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    21.3.1879, entra in servizio la regia nave Luigi Verde

    La regia nave cisterna per acqua “Luigi Verde”, classe “Pagano”, dislocamento 1454 tonnellate, fu costruita nei cantieri “Orlando” di Livorno. Varata il 12/07/1877, entrò in servizio il 21/3/1879.
    Le fu assegnato il nome di Luigi Verde, ufficiale medico capo – squadra che, imbarcato sulla corazzata “Re d’Italia”, scomparve il 20 luglio 1866 durante la Battaglia di Lissa per l’affondamento dell’unità, speronata dalla corazzata austriaca “Ferdinand Max”.
    Luigi Verde fu un uomo di scienza che tanto si era prodigato per la cura e lo studio delle malattie tipiche della gente di mare (avitaminosi, scorbuto, tifo e paratifo).
    Questa nave fu adibita sempre a servizi ausiliari di rifornimento acqua alle navi di squadra e, per qualche tempo, venne destinata agli stessi compiti ma nelle turbolente acque coloniali del Mar Rosso, come dimostra la pitturazione bianca che la distingue in questa foto.
    Nel 1921 venne rinominata “Malamocco”.
    Fu radiata il 21/08/1924.


    Biografia
    Luigi Verde nacque il 16 luglio 1816 da Pietro e Isabella Zanetti ambedue appartenenti ad agiate famiglie di Bosco Marengo (Alessandria). Diplomato in Chirurgia nel luglio del 1831 (si trattava del Baccellierato, primo titolo per il conseguimento della laurea) e laureato in Medicina nel maggio del 1839. Luigi Verde scelse di servire il proprio Paese arruolandosi nella Real Marina in qualità di Chirurgo Supplente provvisorio il 16 febbraio del 1842.

