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31.8.1943, Raimondo Restivo

di Raimondo Restivo (*)

(Savona, 30.3.1922 – 31.8.1943)

ricevemmo e con immenso orgoglio e grande commozione pubblichiamo.

Ciao Ezio,
Raimondo Restivo, mio zio, era nato a Savona il 30 marzo 1922. Di lui sappiamo che è stato imbarcato sul regio sommergibile Barbarigo  in qualità di radiotelegrafista. Dopo varie missioni, perdeva la vita con il resto dell’equipaggio nel 1943 a causa dell’affondamento da parte di unità della marina britannica. 
Caro Ezio ho omesso altre informazioni di carattere personale perché penso che siano comuni a molti giovani di quel periodo …fammi sapere se va bene.

Ciao Raimondo carissimo e stimatissimo,
innanzitutto grazie per averci reso partecipe di questa commozione “comune a molti giovani di quel periodo” ma che noi non dimentichiamo e li celebriamo nella banca della memoria per non dimenticare il loro sacrificio.
Grazie anche per il tuo impavido e misericordioso cuore fraterno di Marinaio per sempre.
Ezio


Il regio sommergibile Barbarigo
a cura Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Sul tragico destino del regio sommergibile Barbarigo ci sono ancora tante cose da scrivere, che non si conoscono, che pongono quesiti…
L’unica certezza è che con il sommergibile scomparvero il comandante De Julio, 6 altri ufficiali e 52 fra sottufficiali e marinai.
Costruito presso i Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone, fu impostato il 6 febbraio 1937, varato il 12 giugno 1938 e consegnato il 19 settembre dello stesso anno
Il Barbarigo faceva parte del secondo gruppo di battelli destinati al Giappone unitamente ai regi sommergibili Torelli e Cagni. Salpò il 16 giugno 1943 con a bordo tre militari italiani destinati alla base in estremo oriente, e 130 tonnellate di materiale bellico. Al ritorno, il carico avrebbe incluso 110 tonnellate di gomma e 35 tonnellate di stagno, costringendo il battello al rifornimento di carburante in mare.
Alla fine della navigazione lungo la rotta di sicurezza in compagnia del Torelli, i due battelli si separarono. Il Barbarigo non diede più notizie e si può desumere che sia andato perduto a causa d’avaria, mina o forse azione bellica nemica, anche se quest’ultima ipotesi non può essere confermata dalla documentazione alleata.
Terminò così la vita operativa di uno dei più famosi, anche se controversi battelli della flotta atlantica. (BETASOM).
In base agli accordi con la Marina germanica, il Barbarigo fu destinato, nella primavera del 1943, ad essere trasformato in unita trasporto materiali strategici. Ultimata la trasformazione e al comando del tenente di vascello Umberto De Julio, il 16 giugno salpò da Bordeaux per Singapore con 130 tonnellate di materiali e 5 miliardi di Lire. Dopo la partenza, non diede più sue notizie. Si ritiene che l’unità sia affondata tra il 16 ed il 24 giugno, in un punto sconosciuto dell’Atlantico, per cause ignote. Non ci furono superstiti.
E’ stato verosimilmente affondato il 19 giugno 1943 da aerei dell’USAAF.
Fu radiato il 18 ottobre 1946.

Bibliografia consigliata
– I sommergibili negli Oceani, Ufficio Storico della Marina Militare – Roma 2002.
– I sommergibili italiani, Ufficio Storico della Marina Militare – Roma 1963.
– La Marina e l’8 settembre, Ufficio Storico della Marina Italiana – Roma 2002.
– Storia della Marina – Fabbri Editore Milano 1978.

(*) di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

(Savona, 18.12.1948 – Moncalieri, 27.3.2019)

Ciao Raimondo,
con la tua amicizia e la quotidiana compagnia, i tuoi commenti sempre pertinenti, mi/ci hai insegnato che l’ascolto è come fare un viaggio in mare.
I marinai, è risaputo, amano viaggiare, e tu che oggi salpi per la tua missione, per attraccare la barca nel porto della misericordia dell’Altissimo, ci hai spronato ad interagire con altre culture, e grazie ai tuoi suggerimenti siamo diventati più tolleranti a tutto, tranne che alle inutili tentazioni.
Ci hai insegnato ad osservare bene, in ogni latitudine e longitudine nel mondo, i nostri difetti, affermando che non ci sarebbe più tempo per trovare quelli degli altri e che non ci sarebbe più motivo per fare le guerre.
Hai lasciato una scia indelebile in questa navigazione terrena e noi vogliamo ricordarti in quella banca della memoria dei Marinai di una volta, dei marinai per sempre, che tu hai sempre sostenuto.

Adesso sono certo che ti incontrerai con tu zio Raimondo (*) e da lassù pregherete e veglierete su noi.
Riposa in pace fra i flutti dell’Altissimo. Sentite condoglianze alla Famiglia.
Ezio

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