Che cos'è la Marina Militare?

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    3.4.2019, Angiolo Ricci

    di Pietro Serarcangeli (*)

    Il 3 aprile 2019, il Maresciallo di 1^  classe meccanico, Angiolo Ricci, dopo aver contratto la più tremenda delle patologie dovuta all’esposizione all’amianto, salpava per la sua ultima missione lasciando, nel dolore, la sua famiglia.
    Angiolo era il classico “Toscanaccio” sempre allegro, buontempone, al quale piaceva la compagnia degli amici e con i quali piaceva passare le giornate. Con Angiolo eravamo stati imbarcati sulla nave  Castore, per un periodo di tempo e, la sua Amicizia, si era protratta nel tempo. E’ stata una grave perdita…
    Ciao Angiolo, riposa in pace tra le braccia di Nostro Signore, ovunque Tu sia.

    Si consiglia la lettura del seguente link
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2015/08/pratica-amianto-le-daremo-tutta-lassistenza-possibile/


    (*) per conoscere gli altri suoi articoli digita sul motore di ricerca del blog il suo nome e cognome.

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    2.4.2016, Dante Daniele

    di Pietro Serarcangeli (*)

    Il 2 aprile 2016, il Maresciallo di 1^ classe furiere “Z”, Dante Daniele, colpito da una tremenda patologia causata dall’esposizione prolungata all’amianto, salpava per la Sua ultima missione, lasciando nel dolore l’amata consorte e la sua Famiglia.
    Coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere Dante, lo ricordano con affetto e commozione, per la sua disponibilità e per il rispetto che nutriva per i suoi colleghi.
    Riposa in Pace caro Dante.
    Noi Ti ricorderemo negli anni a venire.

    Si consiglia la lettura del seguente link
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2015/08/pratica-amianto-le-daremo-tutta-lassistenza-possibile/


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    30.3.2011, chissà se Giuseppe Nanula riposa in pace?

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Giuseppe Nanula aveva 27 anni, era originario di Trani, ed era un marinaio esperto; è morto il 30 marzo del 2011 mentre era a bordo di un gommone, con una collega, durante un controllo di routine all’interno dell’Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo. Il natante ha sbalzato i due marinai a bordo e di Nanula si sono perse le tracce fino al ritrovamento dei poveri resti avvenuto il 25 ottobre 2011. 
    Le indagini a che punto stanno?

    Il caso, in un primo momento, era stato archiviato come incidente, ma c’erano troppi lati oscuri, per questo la famiglia Nanula ha presentato una serie di esposti e dopo 4 anni la Procura ha riaperto il caso.
    In questi anni i colleghi di Giuseppe Nanula non si sono mai recati dalla famiglia e questo può essere considerato come un atteggiamento irrispettoso se non addirittura sospetto.
    Il giorno della tragedia il mare era calmo, forse Giuseppe Nanula perse il controllo dell’imbarcazione per un ostacolo. In quel tragico episodio, solo la collega Valentina Muscarnera, di Sciacca, venne salvata, era in ipotermia, ma del corpo di Giuseppe Nanula non c’era più nessuna traccia. Dopo l’incidente la ragazza ha nuotato per ore, poi l’ha perso di vista. Queste sono le uniche parole che ha pronunciato, dopo si è chiusa nel silenzio.
    La mattina del 24 ottobre 2011 un pescatore avvisò la capitaneria del ritrovamento di alcuni resti umani. Erano di Giuseppe Nanula.
    Il padre di Giuseppe è convinto che Valentina stia nascondendo qualcosa perché nel suo racconto ci sono una serie di contraddizioni perché una persona che giunge in ospedale per ipotermia non può essere dimessa solo dopo 2 ore. Pochi mesi dopo la tragedia Valentina si è congedata ma la sua testimonianza potrebbe essere fondamentale per capire se Giuseppe Nanula indossava il braccialetto di sicurezza a bordo che stacca i motori in caso di caduta accidentale. Il perché non è mai stato spiegato.