    I primi imbarchi: la campagna nel Pacifico della R.N. Eridano
    Nella Real Marina sarda Luigi Verde si trovò subito in un ambiente adatto a consolidare i suoi entusiasmi: strutture organizzative efficienti, buona qualità navi e degli equipaggi, un lavoro a lui congeniale da cui via via otterrà ampi riconoscimenti. Il 4 aprile del 1842 s’imbarcava sulla fregata Euridice che dislocava 1.440 tonnellate, aveva un equipaggio di 339 uomini e 60 cannoni.
    L ‘unità era diretta nell’ America meridionale per la protezione delle colonie commerciali liguri e toccò i porti di Rio de Janeiro e Montevideo, stazionandovi a lungo. Lasciò l’unità il 7 gennaio del 1844 per imbarcare sul brigantino Eridano di 450 tonnellate, da poco giunto a Buenos Aires, comandato dal conte Carlo Pellion di Persano, che stava per iniziare un’impegnativa crociera nell’Oceano Pacifico. Certo questa fu per lui un’ esperienza di notevole peso formativo: la vita in mare educa alla convivenza in spazi limitati, apre la mente alla curiosità per genti e paesi sconosciuti, suggerendo confronti; per i medici poi è un impegno personale diretto ad affrontare i problemi sanitari e psicologici che si possono presentare a bordo, nei modi e nelle forme più svariate. Il bastimento a vela Eridano richiedeva un maggiore impegno sia per le manovre sia per i lunghi tempi di permanenza in mare e doveva altresì affrontare delle realtà ben diverse da quelle delle navi a vapore, soprattutto nel viaggio in Pacifico, lontano da qualsivoglia struttura ospedaliera terrestre.
    Il problema sanitario a bordo e la campagna navale in Adriatico del 1848-1849
    Occorre precisare che le dotazioni sanitarie di bordo dei vascelli del Regno sardo erano considerevoli, la gamma dei farmaci molto ampia. Molto dettagliate erano le norme sull’igiene dei locali, la conservazione dell’acqua potabile e il confezionamento dei cibi. In quel tempo, durante le traversate, due in particolare erano le malattie legate all’ambiente di bordo assai temute: lo scorbuto e le cosiddette “febbri putride”. Lo scorbuto insorgeva in conseguenza della protratta mancanza di viveri freschi nelle lunghe navigazioni senza possibilità di scalo intermedio per il conseguente deficit alimentare della vitamina C, le cui proprietà erano allora poco conosciute.
    La malattia si manifestava con infiltrazioni emorragiche dei tessuti, caduta dei denti, dimagrimento, grande stanchezza, inappetenza e facilità di infezioni che portavano poi non infrequentemente alla morte. Le “febbri putride” erano in realtà febbri di tipo tifoide (le attuali salmonellosi) o il vero e proprio tifo (definito allora febbre maligna pestilenziale).
    Questa patologia era favorita dalle scadenti condizioni igieniche, dalla impropria conservazione dell’ acqua e degli alimenti, dalle stesse carenze vitaminiche, dalla promiscuità abitativa favorente il contagio e da altri fattori concomitanti quali l’ ambiente climatico. Dalle relazioni del comandante della nave non emergono episodi sanitari di rilievo, circostanza fortunata ma attribuibile anche all’attente vigilanza sull’igiene di bordo e sulla salute dell’equipaggio che era specifico compito del sanitario responsabile. Tra il marzo del 1846 ed i primi di maggio dell’anno successivo Luigi Verde, promosso chirurgo di 2a classe ed ormai effettivo in Marina fu destinato sui piroscafi Archimede, Gulnara (adibito in quel periodo al Servizio Postale di Stato tra Genova e la Sardegna) e Tripoli.
    L’imbarco sulla fregata San Michele dal 14 maggio 1847 al 26 0ttobre del 1849 costituì il primo dei tre periodi decisivi della sua vita. La nave, al comando del capitano di vascello Giorgio Mameli, dopo aver compiuto una crociera verso i mari del nord toccando i porti di Malaga, Brest, Copenhagen, Kronstdat, Stoccolma e sulla via del ritorno Falmouth, venne destinata ad operare in Adriatico insieme ad altre unità per la difesa di Venezia insorta.
    L’armistizio di Salasco nell’agosto del 1848 costrinse le unità a ritirarsi in Ancona dove rimasero inattive fino all’aprile de1 1849. Dopo la prima guerra d’indipendenza, Verde, nominato chirurgo di 1a classe, si imbarcò prima sul piroscafo Authion, un avviso a ruote che espletava Servizio Postale di Stato, e poi nel giugno del 1851 sulla R. fregata Des Geneys, che effettuò una crociera nel Mediterraneo centrale toccando i porti di Malta, Tunisi, Golfo Palmas, Cagliari e Genova. La promozione a medico di fregata di 2a classe (15 luglio 1853) lo vide prima impegnato quale capo servizio sanitario sulla R.Nave Eridano che compì in quel periodo una crociera di istruzione, successivamente sulla R. pirofregata Costituzione.
    La guerra di Crimea – Luigi Verde diventa Capo del Corpo Sanitario
    Luigi Verde sbarcato dalla Costituzione, il 20 febbraio del 1855 venne assegnato sulla R. pirofregata Governolo. L’unità al comando del capitano di fregata Giovanni Battista Albini era pronta a fare rotta per la Crimea assieme ad altri 16 vascelli che componevano la Divisione navale, che avrebbe partecipato alla guerra della Russia contro la Turchia a fianco degli alleati di quest’ultima insieme ai francesi ed agli inglesi. I nemici più pericolosi per gli alleati nella Campagna di Crimea non furono i russi ma le malattie: colera, dissenteria, scorbuto, tifo, vaiolo, congelamento, fortissima mortalità post-operatoria (72%). Basti pensare che su 309.000 effettivi vi furono 95.000 decessi. Anche in campo italiano alta fu la mortalità per queste malattie e Luigi Verde anche in quella circostanza fu chiamato a dare prova della sua professionalità ad abnegazione nella assistenza e nella cura degli ammalati e dei feriti.
    Sempre intento ad unificare le varie parti del servizio marittimo, per informarle ad un solo concetto, e desideroso di fondere prontamente i personali provenienti dalle nuove Provincie con quelli che già esistevano nell’antica Marina dello Stato, il riferente provvide perché fosse data opera anche al riordino del Servizio e del Personale sanitario marittimo conforme alle nuove condizioni in cui trovasi la Marina dello Stato, posciachè le varie parti d’Italia, ed in specie quelle del mezzodì convennero al consorzio delle Provincie sorelle, e una nuova era spuntò per la Marina italiana“.
    Così inizia la relazione di Cavour a S.M. il re Vittorio Emanuele II sul nuovo Ordinamento del Corpo e del Servizio Sanitario per la Real Marina, approvato poi con Regio Decreto il 1° aprile 1861. Il nuovo Ordinamento istituiva la figura apicale di Ispettore (che faceva parte del Consiglio Superiore Militare di Sanità) e Luigi Verde ne assunse l’incarico il 1° gennaio 1862. Il 21 aprile dello stesso anno il Servizio Sanitario della Marina veniva reso completamente indipendente da quello dell’Esercito.
    Imbarcato sulla corazzata “Re d’Italia”, scomparve il 20 luglio 1866 durante la Battaglia di Lissa per l’affondamento dell’unità, speronata dalla corazzata austriaca “Ferdinand Max”.

