Marinai

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    Vittorio Moretti (Tresivio, 24.3.1920 – Mare, 29.5.1942)

    a cura Giorgio Gianoncelli (*)

    (Tresivio, 24.3.1920 – Mare, 29.5.1942)

    Sottocapo Elettricista Vittorio Moretti.

    Dalla valle dove volano i falchi alle rive dei gabbiani, nel lontano 1938 il giovane contadino tresiviasco Vittorio Moretti, orfano dei genitori, con tre sorelle – Savina, Andreina e Francesca – che lo amano ma possono fare poco per lui, chiude l’uscio della casa paterna e si affida totalmente alla grande famiglia della Regia Marina Nazionale.

    Regolare corso di categoria – Elettricista -, poi, a bordo!
    Destinazione: Caccia- Esploratore “Emanuele Pessagno”.

    Arriva la Guerra, Nave “Pessagno” inizia l’intenso lavoro di scorta convogli lungo le rotte greco-albanesi e verso il nord Africa. La sera del 28 maggio 1942 in sezione con nave “Pigafetta”, partono dal porto di Brindisi diretti a Bengasi per scortare due piroscafi carichi di viveri e materiale bellico.

    Silenziosa è la notte calmo il mare, le navi avanzano nodo dopo nodo, non si accorgono che sotto il pelo dell’acqua sono seguite da un mostro d’acciaio di nome “Turbolent”, che alle ore 3,15 del giorno 29 maggio  1942 scaglia quattro … pillole mortifere, di cui due, spaccano il “Pessagno” e il giovane Sottocapo Elettricista Vittorio Moretti non torna nella valle dove volano i falchi, rimane lì, dove vivono i gabbiani in … eterno.

    (*) per conoscere gli altri suoi articoli digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome. Giorgio Gianoncelli è deceduto il 7.9.2022.

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    23.3.1942, affonda regia nave Scirocco

    di Marino Miccoli
    Francesco Dell’Anno (Taranto, 16.10.1902 – Mare, 23.3.1942)

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    (Taranto, 16.10.1902 – Mare, 23.3.1942)

     

    “In ogni rischio e con ogni arme”: questo era il motto del Regio Esploratore Alvise Da Mosto; la frase era tratta dall’opera di Gabriele d’Annunzio “Merope”.
    I Regi Esploratori erano unità concepite per rispondere all’esigenza di avere un’efficace avanscoperta marittima rispetto alla squadra navale di cui facevano parte integrante; il loro compito consisteva principalmente in un’attività di esplorazione e di scoperta appunto, in un’epoca (fine degli anni ’20) in cui la ricognizione aeronautica era agli albori e quella disponibile era ancora insufficiente e limitata.
    Le caratteristiche che queste navi dovevano possedere erano una notevole velocità e agilità di manovra non disgiunte da un armamento adeguato e idoneo a sostenere lo scontro in caso di avvistamento di unità nemiche simili.
    La pregevole quanto versatile classe “Navigatori” di cui faceva parte l’Alvise Da Mosto fu realizzata tra il 1928 e il 1930; era composta da 12 agili e moderne unità che erano state varate con i nomi di celebri navigatori italiani. Nel 1938 queste unità furono classificate come cacciatorpediniere.
    Mio padre fu imbarcato sull’unità dal luglio del 1934 al marzo del 1938 con la qualifica di capo-cannoniere puntatore e partecipò alle operazioni navali durante la guerra civile spagnola, dal 1936 al 1937.
    regio-esploratore-apre-il-fuocoLa drammatica storia di questa stupenda nave e del suo coraggioso equipaggio è esemplare per farci comprendere oggi, a 70 anni dalla data del suo affondamento, quale sia stato il valore e il coraggio spinto fino alle estreme conseguenze dei Marinai italiani nella II guerra mondiale.
    Il Da Mosto fu affondato mentre effettuava la scorta di una moderna motocisterna, sulla rotta da Trapani a Tripoli, il giorno 1 dicembre 1941.
    Alle ore 13.00 dal Cacciatorpediniere furono avvistati diversi aerei caccia-bombardieri Blenheim inglesi che portarono subito un attacco alla moderna motocisterna MANTOVANI di 2600 tonnellate; questa alle ore 13.10 viene colpita ed immobilizzata da una bomba.
    Il comandante del Da Mosto Capitano di Fregata Francesco Dell’Anno (*) scrisse nel suo rapporto:

    motocisterna-mantovani-www-lavocedelmarinaio-com“In quel momento sono col Cacciatorpediniere di prua a sinistra del piroscafo, ordino alla cisterna di accostare di 90° a dritta e, visto che l’attacco è decisamente diretto contro di essa, rimango presentato col fianco per avere tutte le armi in campo.
    Appena a distanza (2.600 metri) apro il tiro con i complessi da 120, granata contraerea e successivamente con tutte le mitragliere del lato sinistro.
    Dei 3 aerei, 2 sono costretti ad alzarsi e mi sembra non riescano a colpire il piroscafo. Il terzo aereo, che era scaduto un poco rispetto ai precedenti, può continuare l’attacco prima che i miei pezzi possano fare nuovamente fuoco”.

    Il Da Mosto prese a rimorchio la motonave danneggiata ma questa, a seguito di un nuovo attacco aereo che la colpì ancora, iniziò ad affondare. Dal Da Mosto provvidero a tagliare il cavo di rimorchio e a recuperare l’equipaggio del mercantile ormai perduto. Verso sera avvistarono dei fumi all’orizzonte; inizialmente essi furono attribuiti alle motovedette italiane che dovevano raggiungere il convoglio. Dopo essersi avvicinato per il riconoscimento, sul Da Mosto ebbero la triste sorpresa di constatare che i fumi appartenevano a due incrociatori e a un cacciatorpediniere britannici.
    Dopo una breve e coraggiosa azione di fuoco con i suoi cannoni da 120mm. , lo spiegamento di una cortina fumogena a protezione del suo convoglio ed avere lanciato alcuni siluri il Cacciatorpediniere fu colpito ripetutamente a poppa e nella santabarbara. Nell’affondamento, che avvenne rapidamente alle ore 18.15, perirono 138 uomini.
    Il comandante Dell’Anno, che sopravvisse, fu l’ultimo uomo ad abbandonare la sua nave. Fu decorato con Medaglia d’Oro al Valor Militare per la sua eroica quanto disperata difesa. Nel gennaio 1942 sarà destinato al comando del Cacciatorpediniere Scirocco.
    Durante il conflitto il Cacciatorpediniere Alvise Da Mosto aveva svolto ben 79 missioni di guerra.
    Mi inchino dinanzi al valore dimostrato da tutto il suo equipaggio e onoro la memoria dei suoi caduti.

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    Per saperne di più
    (www.trentoincina.it)

    Cantiere di costruzione: C.Quarnaro, Fiume
    Sigla di identificazione: DM

    Presenza durante il periodo bellico:
    Presente all’entrata in guerra (20 giugno 1940): Sì
    Presente a metà del conflitto (1 gennaio 1942): No
    Presente all’armistizio (8 settembre 1943): No
    Causa della perdita: Nave
    – Quando: 01/12/41
    – Dove: Tunisia
    Dettagli della sorte: Affondato alle secche di Kerkennah dagli incrociatori leggeri inglesi Aurora e Penelope e un caccia (la Forza K di Malta), il 1/12/41.
    Caratteristiche generali della classe Navigatori:
    Tipo : Cacciatorpediniere
    Dislocamento (tonnellate): 2880 (2760 c.normale)
    Lunghezza (metri): 107,7
    Profondità (metri): 4,2
    Larghezza (metri): 10,2
    Potenza (cavalli vapore): 50000
    Armamento principale: 6 x 120/50
    Armamento secondario: 2 x 40/39
    Armi minori: 4 x 13,2
    Siluri : 6
    Equipaggio: 173
    Velocità (nodi): 38
    Numero di unità della classe Navigatori: 12
    Classe Navigatori:
    Alvise da Mosto
    Antonio da Noli
    Antonio Pigafetta
    Antoniotto Usodimare
    Emanuele Pessagno
    Giovanni da Verazzano
    Lanzerotto Malocello
    Leone Pancaldo
    Luca Tarigo
    Nicolò Zeno
    Nicoloso da Recco
    Ugolino Vivaldi

