C'era una volta un arsenale che costruiva navi

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    25.3.1918, viene affondata la regia nave Partenope

    di Antonio Cimmino

    Banca della memoria - www.lavocedelmarinaio.com
    A TOMMASO ATTANASIO

    …a Castellammare di Stabia c’era un arsenale che costruiva navi, e adesso?

    Antonio-Cimmino-per-www.lavocedelmarinaio.com_1Il regio incrociatore Partenope fu varato nel cantiere navale di Castellammare di Stabia il 23 dicembre 1889.
    Nel 1906 venne trasformato, con sostanziali modifiche anche allo scafo, in posamine con combustione a nafta.
    L’11 maggio 1908 l’unità, in navigazione verso Genova (Capitano di Corvetta Galeazzo Somma Picenardi), fu interessato ai primi esperimenti di radiotelefonia con apparati ideati e messi in opera dall’americano Lee de Forest (inventore del triodo).
    Partecipò alla guerra italo-turca del 1912.

    All’inizio del 1° conflitto mondiale, al comando del Capitano di Corvetta Civalleri era di stanza a Taranto. Durante il conflitto svolse missioni a Tripoli, Durazzo, Valona, Santi Quaranta.
Nel 1918, al comando del Tenente di Vascello Ernesto Urso, ebbe l’incarico di proteggere il traffico navale tra Napoli e Biserta.
    Il 25 marzo del 1918, al largo di Biserta, la nave fu affondata da un siluro del sommergibile tedesco UC-67 al comando di Karl Otto Helmuth von Rabenau.

    25.3.1918 Tommaso Attanasio - www.lavocedelmarinaio.com copia

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    23.3.1919, varo della regia nave Palestro

    di Carlo Di Nitto

    Il regio cacciatorpediniere Palestro, classe omonima, dislocava 1180 tonnellate a pieno carico. Costruito nei Cantieri Orlando di Livorno, era stato impostato il 12 aprile 1917, varato il 23 marzo 1919 ed era entrato in servizio il 26 gennaio 1921.
    Poco dopo l’entrata in servizio, il 3 marzo 1921, fu inviato ad Antibes (Francia) per trasportare in Italia la salma di Re Nicola del Montenegro e la famiglia reale.
    Aggregato alla Divisione Navi Scuola, fu poi prevalentemente destinato a Livorno per lavori ed esercitazioni degli allievi dell’Accademia Navale.
    Dal luglio 1924 entrò a far parte dell’Armata Navale svolgendo normale attività addestrativa e di squadra nel Tirreno, toccando anche acque libiche e greche.
    Nel 1929 e nel 1930, fu inviato in missione in Turchia, in acque albanesi e nel Dodecaneso con altre unità di squadra.
    Dal 1931 al 1934 esplicò modesta attività locale e crociere in acque libiche, del Medio Oriente e delle isole italiane dell’Egeo.

    Nel 1935 fu inviato in Mar Rosso dove fu molto attivo. Quindi rientrò in Mediterraneo, nelle acque della Cirenaica dove fece base a Tobruk per circa due anni.
    Ritornato in Italia, il 1° ottobre 1938 fu declassato a torpediniera e destinato a Venezia dove esplicò discreta attività dipartimentale in Alto Adriatico.
    Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale venne impiegato nella difesa del traffico con l’Albania e missioni antisom nel Basso Adriatico.
    Il 22 settembre 1940, verso mezzogiorno, era partito da Durazzo di scorta a tre piroscafi diretti a Bari. Alle ore 18.20 furono avvistate tre scie di siluri lanciati dal sommergibile inglese “Osiris”. La pronta manovra non riuscì tuttavia ad impedire che uno degli ordigni scoppiasse all’altezza della plancia, spezzando la nave in due. La parte prodiera affondò immediatamente abbattendosi sulla dritta, mentre la poppiera si inabissò dopo circa quattro minuti.
    Erano le ore 18.30. Nell’affondamento persero la vita 72 Marinai.
    Il suo motto fu “Qui vi è gloria per tutti”, frase pronunciata nel 1859 dal re Vittorio Emanuele II durante la battaglia di Palestro.
    ONORE AI CADUTI !

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    23.3.1913, varo della regia nave Caio Duilio

    a cura Antonio Cimmino

    … a Castellammare di Stabia c’era una volta un arsenale che costruiva navi, e adesso?

    Cantiere navale di Castellammare di Stabia – anno 1913.

    Allestimento regia nave da battaglia Caio Duilio varata il 23 marzo 1913 (ammodernata tra il 1937 e il 1940 ed in servizio fino al 1955).

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    23.3.1846, varo della pirofregata Carlo III

    di Antonio Cimmino

    …a Castellammare di Stabia c’era un arsenale che costruiva navi, e adesso?

    La pirofregata a ruote Carlo III, varata a Castellammare di Stabia il 23 marzo 1846, la sera del 4 gennaio 1857, mentre era in rada a Napoli in partenza per Palermo, improvvisamente prese fuoco e scoppiò il suo carico di munizioni e polvere da sparo, provocando la morte di 38 uomini dell’equipaggio.

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    21.3.1886, varo della regia nave Vesuvio

    di Carlo Di Nitto

    Il regio ariete torpediniere (incrociatore) Vesuvio, classe “Etna”, dislocava 3797 tonnellate a pieno carico. Fu varato il 21/03/1886 presso i Cantieri Navali Orlando di Livorno. Classificato in un primo momento come “nave da battaglia di 4a classe”, era dotato inizialmente di velatura aurica su due alberi. Nel tempo venne sottoposto a rimodernamenti e modifiche che ne variarono aspetto ed armamento.
    Entrò in servizio il 16/03/1888 e svolse inizialmente attività di squadra e compiti di rappresentanza, alternando frequentemente il servizio attivo con periodi passati in disponibilità e riserva.
    Nel 1897 fu destinato a Creta per tutelare gli interessi nazionali nelle acque del levante. In quel contesto, vennero utilizzati suoi reparti di marinai in operazioni di sbarco.
    Nel 1900 fu destinato alla Forza Navale Oceanica in Estremo Oriente e partecipò a numerose operazioni e missioni in Cina durante la famosa rivolta dei “Boxers”. Vi rimase per circa due anni contribuendo al mantenimento dell’ordine ed alla protezione delle concessioni europee.
    Tornato in Italia, nel periodo 1903 – 1905 fu sottoposto a grandi lavori allo scafo e all’apparato motore.
    Nel 1906 fu nuovamente destinato in Estremo Oriente. Stazionario a Shangai vi rimase fino al 1908.
    Il 10 gennaio 1909 lasciò Hong Kong per rimpatriare. Nel viaggio di ritorno effettuò una lunga crociera nell’Oceano Indiano e nel Mar Rosso toccando i principali porti.
    L’8 giugno 1909 giunse a Venezia e tre giorni dopo fu messo in disponibilità.
    Il 18 ottobre successivo fu posto in disarmo.
    Venne radiato l’11/05/1911 a La Spezia. Lo scafo fu rimorchiato prima a Brindisi (1912) e poi a Taranto (nel 1915), dove fu trasformato in deposito munizioni galleggiante. Qualche tempo dopo fu avviato alla definitiva demolizione.

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    21.3.1879, entra in servizio la regia nave Luigi Verde

    La regia nave cisterna per acqua “Luigi Verde”, classe “Pagano”, dislocamento 1454 tonnellate, fu costruita nei cantieri “Orlando” di Livorno. Varata il 12/07/1877, entrò in servizio il 21/3/1879.
    Le fu assegnato il nome di Luigi Verde, ufficiale medico capo – squadra che, imbarcato sulla corazzata “Re d’Italia”, scomparve il 20 luglio 1866 durante la Battaglia di Lissa per l’affondamento dell’unità, speronata dalla corazzata austriaca “Ferdinand Max”.
    Luigi Verde fu un uomo di scienza che tanto si era prodigato per la cura e lo studio delle malattie tipiche della gente di mare (avitaminosi, scorbuto, tifo e paratifo).
    Questa nave fu adibita sempre a servizi ausiliari di rifornimento acqua alle navi di squadra e, per qualche tempo, venne destinata agli stessi compiti ma nelle turbolente acque coloniali del Mar Rosso, come dimostra la pitturazione bianca che la distingue in questa foto.
    Nel 1921 venne rinominata “Malamocco”.
    Fu radiata il 21/08/1924.


