Che cos'è la Marina Militare?

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    25.11.1988, Aniello Desiderio e il suo regio sommergibile Emo

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra, Antonio Cimmino e di Claudio 53

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    aniello-desiderio-www-lavocedelmarinaio-comQuesto breve articolo è dedicato in memoria di Desiderio Aniello, nato a Castellammare di Stabia l’8 agosto 1919. Durante il Secondo Conflitto Mondiale fu imbarcato sul Sommergibile EMO di base a Betasom, e dopo l’autoaffondamento del battello fu recuperato in mare e fatto prigioniero dagli inglesi. Aniello parlava spesso dei suo fratelli di mare del regio sommergibile Emo…
    E’ deceduto il 25 novembre 1988.

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    Sommergibile EMO Classe Marcello
    GENERALITA’
    Il sommergibile EMO fu impostato il 16 febbraio 1937 nei cantieri CRDA di Monfalcone, varato il 29 giugno 1939, consegnato il 14 ottobre 1938 e fu assegnato alla 22^ Squadriglia del II GRUPSOM di Napoli. Ha svolto 14 missioni in Mediterraneo e 6 fuori percorrendo in emersione 33.630 miglia ed in immersione 3.604 per un totale di 240 giorni di mare. Effettuò, inoltre, 24 uscite per addestramento sommergibilisti.
    CARATTERISTICHE TECNICHE
    Tipo Sommergibile: Oceanico
    Dislocamento: in superficie 1060,00 t., in immersione 1313,00 t.
    Dimensioni: lunghezza 73,00 m., larghezza 7,20 m.
    Immersione media: 5,10 m.
    Profondità di collaudo: 100 metri.
    Apparato motore in superficie: 2 diesel C.R.D.A. 2 eliche potenza 3200 cv
    Apparato motore in immersione: 2 elettrici CRDA potenza 1100 cv, 1 batteria di accumulatori al piombo di 132 elementi
    Velocità: in superficie 17,4 nodi, in immersione 8 nodi
    Autonomia in superficie: 2500 miglia a 17 nodi, 7500 a 9,4 nodi, 9760 a 8 nodi (in sovraccarico)
    Autonomia in immersione: 8 miglia a 8 nodi, 120 miglia a 3 nodi
    Combustibile: 63,135 m3 carico normale, 107,035 m3 sovraccarico
    Armamento:
    • 4 tubi lanciasiluri AV da 533 mm.
    • 4 tubi lanciasiluri AD da 533 mm.
    • 2 cannoni da 100/47 mm mod. 1938.
    • 2 mitragliere Breda mod. 31 binate da 13,2 mm.
    • 12 siluri da 533 mm.
    • 300 colpi per i cannoni
    • 3000 colpi per le mitragliere
    Equipaggio: 7 ufficiali, 50 tra sottufficiali e marinai.