    (*) Capitano di Fregata (M.O.V.M.) Francesco Dell’Anno
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    Nacque a Taranto il 16 ottobre 1902. Allievo dell’Accademia Navale di Livorno dal 1918, nel 1920 conseguì la nomina a Guardiamarina e nel 1922 la promozione a Sottotenente di Vascello. Imbarcò su varie unità siluranti di superficie e nel 1925, promosso Tenente di Vascello, assunse prima l’incarico di Ufficiale in 2a sul cacciatorpediniere Missori, poi sul cacciatorpediniere Vincenzo G. Orsini ed infine sulla torpediniera Giuseppe Sirtori.
    Promosso Capitano di Corvetta nel 1934, ebbe il comando di siluranti di superficie e sommergibili, al termine del quale fu destinato presso il Ministero della Marina. Promosso Capitano di Fregata nel gennaio 1939, imbarcò sull’incrociatore Giovanni delle Bande Nere con l’incarico di Comandante in 2a. Assunto prima il comando dell’incrociatore corazzato radiocomandato San Marco e poi del cacciatorpediniere Antonio da Mosto, il 1° dicembre 1941, durante una missione di scorta alla motocisterna Mantovani in navigazione per Tripoli, contrastò aspramente l’attacco portato da una preponderante formazione navale avversaria, composta da due incrociatori scortati da cacciatorpediniere, portandosi all’attacco e lanciando contro le unità maggiori i siluri di bordo.
    Colpita l’unità al suo comando nella Santabarbara, e in procinto di affondare, dava tutte le necessarie disposizioni per la salvezza del suo equipaggio e per ultimo lasciava la nave.
    Nel gennaio 1942, assunto il comando del cacciatorpediniere Scirocco, partecipò alla seconda battaglia della Sirte al termine della quale, nel Canale di Sicilia, a causa della violenta burrasca che imperversava, scompariva in mare con l’unità e l’intero equipaggio, il 23 marzo 1942.
    (Notizie attinte dal libro ” Le Medaglie d’Oro al Valore Militare” dell’Ufficio Storico della Marina Militare del 1992)

    Motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare
    Comandante di Cacciatorpediniere in servizio di scorta ad una nave trasporto, con spirito animoso e con pronta manovra, impiegando ogni efficace accorgimento ed ogni mezzo di offesa e difesa, tentava di proteggerla dai ripetuti attacchi aerei nemici.
    Colpito ed inutilizzato il trasporto a lui affidato, con manovra difficile e con perizia, tecnica, sempre sotto l’azione di bombardamento, ne tentava il rimorchio.
    Attaccato da una forza navale decisamente superiore, che lo inquadrava col tiro intenso e ben diretto delle artiglierie, cosciente del rischio e deciso nell’intento, le muoveva incontro audacemente tentandone per due volte il siluramento.
    Lanciati tutti i siluri, colpita irrimediabilmente la sua nave incendiata da uno scoppio di munizioni, sereno al suo posto di comando, continuava ad infondere energia al suo equipaggio, che rispondeva ancora al martellante tiro nemico, quando l’acqua aveva già invaso la coperta e lo sbandamento preludeva l’imminente inabissarsi.
    Esempio di alte virtù militari e marinaresche, di combattività eroica e indomita volontà animatrice, lasciava per ultimo la sua nave, quando questa sprofondava
    nelle onde, spiegando ancora al vento la bandiera di combattimento”.
    (Mediterraneo Centrale 1° Dicembre 1941).

    in-oceano

    Note
    – foto collezione privata famiglia Miccoli diritti riservati;
    – la sede di Taranto dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia (A.N.M.I.) è intitolata al Capitano di Fregata (M.O.V.M.) Francesco Dell’Anno. (www.anmi.taranto.it).

