Marinai di una volta

  • Curiosità,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

    18.5.1913, radiazione della regia nave Caprera

    di Carlo Di Nitto


    Il regio incrociatore torpediniere Caprera, classe “Partenope”, dislocava 1011 tonnellate  a pieno carico, fu varato il 6 maggio 1894 presso i cantieri Orlando di Livorno ed entrò in servizio il 12 dicembre dell’anno successivo.
    Inizialmente questa unità, come le consorelle, disponeva di armamento velico ausiliario a due alberi con vele auriche ed era stata progettata per appoggiare le azioni delle torpediniere in alto mare.
    Nel 1895 fu inviata in Mar Rosso dove svolse crociere e compiti di sorveglianza per contrastare rifornimenti di materiale bellico destinato ai ribelli eritrei.
    Negli anni successivi, tranne che per brevi periodi nelle acque nazionali, operò prevalentemente nei mari del Levante (Dodecaneso, Mar Rosso, Oceano Indiano e Africa Orientale) fino al 1912.
    Rientrata a Napoli il 1° dicembre 1912, alcuni mesi dopo passò in disarmo e il 18 maggio 1913 venne radiata.
    Dopo la radiazione venne in un primo momento utilizzata come deposito munizioni galleggiante a Napoli.

    Successivamente lo scafo venne riadattato nel porto di Genova ad uso Nave Scuola per Marinaretti (ragazzi a rischio sociale) con il nome della fondazione di recupero “Garaventa” (4^).

    Affondò durante il bombardamento navale di Genova del 9 febbraio 1941 operato dalla Marina britannica (operazione “Grog”).

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Recensioni

    Elio di Ruscio (Sora, 18.5.1955 – Rimini, 17.6.2018)

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    (Sora, 18.5.1955 – Rimini, 17.6.2018)

    Che cos’è la parola amicizia?
    E’ il grande dono ricevuto da Dio (il Suo secondo comandamento) che ci permette di esprimere i sentimenti verso il prossimo, che ci unisce al prossimo. Un bene troppo prezioso che dobbiamo sapere usare bene, saper dosare.
    L’amicizia è la parola che assume valore di comunione ed interazione tra le persone.
    Rendiamo allora l’amicizia efficace nel nostro comunicare, conservando l’onestà intellettuale, al fine di raggiungere la “verità” con autenticità e trasparenza.
    Elio di Ruscio è stato un amico dei veterani sommergibilisti e anche dei marinai di buona volontà.
    Infaticabile organizzatore e collante tra i diversi modi di vedere le cose degli amici, ha dato un esempio, e soprattutto valore, alla parola Amicizia.


    Nel percorso della nostra vita talvolta si è costretti a dover affrontare momenti che hanno la parvenza di essere tristi quando una persona a noi cara sembra allontanarsi.
    “Amico,” è qualcosa di solito riservato a quelle persone a cui piace interagire con il prossimo e chi ha avuto l’onore ed il piacere di conoscerci sa che per noi è un cardine del nostro credo, come del resto per altre persone di buona volontà.
    Utilizzare i doni di Dio come mezzi di comunicazione, per primo la parola, e quindi il dialogo interpersonale, contribuisce nel Sociale, specie il nostro, di stare bene e fare stare bene, senza mai chiedere nulla in cambio.
    La voglia di ben figurare come membri della “Grande Famiglia” a cui apparteniamo, ci deve perseguire, specialmente durante il colloquio diretto e al buon esempio, che si da e si riceve … in termini di saggezza.
    Amico è questo.
    Fratello e amico sei stato tu Elio.
    Ringrazio Dio di averci messo sullo stesso cammino di saggezza.
    Adesso riposa in pace fra flutti dell’Altissimo.

    Messa in suffragio  sarà celebrata presso la Parrocchia Sant’Ermete, via Casale Sant’Ermete 1220 – 47822 Santarcangelo di Romagna (RN).