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    Ecco perché parliamo di morti

    a cura Pancrazio “Ezio” Vinciguerra e collaboratori di questo blog

    Perché occorre un superamento di sé, l’uscita da condizionamenti inconsci e presunzioni varie che riducono infinitamente la nostra vita. Ma vale più di qualunque tesoro, perché è il nostro potenziale. Parleremo molto, cercando di essere all’altezza di tanto onore perché siamo un popolo di santi, poeti e navigatori (reali e virtuali) che mettiamo la faccia in tutte le cose che facciamo.
    PIU’ VOCE AI MARINAI VIVI E MORTI
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Nicola Boccardi dice:
    18 marzo 2018 alle 18:47
    Buonasera a tutti,
    la mia bambina che frequenta la IV elementare mi ha chiesto notizie del fratello di mia nonna materna morto in guerra.
    Ricordavo poche notizie che mi aveva lasciato mia madre che ora non c’è più. Ora sono qui e io e la mia bambina vi chiediamo di raccontarci di più di cosa è successo e di Menzera Giglio marinaio del 07/02/1923 di Palagiano in provincia di Taranto.
    Sapete dove è seppellito in un suo loculo o con i sei?
    Grazie al sig. Sergio Cavacece e ai superstiti che ci avete dato queste informazioni e queste emozioni.