     

    Angelo Bassani (Termoli, 20.6.1920 – Mare, 23.3.1942)
    a cura Vincenzo Campese (*)

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    23.3.1942, viene affondata regia nave Lanciere

    a cura Antonio Pisanelli (*)

     

    Costanzo Casana (Genova, 18.1.1900 – Mare, 23.3.1942)

    (Genova, 18.1.1900 – Mare, 23.3.1942)

    Costanzo Casana, figlio di Giacomo e di Eulalia Assandri, nacque a Genova il 18 gennaio 1900. Allievo all’Accademia Navale di Livorno dal 1915, dall’8 luglio 1920 conseguì la promozione a Guardiamarina e a Sottotenente di Vascello il 26 gennaio 1922.
    Ebbe varie destinazioni d’imbarco su unità siluranti di superficie e nel 1926, conseguita la promozione a Tenente di Vascello (il 19 febbraio 1925) e ottenuto il brevetto di Osservatore, operò per qualche tempo nell’ambito del 26º Stormo idrovolanti della Regia Aeronautica, rientrando poi nei ruoli della Regia Marina il 30 settembre 1928. Quindi passò alle unità subacquee, divenendo Ufficiale in 2^ del sommergibile Des Geneys nel 1930-31.
    Fu destinato a La Maddalena dal 1932 e assunse il comando del regio sommergibile Fisalia nel 1934. Nello stesso anno, promosso Capitano di Corvetta il 1º marzo, fu Comandante in 2^ della regia nave Lanzerotto Malocello, al comando del regio sommergibile Diamante (1934-35) e, dal 12 settembre 1935, al comando del regio sommergibile Tricheco. Comandante della flottiglia sommergibili di Massaua dopo il conflitto, rimpatriò al termine del 1936 e fu destinato a Taranto.
    Il 30 gennaio 1937 fu designato comandante del regio sommergibile Foca.
    Il 2 gennaio 1939 fu promosso Capitano di fregata il 2 e, per alcuni mesi, fu comandante in 2^ della regia nave Giovanni delle Bande Nere.
    L’anno successivo assunse l’incarico di Direttore dei Corsi presso la Scuola d’Osservazione Aerea di Taranto e nel dicembre frequentò, ad Orbetello (GR), un corso di specializzazione, divenendo insegnante di discipline aeree e membro di commissione di esame per allievi osservatori d’aereo presso la locale scuola.
    Nel 1941 fu destinato al comando della regia nave Giacinto Carini e, dal 24 gennaio 1942,  fu comandante della regia nave Lanciere dove, il 22 marzo 1942, nella seconda battaglia della Sirte il 22 marzo 1942, trovò la morte a seguito di una furiosa burrasca che provocò l’affondamento della nave.
    Costanzo Casana fu insignito di medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria con la seguente motivazione:
    «Comandante di cacciatorpediniere facente parte di una squadriglia di scorta ad una divisione incrociatori, partecipava a lungo e violento combattimento navale, dimostrando ottime doti di comando, aggressività e sprezzo del pericolo. Caduta la notte, mentre la sua nave era seriamente danneggiata e messa in pericolo da un fortunale d’eccezionale violenza, dava tutte le disposizioni atte a combattere l’azione devastatrice delle onde. La sua reazione di eroico animatore e di intrepido marinaio veniva, però, sopraffatta dalla violenza del mare che rendeva vani gli sforzi del magnifico equipaggio. Quando ogni speranza fu perduta e la nave stava per soccombere, sapeva donare ai suoi uomini, che con fierezza lo avevano seguito in combattimento, anche la forza spirituale di affrontare serenamente l’istante supremo. Unito a loro, in un sublime atto di fede, lanciava anche sulle vie dell’etere il duplice grido di «Viva l’Italia – Viva il Re » perché tutti i marinai d’Italia potessero raccoglierlo a testimonianza del tradizionale spirito eroico della nostra gente. S’inabissava infine con la sua nave, alla cui sorte si sentiva legato al di là della vita, con la bandiera di combattimento spiegata al vento.» — Mediterraneo Centrale, 23 marzo 1942.
    A Roma (Ostia) gli è dedicata una via in suo onore.
    Tratto da Uomini della Marina 1861-1946 – U.S. Marina Militare.

