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    Giuseppe Micheli (30.3.1823 – 1.4.1883)

    a cura Antonio Cimmino

    – BANCA DELLA MEMORIA PER NON DIMENTICARE MAI – 

    GIUSEPPE MICHELI - www.lavocedelmarinaio.comGIUSEPPE MICHELI 1.4.1823 - 1.4.1883) - www.lavocedelmarinaio.com

    Commemorazione di Giuseppe Micheli alla Camera dei Deputati il 5 aprile 1883
    Ferdinando Acton, ministro della marineria. In nome del Governo ed in quello della marineria, mi associo ai sentimenti di cordoglio… dell’onorevole Giuseppe Micheli.. .. Autore ed esecutore di parecchie fra le più belle navi della marina del passato, singolarmente pregiate per sveltezza ed eleganza di forme e per eccellenti qualità nautiche, il commendatore Micheli aveva ultimato, poco prima che lo cogliesse la grave malattia che lo ha tratto al sepolcro, i piani sui quali vengono costruite nei nostri arsenali le tre navi da guerra di l a classe: Andrea Doria, Francesco Morosini e Ruggero di Lauria. Sono del pari suoi i disegni delle due cannoniere, l’Andrea Provana ed il Sebastiano Veniero che sorgeranno sugli scali della sua nativa Livorno…. Amava d’immenso affetto la marineria, e ne era cordialmente ricambiato… A lui morte immatura non ha lasciato il conforto di vedere sul mare quelle navi che saranno frutto dei suoi lunghi e pazienti studi. Ma gli avrà sorriso nell’ora estrema il pensiero che ben cinque cantieri sono intenti ad attuare i suoi disegni, avrà con compiacenza pensato che la sua memoria durerà per lungo tempo nella marineria, la quale è sempre stata custode gelosa del nome di quanti concorsero alla sua gloria. Rispondo poi all’onorevole Nicotera, che qualora lo stato di servizio prestato dal compianto onorevole Micheli, non sia sufficiente pel conferimento della pensione alla vedova, il Ministero provvederà sul fondo dei casuali, che sono inscritti in bilancio, a sostituire la pensione che dovrebbe essere accordata.

    Morosini
    Costruita su progetto dell’Ispettore del Genio Navale Giuseppe Micheli costituiva una classe di tre unità, insieme alle gemelle Ruggero di Lauria e Andrea Doria, mutuata, con alcune migliorie, dalla classe Caio Duilio. La vita operativa della R.N. Francesco Morosini la vide particolarmente attiva all’interno del bacino Mediterraneo e segnatamente nel bacino orientale dove venne chiamata ad intervenire anche a causa dei torbidi verificatisi nell’isola di Creta. Prima di essere posta in disarmo all’unità venne richiesto di effettuare alcune sperimentazioni in ordine agli effetti prodotti dalla concussione prodotta dai grossi calibri sulle strutture della nave. Dopo avere regolarmente eseguito, in data 6 settembre 1907, i test richiesti, la R.N. Francesco Morosini venne quindi posta in disarmo il giorno 11 dello stesso mese ed infine radiata con Regio Decreto del 3.08.1909.

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    Caracciolo
    Impostata nell’ottobre 1865 nei cantieri di Castellammare di Stabia come Brillante e varata con questo nome il 18 gennaio 1869, la pirocorvetta venne ribattezzata Caracciolo sempre nel 1869, poco tempo dopo varo, e fu completata il 20 luglio. Progettata dal generale ispettore del Genio Navale Giuseppe Micheli, la nave aveva scafo in legno con carena ricoperta di rame e tre alberi a vele quadre.
    Piuttosto ridotto era l’armamento, composto da sei cannoni cerchiati in ferro, a canna rigata ed avancarica, da 160 mm, disposti sul ponte di coperta.

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    Ruggiero di Lauria
    La vita operativa della R.N. Ruggiero di Lauria la vide partecipare nel corso del 1895 alla inaugurazione del Canale di Kiel quale rappresentante, unitamente ad altre unità della flotta, della Regia Marina Italiana.
    Nel corso del 1897 prese parte alle operazioni internazionali nelle acque di Creta cooperando al blocco dell’isola e partecipando, con i suoi reparti da sbarco, ad azioni terrestri. In particolare dall’1 al 10 marzo stazionò a Hierapetra difendendola dagli attacchi degli insorti e dei soldati greci. Posta in disarmo il 1.02.1907 l’unità venne quindi radiata dai quadri del naviglio militare con Regio Decreto dell’11.11.1909.