    Claudio53 dice:
    19 marzo 2018 alle 08:26
    Gentile signor Nicola,
    il mio amico Ezio Vinciguerra mi ha chiesto se potevo rispondere alla sua richiesta. La ricerca è stata abbastanza semplice. Nell’albo d’Oro della Marina Militare è riportato che il fratello di sua nonna, Menzera Giglio, nato a Palagiano il 7 febbraio 1923 era un marinaio motorista imbarcato sulla corvetta Cicogna. La data della morte è il 24 luglio 1943, data in cui la nave venne colpita ed affondata nel porto di Messina da un bombardamento aereo alleato (recuperata dopo il conflitto, venne radiata il 18 ottobre del 1946). A bordo ci furono 21 vittime di cui 16 morti e 3 dispersi il 24 luglio e successivamente uno dei feriti morì il 25 ed un’altro il 27 luglio. Risulta che il fratello di sua nonna non era tra i dispersi per cui se non è sepolto nel cimitero di Palagiano sarà probabilmente fra i 6 sepolti, in un unico loculo, presso il Sacrario di Militare di Cristo Re nella città di Messina. Dopo aver verificato a Palagiano, se vuole, può telefonare al Sacrario di Messina per vedere se hanno i nomi dei 6 sepolti (Wikipedia riporta il seguente numero 389 218 3265) se non li hanno o non riesce a contattarli, e sempre se non è sepolto a Palagiano, può inviare una e-mail con la richiesta di notizie ad ONORCADUTI onorcaduti@onorcaduti.difesa.it. La storia della corvetta Cicogna e la fotografia della lapide la trova sul sito de “lavocedelmarinaio” al seguente indirizzo:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2017/07/regia-corvetta-cicogna-classe-gabbiano/
    Su Wikipedia trova le notizie sul Sacrario (https://it.wikipedia.org/wiki/Sacrario_di_Cristo_Re) e su YouTube ci sono dei filmati, ne segnalo uno: https://www.youtube.com/watch?v=cFQ-SroJNks
    Per altre notizie sul caduto o sulla corvetta veda l’articolo al seguente link:
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2015/03/commissariato-generale-per-le-onoranze-ai-caduti-acronimo-onorcaduti/
    Se vuole che il fratello di sua nonna sia ricordato sul sito “lavocedelmarinaio” invii una fotografia, possibilmente in divisa, ad Ezio Vinciguerra (in indirizzo per conoscenza nella presente mail) che penserà a ricordarlo nella data della scomparsa.
    Sperando di essere stato utile.
    La saluto cordialmente.

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    Andrea Frazzetta (Brindisi, 20.3.1918 – Mare, 29.3.1941)

    di Letizia Malara
    letizia.malara.arch@gmail.com

    (Brindisi, 20.3.1918 – Mare, 29.3.1941)

    – S.O.S. RICHIESTA NOTIZIE E FOTO – 

    … riceviamo e con orgoglio e commozione pubblichiamo nella speranza che arrivino notizie utili da far pervenire alla ricerca della signora Letizia Malara.

    Buonasera,
    sono alla ricerca di notizie su un prozio Andrea Frazzetta nato a Brindisi il 20/03/1918 e morto durante la Battaglia di Capo Matapan.
    Alla famiglia venne inviata una cartolina con la foto dello Zio in divisa e sul retro la comunicazione della sua morte “deceduto 29-03-41…navale sul Mediterraneo quando hanno affondato tre incrociatori fra la Zara …e …cacciatorpedinieri” , null’altro si seppe più.


    Da ricerca effettuata presso il sito del Ministero della Difesa il suo nominativo risulta negli elenchi dei morti (anche se errata la città di nascita Reggio Calabria). Ho già inviato una richiesta di informazioni alla Banca Dati dei Caduti e dispersi del Ministero della Difesa, ma attendo notizie.
    In nessun altro elenco trovato on-line è stato possibile rintracciare il suo nominativo.
    Se ha informazioni, potrebbe aiutarmi a capire e a trovare risposte alle tante domande come:
    su quale imbarcazione si trovasse, quale fosse il suo grado o il suo incarico sulla nave, se sia mai stato recuperato il cadavere, quale possa essere il luogo della sua sepoltura…
    Spero che possa aiutarmi a far riaffiorare dall’oblio la storia di Andrea.
    La ringrazio infinitamente, Letizia

    Buongiorno signora Letizia,
    per quanto di mia conoscenza confermo quanto da Lei scritto.
    E’ stato un marinaio con la categoria Cannoniere che risulta disperso nel Mar Mediterraneo Occidentale.
    Effettivamente se è come afferma Lei c’è una discrepanza del luogo di nascita Reggio Calabria e/o Brindisi.
    Per quanto premesso e in attesa dei tempi biblici di risposta degli Enti a cui si è rivolta Le consiglio secondo i dettami delle leggi vigenti:
    – di accertarsi con un estratto del certificato di nascita presso i Comuni sopra elencati.
    – appurato con certezza il luogo di nascita chieda all’Archivio di Stato competente per luogo di nascita la documentazione.
    – in ultima ipotesi all’archivio della Città del Vaticano.
    Da  parte nostra se ci manda una foto di suo zio Andrea Frazzetta possiamo pubblicarla, col suo permesso,
    sul nostro blog per iniziare una ricerca sulla banca della memoria a similitudine di quanto facciamo con altri marinai dispersi o Caduti.
    Nel frattempo le consiglio la lettura del seguente articolo:
    http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/search?q=Zara
    In attesa di un suo riscontro, riceva gradito un abbraccio grande come il mare della Misericordia Divina.
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Buongiorno,
    la ringrazio per la celere risposta!
    Ho già consultato il sito http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/search?q=Zara  utilissima fonte di conoscenza storica, e ho provveduto a contattare anche loro.
    Le inoltro le foto del prozio Andrea.
    Attendo notizie, Letizia
    letizia.malara.arch@gmail.com

    Incrociatore ZARA
    Capo classe di 4 unità (Fiume, Gorizia, Pola), il Zara aveva un dislocamento di 11.870 tonnellate, una lunghezza di 182 metri, una larghezza di 20,6 ed un’immersione di 6,2 metri; sviluppava una potenza di 95.000 HP ed una velocità di 35 nodi. Aveva un equipaggio di 841 uomini. Il suo armamento consisteva in 8 cannoni da 203/53; 16 cannoni da 100/47; 4 pezzi da 40/49 e 8 mitragliatrici da 13,2, nonché 2 aerei.

    Grazie infinite!
    La sua disponibilità è stata per tutta la nostra famiglia un dono prezioso, particolarmente perchè, avrebbe sicuramente riempito il cuore di gioia del mio amatissimo nonno Giacomo, anche lui militare durante la Seconda guerra mondiale, che mai fino all’ultimo giorno si rassegnò alla morte del giovane fratello Andrea.
    Questa mia ricerca è dedicata ad entrambi…
    Ora che ho conosciuto http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com continuerò a tenermi in contatto…
    Letizia Malara
    letizia.malara.arch@gmail.com

    Integrazione ricevuta in data 10.12 2023
    di Letizia Malara

    ANDREA FRAZZETTA MARINAIO CANNONIERE DISPERSO DURANTE LA BATTAGLIA DI CAPO MATAPAN 28-29 MARZO 1941.

    Andrea Frazzetta nasce a Brindisi il 20 marzo 1918, figlio di genitori siciliani originari di Caltagirone, Rosario e Vincenza Sinatra. Ancora piccolo, si trasferisce con la famiglia a Reggio di Calabria dove vi rimarrà fino all’età di 20 anni.
    Andrea è il secondo genito di tre figli maschi, tutti chiamati alle armi, assieme al padre, durante la Seconda Guerra Mondiale.
    Andrea viene arruolato quale iscritto di leva del Compartimento marittimo di Reggio di Calabria il 14 agosto del 1937, classificato come allievo cannoniere, rimarrà in congedo illimitato provvisorio in attesa di avviamento alle armi.  Il 15 marzo del 1938 raggiungerà il Corpo presso il Maridepo di Messina.
    Il suo numero di matricola è il 51986.
    Dopo soli 18 giorni dal suo arruolamento il 2 aprile 1938 viene imbarcato nel R. N. Cacciatorpediniere Pessagno, sul quale rimarrà per un anno, fino al 15 gennaio del 1939. Già il 16 gennaio verrà imbarcato sul R. N. Cacciatorpediniere Pigafetta fino al 15 agosto del 1939. Il 16 agosto del 1939 viene assegnato al R.N. Cacciatorpediniere Malocello fino al 20 aprile del 1940.
    Il suo ultimo e sventurato imbarco sarà presso il R.N. Incrociatore Zara il 21 aprile 1940, che si concluderà tragicamente, a seguito degli accadimenti del 28-29 marzo 1941 durante la Battaglia di Capo Matapan.
    Andrea sarà tra i marinai dichiarati dispersi.
    I genitori appresa la notizia e non avendo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale in merito, cominciano una straziante ricerca di informazioni sulla sorte del figlio, che sarà dolorosamente portata avanti per molti anni.
    Il padre Rosario, falegname di professione, al momento del terribile accadimento, all’età di 52 anni si trovava arruolato nella Milmart di Reggio Calabria con il grado di Artigliere Marò scelto, avendo già prestato servizio durante la Grande Guerra. Questi, solo dieci giorni dopo la disfatta della battaglia, invierà una lettera al Segreteria di Stato del Vaticano:

    Beatissimo Padre, il padre di Andrea Frazzetta, cannoniere presso il R.I. Zara, non ha più notizie di lui. Angosciato si rivolge alla bontà paterna di Vostra Santità affinché vogliate disporre che ne siano fatte ricerche…

    Ancora lo stesso, si rivolgerà alla Curia Metropolitana di Reggio Calabria che invierà il 2 giugno 1941 una richiesta di notizie alla Segreteria di Stato del Vaticano.

    Entrambe le missive rimarranno senza risposta.

    Il Comando Superiore CREM di La Spezia il 24 aprile 1941 invia una raccomandata al Signor Podestà di Reggio Calabria contenete la comunicazione da notificare alla famiglia: “…che il loro congiunto deve considerarsi disperso dal 29 marzo 1941.”. La notifica non verrà consegnata, ma sarà restituita, in quanto riportato errato il cognome del marinaio, benché l’indirizzo di residenza fosse corretto: “Si restituisce la lettera … non si sono potuti rintracciare i di lui parenti. Si prega quindi di controllare le generalità del suddetto militare”.

    Il padre Rosario, non avendo ancora alcuna comunicazione, il 24 aprile del 1941 scrive all’Ufficio informazioni della Regia Marina:

    “Il padre del marinaio Andrea Frazzetta, imbarcato sulla R.N. Zara, prego codesto ufficio di volergliene dare notizia. Con ossequi…”.

    Nuovamente il 16 maggio 1941 il Comando Superiore CREM di La Spezia inoltra al signor Podestà di Reggio Calabria, una raccomandata in sostituzione del foglio precedentemente inviato con la correzione delle generalità.

    Ancora il 13 maggio 1941 il padre Rosario lacerato nella ricerca di notizie, scriverà su carta intestata del Dopolavoro Forze Armate:

    “Illustrissimo S. Comandante … ora prego la V.S.I. di compiacersi a potermi comunicare da uomo di stato e da padre da tutta la sua dipendenza di una rassegnazione difinitiva del suo caro e adorato figlio che gia da 54 giorni abandona i suoi genitori e la sua Patria Sacra, ora io pogo a V.S.I. di concedermi questa grazia di comunicazione e darmi una parola giusta e santa come a potermi rassegnarmi con la mia famiglia e no stare con la speranza e di sofrimendo e dolore al mare dei suoi genitori e dei suoi fratelli e parenti. Mi rivolgo a voi dunque a questo compiacimendo”.

    Il Comando Superiore del C.R.E.M. il 18 giugno 1941 invia al Comando 613 Beleno di Villa S. Giovanni la seguente risposta:

    “Il militare Frazzetta Rosario, alle dipendenze di codesto Comando, ha indirizzato una lettera a questo Comando Superiore, nella quale chiede ulteriori notizie nei riguardi di suo figlio, Cann. O. Frazzetta Andrea.

    Si prega comunicargli che nessun’altra notizia è pervenuta nei suoi riguardi, né il suo nome risulta incluso negli elenchi dei prigionieri sinora pervenuti. Il medesimo deve tuttora considerarsi disperso”.

