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2.6.1985, la Madonna dei Sommergibilisti Italiani

di Giorgio Gianoncelli e Ciro Laccetto (*)

Prigioniera in Francia, poi in Italia,
infine libera è venerata a Maricosom di Taranto

“Num de Madon gh’nem doo, v’ouna in’sul Dom e l’altra a Betasom”.
(Dai sommergibilisti milanesi reduci di “Betasom)

Nessuno potrà mai negare che i marinai per quanto religiosamente pigri, oltre alle stelle luminose in cielo, lassù, non abbiano anche un Santo di riferimento; non visibile, ma intimo, del quale tengono nel portafogli l’immagine consunta accanto a quelle della mamma e della morosa. L’uomo manifesta la sua fede nello spirito celeste nei momenti in cui è chiamato a dare se stesso per una causa comune e nel caso d’entrata in crisi della politica tra Nazioni, i soldati chiamati a difendere gli interessi di tutti hanno il loro punto di forza morale nella triade Mamma, Dio e Patria.
È così che i sommergibilisti di “Betasom, per essere tutti uniti nell’ascesa spirituale al cielo dopo il ritorno dalle missioni negli abissi dell’Atlantico, hanno ideato di raccogliersi a protezione sotto il manto celeste della Madonna in cielo. Raccolti i soldi da tutti gli Equipaggi (31), comprano un artistico simulacro di Madonna con Bambino in braccio alla cui base c’è la scritta “La Sainte Vierge” e firmata dallo scultore Garcia Serras. La statua è affidata al Cappellano della Base, il Gesuita Padre Carlo Messori Roncaglia, che subito impartisce la Santa benedizione e la ribattezza come da volontà dei sommergibilisti:
“La Madonnina di Betasom”.
Con il cataclisma militare dell’8 settembre 1943 i francesi sequestrano la base navale con tutto quello che c’è compresi gli arredi sacri della Cappella. Da allora sulla sorte della “Madonnina di Betasom” è calato il silenzio e come internata in campo di prigionia anche Lei segue le sorti dell’armistizio.
Al termine della guerra, con il rientro dei reduci di “Betasom” dalle loro sorti, negli ambienti associativi tra i ricordi raccontati negli incontri cominciano a chiedersi e chiedere dove mai sia finita la loro “Madonnina”.
Piano piano la voce si espande e come il tam tam nella jungla, raggiunge ogni sommergibilista reduce della Base Atlantica e, bisogna dirlo, a dare forza alla richiesta sono i sommergibilisti milanesi con la loro rivista mensile dal titolo “Aria alla rapida” che negli anni ’60/’70 insistono affinché i Cappellani Militari indaghino sulla scomparsa del simulacro della loro Santa protettrice. L’insistente richiesta arriva un giorno sul tavolo del Cardinale Ordinario Militare che incarica il Cappellano dell’Esercito don Aldo Negri, distaccato in Francia per il suo ministero, di cercare e possibilmente trovare la “Madonnina”.
Don Aldo indaga e trova la “Madonnina” nella Cappella della “casa del Soldato” proprio a Bordeaux e dopo lunghe, faticose trattative, perché i francesi ne rivendicano il diritto di proprietà come “preda bellica”, il buon Cappellano riesce ad ottenerla e… liberarla dalla lunga prigionia.
Don Aldo Negri porta in Italia la Sacra statuetta, ma non dice niente a nessuno e la tiene… prigioniera nella sua abitazione in Piemonte. Il Cappellano dell’Esercito si è legato con affetto molto spirituale alla statuetta dei Sommergibilisti, ma questi non ci stanno perché è “La Madonnina di Betasom”, lo spirito di molti sacrifici e di… sacrificati per una causa generale, perché è il viatico all’inizio della missione, il sostegno durante, il conforto al ritorno e l’accoglienza dell’anima per quanti non sono tornati.
Nella primavera dell’anno 1984 i Reduci di Bordeaux in raduno nella città di Ravenna con i loro colleghi Francesi, inglesi e tedeschi informano il Comandante della nascente flotta Sommergibili italiana, Ammiraglio Giuseppe Arena, dell’esistenza presso la casa del parroco piemontese della loro preziosa “Madonnina”. L’Ammiraglio non esita a mettere in movimento la Squadra Diplomatica per ottenere e consegnare al culto dei marinai dei battelli, quella “Madonnina”.
Non è facile vincere la resistenza del Cappellano dell’Esercito, ma alla fine capisce che quel Simulacro doveva trovare legittima sistemazione a perenne ricordo degli Arditi dell’Atlantico, Caduti e Reduci di “Betasom”.
Il 2 giugno 1985 la “Madonnina di Betasom” entra al Comando Marina dei Sommergibili nella città di Taranto, accolta con tutti gli onori dovuti e alla cerimonia religiosa, officiata congiuntamente da Padre Carlo Messori Roncaglia e don Aldo Negri, riceve un nuovo battesimo ed ora è venerata con il nome di “Santa Maria dei Sommergibilisti”.
Il 28 ottobre dell’anno 1989 il Sommo Pontefice Paolo Giovanni II, in visita alla città di Taranto, impartisce la Sua speciale benedizione a “Santa Maria dei Sommergibilisti”.