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    ATTIVITÀ SVOLTA
    Dall’1 al 13/7/1940, Comandante C.C. Carlo Liannazza, pattugliamento tra Alboran e la costa del Marocco.
    Il 27/8/1940 parte da Napoli per raggiungere Bordeaux.
    Dal 10 al 24/9/1940, come da prassi, prima di raggiungere Bordeaux rimane in agguato in Atlantico e gli viene assegnata da pattugliare l’aerea al largo della Sierra Leone. In tale mare affonda il Piroscafo Britannico “Saint Agnes” di 5.199 t.
    Il 3/10/1940 entra a Bordeaux.
    Dal 31/10/1940 al 20/06/1941 effettua varie missioni in Atlantico intervallate da piccole soste lavori. Tra il 2 e il 3/11/1940, per una violenta burrasca, perde in mare il Sottocapo Giuseppe De Gobbi e resta ferito il Comandante. Il 6 rientra a Bordeaux e successivamente il Comandante viene sostituito dal Tenente di Vascello Giuseppe Rosselli Lorenzini che in seguito lo sostituirà anche sul sommergibile Cagni e che avrà, dopo la guerra, una brillante carriera assumendo dal 22 ottobre 1970 al 4 maggio 1973 l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Marina.
    Ripresa l’attività il 14/3/1941 affonda il Piroscafo britannico “Western Chief” di 5.759 t.
    Il 7/6/1941, alle ore 07.45, attacca e colpisce con due siluri due piroscafi di 3.000 e 1.900 t. circa, questi affondamenti non saranno confermati dai britannici nel dopoguerra.
    Il 20/8/1941, dopo circa due mesi di lavori in arsenale, parte da Bordeaux per rientrare in Mediterraneo, prima di passare Gibilterra, come al solito, rimane in agguato dal 22 al 28 a ponente dello stretto e l’1/9/1941 arriva a Napoli per essere poi trasferito alla scuola sommergibili di Pola.
    Dall’1/10 al 12/12/1941 effettua 24 uscite di addestramento per la Scuola sommergibilisti di Pola.
    Il 16/12/1941 è destinato a Taranto ed inizia nuovamente l’attività operativa trasportando materiali per l’Africa Settentrionale fra Taranto, Bardia, Suda e Cagliari. In uno di questi trasporti arrivato a Bardia fu ingaggiato dell’artiglieria nemica, attestata lungo la costa prospicente, ed in tale scontro rimase ferito il Comandante ed il timoniere di manovra Campisi di Siracusa. Il 5/1/1942 entra a Suda e l’8 rientra a Taranto da dove successivamente riparte per Cagliari.
    Dal 17/4 al 3/5/1942 è in agguato a Nord di Capo Caxine (Algeria). Dal 13 al 18/6/1942 ritorna di nuovo in agguanto davanti la costa Algerina per operare successivamente dal 23/6 al 16/7/1942 Sud di Ibiza.
    Dopo questa missione il Capitano di Corvetta Giuseppe Roselli Lorenzini viene sostituito dal T.V. Giuseppe Franco.
    L’11/8/1942 parte da Cagliari per operare di nuovo, a partire dal 12, davanti alla costa Algerina a Nord-Est di La Galite. Lo stesso giorno lancia quattro siluri contro una nave britannica e per accertare il risultato dei lanci sale in superficie ma venendo scoperto da un Cacciatorpediniere britannico è costretto ad una immersione rapida ed a rompere il contatto. Il 17 agosto è di nuovo a Cagliari.
    Dal 18 al 29/10/1942 è nuovamente in agguato lungo la costa algerina. Ritornato a Cagliari ripartirà il 7/11/1942 per pattugliare a Nord della Sardegna ma dopo qualche giorno riceve l’ordine di spostarsi a Nord di Algeri poiché era in corso lo sbarco Alleato in Algeria.
    Alle 1200 del 10 novembre 1942, nel corso di una manovra per attaccare unità nemiche, fu avvistato dal Cacciasommergibili britannico Lord Nuffield (FY 221) che sganciò numerose bombe di profondità costringendo l’EMO ad immergersi a quota più profonda. Costretto a riemergere per le numerose avarie subite, ingaggiò il combattimento sparando con il cannone contro l’unità nemica, ma, non potendo più mettere in moto i motori, fu autoaffondato alle ore 1300 circa, in PSN 36° 50′ Nord – 002° 50′ Est (al largo di Algeri).

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    I superstiti vennero tratti in salvo dalle unità britanniche e successivamente trasferiti nei campi di prigionia. Sono Caduti 13 uomini nell’azione:
    • Guardiamarina Mario Giacchelli di Trieste;
    • 2°c. Antonio Amato di Napoli
    • 2°c. Vittorio Marchese di Napoli
    • 2°c. Domenico Massimelli di Genova
    • Sc. Giuseppe Brazzini di Dicomano (Firenze)
    • Sc. Vincenzo Cavagna di Milano
    • Sc. Mario Di Giusto di Torino
    • Sc. Pasquale Esposito di Castellabate (Salerno)
    • Sc. Vincenzo Malleo di Palermo
    • Com. Gervasio Cossu di San Gavino Monreale (Medio Campidano)
    • Com. Antonio Santoro di Mola di Bari (Bari)
    • Com. Antonio Spirito di Alghero (Sassari)
    • Sc. Giuseppe De Giobbi di Cosio Valtellino (Sondrio)
    Lorenzo Trimarco, uno dei superstiti, trasferitosi in America dopo la guerra, ottenne dallo Stato della Pennsylvania il permesso di circolare con la targa dell’auto personalizzata con il nominativo “EMO”.

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    24.11.1941, motonave Attilio Deffenu

    di Claudio53

    …riceviamo e pubblichiamo.

    Egregio sig. Ezio, di seguito alcuni approfondimenti relativi all’Incrociatore Ausiliario Deffenu (https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/09/michele-capasso-e-la-nave-attilio-defennu/ data dell’affondamento sbagliata e nome del sommergibile inglese non corretto). Ho fatto alcune ricerche che sono scaturite in un articolo. A lei la decisione se quanto prodotto è utile o meno.
    Distinti saluti
    Claudio53

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    La Motonave Attilio Deffenu, che portava il nome di un interventista sardo molto attivo nella Prima Guerra Mondiale, è stata costruita nei cantieri Ansaldo di Sestri Ponente tra il dicembre 1927 ed il giugno 1929 per la Compagnia Italiana Transatlantica (CITRA). La nave, così come le gemelle Olbia e Caralis, era una motonave passeggeri da 3510 tonnellate dotata di due motori Diesel a tre cilindri Savoia-Cornigliano, provvisti di una scorta di 1250 tonnellate di carburante, imprimevano a due eliche la potenza di 4045 CV, consentendo una velocità di crociera di 14 nodi ed una massima di 15,65.