    Biografia
    Luigi Verde nacque il 16 luglio 1816 da Pietro e Isabella Zanetti ambedue appartenenti ad agiate famiglie di Bosco Marengo (Alessandria). Diplomato in Chirurgia nel luglio del 1831 (si trattava del Baccellierato, primo titolo per il conseguimento della laurea) e laureato in Medicina nel maggio del 1839. Luigi Verde scelse di servire il proprio Paese arruolandosi nella Real Marina in qualità di Chirurgo Supplente provvisorio il 16 febbraio del 1842.

    I primi imbarchi: la campagna nel Pacifico della R.N. Eridano
    Nella Real Marina sarda Luigi Verde si trovò subito in un ambiente adatto a consolidare i suoi entusiasmi: strutture organizzative efficienti, buona qualità navi e degli equipaggi, un lavoro a lui congeniale da cui via via otterrà ampi riconoscimenti. Il 4 aprile del 1842 s’imbarcava sulla fregata Euridice che dislocava 1.440 tonnellate, aveva un equipaggio di 339 uomini e 60 cannoni.
    L ‘unità era diretta nell’ America meridionale per la protezione delle colonie commerciali liguri e toccò i porti di Rio de Janeiro e Montevideo, stazionandovi a lungo. Lasciò l’unità il 7 gennaio del 1844 per imbarcare sul brigantino Eridano di 450 tonnellate, da poco giunto a Buenos Aires, comandato dal conte Carlo Pellion di Persano, che stava per iniziare un’impegnativa crociera nell’Oceano Pacifico. Certo questa fu per lui un’ esperienza di notevole peso formativo: la vita in mare educa alla convivenza in spazi limitati, apre la mente alla curiosità per genti e paesi sconosciuti, suggerendo confronti; per i medici poi è un impegno personale diretto ad affrontare i problemi sanitari e psicologici che si possono presentare a bordo, nei modi e nelle forme più svariate. Il bastimento a vela Eridano richiedeva un maggiore impegno sia per le manovre sia per i lunghi tempi di permanenza in mare e doveva altresì affrontare delle realtà ben diverse da quelle delle navi a vapore, soprattutto nel viaggio in Pacifico, lontano da qualsivoglia struttura ospedaliera terrestre.
    Il problema sanitario a bordo e la campagna navale in Adriatico del 1848-1849
    Occorre precisare che le dotazioni sanitarie di bordo dei vascelli del Regno sardo erano considerevoli, la gamma dei farmaci molto ampia. Molto dettagliate erano le norme sull’igiene dei locali, la conservazione dell’acqua potabile e il confezionamento dei cibi. In quel tempo, durante le traversate, due in particolare erano le malattie legate all’ambiente di bordo assai temute: lo scorbuto e le cosiddette “febbri putride”. Lo scorbuto insorgeva in conseguenza della protratta mancanza di viveri freschi nelle lunghe navigazioni senza possibilità di scalo intermedio per il conseguente deficit alimentare della vitamina C, le cui proprietà erano allora poco conosciute.
    La malattia si manifestava con infiltrazioni emorragiche dei tessuti, caduta dei denti, dimagrimento, grande stanchezza, inappetenza e facilità di infezioni che portavano poi non infrequentemente alla morte. Le “febbri putride” erano in realtà febbri di tipo tifoide (le attuali salmonellosi) o il vero e proprio tifo (definito allora febbre maligna pestilenziale).
    Questa patologia era favorita dalle scadenti condizioni igieniche, dalla impropria conservazione dell’ acqua e degli alimenti, dalle stesse carenze vitaminiche, dalla promiscuità abitativa favorente il contagio e da altri fattori concomitanti quali l’ ambiente climatico. Dalle relazioni del comandante della nave non emergono episodi sanitari di rilievo, circostanza fortunata ma attribuibile anche all’attente vigilanza sull’igiene di bordo e sulla salute dell’equipaggio che era specifico compito del sanitario responsabile. Tra il marzo del 1846 ed i primi di maggio dell’anno successivo Luigi Verde, promosso chirurgo di 2a classe ed ormai effettivo in Marina fu destinato sui piroscafi Archimede, Gulnara (adibito in quel periodo al Servizio Postale di Stato tra Genova e la Sardegna) e Tripoli.