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Recensioni

    Armando Di Martino (Castellammare di Stabia, 18.5.1921 – 12.8.1985)

    di Antonio Cimmino

    (Castellammare di Stabia, 18.5.1921 – 12.8.1985)

    Il Cannoniere Artificiere Armando Di Martino, matricola 55461, nasca a Castellammare di Stabia (NA) il 18.5.1921. Imbarcato sulla regia nave ausiliaria armata Elsa dopo l’armistizio.

    Dislocato a Brindisi, partecipò alla Guerra di Liberazione.
    Fu insignito di 2 Croci al Merito di Guerra.
    E’ deceduto il 12 agosto 1985. 

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Recensioni

    Fernando Pischedda (Roma, 14.10.1931 – 18.5.2020)

    di Gianfranco Iannetta

    (Roma, 14.10.1931 – 18.5.2020)

    Buongiorno Ezio,
    ti informo che Fernando Pischedda, papà del nostro carissimo collega e amico Massimo, è deceduto.
    Fernando era nato a Roma il 14 ottobre 1931 ed è salpato per l’ultima missione da Roma il 18 maggio 2020.
    Era Capo Infermiere di 1^ classe “scelto”, la sua ultima destinazione in servizio: MARINFERM ROMA.
    Mi sento di dire a nome di tutta la grande famiglia dei marinai, che occuperà per sempre un posto speciale nei nostri cuori.
    Sentite condoglianze e un abbraccio grande, profondo e trasparente, giunga a Massimo e alla sua famiglia, grande come quel mare che ci portiamo dentro e che nessuno mai, per nessun motivo, potrà inquinarci. Adesso Fernando è in viaggio,  nel grande mare di Nostro Signore e presto approderà in paradiso. Amen!

  • Il mare nelle canzoni,  Marinai,  Marinai di una volta,  Poesie,  Recensioni,  Storia

    Charles Trenet (Narbona, 18.5.1913 – Créteil, 19.2.2001)

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    …a chi gli domandava il segreto del suo costante buonumore, Trenet rispondeva: “Non vedo mai le cose come realmente sono”.

    (Narbona, 18.5.1913 – Créteil, 19.2.2001)

    Charles Louis Augustin Georges Trenet nasce a Narbonne il 18 maggio del 1913, in una famiglia borghese con la passione della musica. Nel 1920 la madre Marie Louise s’innamora di un tedesco e con lui va a vivere a Berlino, lasciando i due figli in un collegio. Per Trenet è un choc tremendo, un abbandono che lo segna per la vita, ma al quale reagisce con l’ironia, l’allegria e la leggerezza che diverranno i colori della sua bandiera.
    Con Johnny Hess dal 1931 al 1936 forma il duo Hess Trenet. Durante la sua lunga carriera ha scritto molte canzoni (la prima in assoluto la scrive a sei anni: “Le diable dans la cuisine”): Y a d’la joie (1936), Je chante (1937), Boum (1938), Que reste t’il des nos amours? (1942), Douce France (1943), e soprattutto La mer composta nel 1943, in treno verso Narbonne, che sembrandogli troppo solenne, pubblicherà solo nel 1946.
    Durante la Seconda Guerra Mondiale, Parigi è occupata dai tedeschi e la stampa collaborazionista lo accusa di essere ebreo: Trenet non sarebbe altro che l’anagramma di Netter. Raccontando alla Gestapo quattro generazioni della sua famiglia, il cantante dimostra che l’accusa è infondata e da quel momento, forse per paura, forse per non avere altre noie, ubbidisce agli ordini del Reich. Continua a fare concerti a Parigi durante l’Occupazione e, come Chevalier e la Piaf, nel 1943 va in Germania a cantare per i prigionieri francesi. È l’unico momento buio in una carriera splendente e lunga quasi un secolo. Alla Liberazione rivelerà di essere stato picchiato dalla Gestapo durante un interrogatorio e tornerà in scena zoppicando.
    Dopo la guerra si trasferisce a New York. Nel 1954 torna a Parigi. Inizia l’esistenzialismo (al quale si unirà pochissimo). Pur restando un’icona, gli anni ‘60 e i ‘70 non furono per lui favorevoli. Il suo grande rientro avvenne nel 1987 sul palcoscenico del “Printemps de Bourges” dove fu applaudito da un pubblico diverso dal suo. Da quel momento non cesserà più di comporre e di cantare. Il suo ultimo disco, Les poètes descendent dans la rue (del 1999) è il consueto capolavoro di leggerezza e poesia.
    Quando, nel novembre del 1999, Charles Trenet comparve sul palco della Salle Pleyel per quello che sarebbe stato il suo ultimo concerto, il pubblico pensò che non ce l’avrebbe fatta ad arrivare fino in fondo. Raggiunse il microfono barcollando, chiuso in un busto per tre costole rotte dopo una caduta, la voce uscì come un rantolo. Poi si riprese, canzone dopo canzone le forze tornarono e alla fine del concerto saltellava sul palco. In quell’ultimo concerto nulla fu lasciato al caso: fu il suo testamento artistico prima di morire.
    Charles Trenet è morto il 18 febbraio 2001 all’ospedale Henri Mondor di Creteil dove era stato ricoverato una settimana prima per un ictus. Aveva 87 anni fu cremato al cimitero Père Lachaise e le ceneri sono state trasferite a Narbonne, la città natale dove e’ stato sepolto accanto alla madre che nell’infanzia lo aveva abbandonato…nonostante tutto, la madre restò l’unico suo grande amore.

