Attualità,  Per Grazia Ricevuta,  Recensioni,  Storia

Domenica di Misericordia

E’ Domenica di Misericordia e la storia parla di noi, e noi siamo quello che facciamo o che abbiamo fatto.
La storia dell’umanità, con le sue guerre, parla di noi, di umani di cui non conosceremo mai il nome, di quelli si sono immolati per il bene (e che mi sforzo di ricordare quotidianamente). Quello che gli altri considerano passato, tra l’altro ormai irrimediabilmente perso, noi lo consideriamo amore. Un amore da libro “Cuore” che è difficile spiegare e far comprendere a chi considera l’amore come mero atto sessuale.
Da tempi non sospetti parlo di mancanza di “vocazioni”, in tutti i campi, a partire dalle vocazioni sacerdotali e anche nel nostro campo d’azione, che sarebbe meglio definire l’essere marinai di spirito santo, e continuo a gridare a chi mi sta vicino:
–  “un popolo che non arrossisce alla vergogna è un popolo destinato a morire”.
Vale per tutti i popoli del mondo! Questo mondo dove la bugia è nascosta dentro una mezza verità… persino in questo momento pandemico! Fra le tante vergogne e bugie (tipiche del Mentitore e dei suoi adepti) che subiamo, includo la saccenteria di alcuni personaggi che, come pavoni, hanno pensato più alle loro personali carriere che alla “salvaguardia” di quest’immenso patrimonio donato da  Dio, ereditato dai “Santi, Poeti e Navigatori”.
Chiese, uffici, biblioteche, musei, ecc. sono diventati ormai dei raccogli polvere e, se continuano ad esistere è solo perché c’è gente, come noi, che ancora crede in un “giuramento”, in una “vocazione”, e nel concetto, sempre più astratto, di “Cristianità” o di  “Patria e Onore”. Non ci sono vie di mezzo! Troppo semplice dire tutto e il contrario di tutto! Troppo semplice saltare sul carro dei vincitori! E’ adesso il tempo di scegliere definitivamente, senza compromessi!
Molti pavoni “illuminati di niente”, che si auto incensano, che si auto referenziano, che se ne lavano le mani come Ponzio Pilato, che decidono di non decidere, che stanno sulla scia degli altri, che la colpa è sempre degli altri, che bisogna “copiare” perché lo fanno gli altri Stati cosiddetti più industrializzati, che parlano per il “tramite” sempre di qualcuno ma mai in prima persona, che ci hanno portato alla deriva, morale e materiale, mi sento di dire dal profondo del mio cuore:
– “Non avete vinto voi e non sarò mai vostro complice”.
A buon intenditor.

 

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *