Per Grazia Ricevuta

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    Tina Primiceri (Taranto, 25.11.1918 – 8.3.2015)

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
    foto Giancarlo Coppa

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    PER GRAZIA RICEVUTA

    sorella-tina-primiceri-in-una-foto-depoca-www-lavocedelmarinaio-comLa storia e la vita di Tina Primiceri è legata all’umiltà e al dono di servire il prossimo nostro, proprio come l’Onnipotente ci ha insegnato nel suo secondo comandamento.
    Tina nasce a Taranto il 25 novembre 1918 e dalla “città dei due mari” vedeva spesso navi e marinai, per lo più poveri e provenienti dal Sud.
    Infermiera volontaria e Sorella della Croce Rossa Italiana si fece imbarcare sulla regia nave Città di Trapani, nave ospedale adibita al soccorso dei naufraghi e feriti.
    L’unità, pur avendo accese le luci ed i segni distintivi della Croce Rossa, fu silurata alle ore 09.30 del 1° dicembre 1942 mentre si trovava in navigazione nel canale di Sicilia per approdare a Biserta.
    Tina Primiceri fu decorata con Croce di guerra al Valor Militare “sul campo” con la seguente motivazione:
    “Infermiera volontaria della Croce Rossa Italiana imbarcata su nave Ospedale colpita da arma subacquea nemica cooperava con serenità, coraggio ed elevato senso del dovere all’assistenza dei feriti a bordo, e prendeva posto nella lancia di salvataggio solo dopo perentorio ordine del direttore” (1 marzo 1943).
    Continuò a prestare la sua opera per i bisognosi ed amava dire: “ama, lavora, conforta, salva”.
    Si è spenta l’8 marzo del 2015, il giorno dedicato alla festa della donna.

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    Diego Armando Maradona (Lanús, 30.10.1960 – Tigre, 25.11.2020)

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    LA MANO DI DIO

    (Lanús, 30 ottobre 1960 – Tigre, 25 novembre 2020)

    Cadere e rialzarsi

    La rassegnazione non è una cosa buona,
    non va proprio bene,
    E questo Diego lo sa.

    La sottomissione è una sconfitta,
    e si diventa rassegnati quando si sente
    che tutto è senza speranza,
    che niente è possibile.
    E questo Diego lo sa.

    Il desiderio è vita e
    la vita è ancora là…
    E questo Diego lo sa.

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    24.11.1869, Luigi Vassallo superstite da naufragio

    a cura Sergio Pagni

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    sergio-pagni-per-www-lavocedelmarinaio-comArtistico ex voto conservato nel santuario-basilica Nostra Signora del Monte di Genova.
    E’ dedicato alla Vergine dal marinaio Luigi Vassallo che corse il pericolo di morire fra i flutti mentre navigava a bordo del suo bastimento nelle acque in tempesta del canale di Messina il 24 novembre 1869.

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    24-25.11.18(?), il brigantino San Pasquale

    a cura Sergio Pagni

    PER GRAZIA RICEVUTA

    sergio-pagni-per-www-lavocedelmarinaio-comEx voto di proprietà del Museo storico navale di Venezia proveniente dalla Chiesa della Madonna del Carmine di Torre del Greco, presso Napoli.
    Si tratta di un olio su cartone che misura c. 36 x 43 e reca questa scritta:
    Pe grazia ricevuta il brigantino San Pasquale, capitano Salvatore Mazzella, ritrovandosi assaliti da fiera tempesta esso e tutto l’equipaggio ne restorno salvi per prodigio divino. Il mercoledì 24 al giovedì 25 novembre 18(?) nel punto di mezzanotte del Canale di Stromboli nella latitudine 38,45 e longitudine 12,25 est da Parigi”.

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    Pierluigi Don Todeschini, lettera alla mamma

    di Claudio Confessore

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    PER GRAZIA RICEVUTA

    Don Pierluigi Todeschini (Selino di Sant’Omobono, 1889 – Brembate di Sotto, 1933).
    Con il grado di Sergente, da seminarista, partecipò alle fasi iniziali della campagna in Libia durante la guerra italo-turca. Nel 1912 rientrò in Italia ed ordinato sacerdote prestò la sua opera prima a Gorno e poi a Stabello e a Chignolo d’Isola.
    Allo scoppio della Grande Guerra fu nominato cappellano dei “Lupi di Toscana” prima del 77° Reggimento e poi del 78°
    Amatissimo dai suoi soldati e dai superiori si distinse sul fronte italoaustriaco nel soccorso ai feriti e al termine della guerra si dedicò al recupero e all’identificazione di decine di migliaia di salme di militari sepolti nei luoghi delle battaglie.
    Gli furono concesse tre Medaglie d’Argento e quattro di Bronzo al Valor Militare ed una Medaglia d’Oro al merito della Sanità Pubblica. Fu parroco di Brembate di Sotto dal 1922 al 1933. Il comune gli ha intitolato una strada ed in ricordo gli è stato eretto un monumento.

    il-monumento-di-don-pierluigi-todeschini-a-brembrate-di-sotto-www-lavocedelmarinaio-com

    Di seguito una lettera che don Pierluigi invio alla madre di fratelli gemelli del 78° Reggimento caduti al fronte.