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    Fino al 31.3.2015 a La Spezia “Crypto parole (s)velate”

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    Ezio Pancrazio  Vinciguerra (www.lavocedelmarinaio.com)Fino al 31 marzo 2015 presso il Museo Tecnico Navale di La Spezia sarà possibile visitare la mostra “Crypto Parole (s)velate”.
    La mostra coordinata dai Centri di Telecomunicazioni ed Informatica della Marina Militare, la Scuola di Telecomunicazioni delle FF.AA. di Chiavari e l’associazione Rover Joe, si propone di rendere più comprensibile il mondo della crittografia presentando, per l’occasione, l’esposizione di
    diciassette macchine cifranti del secolo scorso e la riproduzione di dieci cifrari storici.
    La mostra può essere visitata dalle ore 08.30 alle ore 19.00 al costo di € 1.55 con l’ausilio di personale preposto pronto per rispondere alle domande dei visitatori.

    Cripto parole (s)velate mostra fino al marzo 2015 presso il museo tecnico navale di La Spezia - www.lavocedelmarinaio.com

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    La Battaglia di Santa Maria

    di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

    …il poderoso forte di Santa Maria, costruito tra il 1566 ed il 1572 dai genovesi, fu certamente la struttura militare più sicura ed importante dell’800, un caposaldo difficile da espugnare.

    Ezio Pancrazio  Vinciguerra (www.lavocedelmarinaio.com)Un pugno di eroi, asserragliato in una fortezza, difende il proprio onore…
    La disperata difesa di un baluardo. L’inganno di pochi soldati a cui fu chiesto di fermare un’armata, il coraggio di un comandante e l’astuzia bellica di un ufficiale inglese….no non sono le trame di un romanzo, ma sono i fatti storici che duecento anni fa sconvolsero la costa di ponente del Golfo della Spezia.
    Il poderoso forte di Santa Maria, costruito tra il 1566 ed il 1572 dai genovesi, fu certamente la struttura militare più sicura ed importante dell’800, un caposaldo difficile da espugnare e strategico per la difesa del golfo. Proprio per questo in due occasioni le armate francesi, in fuga dalle coalizioni antinapoleoniche che risalivano l’Italia, utilizzarono questa fortezza come estremo baluardo di difesa. In entrambi i casi, nel 1799 e nel 1814, dovettero soccombere all’assedio che gli era stato posto da terra e dal mare; ed in entrambi i casi fu risolutiva l’azione della flotta da guerra Copia di 28-29.3.2014 la battaglia di s.maria - www.lavocedelmarinaio.cominglese. Il fatto d’armi più importante fu certamente quello del 1814. A presidio del golfo, per ritardare l’avanzata degli alleati contro Napoleone, venne lasciato solo un piccolo drappello di uomini nel forte di Santa Maria con l’ordine di coprire la ritirata. Solo 68 soldati con pochi cannoni a disposizione e con un organico inutile per poter gestire efficacemente l’artiglieria di cui la postazione disponeva, arroccati contro forze preponderanti. Il forte che disponeva generalmente di una piccolissima guarnigione francese, poche decine di uomini, con scarse provviste e munizioni www.lavocedelmarinaio.comdovette vedersela contro oltre 5 mila uomini armati ed almeno 25 navi da guerra armate con centinaia di cannoni. I francesi resistettero nove giorni, alla fine si arreso dopo aver trattato una “disfatta onorevole”. Gli inglesi, sbarcati al Varignano Vecchio, prima diedero ai francesi l’onore delle armi, poi compreso l’esiguo numero di combattenti presente nel forte decisero di non farli prigionieri, ma di dar loro un salvacondotto e con una nave, da soldati liberi, li mandarono in Francia. Questa battaglia porto alla definitiva conquista del golfo della Spezia da parte delle forze antinapoleoniche. Era il marzo del 1814.