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  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    20.4.1922, varo della regia nave Antonio Pacinotti

    di Carlo Di Nitto

    La regia nave appoggio sommergibili “Antonio Pacinotti” venne impostata il 1° giugno 1920  presso i Cantieri di Castellammare di Stabia. Era stata commissionata dalle Ferrovie dello Stato come piroscafo postale, con il nome di “Città di Sassari” in sostituzione, con la gemella “Caprera”, di due piroscafi requisiti dalla Regia Marina e utilizzati come incrociatori ausiliari durante la Grande Guerra.
    Subito dopo il varo, avvenuto il 20 aprile 1922 per la “Città di Sassari”, si decise di incorporare le due navi nella Regia Marina  per la trasformazione in navi appoggio sommergibili
    Si cambiarono anche i nomi, il “Caprera” diventò la nave “Alessandro Volta” ed il piroscafo “Città di Sassari” la nave “Antonio Pacinotti”. Dislocava 3113 tonnellate.

    Nave Pacinotti fu consegnata alla Regia Marina il 26 luglio 1925 ed entrò subito in servizio.
    Nel 1927, al comando del C.F. Guido Almagià, divenne la nave ammiraglia della neo costituita Divisione Sommergibili, stando di base a normalmente a Napoli.
    Negli anni che seguirono svolse normale attività di squadra.
    Nel 1940, fu sottoposta ad importanti lavori di  trasformazione; il fumaiolo prodiero venne eliminato, e ne fu lasciato soltanto uno.
    Alla data della proclamazione dell’armistizio dell’8 settembre 1943, si trovava di base alla Maddalena e riuscì, unitamente ad altre unità, a sfuggire alla cattura da parte delle truppe tedesche.
    Al termine del conflitto, fu tra le navi rimaste alla Marina Militare e, dal 1949 al 1952, fu impiegata come Nave Appoggio e Officina per tutte le Unità Militari.
    Il 7 dicembre 1952, dopo 30 anni di onorevole servizio, fu radiata.

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    Gino Montipò (Casalgrande (Reggio Emilia), 20.4.1879 – Modena, 26.12.1961)

    a cura Antonio Pisanelli (*)

    (Casalgrande (Reggio Emilia), 20.4.1879 – Modena, 26.12.1961)

    Nacque a Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia, il 20 aprile 1879, ultimo di dieci fratelli, figlio di Silvestro e Matilde Cuoghi. Cresciuto a Sassuolo, in provincia di Modena, all’età di diciassette anni si arruolò nella Regia Marina, incominciando la sua carriera militare a La Spezia come semplice mozzo. Conobbe Guglielmo Marconi nelle sue prime sperimentazioni di radio trasmissione e si iscrisse a corsi di formazione per poter far carriera militare. Partecipò alla guerra italo-turca e successivamente alla Grande Guerra, nel corso della quale partecipò alle più temerarie imprese della Flottiglia MAS, da quelle iniziali nel giugno 1916 a Durazzo fino alle ultime nel novembre 1918 con l’affondamento della nave da battaglia Viribus Unitis. Alla fine della guerra era stato insignito di cinque medaglie di bronzo al valor militare, una croce al merito di guerra e una promozione per merito di guerra. Si distinse nel corso della beffa di Buccari con Gabriele D’Annunzio; imbarcato come Capo timoniere di prima classe sul MAS 95, si dimostrò tra i marinai più coraggiosi, tanto da essere ricordato come “uno dei 30 di Buccari”. Proprio in quell’occasione venne soprannominato “il filibustiere del Carnaro” dal poeta Gabriele D’Annunzio e gli alti comandi della marina gli affidarono il comando del MAS 95, che resse fino al termine del conflitto.
    Dopo la fine della Grande Guerra, nonostante avesse la possibilità di intraprendere una brillante carriera in Marina, decise di restare a Modena e si congedò nel marzo 1919. Nel 1922 vinse il concorso per il comando di compagnia del corpo dei vigili urbani della città e lo ricoprì per 25 anni. Nella città emiliana diede vita alle associazioni dei combattenti e reduci e a quella dell’Unione Marinai d’Italia (4 dicembre 1921). Inoltre fu tra i membri che diedero vita al comitato per la costruzione del monumento ai caduti della città. Nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale, fu richiamato in servizio a Brindisi come comandante del MAS 519 e poi come comandante della X Squadriglia della 2ª Flottiglia MAS, venendo decorato con una croce di guerra al valor militare e una seconda croce al merito di guerra. Posto in posizione di riserva nel febbraio 1943, dopo la fine della guerra riprese il servizio nel corpo dei vigili urbani, che avrebbe dovuto lasciare per anzianità nel 1946 dopo 31 anni di servizio, ma, grazie a speciali deroghe concesse dall’allora sindaco Alfeo Corassori, si congedò definitivamente nel 1948. Morì nella sua abitazione il 26 dicembre 1961.

