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10.4.1943, regie navi Trieste e Gorizia

di Salvatore Atzori e Antonio Cimmino

Con la sconfitta di El Alamein e lo sbarco degli americani in nord africa (operazione TORCH, novembre 1942), iniziò il declino delle forze dell’asse in Africa. Man mano che le truppe retrocedevano, anche grazie alle nuove tecnologie che gli anglo americani svilupparono durante il conflitto, incominciarono per l’Italia le devastazioni dovute ai bombardamenti. I primi mesi del 1943, a partire da Cagliari (la città più martoriata), anche per la Sardegna iniziò a conoscere gli effetti dei bombardamenti a tappeto. Da alcuni mesi, a La Maddalena, vennero dislocati gli incrociatori pesanti Trieste e Gorizia (III Divisione), allo scopo di allontanarli dalle basi del sud ormai sotto torchio delle forze aeree anglo americane (analogamente a tutte le navi maggiori di primaria importanza).

Il giorno 10 aprile 1943, era una giornata tranquilla. Nel primo pomeriggio, incominciò l’inferno.
 A diverse ondate, si verificarono dei bombardamenti su tre principali obiettivi:
1) Gorizia;
2) Trieste;
3) Arsenale e Base Navale.

(foto aerea del bombardamento dell’isola di Caprera 10.4.1943)

I danni furono ingenti e le vittime tantissime. Il Gorizia gravemente danneggiato e con parecchi morti, riuscì a raggiungere La Spezia, dove terminerà la sua carriera senza mai rientrare in squadra. Il Trieste non fu fortunato e affondò a causa dei gravi danni subiti e con molte vittime. Recuperato agli inizi degli anni 50, trasferito a La Spezia e raddrizzato (vennero individuati al suo interno altri corpi); Anch’esso non rientrò mai in servizio anche se il suo scafo, per un certo tempo, venne tenuto in considerazione per essere trasformato in portaerei, ma alla fine venne demolito in Spagna. Per quanto riguarda la Base Navale, anche per essa ci furono vittime, gravi danni alle strutture e Unità Navali.
A nulla valsero le potenti e numerose batterie antiaeree dell’arcipelago e quelle dei 2 incrociatori. Gli attacchi vennero eseguiti da quote troppo elevate per la portata delle armi della piazzaforte.
Dal Jackson Daily News (11 aprile 1943), la notizia dell’attacco da parte di un quotidiano americano.

Il giorno precedente, quanto restava della III Divisione (incrociatori pesanti Trieste e Gorizia) fu trasferito da Messina a La Maddalena nel tentativo di allontanare le unità dai continui attacchi aerei angloamericani.
Alle ore 14.45 del 10 aprile una formazione di 84 bombardieri attaccò duramente La Maddalena. I velivoli avevano dei precisi obiettivi:
– 36 attaccarono il Gorizia;
– 24 la base dei sommergibili;
– 24 il Trieste.
Prima di poter tentare una reazione, il regio incrociatore Trieste fu investito da più di 120 bombe che caddero attorno la nave. Una di queste aprì uno squarcio a poppa, due distrussero plancia e centrale del tiro, altre colpirono il fumaiolo prodiero ed i locali caldaie. Le esplosioni delle bombe cadute vicino allo scafo produssero altre falle. La nave, appoppatasi, fu abbandonata dall’equipaggio e affondò in meno di due ore, capovolgendosi. I morti furono 77 e i feriti gravi 75.

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