    L’imbarco sulla fregata San Michele dal 14 maggio 1847 al 26 0ttobre del 1849 costituì il primo dei tre periodi decisivi della sua vita. La nave, al comando del capitano di vascello Giorgio Mameli, dopo aver compiuto una crociera verso i mari del nord toccando i porti di Malaga, Brest, Copenhagen, Kronstdat, Stoccolma e sulla via del ritorno Falmouth, venne destinata ad operare in Adriatico insieme ad altre unità per la difesa di Venezia insorta.
    L’armistizio di Salasco nell’agosto del 1848 costrinse le unità a ritirarsi in Ancona dove rimasero inattive fino all’aprile de1 1849. Dopo la prima guerra d’indipendenza, Verde, nominato chirurgo di 1a classe, si imbarcò prima sul piroscafo Authion, un avviso a ruote che espletava Servizio Postale di Stato, e poi nel giugno del 1851 sulla R. fregata Des Geneys, che effettuò una crociera nel Mediterraneo centrale toccando i porti di Malta, Tunisi, Golfo Palmas, Cagliari e Genova. La promozione a medico di fregata di 2a classe (15 luglio 1853) lo vide prima impegnato quale capo servizio sanitario sulla R.Nave Eridano che compì in quel periodo una crociera di istruzione, successivamente sulla R. pirofregata Costituzione.
    La guerra di Crimea – Luigi Verde diventa Capo del Corpo Sanitario
    Luigi Verde sbarcato dalla Costituzione, il 20 febbraio del 1855 venne assegnato sulla R. pirofregata Governolo. L’unità al comando del capitano di fregata Giovanni Battista Albini era pronta a fare rotta per la Crimea assieme ad altri 16 vascelli che componevano la Divisione navale, che avrebbe partecipato alla guerra della Russia contro la Turchia a fianco degli alleati di quest’ultima insieme ai francesi ed agli inglesi. I nemici più pericolosi per gli alleati nella Campagna di Crimea non furono i russi ma le malattie: colera, dissenteria, scorbuto, tifo, vaiolo, congelamento, fortissima mortalità post-operatoria (72%). Basti pensare che su 309.000 effettivi vi furono 95.000 decessi. Anche in campo italiano alta fu la mortalità per queste malattie e Luigi Verde anche in quella circostanza fu chiamato a dare prova della sua professionalità ad abnegazione nella assistenza e nella cura degli ammalati e dei feriti.
    Sempre intento ad unificare le varie parti del servizio marittimo, per informarle ad un solo concetto, e desideroso di fondere prontamente i personali provenienti dalle nuove Provincie con quelli che già esistevano nell’antica Marina dello Stato, il riferente provvide perché fosse data opera anche al riordino del Servizio e del Personale sanitario marittimo conforme alle nuove condizioni in cui trovasi la Marina dello Stato, posciachè le varie parti d’Italia, ed in specie quelle del mezzodì convennero al consorzio delle Provincie sorelle, e una nuova era spuntò per la Marina italiana“.
    Così inizia la relazione di Cavour a S.M. il re Vittorio Emanuele II sul nuovo Ordinamento del Corpo e del Servizio Sanitario per la Real Marina, approvato poi con Regio Decreto il 1° aprile 1861. Il nuovo Ordinamento istituiva la figura apicale di Ispettore (che faceva parte del Consiglio Superiore Militare di Sanità) e Luigi Verde ne assunse l’incarico il 1° gennaio 1862. Il 21 aprile dello stesso anno il Servizio Sanitario della Marina veniva reso completamente indipendente da quello dell’Esercito.
    Imbarcato sulla corazzata “Re d’Italia”, scomparve il 20 luglio 1866 durante la Battaglia di Lissa per l’affondamento dell’unità, speronata dalla corazzata austriaca “Ferdinand Max”.