    Onorificenze
    Medaglia di bronzo al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di bronzo al valor militare
    «Comandante in sott’ordine di MAS ha preso parte a ardite missioni sulla costa nemica e ha condotto l’unità di suo comando al siluramento di tre piroscafi carichi di truppe e materiali, dimostrando grande calma e abilità. Durazzo, 6-7 e 25-26 giugno 1916.» — Decreto Luogotenenziale 9 maggio 1918.

    Medaglia di bronzo al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di bronzo al valor militare
    «Comandante in sott’ordine dava prova di coraggio nell’audace attacco di naviglio nemico nella lontana e munita Baia di Buccari. Buccari, 10-11 febbraio 1918.» — Decreto Luogotenenziale 26 maggio 1918.

    Medaglia di bronzo al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di bronzo al valor militare
    «Imbarcato su motoscafo antisommergibile partecipava con abnegazione, sereno coraggio e fervido entusiasmo all’impresa per il forzamento della piazzaforte di Pola. Pola, notte del 14 maggio 1918.» — Decreto Luogotenenziale 22 dicembre 1918.

    Medaglia di bronzo al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di bronzo al valor militare
    «Comandante in sott’ordine di motoscafo antisommergibile prendeva parte al forzamento di ben difeso porto nemico e, sotto il fuoco delle batterie costiere, dava brillante prova di grande ardimento ed elevate virtù militari. Trieste, maggio 1918-Punta Fontana-Istria, ottobre 1918.» — Regio Decreto 10 agosto 1919.

    Medaglia di bronzo al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di bronzo al valor militare
    «Comandante di MAS, efficacemente cooperava al forzamento della Piazza marittima di Pola che portava alla distruzione di nave ammiraglia nemica. Pola, notte sul 1° novembre 1918.» — Decreto Luogotenenziale 16 febbraio 1919.

    Croce di guerra al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria Croce di guerra al valor militare
    «Mediterraneo, 10 giugno 1940-9 giugno 1942.» — Determinazione del 19 giugno 1945.

    Croce al merito di guerra  – nastrino per uniforme ordinaria Croce al merito di guerra.

    Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia – nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia

    Gino Montipò  è stato un marinaio e militare italiano, particolarmente distintosi nel corso della prima guerra mondiale, durante la quale partecipò alla “Beffa di Buccari”. In questa occasione il poeta Gabriele D’Annunzio gli diede lo pseudonimo di Filibustiere del Carnaro. Alcuni suoi cimeli sono oggi conservati al Vittoriale degli Italiani.

    (*) per conoscere le altre sue ricerche digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

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    In ricordo del “Maestro” Santo Confessore (Buonvicino (CS), 20.4.1932 – Brindisi, 15.3.2022)

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    (Buonvicino (CS), 20.4.1932 – Brindisi, 15.3.2022)