    Cara mamma di Cosimo e Damiano,
    io non Ti ho mai vista ma quando ho conosciuto i Tuoi figli mi sembra di conoscerTi dall’eternità per quanto essi mi parlavano di Te; sento di amarTi col loro stesso amore poiché i loro occhi luccicavano di gioia nel pronunciare il Tuo nome. Io amo immensamente tutti questi cari figlioli e sarei pronto a dare la mia vita per ciascuno di essi, avevo per loro una predilezione speciale per la loro bontà, gracilità e fiducia incondizionata che in me avevano posto. Prima di scriverTi questa lettera, che Dio solo sa cosa mi costa, inginocchiato nel mio rifugio davanti al Crocifisso, ho scongiurato Cristo di darmi il coraggio.
    Carissima mamma, lascia che io Ti abbracci prima di darTi la notizia che trafiggerà il Tuo cuore: oggi 6 agosto 1917, alle pendici del monte Sabotino, in un’azione per la conquista di tale monte sono caduti valorosamente Cosimo e Damiano. Io ho seguito passo passo tale azione con i miei fanti, ho avuto l’ingrato e terribile compito di raccogliere le loro ultime parole. Cosimo mi disse: “Abbracci per me mia madre”, Damiano non parlò, il suo sguardo volto su di me e sul Crocifisso era l’espressione fulgida di un amore immenso, mi stringeva la mano fino a farmi male e me la lasciò solo dopo aver baciato il Crocifisso e chiusi gli occhi per sempre.
    Cara mamma, nella triste esperienza della trincea, io fui per loro più vecchio di sei anni non solo per la missione ma per l’affetto di padre e madre poiché nel mio cuore essi riversavano tutte le loro ansie e aspirazioni. Ho cercato di sostituirTi, mamma, e Ti sia di conforto il pensiero che non solo la mano pietosa del Cappellano ha composto le dilaniate membra, ma dell’amico, del padre che in questi due anni ha avuto modo di ammirare la loro bontà. Essi non prenderanno più il treno per venirTi a trovare ma il loro spirito è vicino a Te, è qui con me nel difficile compito di ogni giorno e di ogni ora. Pregherò per Te la Vergine dei dolori perché Ti dia la forza di sopportare questa terribile prova; le tue lacrime, quelle di tante madri e spose, il sacrificio generoso di questi giovani possano ottenere presto la pace. InviandoTi gli indumenti dei Tuoi figli, oso trattenere una Tua fotografia e una loro, così mi sentirò più vicino a voi. Chiudendo questa lettera che mai avrei voluto scrivere, Ti assicuro di aver provveduto alla sepoltura dei Tuoi figli con immenso amore, mentre ancora fischiavano le pallottole, non mancherò di recarmi sulla loro tomba fino a quando cessata la guerra mi sarà consentito la riesumazione per una più dignitosa sepoltura. Accetta, mamma, due baci che per i Tuoi figli Ti mando con profondo rispetto e amore; ricordaTi che oggi hai un altro figlio, questo Cappellano il quale con tutta umiltà si raccomanda alle Tue preghiere.

    Ti abbraccio, mamma, e accettami come Tuo figlio.

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    20.11.1837, il brigantino Concordia del Capitano Schiaffino

    a cura Sergio Pagni

    PER GRAZIA RICEVUTA

    sergio-pagni-per-www-lavocedelmarinaio-comEx voto custodito nel Civico museo marinaro Gio Bono Ferrari di Camogli (*).
    Su quadro si legge:
    Il brigantino sardo Concordia del signor G.B. Ansaldo, capitano Francesco Schiaffino, di Pietro, di Camogli, la sera del 20 novembre 1837, essendo nelle vicinanze del Bagazzo, tempo oscuro e pioggia, non potendo riconoscerlo, mettendosi alla coppa con le gabbie, sorpreso da un fortunale di vento maestrale e non potendo più regare le vele, invocò Maria Santissima del Boschetto e i Santi Prospero e Fortunato e le anime del Purgatorio.
    Miracolosamente a mezzanotte si trovavano nel Bagazzo ancorato a salvamento, avendo tre palmi d’acqua nella cantina e le pompe con grano. Circa venti bastimenti naufragarono e gran parte degli equipaggi rimasti vittima
    Il quadro è firmato da Nicolas Cammellieri.

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    (*) se ne consiglia vivamente la visita.

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    19-21.11.1862, naufragio del brigantino Santena (Comandante Agostino Chichizzola)

    a cura Sergio Pagni

    PER GRAZIA RICEVUTA

    sergio-pagni-per-www-lavocedelmarinaio-comEx voto conservato nel santuario-basilica Nostra Signora del Monte di Genova. Ecco ciò che si legge sul retro del quadretto:
    Grave tempesta sofferta dal capitano Agostino Chichizzola col brigantino Santena nel golfo Adriatico dal 19 al 21 novembre 1862 in cui gli si è rotta la manovella del timone e non potendo governare si ribaltò il carico di grano da una parte e da ciò dovettero farne gettito di una porzione assieme ad altri oggetti di coperta, che a stento gli riuscì, ma con l’intercezione di Nostra Signora del Monte.
    Calmatosi alquanto il tempo, poterono approdare in un posto onde riparare il guasto avuto”.
    Domenico Gavarrone: 20 maggio 1863.

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