    Giuseppe Nanula era molto conosciuto ad Olbia. I colleghi della Capitaneria lo ricordano come un ragazzo allegro, solare, tranquillo e molto apprezzato in città, anche per la sua bravura nel lavoro. Il Sottocapo di Marina Nanula era infatti un esperto nei controlli della filiera della pesca, in particolare per quel che riguarda il tonno rosso e il pesce spada: due specie sottoposte un particolare regime normativo.

    La famiglia Nanula chiede alla magistratura competente di riaprire il caso, di cercare la verità. Solo così Giuseppe Nanula potrà riposare in pace.


    https://youtu.be/7LvkYrioFQM

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    27.3.2013, Giovanni Vittorio Adragna

    di Giovanni Vittorio Adragna (deceduto per asbestosi polmonare) scriveva:
    “quando lottare per la vita è un nostro diritto”.


    

Ogni anno, il 28 aprile celebriano la giornata dedicata alle vittime del “Signor Amianto”, tutti dovremmo essere vicini alle Associazioni che lottano per la difesa dei diritti delle vittime decedute perché colpite da NEUPLASIE MALIGNE (MESOTELIOMA PLEURICO – ABESTOSI POLMONARE – CARCINOMA POLMONARE), malattie correlate all’esposizione delle fibre aerodisperse del serial killer AMIANTO. 
La lotta a queste ingiustizie ci dovrebbe unire sempre di più, solo noi possiamo dare la svolta storica e decisiva, se ci uniamo saremmo sempre più forti, le Associazioni hanno delle grosse difficoltà, purtroppo quanto si parla delle NEUPLASIE MALIGNE, le Istituzioni che dovrebbero essere le prime dare gli aiuti alle famiglie colpite da questi mali, fanno orecchio da mercante rendendosi latitanti non curandosi del loro dolore, il tutto perché, le persone colpiti non abbiano alcun aiuto e nessuna assistenza e tutto possa passare inosservato, (mi riferisco all’assistenza legale, e tutta la componente relativa ad un riconoscimento della malattia, per un eventuale indennizzo). 
I politici che ci rappresentano, e che dovrebbero essere il nostro punto di riferimento, se ne lavavano le mani, come Ponzio Pilato, per non ammettere le loro colpe, molti di loro sapevano quale rischio correvano gli operai che lavoravano il “serial killer amianto” ed erano esposti alle sue fibre aerodisperse, ma non hanno fatto nulla, perché tutto finisse, interessava andare avanti, la salute degli operai era meno importante degli interessi delle aziende.
    Ora sembra, che tutto possa essere finito, ma non è così, il disinteresse totale delle persone preposte a far luce ci fa effettivamente capire, che noi piccoli, non siamo altro che carne da macello, persone che non hanno alcun diritto ma solamente dei doveri. 
Siamo nelle mani di gente che davanti agli interessi personali non si fermano, quindi mi ripeto, uniamoci, non dimenticandoci che l’unione fa la forza, la nostra forza quella di diventare dei cittadini di serie “A” e non di serie”C”. 
Abbiamo il potere in mano, utilizziamolo per come deve essere fatto, non vogliamo fare nessuna rivoluzione, ma vogliamo un cambiamento radicale del sistema soprattutto da parte di tutte quelle Istituzioni che ci rappresentano,che non sono direttamente vicini non alle persone fisiche, almeno possono contribuire aiutando le Associazioni che lottano giornalmente perché i diritti vengano almeno rispettati.

     

    Lottare è un nostro dovere ed anche un nostro diritto, l’assistenza sanitaria ci è dovuta, non possono schiacciarci come se nulla fosse, come se non esistessimo, siamo presenti e vogliamo che i nostri diritti siano rappresentati da persone che hanno a cuore le nostre problematiche, sia ben chiaro noi non ci fermeremo, giornalmente la nostra voce sarà ascoltata da coloro che debbono tutelarci, cercando di essere il più uniti possibile e molto presenti, così solo non potranno dimenticarsi di noi. 
Forza, Italiani dobbiamo dare democraticamente un segno positivo a tutto il mondo, dimostrando di essere solidali con coloro che hanno bisogno di noi, della nostra vicinanza per non sentirsi soli.


    Ai giovani eroi
    di Giovanni Vittorio Adragna

    … caduti per la pace nel mondo.