    Scriviamo spesso di eroi, Ufficiali e Sottufficiali decorati o che si sono distinti in servizio e quasi mai di altre figure professionali che ci sono o ci sono state negli anni nella nostra organizzazione marinara. Oggi vogliamo ricordare un operaio specializzato che il 15 marzo è partito per l’ultima navigazione, si avete capito bene “navigazione”. Il “maestro” Santo Confessore ha lasciato il servizio nell’aprile del 1999 dopo 42 anni di ininterrotto servizio. Incominciò a lavorare agli inizi degli anni ‘50 presso il Comando Provinciale dei Carabinieri a Brindisi e nel 1957, quando gli fu proposto l’assunzione a tempo indeterminato a bordo delle navi della Marina Militare, trasferì la famiglia a Taranto imbarcando nell’ottobre come cuoco civile su una nave appena entrata in servizio: la fregata Castore.
    L’unità fu ordinata ai cantieri italiani dagli Stati Uniti e poi assegnata all’Italia nell’ambito del MDAP (Mutual Defense Assistence Program) per conto della NATO. Quarta della classe dopo Canopo, Centauro e Cigno, il Castore fu classificato subito fregata mentre le prime tre furono inizialmente classificate come “avviso scorta” e riclassificate fregate con D.P.R. del 13 maggio 1957. Il Castore fu costruita nei cantieri navali di Taranto. Impostata il 14 marzo 1955, varata l’8 luglio 1956 ed entrò in servizio il 14 luglio 1957.

    F553 – Fregata A/S Castore

    Il maestro Confessore era a bordo del Castore la notte del 22 marzo 1965 quando, durante le manovre cinematiche di zigzagamento antisommergibile, per una errata manovra il Castore taglio la rotta di nave Etna e nonostante le manovre messe in atto la collisione fu inevitabile. L’Etna squarciò la poppa del Castore e persero la vita quattro membri dell’equipaggio: il Sottocapo Aristide Duse, il Marinaio Vittorio Celli ed i Marinai Domenico Franzese e Franco Pardini. Furono ritrovati i corpi solo dei primi due mentre gli altri risultarono dispersi in mare. Nave Castore fu rimessa in linea e successivamente radiata il 1° gennaio 1983. Affondò il 30 marzo 2001 al largo di Civitavecchia mentre veniva rimorchiata in Turchia per essere demolita.

    (https://www.lavocedelmarinaio.com/2018/03/22-3-1965-collisione-fra-le-navi-castore-e-etna/)

    Sbarcato dal Castore subito dopo l’incidente, dopo altri brevi incarichi, fu destinato sulla fregata Alpino raggiungendo la nuova unità nella sede dei cantieri navali di Riva Trigoso. L’imbarco sull’Alpino durò sino al 1972.

    F 580 – La Fregata portaelicotteri Alpino

    In particolare, con l’Alpino partecipò alla crociera in Atlantico dal 14 gennaio al 6 giugno 1973 in quella che per l’epoca fu la “più lunga navigazione ininterrotta” di Unità della nostra Marina Militare (496 ore di moto – 7315 miglia nautiche percorse). Avendo svolto anche la navigazione tra i ghiacci del Mare di Labrador, secondo tradizione, l’occhio di cubia fu dipinto di blu (Nave Alpino Naso Blu). L’atmosfera di stima, di amicizia ed anche di affetto che si creò a bordo durante la lunga navigazione atlantica è stata mantenuta fra alcuni componenti dell’equipaggio ed è stata oggetto di numerosi incontri fra alcuni dei componenti dell’equipaggio con il loro Comandante Giuseppe De Micheli.

    Ultimo raduno dei “Nasi Blu” (il primo da sinistra il maestro Confessore)
    https://www.lavocedelmarinaio.com/?s=naso+blu

    Dopo 15 anni di imbarco sulle unità navali nel 1972 e fu destinato a Brindisi presso il Comando della Terza Divisione Navale dove rimase sino al suo pensionamento.
    Ammiragli ed intere generazioni di Ufficiali e Sottufficiali, e spesso anche le rispettive famiglie, lo hanno sempre ricordato negli anni per la professionalità, l’onestà, la quotidiana assiduità con le quali svolgeva il suo compito, al fine di mantenere alta la tradizione di qualità ed eccellenza della mensa alla quale per tanto tempo si è dedicato. Di seguito quanto riportato sulla fotografia consegnatagli nel giorno del suo invio in pensione:

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    Vincenzo Falco (Boscoreale, 23.11.1903 – 19.4.1983)

    di Antonio Cimmino

    (Boscoreale, 23.11.1903 – 19.4.1983)

    Nato a Boscoreale il 23 novembre 1903 ed ivi deceduto il 19 aprile 1983.
    Servì la Patria imbarcato sulla regia nave Altair e fu decorato con la Croce di guerra al valor militare.
    La regia nave Altair era una torpediniera in servizio dal 1938 con compiti di posa mine, caccia anti sommergibili, vigilanza, scorta convogli per l’Africa Settentrionale impiegata sulla cosiddetta “rotta della morte” e poi per Albania, Grecia percorrendo 22.528 moglie nautiche in 119 missioni di guerra.
    Affondò per urto contro mine inglesi il 20 ottobre 1941 nel Golfo di Salonicco  (davanti al Pireo) perdendo 15 uomini dell’equipaggio.

    Dello stesso argomento sul blog:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2022/10/20-10-1941-mario-pomella-e-laffondamento-della-regia-nave-altair-3/

  • C'era una volta un arsenale che costruiva navi,  Curiosità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Racconti,  Recensioni,  Storia

    19.4.1942, varo della regia nave Groppo

    di Antonio Cimmino

    …a Castellammare di Stabia c’era un arsenale che costruiva navi, e adesso?

    La regia torpediniere Groppo fu varata a Castellammare di Stabia il 19.4.1942.
    La nave fu devastata a Messina il 25.5.1943 da un violento bombardamento aereo americano.

    Giuseppe Esposito e Anna Marchesini
    di Daniele De Pascalis

    Buongiorno, sento il desiderio di porvi all’attenzione un fatto accaduto l’altra notte a mia mamma.
    Anna Marchesini di Terre del Reno in provincia di Ferrara.
    Ho voluto cercare, per curiosita’, su internet se avessi avuto corrispondenza di quello che mi ha raccontato, e con grande sorpresa , SI.
    Il giorno 16/04/21, durante la notte, fa un sogno.
    “Ricorda perfettamente di trovarsi sul lungomare di Taranto, davanti a se’ vede tantissime navi, ma sono navi del passato; navi da guerra per la precisione.
    A un certo punto vede avvicinarsi un giovane, moro, coi baffi, sopracciglie pronunciate, che la saluta.
    Mia mamma risponde al saluto e gli chiede se avesse bisogno di qualcosa.
    Lui la guarda e indicando una nave da guerra esclama “domani mi imbarco su quella”; le allunga due foto in cui e ritratto e le chiede di essere ricordato!
    Mia mamma le prende, le guarda, le gira e dietro trova scritto :
    Giuseppe Esposito 1942 …. poi si sveglia”
    E’ incredibile, ma Giuseppe Esposito e’ esistito, era lui nella fotografia che anche voi avete pubblicato (lo ha riconosciuto subito), il 1942 e’ l’anno scritto nel retro della fotografia e…..ironia della sorte, oggi che vi scrivo, e’ il 19 aprile….il giorno del varo.
    Dovevo condividere questo con qualcuno e avendovi trovato nelle ricerche, pensavo giusto raccontarvelo.
    Ci piacerebbe sapere se c’e qualcosa che volesse dirci proprio in occasione dell’anniversario, e forse solo voi potrete sapere qualcosa di piu’ in merito.
    Intanto lo ricordiamo volentieri…proprio come ha desiderato fosse fatto.
    Se avrete piacere di parlare con mia mamma contattatemi via mail.
    Grazie
    Daniele
    (mail ricevuta in data 19.4.2021 alle ore 15.47 direttamente sul blog al seguente articolo
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2018/09/11-9-1943-giuseppe-esposito/ che per opportuna e doverosa conoscenza verso i lettori ripropongo di seguito in orginale unitamente all’articolo cui si fa riferimento) 


    Giuseppe Esposito  (Castellammare di Stabia (Napoli), 15.3.1921 – Dispeprso)
    di Antonio Cimmino

    Il marinaio elettricista Giuseppe Esposito, nasce a Castellammare di Stabia (Napoli) il 15.3.1921.
    Imbarcato sulla regia torpediniere Groppo, varata a Castellammare di Stabia il 19.4.1942, dopo che la nave fu devastata a Messina il 25.5.1943 da un violento bombardamento aereo americano, fu destinato nell’isola di Rodi, alla stazione radio Monte Profeta Elia.

