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16.2.1942, regia nave Carabiniere è colpita da siluro

a cura Pancrazio”Ezio” Vinciguerra, Lanfranco Sanna, Carlo Di Nitto, Antonio Cimmino

…a Riva Trigoso.

Il cacciatorpediniere Carabiniere e i 38 rubini
di Lanfranco Sanna
segnalato da Roberta – ammiraglia88

Ciao Ezio,
ho letto un interessante articolo; c’è una cosa particolare successa e da segnalare!
Ti invio un estratto dell’articolo:
“Il Ct. Carabiniere e i 38 rubini” di Lanfranco Sanna”.
I più moderni Cacciatorpediniere della Regia Marina, al momento dell’inizio della II Guerra Mondiale erano i 12 della classe “Soldati” che furono ordinati ed impostati nel 1937 ed entrarono in servizio tra il 1938 ed il 1939.  (…) l’impiego a livello di squadriglia e flottiglia come grosse siluranti d’altura nei gruppi di battaglia durante gli scontri diurni e per la ricerca notturna di navi nemiche. (…) quello che invece è rimasto sconosciuto per anni è un fatto non di eroismo o di sacrificio ma di immensa umanità.
Alla fine delle ostilità l’Ammiraglio Power, Comandante in Capo della Fleet East Indies, come ringraziamento per l’aiuto ottenuto dalle navi delle marine alleate, decise di conferire un’ onorificenza ai comandanti, onorificenza che però non appariva opportuno assegnare al comandante di una marina ex nemica, quale era quella italiana. Optò per un omaggio di valore: un orologio d’oro con 38 rubini.
Il Comandante Fabio Tani rifiutò con garbo il dono e chiese in cambio la liberazione di 38 prigionieri italiani, detenuti nei campi di lavoro a Ceylon, uno per rubino, richiesta che fu accettata con stupore e apprezzamento (…).
Il tutto è tratto da una lettera, pubblicata nel medesimo articolo; un estratto:
Così terminarono le attività belliche anche per il Carabiniere. Un episodio legato a quegli anni però mi è rimasto profondamente scolpito nella memoria. Al momento di ripartire per l’Italia, il Comandante del Carabiniere, Fabio Tani, venne convocato al Comando della Flotta Inglese dell’Oceano Indiano per ricevere il ringraziamento per l’opera svolta. Come premio al Comandante era destinato un orologio d’oro con 38 rubini, in ricordo delle 38 missioni svolte nell’Oceano Indiano da parte del CT Carabiniere. Il Comandante Tani, replicò che avrebbe preferito, a titolo di apprezza mento dell’opera svolta dalla propria nave, rimpatriare 38 prigionieri italiani allora detenuti in campi di lavoro inglesi sull’isola di Ceylon, uno per ogni rubino contenuto nell’orologio. L’Ammiraglio Power, Comandante in Capo della flotta alleata, accettò lo “scambio”. Fu così che il Carabiniere intraprese il viaggio di ritorno in Patria, portando con sé anche i 38 ex prigionieri. L’altruismo dimostrato dal Comandante Tani con quel gesto credo si commenti da solo. La lunga guerra contro tutto e contro tutti del CT Carabiniere ebbe così finalmente termine. E per quanto riguarda il Marinaio Lino Trestini, arruolato volontario il 4 dicembre 1941, la guerra era finita. Rientrato a Taranto con il Carabiniere, ottenne la tanto sospirata licenza. (…)

I 12 cacciatorpediniere della classe Soldati Livorno - giugno 1939) - www.lavocedelmarinaio.com

Link all’articolo completo:
http://www.arsmilitaris.org/pubblicazioni/Cacciatorpediniere%20ultimo.pdf

REGIO CACCIATORPEDINIERE “CARABINIERE” (2°)
Motto: “Nei secoli fedele”
di Carlo Di Nitto

Il Regio Cacciatorpediniere CARABINIERE (2°) Classe “Soldati” dislocava 2460 tonnellate a pieno carico.
Costruito nei Cantieri Navali del Tirreno di Riva Trigoso, fu varato il 23 luglio 1938 ed entrò in servizio il 20 dicembre successivo.
Partecipò intensamente alle operazioni belliche del secondo conflitto mondiale totalizzando 159 missioni per scorta forze navali, scorta convogli, ricerca e caccia antisom, percorrendo 53.700 miglia.
Numerosi furono gli episodi significativi della sua attività bellica. Tra questi: 1940, partecipazione alla Battaglia di Punta Stilo; 1941, partecipazione alle Battaglie di Capo Matapan e Prima della Sirte. Il 16 febbraio 1942 fu colpito da un siluro ed ebbe la prua completamente asportata. Nell’evento persero la vita venti suoi Marinai.
Rimase fermo ai lavori per quasi un anno per riprendere subito dopo azioni di scorta convogli.
Il 9 settembre 1943 raccolse i naufraghi della Corazzata Roma e diresse per le Baleari, ove venne internato fino alla conclusione del conflitto.
Dopo la guerra, rimasto alla Marina Italiana, nel 1957 fu riclassificato “fregata” con la sigla D 551 . Nel 1960 divenne nave per esperienze con la sigla A 5314. Radiato dal servizio attivo il 14 gennaio 1965, fu impiegato per le esercitazioni degli Incursori al Varignano.
Venduto per la demolizione nel 1978, durante il trasferimento affondò in un basso fondale. Nei mesi successivi il relitto fu recuperato e definitivamente demolito.
ONORE AI CADUTI!

Aniello Palumbo
di Antonio Cimmino

 

Nasce a Lettere il 27 marzo 1920, arruolato nella Regia Marina fu imbarcato sul regio cacciatorpediniere Carabiniere.

Il 16 febbraio 1942, la nave mentre rientrava a Taranto dopo una missione, fu attaccata dal sommergibile britannico P36 che, con siluro, gli asportò la prora.

Angelo Palumbo morì nell’esplosione e il suo corpo venne scaraventato in mare.
L’unità navale rimase però  a galla e fu rimorchiata a Messina.
Di Aniello Palumbo non abbiamo nessuna foto…

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