Per Grazia Ricevuta

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    Il cambiamento

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Riflessione dedicata a Don Paolo Giuliani (ex ammiraglio) e ai marinai di Spirito Santo.
    PER GRAZIA RICEVUTA

    Mi hanno detto: che cos’è il cambiamento?
    Ho risposto: perdersi nell’amore!
    Così come la ripetizione rafforza la ripetizione, il cambiamento genera cambiamento.

    Noi immaginiamo che la Verità è di non sapere mai ciò che sta per accadere.

    La Verità, per scoprire qual’è il giusto posto, è uscire dalla quotidianità perché capita spesso che il nostro posto sia stato sempre li ad aspettarci dietro l’angolo.
    Quello che provo è complicato e strano, ho capito, io non scappo perché mi sono perso nell’amore.

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    No bugie, grazie

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    ezio-pancrazio-vinciguerra-www-lavocedelmarinaio-com_10Seduto di fronte ad un castello fatto di fantasie e verità dentro una bugia, sono assente perché mi manca il respiro per i giorni che verranno. Con animo e coraggio dovrò affrontare altri orizzonti e altri mari. La buona notizia è che forse non salperò più nei golfi infestati da squali umani anche se all’orizzonte si profilano sempre e solo giorni da combattere contro uomini senza anime e macchinari con voglia di diventare umani.
 E’ l’epoca del quaternario, dei computer, dei chips e dell’algebra di Boyle, della quantistica, dei ladri di identità virtuale e reale, ma non è più tempo della fantasia e gli artisti non ritorneranno più.
    Ormai anche le navi sono diventate robot e solo chi vive a bordo capisce come è fredda una notte senza l’abbraccio di un Dio presente.
 Guardo avanti ma anche al passato e vedo tanti amici che vorrebbero scappare via da una vita intensa, a volte anche piena di illusioni, delusioni, di ricordi …emigranti di poppa.
    Qualcuno mi ha detto: “meno male che sei andato via”, qualcun altro mi dice di continuare a navigare sui mari del web. Chissà chi di loro ha ragione. Viviamo nell’epoca dove contano di più le amicizie virtuali che i talenti naturali, un mondo sovraffollato dai più furbi a discapito dei più onesti che si ostinano …resistono.
    Ho voglia di ritornare indietro, si indietro, laddove c’è ancora l’opportunità di adattarsi, almeno nel ricordo dei sogni. La realtà odierna è solo un veleno pieno di angosce in questa Patria che non riconosce più i propri figli.
 Mi hanno insegnato da sempre che il Popolo è sovrano, almeno così c’è scritto nella Costituzione Italiana e che siamo una Repubblica fondata sul lavoro ma vedo in giro solo disoccupazione e crisi. 
Mi hanno insegnato che ci vuole tanta buona volontà e che poi il resto veniva da se: casa, lavoro, istruzione, Dio, devozione, solidarietà verso i più umili, famiglia e figli…
Ecco cosa ci hanno insegnato a scuola e in famiglia, ecco cosa hanno predicato enti ed istituzioni morali, civili e religiosi…
Chissà se siamo nell’era giusta, chissà se nell’era della globalizzazione siamo nel giusto, chissà se c’è ancora il tempo e la voglia di porgere l’altra guancia nell’era della bugia.

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  • Attualità,  Il mare nelle canzoni,  Marinai,  Marinai di una volta,  Per Grazia Ricevuta,  Storia,  Un mare di amici

    Pino Daniele (Napoli, 19.3.1955 – Roma, 4.1.2015), di te ci resterà il mare

    (Napoli, 19.3.1955 – Roma, 4.1.2015)

    Ciao Pino di te mi resterà il mare di questa immagine, perché chi “tene ‘o mare” si accorge di tutto quello che succede e cammina con la bocca salata, “o ’ sape ca è fesso e cuntento perché chi tene ‘o mare porta na Croce e nun tiene niente”…

    pino daniele

    .. Napoli è na camminata, ind’è viche… nziem all’ate”.
    Grazie Antonio Cimmino, se ti dico che ti voglio bene, mi credi?

    (Pino Daniele)

    Voglio ‘o mare,
    ‘e quatto ‘a notte miezzo ‘o pane
    e si cadesse ‘o munne sano,
    je nun me sposto
    e resto ‘a sotto a mo’ guardà.
    Voglio ‘o mare,
    cù ‘e mmura antiche e cchiù carnale
    a vita ‘o ssaje ce pò fa male
    e per sognare poi qualcosa arriverà.
    Tanto nun passa nisciuno
    e nisciuno ce pò guardà
    te voglio bene
    e ghià stasera ‘o ssaje
    nun tengo genio ‘e pazzià
    e ‘o suonno se ne và.
    Voglio ‘o mare
    pè chi fa bene e chi fà male
    pè chi si cerca e va luntano
    e per sognare poi qualcosa arriverà.
    Tanto nun passa nisciuno
    e nisciuno ce pò guardà
    te voglio bene
    e ghià stasera ‘o ssaje
    nun tengo genio ‘e pazzià
    e ‘o suonno se ne và.

