Marinai di una volta,  Racconti,  Recensioni,  Un mare di amici

C’era un’aria gelida a La Maddalena

di Giovanni Presutti (*)

Il Marinaio, a un certo momento della vita, dismetterà la Divisa ma il suo cuore, quello se non altro non potrà che rimanere Marinaio … per sempre!

Che delusione!
Appena levato dal letto, mi sono affacciato alla porta di casa. C’era un’aria gelida, un venticello di tramontana e il cielo coperto. Aria di precipitazioni, mi sono detto. Ho sperato in una bella nevicata. Sarebbe stata evocatrice di antiche, nostalgiche memorie, come il ritorno all’infanzia con le persone care di un tempo attorno al focolare. Allora, in casa non era ancora entrata il televisore, e davanti alle vampe zampillanti mio padre cacciatore raccontava con enfasi certi momenti esaltanti  della caccia, mentre accarezzava il fido ausiliare sempre a fianco a lui. Il cane sembrava capire e ricambiava con impeti passionali leccandogli le mani. Mi affascinavano gli aneddoti e le specifiche riviste sull’attività venatoria, che in casa non mancavano mai. Certe volte, nel raccontare, mio padre non si capacitava del bluff che gli aveva giocato una lepre. Ancorché colpita dalla fucilata che le aveva fatto fare una capriola, si era rimessa in fuga scomparendo nella boscaglia.
Che delusione!
A questa sta storiella, anche mia madre era rimasta sconsolata. Infatti, come sempre aveva fatto dopo la cattura di una lepre da parte del marito, l’avrebbe portata alla solita signora della città vicina, la quale grata nell’accettarla, avrebbe offerto in cambio diversi tipi legumi ed altri prodotti del suo vasto orto. Ma niente neve.
Che delusione!
L’azione mitigatrice del mare che circonda l’isola Maddalena ha fatto naufragare le speranze di una nevicata, e con essa l’illusione di riascoltare, proveniente dalla casa paterna in un borgo montano, lo sferruzzare dei ferri di mia madre che faceva calze di lana col filo di un vecchio indumento disfatto. Nella generale pace invernale, fuori oltre un metro di neve, nella cucina-soggiorno, noi bambini, in silenzio scaldavamo le mani sui cerchi roventi della stufa-cucina, mentre la sveglia sulla mensola del camino mandava il suo tic-tac che riempiva di suoni la stanza, con voce argentina, familiare. Ogni tanto qualche sospiro del nonno, forse per un’occasione perduta in gioventù. Chissà!…
 

Giovanni Presutti, nato a Campo di Giove, vi trascorre la prima giovinezza fino ai venti anni quando si arruola nella Marina Militare con la specializzazione di segretario.
Ogni anno in agosto ritorna per un breve periodo alla sua casa paterna.
Nel corso di circa quarant’anni di servizio , tra diverse destinazioni a terra e imbarchi, approda nell’isola sarda di La Maddalena, dove crea la sua nuova famiglia e vi risiede.
In Marina frequenta corsi professionali negli Istituti militari, uno a Venezia e due a La Maddalena. Raggiunge il massimo grado di sottufficiale.
Dedica il suo tempo libero all’approfondimento culturale e all’innata passione per le lettere. Diviene giornalista pubblicista. Ha collaborato per due anni alla pagina culturale del quotidiano “L’Isola” e a diverse riviste specializzate con articoli di critica artistica e letteraria. E’ inserito su svariate antologie e su alcuni libri di scrittori delle epopee garibaldine, del brigantaggio postunitario e di specifici episodi della Seconda Guerra Mondiale. Ha pubblicato quattordici libri. E’ Membro dell’Istituto Internazionale di Studi “G. Garibaldi”, sezione regionale Sardegna. Ha ottenuto diversi riconoscimenti e lusinghiere citazioni su quotidiani, riviste e libri. E’ stato nominato Accademico di Merito “ad honorem” dal “Centro Cultural, Literario, e Artistico” de “O Jornal de Felgueiras” (Portogallo). Nominato Accademico di Merito per meriti acquisiti nel campo delle lettere, dall’Accademia Culturale d’Europa, sezione italiana di Viterbo.

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Un commento

  • Giovanni Presutti

    Grazie, Ezio Vinciguerra carissimo! Rileggo sempre volentieri vecchi miei scritti che, tra l’altro – dato lo scarso potere della mia memoria -, non ricordavo più. Non posso che essertene fortemente grato e ti abbraccio con tutto il calore del mio affetto. Grazie ancora! Tuo Giovanni.

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