    Dopo l’8 settembre 1943, i militari presenti sull’isola persero le armi contro i tedeschi.
    Giuseppe Esposito fu probabilmente ucciso nella cosiddetta Battaglia di Rodi.
    Il suo corpo non fu mai trovato.

    Di seguito la mia risposta alla mail:

    Ezio Vinciguerra eziovinciguerra@gmail.com

    17:01 (1 ora fa) 

    depascalis.d
    Buonasera signora De Pascalis,
    abbiamo letto con attenzione e emozione la sua mail che ha dell’incredibile.
    Le chiediamo il permesso se possiamo pubblicarla, a sua firma, così come sul blog www.lavocedelmarinaio.com e, se fosse possibile, una piccola foto di Lei o della sua mamma che acclari quanto enunciato nella mail.
    Un abbraccio grande come il mare della Misericordia Divina
    Ezio Vinciguerra
     

     

    La risposta del signor De Pascalis

    LA FOTO DELLA SIGNORA ANNA MARCHESINI

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    Nello Romagnoli (19.4.1923 – 23.11.2014)

    
di Silvio Antonini (Presidente Cp Anpi Viterbo)
    
post della rete segnalato da Filippo Bassanelli

    http://www.viterbonews24.it/news/si-%C3%A8-spento-nello-marignoli_46367.htm



    banca-della-memoria-www-lavocedelmarinaio-comViterbo (19.4.1923 – 23.11.2014)

    ezio-pancrazio-vinciguerra-e-filippo-bassanelli-www-lavocedelmarinaio-comNello Romagnoli è salpato per l’ultima missione nella sua amata natia Viterbo (19.4.1923 – 23.11.2014).
    Arruolato il 26 gennaio 1942 nella regia marina militare italiana, in qualità di radiotelegrafista. Nel maggio dell’anno successivo è inviato sul Fronte greco – albanese, a bordo del dragamine Rovigno, ove ha compiuto cinque missioni. L’Armistizio lo sorprende al porto di Valona. Proprio in qualità di marconista aveva captato la notizia dalle emissioni ad onde corte di Radio Cairo. Portata l’informazione in plancia, il Comandante in seconda gli aveva puntato la pistola intimandogli di non divulgare quello che considerava solo un messaggio della propaganda nemica. Il 12 settembre i tedeschi salgono direttamente sulla nave e chiedono ai marinai chi vuole passare immediatamente a combattere per il Terzo Reich. Solo uno aderirà; gli altri saranno fatti prigionieri. Marignoli è internato in Bosnia, nei campi di concentramento di Dubrovnik, Zitomislici e Citluk, dove, tra sofferenze, soprusi e privazioni d’ogni tipo, svolge la professione di vulcanizzatore, cioè riparatore di gomme. Grazie ad uno stratagemma organizzato dall’Esercito popolare di liberazione jugoslavo (Eplj) tramite infiltrazioni nel campo di concentramento, Marignoli riesce ad evadere nell’agosto 1944.