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    2.1.1862, la barca Colombia del capitano G. B. Mortola

    a cura Sergio Pagni

    PER GRAZIA RICEVUTA

    Ex voto custodito al Civico museo Gio Bono Ferrari di Camogli (*).
    Sul quadro si legge:
    “Uragano sofferto dal capitano Gio Batta Mortola ed equipaggio della barca “Colombia”, dal 19 dicembre 1861 al 2 gennaio 1862, nella latitudine 56°11 e longitudine 30°, in cui dovettero far gettito di una parte del carico di grano e più ancora diversi oggetti di coperta onde alleggerire alquanto il bastimento che con questo e l’intercezione di Nostra Signora del Boschetto fu salvo bastimento ed equipaggio ed a memoria di ciò questo quadro gli dedicano”
    Firmato da Domenico Gavarrone, il quadro porta la data del 17 aprile 1863.

    (*) Si consiglia vivamente la visita.

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    2023

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    …un’unica unanime speranza e una supplica a Dio: “porta via quest’altro anno orribile”.


    Dio, concedici l’occasione di aprire il cassetto dei sogni per prendere almeno al volo quello  dell’agognata serenità. 
    La televisione dice che la situazione politica non è proprio delle migliori e che gli “illuminati di niente” di turno intanto continuano ad “inciuciarsi”,”accusarsi reciprocamente” e a “sproloquiare” in nome del Popolo Italiano, anche in nome Tuo…
    Questi signori si incensano parlando della Costituzione e di Te … dicono il tutto e il contrario di tutto. Bestemmiano!
    Decreti  e giogo che da troppi anni condizionano la nostra vita, e che quest’anno in particolare  cadono su di noi come grandine, come pioggia acida.
    Fai che tutti possiamo semplicemente sostituire il “senza” con il “con”!
    Viviamo nella speranza che la Tua “Luce divina” illumini questo grigiore di inizio millennio, popolato da finti moralisti di turno, che coltivano una sola vocazione nella vita, quella di amare se stessi,  e non di amare il prossimo Tuo come Te stesso.
    Dio adesso devi ascoltarmi: proteggici dagli “Illuminati di niente” e veglia su di noi e anche su di loro.
    Tu hai detto che l’amore è come la bilancia, e che quello vero pende solo da una parte, o Tu o Mammona!
    Tu hai detto  che si deve vivere nella Verità e non nella menzogna.
    Quaggiù non è così, vivere non è per niente facile e non possiamo vivere un’esistenza nel tormento e nel dubbio, prima o poi questo ci corroderà, pian piano, prima il corpo e poi lo spirito.
    Ti supplico Dio, ferma questa follia, chiudi la porta del passato, quella del peccato,  e aprine un’altra per farci  camminare, serenamente, fino a lenire le nostre e altrui sofferenze.
    Spetta a Te, solo a Te, stabilire il giorno e l’ora, noi continuiamo a pregare, per espiare le nostre colpe, per salvare la nostra anima, Tu purifica il nostro cuore empio, per lenire il tormento, questo tormento!
    Giunga gradita a Te questa preghiera, questa supplica, oggi, 31 dicembre 2023, adesso Signore Dio mio!
    “Chiudi questa porta ed aprine un’altra, una vita nuova”.
    Domani è un altro anno nuovo, un altro giorno nuovo e già sai che domani celebriamo la Mamma Tua, Maria Santissima Madre di Dio e quindi di tutti noi. Sarà un segno? Sarà un dono? Sarà una opportunità che ci offri (e mi si offri con questo dialogo)? SI!
    Non mi/ci è dato a sapere le Tue intenzioni ma noi, viviamo come la profetessa Anna che nel “tempio” pregava e digiunava perché il criterio della nostra fede è come la bilancia di San Michele Arcangelo, pende dalla parte di chi e come sappiamo amare gli altri… o Te o Mammona!
    Permettimi Dio, a chi mi ha seguito fin qui, di augurare felice anno nuovo, anche ai loro cari, un augurio all’insegna della  Tua Misericordia Divina che sono certo non tarderà a darci la giusta rotta nel tragitto che va da questa Gerusalemme terrena alla Tua Gerusalemme Divina.
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    29.12.1860, il brigantino Dioni del capitano Antonio Schiaffino

    PER GRAZIA RICEVUTA

    sergio-pagni-per-www-lavocedelmarinaio-comEx voto custodito nel Civico museo marinaro Gio Bono Ferrari di Camogli (*).
    Sul quadro si legge:
    Tempesta sofferta dal brigantino Dioni, comandato dal capitano Antonio Schiaffino, il 29 dicembre 1860 nel Golfo di Venezia, alla distanza di 40 miglia dal capo di Santa Maria, nella quale dové far gettito di una porzione del carico di grano, onde alleggerire alquanto il brigantino, per cui questo mezzo e con l’intercezione di Nostra Signora del Boschetto poté salvarsi unitamente all’equipaggio”.
    Il quadro, datato 23 febbraio 186, è di Domenico Gavarrone.

    brigantino-dioni-copia-www-lavocedelmarinaio-com

    (*) se ne consiglia vivamente la visita.

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    28.12.1876, il brigantino Angelichin

    a cura Sergio Pagni

    PER GRAZIA RICEVUTA

    Questo ex voto è custodito nel santuario-basilica Mostra Signora del Monte di Genova.
    Su retro del quadro si legge questa stringata nota:
    Grazia ricevuta. Il barco nazionale “Angelichin” il 28 dicembre 1876, Baia Hermez, costa d’Anatolia, Mar Nero”.