzià
    e ‘o suonno se ne và.
    Voglio ‘o mare
    pè chi fa bene e chi fà male
    pè chi si cerca e va luntano
    e per sognare poi qualcosa arriverà.
    Tanto nun passa nisciuno
    e nisciuno ce pò guardà
    te voglio bene
    e ghià stasera ‘o ssaje
    nun tengo genio ‘e pazzià
    e ‘o suonno se ne và.