    A Mostar, gli ufficiali jugoslavi gli propongono di entrare nella Lotta di liberazione.
Proprio nel passaggio alla Resistenza, si ritrova in un accampamento con diverse migliaia di alpini della Divisione Tuarinense, in procinto di diventare la Taurinense – Garibaldi. Così, in un esercito che per le comunicazioni si serviva delle staffette, Marignoli diviene radiotelegrafista presso la X Brigata Herzegovaska dell’Eplj. Prende parte a diverse battaglie sul fronte di Bileca, Dubrovnik, Mostar e Sarajevo sino a raggiungere Trieste, la città contesa, nel maggio 1945. Durante la Resistenza, Marignoli è stato, altresì, testimone dei crimini commessi dal nazifascismo contro le popolazioni balcaniche e contro i soldati italiani stessi, dopo l’8 Settembre. Farà ritorno a piedi e in autostop sino a Roma, per giungere a Viterbo con il treno della Roma nord.
Al posto però della casa, in via Garibaldi, troverà un cumulo di macerie, in una città semidistrutta dai bombardamenti alleati. A riconoscerlo, un cugino di secondo grado, Domenico Morelli, che lo accompagnerà dalla madre, sfollata con tutta la famiglia in via delle Piagge, nel quartiere di S. Faustino.
Per i meriti di guerra, Marignoli, riconosciuto con il grado di Maresciallo, conseguirà la Medaglia di bronzo, la Croce di guerra e la Qualifica di Partigiano combattente all’estero, dal Ministero degli interni. Dal Presidente della Repubblica federativa socialista jugoslava, Josip Broz Tito, riceverà, nel 1964, la ‘Spomen medalju’, la Medaglia commemorativa in ricordo della Lotta partigiana nel territorio jugoslavo.
    Da civile, Marignoli riprenderà l’apprezzata attività di gommista. Da pensionato otterrà, quindi, il Leone del Comune per l’impegno nell’imprenditoria.
    Iscrittosi all’Anpi nell’immediato Secondo dopoguerra, ha partecipato assiduamente all’attività dell’Associazione, presenziando alle cerimonie pubbliche, finché le condizioni di salute glielo hanno consentito. Nel Congresso del 29 gennaio 2011, difatti, il Comitato provinciale Anpi lo ha eletto Presidente onorario.
In questi anni l’Anpi si è impegnata a divulgare l’esperienza di Marignoli, promuovendo e sostenendo pubblicazioni cartacee, audiovisive e drammaturgiche. Dieci anni fa uscivano le sue memorie di guerra, scritte su invito del figlio Massimo e curate dall’on. Angelo La Bella (Diario di guerra di Nello Marignoli, Radiotelegrafista della Marina Militare, Partigiano combattente all’estero, Viterbo, Anpi Comitato provinciale, 2004). Tre anni dopo, veniva prodotta una docuintervista (Mio fratello Gojko, Intervista a Nello Marignoli, partigiano viterbese combattente in Jugoslavia, di Giuliano Calisti e Francesco Giuliani, Dvd_Italia_2007_60′).
    Nel 2008, su iniziativa del Comitato provinciale Arci, le vicende di Marignoli si inserivano in un progetto per la salvaguardia della memoria partigiana locale. Ne sortivano uno spettacolo teatrale – musicale, La Cerimonia, di Ferdinando Vaselli, e una mostra audiofotografica, Morale della favola, a cura di Daniele Vita, che riceverà il premio Epson – Le Logge, completate da una monografia (Morale della favola, Raccontare la Resistenza oggi, a cura di Marco Trulli, Roma, Purple Press, 2009).
    È del 2012 il debutto dello spettacolo Drug Gojko, di e con Pietro Benedetti, per la regia di Elena Mozzetta, il cui testo è stato pubblicato presso l’editore Ghaleb: un monologo teatrale interamente dedicato all’esperienza bellica di Marignoli, con all’attivo ormai decine e decine di repliche e migliaia di spettatori in giro per l’Italia e presto, auspichiamo, anche all’estero. Sempre nel 2012, i trascorsi resistenziali di Marignoli sono inseriti in un volume collettaneo di respiro nazionale con le testimonianze dei partigiani ancora in vita (Io Sono l’ultimo, Lettere di partigiani italiani, a cura di Stefano Faure, Andrea Liparoto e Giacomo Papi, Torino, Einaudi, 2012, pp. 214-219).
    Con Nello se ne va l’ultimo combattente partigiano di Viterbo. Per noi viene a mancare una figura umana esemplare, una testimonianza resistenziale eroica proprio perché priva di retorica e di autocelebrazione, un’esistenza onesta segnata dal proprio lavoro nell’artigianato, senza prebende o vantaggi dati dalla politica. Il Partigiano Nello è stato tutto questo, ‘e poi.., quello che te dico è poco.