    LA MER
    Qu’on voit danser le long des golfes clairs
    A des reflets d’argent
    La mer
    Des reflets changeants
    Sous la pluie

    La mer
    Au ciel d’ete confond
    Ses blancs moutons
    Avec les anges si purs
    La mer bergere d’azur
    Infinie

    Voyez
    Pres des etangs
    Ces grands roseaux mouilles
    Voyez
    Ces oiseaux blancs
    Et ces maisons rouillees

    La mer
    Les a berces
    Le long des golfes clairs
    Et d’une chanson d’amour
    La mer
    A berce mon coeur pour la vie

    DA QUALCHE PARTE TU (La mer – Beyond The Sea )

    Da qualche parte al di là del mare
    Da qualche parte, in attesa di me
    Il mio amante sorge su sabbia dorata
    E guarda le navi che vanno a vela
    Da qualche parte al di là del mare
    Lei è lì a guardare per me
    Se potessi volare come gli uccelli in alto
    Poi dritto tra le braccia andavo a vela
    E ‘ben al di là di una stella
    E ‘vicino al di là della luna
    So che al di là di un dubbio
    Il mio cuore mi condurrà presto là
    Ci incontreremo oltre la riva
    Ti bacio come prima
    Saremo felici di là del mare
    E mai più me ne vado a vela!
    E ‘ben al di là di una stella
    E ‘vicino al di là della luna
    So che senza ombra di dubbio, yeah!
    Il mio cuore mi condurrà presto là
    Ci incontreremo, lo so ci incontreremo, oltre la riva
    Ti bacio come prima
    Saremo felici di là del mare
    E mai più me ne vado a vela!
    E mai più me ne vado a vela!
    E mai più me ne vado a vela!
    Vela … yeah!