     

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    Pasquale De Filippis (Termoli, 1.10.1919 – Mare, 23.3.1942
    a cura Vincenzo Campese (*)

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    Umberto Polimene (Termoli, 25.1.1918 – Mare, 23.3.1942)
    a cura Vincenzo Campese (*)

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    23.3.1943, viene affondato il regio sommergibile Delfino

    a cura Claudio Confessore (*)

    Regio sommergibile Delfino (classe Squalo).
    Impostato presso i cantieri di Monfalcone il 10.10.1928, varato il 15.1.1930, entrato in servizio l’11.10.1930, affondato per collisione il 23.3.1943.
    Equipaggio: 5 ufficiali, 47 sottufficiali e marinai.
    Alle 12.15 del 23 marzo 1943 il regio sommergibile Delfino salpò da Taranto per raggiungere Augusta con un rimorchiatore al seguito. Un’ora dopo forse a causa di avaria al timone il sommergibile, per una accostata, si scontrò con il rimorchiatore che lo speronò a poppa affondandolo a circa 6,5 miglia per 205° da Capo San Vito (Taranto).
    Persero la vita 28 Marinai.

    Gaetano Petrazzuolo  (Napoli, 29.5.1920 – Mare, 23.3.1943)
    di Gaetano Petrazzuolo
     

    (Napoli, 29.5.1920 – Mare, 23.3.1943)


    Buongiorno Ezio,
    visto che sei molto aggiornato nella materia marinaresca, puoi farmi sapere qualche cosa di un sommergibile, penso della classe non voglio sbagliare “Delfino” (*) che è stato affondato lungo la costa africana verso la meta del 1943 o oltre…
    Lo so e poco, c’era mio zio.
    Dalla foto che ho io c’è una data ricordo 1943 mi sembra marzo, ne desumo sia affondato dopo questa data. Mio zio si chiamava Petrazzuolo Gaetano ed era del 1920. Ti ringrazio.
    Gaetano

    Buonasera Gaetano Petrazzuolo, grazie del complimento.
    Il sommergibile è questo:


    Ricevi gradito un abbraccio grande come il mare della Misericordia Divina e grande come il cuore, tuo e di tuo zio Geatano (nato a Napoli il 29.5.1920, cannoniere, disperso nel Mediterraneo Centrale il 23.3.1943 a seguito collisione, ma sull’albo risulta scritto Petrazzolo), di Marinai per sempre.
    Ezio

    Ezio grazie della informazione il nome nell’albo comunque è erroneo dicasi Petrazzuolo Gaetano, poi manderò la sua foto per eterno ricordo. Grazie tante e ci risentiremo.
    Gaetano

    Grazie a te Gaetano, non appena arriva la foto la inserisco nel blog e nella banca della memoria per non dimenticarlo mai.
    Ezio

    Questa è la sua foto. Grazie tante Ezio e il minimo che posso fare alla sua memoria.
    Gaetano. Persero la vita 28 Marinai fra cui il cannoniere Gaetano Petrazzuolo.

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    I sogni dei marinai ai tempi del corona virus

    di Giovanni Presutti (*)

    Caro Ezio, vedi tu se credi di metterla nella “Voce del Marinaio”. Ti ringrazio, ciao!

    Da non credere, in barba a raccomandazioni e divieti provenienti da più parti a cura diverse autorità  militari e civili di non uscire da casa per combattere il corona virus, così com’ero, in camicia e ciabatte, come una furia sono uscito da casa e di corsa sono andato sulla mia barca, e prora verso le Bocche di Bonifacio. Energici colpi di remi, alla veneziana, e via. Credevo di essere più forte del quel mare. Mi sbagliavo. maestrale e corrente mi trascinavano verso la riva, meglio così, c’era mio figlio che lì aspettava. Prendo la cima avvolta sopra la prora e tento di lanciarla, ma non ce la faccio, e quella finisce in mare. Urlo a mio figlio con tutto il fiato che avevo in gola: “Danì, Danì agguanta la cima, la cima, la cima…! Quando sento uno strattone sulle spalle: era l’altro figlio Roberto: “O babbo, ma che ti urli la cima e la cima,,,! Svegliati, ti sei addormentato col computer acceso e ora stai sognando!” 