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    Nel marzo 1932 la CITRA si fuse con la Florio-Società Italiana di Navigazione formando la «Tirrenia Flotte Riunite Florio-Citra», che il 21 dicembre 1936, a seguito dell’unione con altre compagnie minori, formò la Tirrenia Società Anonima di Navigazione.
    La Attilio Deffenu era iscritta al Compartimento Marittimo di Napoli matricola n.401 ed originariamente era impiegata come “postale” nei collegamenti con la Sardegna ma, come molte navi dell’epoca, aveva le predisposizioni per essere armata con cannoni.
    Ulteriori particolari sull’unità si trovano su Internet al link:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Attilio_Deffenu_%28incrociatore_ausiliario%29
    L’11 maggio 1940 la nave fu requisita dalla Regia Marina nel porto di Civitavecchia, iscritta in pari data nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato e trasformata in Incrociatore Ausiliario con compito di scorta convogli.
    crest-del-thrasherIl 25 novembre 1941 alle ora 16.55 mentre scortava un convoglio partito da Patrasso e diretto a Brindisi, composto dai piroscafi Resurrectio e Caterina Madre, la nave fu silurata dal sommergibile inglese “Thrasher” in posizione 40°30’N – 018° 15’E.
    La richiesta di soccorso venne intercettata dal Cacciatorpediniere Strale, comandato dal Capitano di Corvetta Palmas, che era nelle vicinanze e a sua volta stava scortando il piroscafo Bosforo proveniente dall’Africa settentrionale. Il Comandante Palmas, dopo aver ordinato al Bosforo di proseguire per Brindisi, si diresse verso il Deffenu. Giunto sul posto, nonostante l’equipaggio avesse già abbandonato la nave e si trovasse sulle scialuppe di salvataggio, imbarcò solo i feriti e poiché l’incrociatore era ancora in galleggiamento, nella speranza di far salvare la nave facendola arrenare, fece reimbarcare il resto dell’equipaggio. Successivamente si mese alla ricerca del sommergibile nemico.
    Da Brindisi partirono anche due rimorchiatori, per cercare di prendere a rimorchio l’Attilio Deffenu, ed un MAS per sostituire lo Strale che doveva continuare la sua scorta. I soccorsi giunsero alle 21.30 ma era troppo tardi perché l’Incrociatore ausiliario, alle 21.00, si era già inabissato nelle acque di San Cataldo di Lecce in posizione 40°30’ N e 18°15’ E. L’equipaggio aveva abbandonato l’unità poco prima.
    comandante-del-thrasheerDai documenti inglesi risulta che il siluramento è avvenuto alle 16.53 in posizione era 40°31’5″N – 018°13’E. Furono lanciati 4 siluri verso l’Attilio Deffenu ed uno andò a segno. Il lancio di un siluro sulla una seconda unità di scorta fallì (la Caterina Madre). Il Comandante del sommergibile era il Lt. Hugh Stirling Mackenzie, RN.
    Il relitto della Attilio Deffenu giace su un fondale minimo di 24 metri e massimo di 33 con fondo sabbioso. Un emozionante filmato è presente su YouTube al seguente link:

    https://www.youtube.com/watch?v=J6pEpYALy64
    Il relitto dell’Attilio Deffenu, di cui nel trambusto della guerra si erano perse le coordinate di affondamento, fu ritrovato per caso nel maggio del 1942 durante le ricerche dello scafo di un sommergibile nemico che si presumeva fosse stato colpito dalla bombe di profondità della torpediniera Orsa. Un palombaro recuperò la bandiera e la fiamma.
    Le missioni eseguite nel conflitto del sommergibile Thrasher sono riportate al seguente link: http://www.uboat.net/allies/warships/ship/3501.html
    Un particolare curioso e allo stesso tempo fortunato per il battello avvenne nel febbraio del 1942. Il Comandante era sempre il LT Mackenzie, il 16 febbraio il sommergibile attaccò il mercantile tedesco Arkadia nella Baia di Suda (Creta).

    telegramma

    L’attacco fallì ed il sommergibile subì 3 ore di intensa e dura reazione con bombe di profondità da navi ed bombe di aerei (in totale furono sentite 33 esplosioni). Nonostante il duro attacco il sommergibile riuscì ad allontanarsi ma dei rumori sospetti nella notte (17 febbraio) portarono alla scoperta di due bombe di aereo inesplose. Una bomba era visibile e leggermente incastrata allo scafo e l’altra non visibile era nell’interno del doppio fondo.