    Negli anni successivi, continueranno da parte della famiglia le richieste di informazioni ufficiali sulla sorte del figlio, ancora Il padre Rosario continuerà ascrivere al Ministero della Difesa Marina a Roma, “…di non avere mai avuta alcuna comunicazione di morte ma di essere in possesso solo del foglio di ricognizione che in atto trovai nella pratica dell’organizzazione dei Caduti di Guerra”.

    Solo dopo 17 anni di attesa, verrà inviata al padre, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la copia del verbale di scomparizione e di dichiarazione di morte.

    Per molti decenni, di Andrea, non rimase che solo la foto di un marinaio in divisa della Regia Marina, dove sul retro qualcuno, che poi si scoprirà essere suo padre Rosario, appuntò: “deceduto 29-03-41 … combattimento navale sul Mediterraneo quando hanno affondato tre incrociatori fra la Zara … e dal cacciatorpediniere”.

    Oggi il ricordo di Andrea non è più disperso!

     

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    20.3.1943, viene bombardata la regia nave Granatiere (2°)

    di Carlo Di Nitto

    Il regio cacciatorpediniere Granatiere (2°), Classe “Camicia nera” o “Soldati (prima serie)”, dislocava 2460 tonnellate a pieno carico. Costruito nei Cantieri Navali Riuniti di Palermo, fu impostato il 5 aprile 1937,  varato il 24 aprile 1938 ed entrò in servizio il 1° febbraio 1939.
    Nel breve periodo prebellico svolse attività addestrativa, prendendo parte anche ad una crociera in porti spagnoli.
    Partecipò intensamente alle operazioni belliche del secondo conflitto mondiale totalizzando 124 missioni di guerra per scorta forze navali, scorta convogli, ricerca e caccia antisommergibile, percorrendo circa 47.000 miglia.
    Numerosi furono gli episodi significativi della sua attività. Tra questi: 1940, partecipazione alle Battaglie di Punta Stilo e di Capo Teulada; 1941, partecipazione alle Battaglie di Capo Matapan e Prima della Sirte. Al termine di quest’ultima battaglia, all’alba del 18 dicembre 1941, ebbe una grave collisione con il gemello “Corazziere” subendo l’asportazione della prora e la perdita di tre uomini. Venne quindi rimorchiato a Taranto dove rimase fermo per lavori fino al 30 settembre 1942.
    Il 20 marzo 1943, mentre sostava in porto a Palermo, fu sorpreso da un violento bombardamento aereo statunitense che provocò gravi danni a bordo e la perdita di ben 42  membri dell’equipaggio.
    Trasferito per lavori a Taranto, l’8 settembre 1943, venne sorpreso dalla proclamazione dell’armistizio.
    Durante la cobelligeranza, nel 1944-45, svolse intensa attività a fianco delle Marine alleate compiendo azioni contro le coste occupate dai tedeschi e missioni di scorta e trasporto di personale.

    Dopo la guerra, rimasto alla Marina Italiana, sostò per quasi un anno per importanti lavori di trasformazione e ammodernamento. Al termine, rientrò a far parte della 1^ Squadriglia Cacciatorpedinieri con cui effettuò attività addestrativa per le ricostituite Forze Navali fino a tutto il 1955.
    Agli inizi del 1956, passò in riserva e, il 10 aprile 1957, fu riclassificato “fregata veloce”. Rimasto in riserva, il 1° luglio 1958, venne radiato.
    Nel corso della sua vita operativa, portò le sigle ottiche GN e D 550.
    Il suo motto, fino al 1946, fu: “A me le guardie per l’onore di casa Savoia”. Successivamente, con la nascita della Repubblica, il motto fu modificato in “A me le guardie”.

    Nella foto, dietro la nostra Unità, si intravede una corazzata classe “Littorio”.
    ONORE AI CADUTI!