    (*) per saperne di più sull’autore, digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

    Giovanni Presutti, nato a Campo di Giove, vi trascorre la prima giovinezza fino ai venti anni quando si arruola nella Marina Militare con la specializzazione di segretario.
    Ogni anno in agosto ritorna per un breve periodo alla sua casa paterna.
    Nel corso di circa quarant’anni di servizio , tra diverse destinazioni a terra e imbarchi, approda nell’isola sarda di La Maddalena, dove crea la sua nuova famiglia e vi risiede.
    In Marina frequenta corsi professionali negli Istituti militari, uno a Venezia e due a La Maddalena. Raggiunge il massimo grado di sottufficiale.
    Dedica il suo tempo libero all’approfondimento culturale e all’innata passione per le lettere. Diviene giornalista pubblicista. Ha collaborato per due anni alla pagina culturale del quotidiano “L’Isola” e a diverse riviste specializzate con articoli di critica artistica e letteraria. E’ inserito su svariate antologie e su alcuni libri di scrittori delle epopee garibaldine, del brigantaggio postunitario e di specifici episodi della Seconda Guerra Mondiale. Ha pubblicato quattordici libri. E’ Membro dell’Istituto Internazionale di Studi “G. Garibaldi”, sezione regionale Sardegna. Ha ottenuto diversi riconoscimenti e lusinghiere citazioni su quotidiani, riviste e libri. E’ stato nominato Accademico di Merito “ad honorem” dal “Centro Cultural, Literario, e Artistico” de “O Jornal de Felgueiras” (Portogallo). Nominato Accademico di Merito per meriti acquisiti nel campo delle lettere, dall’Accademia Culturale d’Europa, sezione italiana di Viterbo.

  • C'era una volta un arsenale che costruiva navi,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    23.3.1919, varo della regia nave Palestro

    di Carlo Di Nitto

    Il regio cacciatorpediniere Palestro, classe omonima, dislocava 1180 tonnellate a pieno carico. Costruito nei Cantieri Orlando di Livorno, era stato impostato il 12 aprile 1917, varato il 23 marzo 1919 ed era entrato in servizio il 26 gennaio 1921.
    Poco dopo l’entrata in servizio, il 3 marzo 1921, fu inviato ad Antibes (Francia) per trasportare in Italia la salma di Re Nicola del Montenegro e la famiglia reale.
    Aggregato alla Divisione Navi Scuola, fu poi prevalentemente destinato a Livorno per lavori ed esercitazioni degli allievi dell’Accademia Navale.
    Dal luglio 1924 entrò a far parte dell’Armata Navale svolgendo normale attività addestrativa e di squadra nel Tirreno, toccando anche acque libiche e greche.
    Nel 1929 e nel 1930, fu inviato in missione in Turchia, in acque albanesi e nel Dodecaneso con altre unità di squadra.
    Dal 1931 al 1934 esplicò modesta attività locale e crociere in acque libiche, del Medio Oriente e delle isole italiane dell’Egeo.

    Nel 1935 fu inviato in Mar Rosso dove fu molto attivo. Quindi rientrò in Mediterraneo, nelle acque della Cirenaica dove fece base a Tobruk per circa due anni.
    Ritornato in Italia, il 1° ottobre 1938 fu declassato a torpediniera e destinato a Venezia dove esplicò discreta attività dipartimentale in Alto Adriatico.
    Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale venne impiegato nella difesa del traffico con l’Albania e missioni antisom nel Basso Adriatico.
    Il 22 settembre 1940, verso mezzogiorno, era partito da Durazzo di scorta a tre piroscafi diretti a Bari. Alle ore 18.20 furono avvistate tre scie di siluri lanciati dal sommergibile inglese “Osiris”. La pronta manovra non riuscì tuttavia ad impedire che uno degli ordigni scoppiasse all’altezza della plancia, spezzando la nave in due. La parte prodiera affondò immediatamente abbattendosi sulla dritta, mentre la poppiera si inabissò dopo circa quattro minuti.
    Erano le ore 18.30. Nell’affondamento persero la vita 72 Marinai.
    Il suo motto fu “Qui vi è gloria per tutti”, frase pronunciata nel 1859 dal re Vittorio Emanuele II durante la battaglia di Palestro.
    ONORE AI CADUTI !

  • C'era una volta un arsenale che costruiva navi,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    23.3.1913, varo della regia nave Caio Duilio

    a cura Antonio Cimmino

    … a Castellammare di Stabia c’era una volta un arsenale che costruiva navi, e adesso?

    Cantiere navale di Castellammare di Stabia – anno 1913.

    Allestimento regia nave da battaglia Caio Duilio varata il 23 marzo 1913 (ammodernata tra il 1937 e il 1940 ed in servizio fino al 1955).