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Il mondo di Alice

di Carlo Sorgia (*)

Raramente mi emoziono quando si tratta di avvenimenti e ricorrenze anzi li ho sempre considerati eventi da evitare ma quel giorno si trattava di un qualcosa di veramente straordinario. Il battesimo della mia quarta nipote con la quale ho sempre avuto un rapporto di affettuosità particolare.  Tanto da farle preferire,  a volte, me alla sua mamma. 
In quel giorno appariva come una sposa con tanto di fiocco sul capo e il lungo vestito bianco in pizzo e, per niente emozionata, rimaneva accomodata sul mio braccio, proprio come una principessa reale. Io gongolavo ad ogni sua carezza mentre rimanendo appiccicata fino all’inverosimile teneva la faccia sulle mie spalle. Mi hanno sempre affascinato i suoi occhi cangianti così simili a quelli di mia figlia, i capelli chiari viranti al rosso e quelle fattezze vagamente orientaleggianti. Le movenze da furbetta come se capisse che tutto ciò che girava intorno fosse stato organizzato solo per lei. Quasi due fidanzati. Ricordo molto bene che il prete fece per prenderla in braccio prima della cerimonia e lei girò la faccia ponendo il suo visino contro il mio collo in segno di chiusura, come per cercare protezione.
Quella chiesa, gremita all’inverosimile,  era colma di persone che le volevano bene e che avevano scelto di stare vicino a lei e ai suoi genitori e nessuno si preoccupò del fatto che quella cerimonia sia stata più lunga del normale. Grazie anche all’abilità affabulatoria dell’officiante che era riuscito a tenere tutti desti e non fare annoiare alcuno. Ma si sa, tutto ha un termine …
Poi velocemente alla sala adibita alla festa addobbata con precisione millimetrica dalla zia della festeggiata che attendeva proprio tutti.
Alice si comportava come una principessa e in effetti lo era e sembrava capirlo molto bene, facendo la spiritosa oppure facendosi desiderare. Affascinata per ogni novità, dai palloncini colorati, alle stelle filanti e ai coriandoli. Insomma una festa in esclusiva per lei.
Quella sera non abbandonò mai il mio braccio per nessun motivo al mondo affascinata dalle frasi e dalle piccole cose che le sussurravo all’orecchio. Si comportava come se la mia voce l’avesse conosciuta da sempre.
Forse è proprio così. Come se il suo ricordo andasse alla mia voce quando accarezzavo la pancia della sua mamma rivolgendo dolci parole, sottovoce.
Ho sempre pensato che mia nipote mi ascoltasse e riuscisse a percepirmi rispondendo con movimenti dall’interno della pancia di mia figlia per poi stare ferma quando ivi appoggiavo la mano. Un parlare dolce, a volte, senza parole ma fatto di intese sottili tra anime.
Chissà se si tratta solo di sensazioni di un nonno un po’ toccato oppure se è proprio così anche se ho sempre creduto e ne sono convinto tuttora dell’istante magico e dello scambio di fluidi quando esiste l’amore …

(*) Carlo Sorgia nasce a Cagliari, classe 1949. Dirigente, pensionato, presso una banca estera scrive e pubblica poesie e narrativa. A Cavallo della Vita ed Booksprint – romanzo autobiografico, Il Sangue è solo un Liquido? Storia di una famiglia ritrovata ed. La Riflessione (2014), Delitto a Bosa ed. Di Buono editore (2016), Tutta colpa della luna, Il fiore del cappero, Il maialetto rapito e altre storie, Ponticello di legno, e altri. Fa parte di commissioni letterarie in qualità di giurato.
Il suo blog: www.carlosorgia49.weebly.com
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