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    20.3.1903, Amedeo Bonetti

    di Antonio Cimmino


    Il Maggiore del Genio Navale Amedeo Bonetti nasce a Napoli il 20 marzo 1903.
    Imbarcato sulla regia nave Giuseppe Garibaldi fu insignito di Medaglia d’Argento al Valor Militare “sul campo” con la seguente motivazione:
    “Capo servizio Genio Navale su incrociatore fatto segno ad offesa subacquea nel corso di una missione di guerra, raggiungeva prontamente la zona colpita ed ivi, malgrado l’intenso sviluppo di gas tossici e di vapori di nafta, si prodigava con perizia e coraggio, in locali parzialmente invasi dalle acque, nell’opera intensa ad accertare e localizzare i danni e a prevenire ulteriori allagamenti. Sebbene colpito da gas tossici, rimaneva sul posto per tutta la notte, animando il personale dipendente e vigilando per il buon proseguimento della navigazione verso la base” (Mediterraneo Centrale, 28 luglio 1941).

    Fu decorato anche con Croce di Guerra al Valor Militare “sul campo” il 21.1.1943.

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    20.3.1943, nel ricordo dei marinai della regia nave Vivaldi e di Gaetano Eliano

    di Antonio Cimmino



    Gaetano Eliano, Marinaio Fuochista Meccanico Armaiolo di San Giuseppe Vesuviano, decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare per essersi prodigato, a rischio della vita, per allontanare dal Regio Cacciatorpediniere Vivaldi delle bettoline cariche di esplosivo dopo un incendio nel porto di Napoli.
    …concorreva tra i primi a spegnere un incendio su piroscafo quasi completamente circondato da nafta infiammata. Per combattere le fiamme che minacciavano da vicino il cacciatorpediniere sul quale era imbarcato” (Napoli 20 marzo 1943).
    Eliano è stato il fondatore del Gruppo Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Pompei.
    Per comprendere il vero significato della parola Fuochista si consiglia la lettura del seguente link scritto da Bruno V. Bardelli marinaio telegrafista della Marina Militare imbarcato su Nave Po (in tempo di pace):
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2013/03/ai-miei-amici-fochisti-di-nave-po/

    di Claudio Confessore
    Secondo l’Albo d’Oro della Marina Militare i morti del Vivaldi durante tutto il conflitto furono 59 così suddivisi:
    – 1 il 13/12/42 Mediterraneo centrale;
    – 9 il 15/06/42 Mediterraneo centrale (battaglia di mezzo giugno)
    – 1 il 16/06/42 Mediterraneo centrale (è il 10° morto della battaglia di mezzo giugno)
    – 1 il 20/02/43 Territorio metropolitano
    – 1 il 21/02/43(coinvolto in incidente insieme a quello deceduto il 20?)
    – 1 l’11/07/43 Mediterraneo centrale
    – 1 il 12/07/43 Mediterraneo centrale (coinvolto in incidente a bordo insieme a quello deceduto dell’11?)
    – 1 il 23/08/43 Mediterraneo centrale
    – 28 il 09/09/43 Mediterraneo centrale (azione Vivaldi – Da Noli)
    – 16 il 10/09/43 Mediterraneo centrale (azione Vivaldi – Da Noli)
    – 1 il 15/09/43 Mediterraneo centrale (azione Vivaldi – Da Noli)
    – 1 il 22/02/44 Territorio metropolitano (forse uno dei superstiti o era rimasto a terra per licenza nell’azione Vivaldi- Da Noli)
    – 1 il 15/01/45 fronte tedesco in prigionia (forse fatto prigioniero nell’azione Vivaldi – Da Noli)
    Per quanto sopra nell’azione dell’affondamento secondo il mio parere si devono contare 45 caduti (quelli del 9 del 10 ed il ferito morto il 15). Io comprenderei anche quello morto in prigionia.
    Purtroppo dopo tanti anni ancora non c’è nessuno chiarezza sui nostri caduti. Far tornare i conti, si sa, è sempre stato un problema in Marina.