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17.9.1909, la cronaca di una esercitazione di sbarco

Ricerca storica e foto a cura Carlo di Nitto

Da un vecchio articolo pubblicato il 17 settembre 1909.


“Le operazioni di sbarco nelle esercitazioni navali. –
Gaeta, 16, ore 20
Alle ore 15 di ieri il Re si imbarcò sulla Roma ove trovavansi il comandante in capo della squadra e il capo di stato maggiore della marina.
La forza navale usci al largo dividendosi in due parti di eguale forza e velocità differente. L’azione cominciò alle 16.30 alla distanza di 20 Km, dalla quale, con opportune manovre preparatorie, i due partiti raggiunsero il contatto balistico: da questo momento i movimenti si alternarono rapidissimi, mutando la situazione in modo interessante.

L’azione riprodusse mirabilmente le condizioni in cui sarebbero venute successivamente, rapidamente, a trovarsi le due parti. Quando si giudicò fosse da assegnarsi ad una di esse una certa preponderanza tattica, la esercitazione venne terminata. Il Re rientrò a Gaeta sul Roma, che procedette a grande velocità e la forza navale riprese ancoraggio alle 19.30.
Il Re assistette stamane presso Vendicio alle manovre delle compagnie da sbarco, che passò poi in rivista in piazza d’armi. Il Re fece quindi ritorno a bordo del Pisa fra calorose acclamazioni della popolazione.
Alle ore 17.30 d’oggi il Re e il Duca di Genova sbarcarino a Formia, ove erano attese dal capo di stato maggiore della marina, dal comandante in capo la forza navale, dall’ammiraglio comandante in capo il secondo dipartimento, dai contrammiragli comandanti le divisioni, dal generale comandante la brigata Modena. Dalla Margherita, dalla Brin, dalla Elena, dalla Vittorio Emanuele, dalla Napoli, trasbordarono nelle rispettive imbarcazioni le forze di sbarco per prendere parte alla esercitazione, il cui presupposto era il seguente:

la forza navale è riuscita a far tacere i forti di Gaeta; la piazza però non si è ancora arresa: sono giunti alla rada trasporti recanti un grosso reparto di truppe: per esse necessita preparare un punto di sbarco nell’intendimento di stabilire tra Formia e Gaeta una prima base di operazione dalla quale le truppe opereranno contro la piazza di Formia allo scopo di ottenerne la capitolazione. Le forze di sbarco della squadra sono incaricate di intercettare le vie, le comunicazioni ferroviarie e stradali, conducenti alla piazza investita, quindi occupare la via che conduce ai centri importanti del nodo stradale e sbarazzare preventivamente il terreno da possibili difensori e opporsi alle sortite della guarnigione, tenendo fermo, sino all’arrivo delle truppe il cui sbarco si inizierà appena sgombrato il terreno.
Le forze di sbarco, comandate dal capitano di fregata, Ginocchio, erano costituite di due compagnie di fanteria con una sezione di quattro mitragliere ognuna, da una batteria di quattro pezzi da fortezza con retrotreni portanti 72 collo per pezzo, da due reparti minatori e guastatori, da un reparto ciclisti e dal necessario carreggio.

Lo sbarco dei marinai si è effettuato in pochi minuti sulla spiaggia tra Elena e Formia; le artiglierie più a ponente, la fanteria più a levante dello stabilimento Vindicio. Le due compagnie, appena sbarcate, occuparono la strada litoranea e proseguirono, fiancheggiate opportunamente, verso Cipro, coprendo con fucilieri in catena sulle alture lo sbarco dell’artiglieria, protetto altresì dal fuoco delle navi della squadra. Sbarcata l’artiglieria il grosso si incolonnò sulla strada conducente a Itri, mentre i colli adiacenti e la strada di Formia – Itri erano percorse da fiancheggiatori. Un reparto minatori fu distaccato verso il viadotto che cavalca il vallone, nel cui fondo ò incassata la strada provinciale Gaeta – Terracina e su cui passa la linea ferroviaria Gaeta – Formia, e ne simulò la distruzione.

Il Re dall’alto del viadotto assisté al passaggio delle truppe, che, supposta finita l’operazione, partirono verso il mare, e, dopo aver sfilate subito davanti al Sovrano, si imbarcarono tornando a bordo alle 11,30“.

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