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    La rimozione della bomba visibile fu facilitata con l’aumento di velocità del battello e con una leggera variazione dell’assetto mentre per la seconda bomba, che era nell’interno, si offrirono volontari il Lt. PSW Roberts, RN e il Sottufficiale T.W. Gould, che spostarono manualmente la bomba per 20 metri prima di farla uscire e liberare il battello. Per questa azione entrambi ricevettero la Victoria Cross. un filmato relativo ai festeggiamenti per tali decorazioni si trovano su Youtube al seguente link:
    https://www.youtube.com/watch?v=auAhwqLhToo

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    Qualora non ancora conosciuto, ne approfitto per segnalare il libro “Dalle Alpi all’alto mare” del Capitano di Vascello Patrizio Rapalino. A mio avviso è il miglior libro scritto sino ad oggi dal dopoguerra. Vengono detti in maniera chiara anche gli errori strategici e tattici commessi ed i responsabili, basandosi su prove documentali con considerazione tecniche.
    Claudio53

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    QUESTO ARTICOLO E’ DEDICATO A MICHELE CAPASSO
    Michele Capasso e la nave Attilio Deffenu

    di Antonio Cimmino

    Michele Capasso, Sottocapo Cannoniere, matricola 99076, nato a Somma Vesuviana (Napoli) il 26.9.1919. Naufrago della nave Attilio Deffenu, decorato con Croce di Guerra al Valor Militare.
    La nave requisita dalla regia Marina e trasformata in incrociatore ausiliario era armata di 2 cannoni da 102/45 mm; 1 da 76/40 mm; 6 mitragliere a.a. da 13,2 e ferrogulde per trasporto e posa di 80 mine.
    Il 24.11.1941 sulla rotta Patrasso Brindisi venne colpita da uno dei quattro siluri lanciati dal sommergibile inglese Thasher a 1,3 miglia da Brindisi.
L’equipaggio abbandonò la nave ed i feriti vennero raccolti dal regio cacciatorpediniere Strale, mentre gli altri furono rispediti a bordo per tentare di salvare l’unità che tardava ad affondare. Inutili furono i tentativi e la nave si inabissò, abbandonata dall’equipaggio, nelle acque di San Cataldo, in posizione 40°30’ Nord e 18°15’ Est.

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    Salvatore Toscano

    31 ottobre 1963 / 23 novembre 2016

    lutto-www-lavocecelmarinaio-com_Ciao Salvatore,
    nel percorso della nostra vita talvolta si è costretti a dover affrontare  momenti che hanno la parvenza di essere tristi quando una persona a noi cara, come te, sembra allontanarsi.
    “Frà” è qualcosa di solito riservato a quelle persone che hanno svolto servizio in Marina Militare a cui  piace interagire con il prossimo, e chi ha avuto l’onore ed il piacere di conoscerci sa che per noi naviganti è cardine di filosofia della vita.
    La voglia di stare insieme, la parola e più in generale la comunicazione, quindi il dialogo interpersonale, sono la logica conseguenza di una “rispettabilità” da parte del cosiddetto “mondo militare e civile”.
    Chi contribuisce nel sociale, specie il nostro, sa di fare bene e fare stare bene, senza mai chiedere nulla in cambio.
    La tua innata voglia di ben figurare come membro della grande famiglia della società civile, si può e si deve perseguire specialmente durante il contatto diretto con il buon esempio che tu hai dato nei raduni dei veterani e altre forme di aggregazione.

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    “Frà” è questo, e questo sei stato tu per noi, carissimo Salvatore Toscano!
    Anche se la tua vita non è stata lunga, l’hai sicuramente vissuta intensamente e fuori dal comune, una vita straordinaria come la tua fine terrena, tra i sogni e i ricordi indelebili di raduni, partite di calcio, preghiere in ogni laddove, tracciati nelle piazze, lungo la strada, fra i flutti…
    Un abbraccio grande, profondo e trasparente, a te e ai tuoi e miei cari, come quel mare di Ognina, a noi tanto caro, che ci portiamo dentro e che nessuno mai potrà inquinarci.
Adesso che sei salpato per l’ultima missione, risposa in pace, nel grande mare di Nostro Signore e perdona i nostri peccati.

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    I funerali si terranno il 24 novembre alle ore 16,00 presso la Parrocchia Madonna della Salute in Catania (Piazza Madonna della Salute n. 8).