    Sei entrato nei nostri cuori,
    sei l’immagine del dovere,
    hai sacrificato la tua giovane vita,
    perché tutti i popoli possano
    essere liberati dagli oppressori,
    e per i tuoi ideali umanitari
    che si contemplano, nella
    lealtà, sincerità e amicizia,
    avresti voluto diffonderli
    a tutta l’umanità, insegnando
    i veri valori della vita e del cuore.

    Che il tuo coraggio sia da esempio
    e da guida a tutti coloro che rischiano
    la vita, perché il mondo sia libero
    ed indipendente, avresti voluto
    gli oppressi al tuo fianco
    trionfatori della democrazia,
    della libertà e della giustizia,
    il sacrifico della tua vita e di tutti i
    tuoi compagni non rimanga vano,
    che gli oppressi possano trionfare
    sugli oppressori e possa tornare
    la pace in questo povero mondo
    martoriato da uomini senza scrupoli.

    Tu giovane eroe del cielo e della terra,
    che sei entrato nella gloria eterna
    e divina, possa illuminare gli uomini
    al rispetto della vita, dei valori morali
    e umanitari, facendo prevalere
    la giustizia su tutto e su tutti,
    sei la guida dei nostri cuori, sei
    il destino delle nostre vite, sei
    la gioia della nostra anima stessa,
    dacci la giusta forza di poter vivere
    e poter lottare contro le ingiustizie
    nel mondo, e sorridere alla nuova vita.

    Vorremmo ricordarti dentro i nostri cuori
    per l’eroe che sei e sei sempre stato,
    addio giovane vita umana, trucidata
    dagli uomini e glorificata dal cielo e da Dio.

     

    31.8.1960, l’amicizia vera non si spezza mai
    di Gigi Gonzaga

    29 aprile 2014 – 13:42

    …anche se un amico è salpato per l’ultima missione non si spezza mai.

    Con Vittorio”Giovanni” Adragna (*) ci siamo conosciuti il 31 agosto 1960 e ci siamo sentiti, al telefono per l’ultima volta, il 25 marzo 2012, quando Vittorio era all’ospedale a Palermo.
    Pochi giorni prima mi aveva spedito questa sua poesia, che vorrei che tutti leggessero.

    (Dedicata ad un carissimo e grandissimo amico).
    Giovanni-Vittorio-Adragna-per-www.lavocedelmarinaio.com_Tu che mi sei stato prezioso nella vita, mi hai sempre aiutato con la tua presenza continua e disinteressata, sei stato l’ombra della mia persona, con i tuoi preziosi consigli hai reso il percorso della mia vita molto tranquillo,averti come amico è stato importante, con il tuo carattere solare e aperto mi hai dato quella forza necessaria a combattere e sopravvivere a tutte le problematiche della vita.
    Nei miei momenti difficili amichevolmente hai saputo essermi vicino e i tuoi preziosi consigli, mi hanno aiutato ad essere me stesso, avere un amico, nella vita è un bene prezioso, l’amicizia è un sentimento durevole se è sincera e disinteressata, vorrei dirti mio caro amico, che l’averti conosciuto mi ha fortificato il carattere rendendomi la vita serena e tranquilla, hai saputo farmi superare tutte le difficoltà della vita, la bontà del tuo animo e il tuo coraggio, sono riusciti a dare il meglio di me, non credevo che potesse accadere, ma adesso sono una persona molto felice, tutte le fragilità  e le paure che mi hanno accompagnato nella vita non esistono più, grazie amico mio per tutto quello che hai fatto per me.
    Che queste mie frasi possano riempire il tuo cuore, la mia gratitudine sarà per sempre eterna, virtualmente mi sei sempre stato vicino, il tuo carisma mi ha dato la forza di lottare nella vita per la vita.
    Ciao Gigi sei stato sempre nei miei pensieri, sei sempre stato un grande, con la tua forza e il tuo coraggio supererai anche questo grande ostacolo.
    Composta: da Giovanni Vittorio Adragna.
    Ciao Vittorio.
    (*) https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/03/27-3-2012-luogotenente-giovanni-adragna/

    L'AMICIZIA VERA NON SI SPEZZA MAI - www.lavocedelmarinaio.com

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    Michele Santucci (27.3.1949 – 6.4.2015)

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    (27.3.1949 – 6.4.2015)

    Cari Amici,
    Michele Santucci nasceva il 27.3.1949 ed è venuto a mancare il 6.4.2015, gravemente malato a causa delle onde elettromagnetiche del radar SPQ5 (*), quello sperimentale imbarcato sul Castore.

    MICHELE SANTUCCI in una posa recente - ww.lavocedelmarinaio.com
    Addio Michele,
    Lutto www.lavocecelmarinaio.comanche se molti di noi, come me, non ti conoscevano, mi sento di dire a nome di tutta la grande famiglia dei marinai, che occuperai per sempre un posto speciale nei nostri cuori.
    Anche se la tua vita non e’ stata lunga l’hai sicuramente vissuta intensamente e fuori dal comune, una vita straordinaria come la tua fine terrena, tra cielo e mare, tra i sogni e i ricordi indelebili, tracciati nell’onda, lungo la scia, fra i flutti…  
    Un abbraccio grande, profondo e trasparente, a te e ai tuoi cari, come quel mare che ci portiamo dentro e che nessuno mai potrà inquinarci.
    Adesso che sei salpato per l’ultima missione, risposa in pace, nel grande mare di Nostro Signore e perdona i loro e nostri peccati.

    Marinaio Michele Santucci - www.lavocedelmarinaiocom(*) https://www.lavocedelmarinaio.com/2011/02/spq5/

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    Di mio nonno Carlo conosco solo il suo nome

    di Stefano Giuntoli

    – S.O.S. RICHIESTA NOTIZIE E FOTO – 

    … riceviamo e con immenso orgoglio e commozione pubblichiamo questa struggente storia di un Ufficiale del regio reggimento San Marco.

    Buonasera Luogotenente Vinciguerra,
    invio la presente per ottenere informazioni riguardo a mio nonno, di cui purtroppo conosco solo il nome di battesimo, Carlo, ricavato dalla sola foto che ho di lui e che allego in copia, con dettagli (è il terzo in piedi da destra in divisa da ufficiale: foto nn. 1-3). Da tale foto e dalla testimonianza di mia madre, che purtroppo non lo ha mai conosciuto, ho potuto effettuare qualche ricerca, che potrebbe essere utile a una sua identificazione e i cui risultati espongo di seguito.

    Come detto, il nome di battesimo è Carlo, e sul retro della foto allegata ha scritto “Al ritorno, dopo aver eseguito una pattuglia nel territorio di Addis Abeba..”. Dalla sua divisa e da quella dei militari con lui si evince la loro appartenenza al Battaglione San Marco, nome che peraltro si legge sulla fascia del casco coloniale del soldato seduto all’estrema destra della foto. Ho potuto confrontare le divise con quella di militari in altra foto dell’Istituto Luce in cui il Battaglione sfila ad Addis Abeba (allegato n. 4) e con quella di un capitano di fregata appena sbarcato al rientro dalla campagna di Etiopia (presente nel libro di Luigi Emilio Longo, La campagna italo-etiopica (1935-1936), Tomo I, Roma 2005 Stato Maggiore dell’Esercito – Ufficio Storico, p. 531: in questa ponderosa opera la partecipazione del Battaglione San Marco è menzionata solo a p. 466, nota 490, con bibl.). Risulta probabile che questo fosse anche il grado di mio nonno Carlo (mia madre lo sentiva menzionare come “capitano”).

    Dal libro Forze speciali italiane 1915-2020 della Anel Anivac si ricava che: “Nel 1936 il San Marco fu impegnato su diversi fronti: contro l’impero etiopico, a Tangeri e nello sbarco in Albania (1939). Il reggimento ebbe un ruolo di primissimo piano nelle campagne coloniali italiane e nella seconda guerra mondiale, venendo impiegato sia nell’Egeo che in Africa e partecipando alla difesa di Tobruk. Già dal 15 agosto 1939 il reggimento venne mobilitato: il 1 settembre Hitler invase la Polonia; vennero chiamati i riservisti, il contingente cinese fu rafforzato e il grosso del San Marco venne radunato a Pola, dove venne ristrutturato dal 1940 come reggimento, composto da due battaglioni (Grado e Bafile)”.

    Dal giornale “l’Arena di Pola” del 1939 la notizia che il 3 maggio “Caloroso saluto al Battaglione San Marco che torna a Pola reduce dall’Albania”.
    Dato che mia nonna e mia mamma sono di Pola e mia madre è nata il 16/1/1938, è estremamente probabile che mio nonno Carlo prestasse servizio nella locale caserma del Battaglione San Marco “Andrea Bafile”, di cui ho reperito una cartolina postale del 1941 (allegato n. 5) e nominata anche nel giornale “L’Arena di Pola” n. 1909 del 21/10/1975 in cui si riporta nella rubrica Pola dell’altro ieri una foto della caserma del Battaglione San Marco “Andrea Bafile” nella cui didascalia si dice che è stata scoperta nel 1934 una targa per i caduti del Battaglione nella guerra 1915/18.
    Ancora più importante ai nostri fini è la notizia riportata dallo stesso giornale del 1937 che il 7 febbraio “Giunge a Pola il Battaglione San Marco reduce dall’A.O.I. (Africa Orientale Italiana): trionfali accoglienze da parte della cittadinanza”.
    Infine, riassumendo i dati esposti sopra, per l’identificazione del cognome di mio nonno siamo in possesso dei seguenti dati:

    1) Il nome di battesimo era Carlo.

    2) Era ufficiale del Battaglione San Marco col grado (probabile) di capitano di fregata.

    3) Ha prestato servizio nella guerra di Etiopia (dove il Battaglione San Marco è stato impiegato dal 1936 al 1937), nel territorio di Addis Abeba.

    4) Era con ogni probabilità in servizio alla caserma del Battaglione San Marco “Andrea Bafile” a Pola, città in cui vivevano mia nonna e mia madre.

    5) Dovrebbe essere rientrato a Pola con il Battaglione San Marco il 7 febbraio 1937, data compatibile con il concepimento di mia madre, che è nata il 16 gennaio 1938.

    Da un controllo da me effettuato sui nominativi dei militari italiani caduti e sepolti nei cimiteri di guerra in Etiopia non è emerso alcun nome compatibile con il grado e il corpo di appartenenza di mio nonno.
    Ho interpellato per primo il Battaglione San Marco e mi è stato risposto che non dispongono dei dati che chiedevo e di rivolgermi all’Ufficio Storico della Marina. La richiesta di poter effettuare personalmente una ricerca presso l’Ufficio Storico della Marina ha avuto come cortese e celere risposta che loro non possiedono dati relativi a nominativi del personale militare e di rivolgermi al Persomil. Cosa che ho fatto, inoltrando, su loro richiesta telefonica, i dati in mio possesso riportati sopra e le foto allegate: mi è stato risposto, però, che in assenza di nome e cognome (cosa che vado appunto cercando), il loro ufficio non può effettuare alcun controllo e che non ha accesso ai dati relativi ai militari dei contingenti stanziati nelle caserme o impiegati in scenari bellici.
    Non volendomi rassegnare a non riuscire ad avere notizie riguardo a mio nonno e arrivare almeno a conoscerne il cognome, le chiederei un suggerimento su come procedere a ulteriori ricerche e a quale ente potrei rivolgermi o magari nel contempo giungere a qualche indicazione attraverso l’immagine di altri militari con lui nella foto, che qualche parente potrebbe riconoscere, se pubblicata nel suo seguito blog.
    Riassumendo, le ricerche, che vorrei effettuare, dovrebbero essere indirizzate verso l’esame di un elenco nominativo degli ufficiali del Battaglione San Marco di stanza alla caserma “Andrea Bafile” a Pola almeno tra il 1935 e il 1937 e quello degli ufficiali del San Marco impiegati in quegli stessi anni nella guerra di Etiopia e di stanza nel territorio di Addis Abeba.
    Sono consapevole che i dati in mio possesso non sono molti, ma confido nel fatto che il Battaglione San Marco era un corpo speciale numericamente non molto consistente nella guerra di Etiopia e che non molti – probabilmente – dovevano essere gli ufficiali di nome Carlo in servizio in quella campagna e di stanza nella caserma “Bafile ” di Pola.
    Per mia madre e la mia famiglia sarebbe molto importante poter arrivare a conoscere il cognome di mio nonno, punto da cui partire per ulteriori ricerche sulle sue vicende e magari poter trovare il luogo dove riposa.
    Ringrazio della cortese attenzione e spero in qualche indicazione positiva.
    Stefano Giuntoli –  via Andrea di Bonaiuto, 53 – Firenze – cell. 347/1929098

    Buonasera signor Giuntoli,
    ho impiegato quasi una settimana per le ricerche di “Carlo”.
    I quesiti che Le rivolgo sono i seguenti in mancanza del cognome o almeno della località di nascita non so che dire.
    Lei è convinto sia del suo nome di battesimo, sempre che sia Carlo, e che sia deceduto in Etiopia.
    Diciamo subito che durante la Seconda Guerra Mondiale di marinai del San Marco morti che avevano il nome Carlo sono 5 (cinque), ma nessun ufficiale fra di essi.
    Per quanto riguarda l’Etiopia Le allego l’elenco dei Caduti sepolti nei cimiteri etiopici redatto dall’Ambasciata.
    Non c’è nessun Carlo del San Marco, ovvero ci sono alcuni Carlo di cui non è scritto il reparto di appartenenza oltre ai soliti ignoti.
    Ritornando alla mia ricerca ho trovato un libro di Sergio Jacuzzi sul Marco in Africa
    di cui allego il link:
    https://www.ibs.it/san-marco-in-africa-storie-ebook-sergio-jacuzzi/e/9791220810609

    Per quanto sopra posso aiutarla pubblicando sul blog lavocedelmarinaio.com, col suo permesso, la mail integralmente, le foto, e anche la mia risposta per trasparenza e per doveroso rispetto dei lettori a similitudine di altri post dove esordisco con un S.O.S. RICHIESTA NOTIZIE E FOTO (in media lo faccio 3 volte durante l’anno solare) nell’augurio che qualcuno dia qualche ulteriore indizio utile per la sua ricerca.
    In attesa di un suo cortese cenno e nell’augurio di esserle stato di aiuto, riceva gradito un abbraccio grande come il mare della Misericordia Divina.
    Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
    7.11.2023 ore 20.30

    Buonasera gentile sig. Vinciguerra,
    per prima cosa la ringrazio di cuore del suo interessamento e del tempo che ha speso nella ricerca. Mi permetto però di rettificare alcuni punti che mi segnala.
    1) Che mio nonno si chiamasse Carlo è certo perché così si firma nel retro della foto che le ho allegato e così è sempre stato menzionato a mia madre.
    2) Io non penso che sia caduto in Etiopia e anch’io, come le avevo scritto, avevo fatto un controllo dell’elenco dei caduti nei cimiteri italiani in Etiopia.
    3) Al contrario penso che sia rientrato a Pola dall’Etiopia col battaglione San Marco ai primi di febbraio del 1937, come riportato dal giornale “L’arena di Pola”, data compatibile col concepimento di mia madre, nata nel gennaio 1938.
    4) Ritengo molto probabile che fosse di stanza nella caserma “Bafile” di Pola, città dove si trovava il grosso del Battaglione San Marco e dove viveva mia nonna e poi è nata mia madre. 