a cura Ciro Laccetto (*)

Durante il 2° conflitto mondiale la statua, acquistata con le offerte dei sommergibilisti atlantici, era posta nella cappella della base di Bordeaux (Betasom).
A Lei tutti i sommergibilisti, premurosamente assistiti da Padre Messori Roncaglia, amatissimo Cappellano di Betasom, si rivolgevano nelle lunghe missioni oceaniche, al ritorno alla base, nei momenti di difficoltà e di pericolo.
Nel convulso e travagliato periodo successivo all’armistizio, complesse furono le vicende “vissute” dalla Cappella e dalla Madonnina.
Padre Messori Roncaglia era stato rimpatriato per causa di forza maggiore; la Cappella, rimasta inizialmente quale preciso e tangibile riferimento spirituale, fu via via privata di tutti gli arredi ed anche la sacra immagine della Madonnina divenne, purtroppo, “preda di guerra”.
Vane furono le affannose ricerche dei nostri marinai trattenuti in terra francese.
Grandissimo merito va ad un cappellano dell’esercito, Don Aldo Negri che, in Francia per il suo ministero, venuto in contatto con i marinai e raccolti i loro sentimenti e la loro ansia di ritrovare la statua cui tanto erano legati, si adoperò con caparbia volontà , ricercandola tenacemente ed amorevolmente.
Dopo incredibili vicissitudini Don Negri ritrovò la Madonnina che era stata collocata nella “Casa del Soldato” francese di Bordeaux, con l’aiuto di alcuni italiani riuscì a recuperarla e la affidò ad una famiglia del luogo.
Al momento del rimpatrio, egli portò la statua in Italia, custodendola e venerandoaa, in questo ultimo quarantennio, nella sua casa natia in Piemonte.
Insieme a Padre Messori, ancora una volta e come sempre affettuosamente presente tra noi, a Don Negri ed a molti sommergibilisti atlantici che abbiamo il privilegio di ospitare, accogliamo oggi, con orgoglio e devozione, la sacra immagine quale prezioso retaggio di memorie, eroismi, sacrifici, tradizioni che faremo quanto umanamente possibile per custodire nel modo più geloso e degno.
Nel fausto giorno del ritorno della Madonnina di Betasom tra i sommergibilisti.
Maricosom, 2 giugno 1985.

Santa Maria dei Sommergibilisti

Dal Mare d’Atlantico
al Mare Nostrum
con orgoglio e tenerezza di figli
nella Tua dolce immagine Ti collochiamo
a Santa Maria dei Sommergibilisti
e Tu affretta la gloria dei cieli
ai nostri fratelli nelle acque sommersi
e Tu continua a proteggere noi superstiti
nella diuturnità di una vita degna
e Tu addita ai navigatori nuovi d’Italia
le rotte della giustizia e della pace
Betasom 1940 Taranto 1985
Base Atlantica Base Sommergibili

(*) Ciro Laccetto è deceduto il 25 giugno 2018.

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