    Beyond the Sea è il titolo della versione in lingua inglese della canzone La Mer composta nel 1943 da Charles Trenet eda Léo Chauliac durante un viaggio in treno fra Narbonne e Carcassinne. Il brano fu poi inciso da Trenet e lanciato sul mercato discografico internazionale nel 1946. Secondo gli storici della musica occorsero a Trenet e a Chauliac soltanto una ventina di minuti per comporre quello che era destinato a diventare un successo mondiale della musica leggera.
    Il testo in inglese è di Jack Lawrence: scritto in maniera originale, non ha alcun riferimento semantico con quello del corrispettivo brano in lingua francese.
    A parere di taluni critici, mentre il testo di Le Mer è suggestivo per le evocazioni poetiche che racchiude in sé, ricche di crepuscolari riflessioni sulla vita e sul sentimento amoroso in senso universale, la versione in lingua inglese appare come un, peraltro riuscito, tentativo di confezionare una canzone di puro sentimentalismo. Il refrain ruota attorno alle aspettative di un innamorato che, guardando al di là del mare (beyond the sea, appunto), spera di incontrare un giorno la ragazza del cuore in grado di non farlo salpare più.
    Il brano ha avuto oltre quattrocento versioni ma è soprattutto nell’incisione del cantante italo-statunitense Bobby Darin che ha raggiunto negli anni sessanta il successo internazionale.
    Grazie anche a puntuali arrangiamenti orchestrali, Beyond the Sea è diventata in breve tempo uno standard musicale, un vero e proprio evergreen sul quale hanno puntato molte chance numerosi cantanti che si sono cimentati nelle numerose cover. La versione di Darin rimane tuttavia quella maggiormente conosciuta.

  • Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Racconti,  Recensioni,  Storia

    18.5.1943, viene affondata regia nave Enrico Gismondi

    … riceviamo e con orgoglio pubblichiamo e dedichiamo al Marinaio Giuseppe Sancarlo nato a Palermo il 2 settembre 1918 e deceduto il 18.5.1943 nel Mar Mediterraneo Centrale.

    Buongiorno Ezio,
    sto facendo una ricerca sulla nave ausiliaria Gismondi (in sigla F80), affondata da aerei alleati il 18 maggio 1943 a Pantelleria. Nell’affondamento si verificò un bellissimo atto di eroismo da parte del timoniere, marinaio Sancarlo Giuseppe, che meritò la medaglia d’argento alla memoria (di cui ho la motivazione). Vorrei ricordare ai giovani quell’episodio, ma in Internet niente di niente, nemmeno una foto della nave (ho trovato soltanto una cartolina postale con il timbro della nave).
    Confido nella folta e agguerrita schiera dei nostri amici de La voce del marinaio (marinai sempre in servizio!) per avere qualche notizia in più al riguardo.
    Un abbraccio affettuoso grande quanto il mare.
    Orazio Ferrara


    Buonasera Orazio,
    questo è quanto siamo riusciti a trovare sulla Nave Ausiliaria “Enrico Gismondi”:
    ENRICO GISMONDI: piroscafo – pesca – 698 tonnellate stazza lorda
    Costruito nel 1921 in Francia con il nome di “Sagittaire” nei Chantiers de Bretagne di Prairie-le-Duc come peschereccio d’altura, fu consegnato nel gennaio 1922 alla Società Armatrice Nouvelle des Pecheries à Vapeur di Arcachon. Successivamente, nel 1929, nel 1933 e nel 1934 passò ad altre società armatrici.
    Nel 1938 fu acquistato dalla Soc. An. Pesca e Navigazione Merluzzo Italiano di Genova ed iscritto in quel Compartimento Marittimo con il numero di matricola 2192, assumendo il nome di “Enrico Gismondi”.
    Fu requisito dalla Regia Marina a Livorno il 2 luglio 1940 e, in pari data, iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato  con la sigla F. 80.
    Utilizzato come nave scorta di pilotaggio foraneo, il 18 maggio 1943, mentre effettuava una navigazione costiera da Pantelleria a Punta Limarsi venne colpito e incendiato durante un attacco aereo nemico. Fu quindi portato ad incagliarsi in località Ballata dei Turchi nell’isola stessa.
    Con tale data fu derequisito e radiato dal ruolo del naviglio ausiliario.
    Venne considerato definitivamente perduto con la data dell’11 giugno 1943 a seguito dell’occupazione di Pantelleria da parte del nemico.