    Pertanto ciò che chiedevo era un suggerimento su come poter effettuare un controllo sull’elenco degli ufficiali del San Marco di stanza alla caserma “Bafile” di Pola tra il 1935 e il 1937 e impiegati nella guerra di Etiopia.
    Purtroppo la mia richiesta al Persomil non ha potuto avere seguito per mancanza di un cognome e l’Ufficio Storico della Marina mi ha risposto di non disporre dei dati sui nominativi dei militari. Anche il Battaglione San Marco sembra non possedere tali dati.
    È solo a questo punto che mi sono permesso di rivolgermi a lei, avendo avuto modo di apprezzare il suo seguitissimo blog.
    Se potesse indicarmi una via per poter accedere a tali informazioni le sarei molto grato, senza che lei debba impiegare il suo tempo.
    In ogni caso la autorizzo senz’altro a pubblicare le foto e la nostra corrispondenza nel suo blog “La voce del marinaio”, nella sezione che mi indicava.
    Oltre a poter produrre qualche informazione, potrebbe anche servire a qualcuno a riconoscere gli altri soldati in esse ritratti. E, non ultimo, mi sembrerà così di far tornare mio nonno a far parte a quella comunità di militari del mare a cui aveva scelto in vita di appartenere.
    La ringrazio davvero sentitamente dell’attenzione al caso che le ho sottoposto e dell’attività che svolge con tanta passione e partecipazione con il suo blog.
    7.11.2023 ore 21.14

    Buongiorno sig. Giuntoli,
    secondo me non esiste alcun elenco del personale San Marco di stanza alla caserma “Bafile” di Pola tra il 1935 e il 1937 e impiegati nella guerra di Etiopia.
    Possono esserci documenti vari con indicati qualche nome all’Ufficio Storico della Marina Militare. Occorre in tal senso andare personalmente, tramite prenotazione.
    L’Ufficio Storico, per la consultazione di tutta la documentazione, è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì previo appuntamento telefonico ai nr. 06/36807233 oppure 06/36807227 (per l’Archivio Storico) – 06/36807234 (per l’Archivio Fotografico).
    L’Ufficio Storico, come tutti gli istituti dello Stato in possesso d’archivi, non effettua ricerche per conto terzi.
    Non appena possibile pubblicherò mail e foto nell’augurio  che qualcuno ci possa dare utili informazioni.
    Le mando una mail del link appena publico.
    Pancrazio “Ezio”
    8.11.2023 ore 11.00

    Buongiorno sig. Vinciguerra,
    la ringrazio della sua risposta. Speravo che potessero esistere archivi del personale militare a cui attingere le informazioni che mi stavano a cuore. Nel frattempo consulterò il libro che mi ha indicato, alla ricerca di qualche dato che mi aiuti a collocare storicamente la vicenda umana di mio nonno. Credo che sarebbe di consolazione a mia madre, ormai anziana, avere qualche notizia del padre che non ha mai conosciuto.
    La ringrazio anche per la futura pubblicazione nel suo blog delle foto e della nostra corrispondenza. Lei sta facendo un lavoro importante per la nostra memoria individuale e collettiva, di cui dobbiamo tutti esserle grati.
    Anche se non ci conosciamo, le mando un caloroso abbraccio.
    8.11.2023 ore 11.29

    Buonasera signor Vinciguerra,
    o vorrei chiamarla semplicemente Ezio, se permette, perché lei si è subito comportato con me come una persona amica. Ho immediatamente aperto il suo blog e, oltre a ringraziarla dell’attenzione e del tempo che ha dedicato alla mia richiesta, non posso nasconderle l’emozione e la commozione nel vedere pubblicate le foto di quel nonno, di cui non ho mai saputo niente. Coltivo davvero la speranza che magari qualcuno possa riconoscerlo o riconoscere i militari presenti con lui nella foto. Non mi rassegnerò comunque, in linea col carattere dovuto al mio sangue fiorentino e istriano, e cercherò ogni via possibile che possa farmi avere qualche notizia su di lui.
    In ogni caso desidero ancora esprimerle la gratitudine mia, di mia sorella e di mia madre.
    8.11.2023 ore 20.41.

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    21.3.2019, Luigi Maldera

    di Pietro Serarcangeli (*)
    https://www.facebook.com/pietro.serarcangeli?fref=nf

    Il 21 marzo 2019 il Capitano di Corvetta Luigi Maldera, dopo lunga e tremenda malattia, salpava per la Sua ultima missione lasciando nel dolore la Sua Famiglia.
    Oggi ricordiamo Luigi, che possa riposare in pace tra le braccia di Nostro Signore.
    Ciao Luigi.

    Si consiglia la lettura del seguente link
    https://www.lavocedelmarinaio.com/2015/08/pratica-amianto-le-daremo-tutta-lassistenza-possibile/