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1.12.1942, la regia nave Da Recco

di Claudio Confessore

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A – Generalità
Il Da Recco era una Unità tipo “Esploratore” riclassificata dal 5 settembre 1938 “Cacciatorpediniere”. Apparteneva alla Classe Navigatori composta da 12 Unità che avevano i nomi di altrettanti celebri navigatori italiani: Alvise da Mosto, Antonio da Noli, Nicoloso da Recco, Giovanni da Verazzano, Lanzerotto Malocello, Leone Pancaldo, Emanuele Pessagno, Antonio Pigafetta, Luca Tarigo, Antoniotto Usodimare, Ugolino Vivaldi e Nicolò Zeno.
Come tutte le 12 navi della stessa classe, subito dopo la consegna alla Marina Militare e le prime prove in mare, rientrò in cantiere per lavori strutturali in modo da migliorare la stabilità trasversale. Venne abbassa la sovrastruttura della plancia, sostituito l’albero con uno più leggero, fu ridotta l’autonomia di circa 100 tonnellate destinando ad altro impiego i depositi di nafta sopra il galleggiamento e sostituiti i due impianti trinati lanciasiluri con due impianti binati. Nel 1932 si sostituì anche il timone con uno più grande per migliorare le qualità evolutive. A causa dell’inizio della Guerra sul Da Recco (e sul Usodimare) non furono apportate le ulteriori modifiche successive (modifica della forma della prua, aumento della larghezza di un metro, potenziamento dell’armamento) che portarono le prime 10 Unità della Classe ad un incremento del dislocamento di circa 250 t con una perdita di velocità di circa 4 nodi.

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B – Caratteristiche tecniche
Classe: “Navigatori”
Dislocamento: 2605 tonn. (a pieno carico);
Lunghezza: 107,7 mt. – Larghezza: 10,2 mt. – Immersione: 4,2 mt (a pieno carico);
Apparato generatore: 4 caldaie a tubi d’acqua con surriscaldatore Tipo Odero, con una scorta di combustibile sino a 630 tonn. di nafta;
Apparato motore: 2 gruppi di turbine Tosi (il Da Recco) da 55.000 HP di potenza e n° 2 eliche a tre pale, del tipo Scaglia;
Velocità massima: 38 nodi;
Autonomia: 3800 miglia a 18 nodi;
Armamento:
– n° 6 cannoni da 120/50 in tre impianti binati
– n° 6 Lancia siluri da 533 in due impianti trinati
– n° 2 mitragliere da 40/39 a.a.
– n° 4 mitragliere da 13,2 a.a. in due impianti binati
– sistemazioni per la posa di campi minati.
Equipaggio: 173 uomini (dei quali 9 ufficiali).

C – Attività operativa sino al novembre 1942
Il Cacciatorpediniere Da Recco ha svolto in guerra 188 missioni per un totale di 68.104 miglia percorse, 4.566 ore di moto con un consumo di 22.851 tonnellate di Nafta. L’ unità partecipò allo scontro navale di Punta Stilo (09.07.1940) ed aggregato all’VIII Divisione Incrociatori agli scontri Gaudo e Capo Matapan (26 03 1941), ha effettuato bombardamenti delle posizioni Greche sull’isola di Corfù (il 28.11.1940 ed il 18.12.1940) e contro la costa albanese (04.03.1941) ed ha eseguito varie pose di campi minati ad Est di Capo Bon (dal 19 al 24 aprile 1941), a Nord Est di Tripoli (01.05.1941, 03.06.1941) e nel Canale di Sicilia (28.06.1941, 07.07.1941).
Durante le 82 missioni di scorta svolte gli eventi negativi che sono terminati con l’affondamento/danneggiamento dei trasporti sono stati i seguenti:
Esperia (20.08.1941), Gritti (03.09.1941), Napoli (05.09.1941), Oceania e Neptunia (18.09.1941), Bainsizza (14.10.1941), Beppe (18.10.1941), Filzi e Del Greco (13.12.1941), Napoli (18.12.1941), Allegri (31.05.1942),
Rosolino Pilo e Reichenfels (21.06.1942), Lerici (15.08.1942), Sestriere e Nino Bixio (17.08.1942), Manfredo Camperio e Tergestea (27.08.1942).

D – 1° dicembre 1942 il Convoglio H
Partito da Palermo alle 10.00 del 1 dicembre destinazione Biserta composto da 4 mercantili (Aventino di 3794 tonnellate, Puccini di 2422 tonnellate, KT 1 di 850 tonnellate e Aspromonte di 976 tonnellate, che in porto a Trapani si unì alle 20.00 al gruppo, al passaggio da quelle acque) scortati da 5 unità (i Cacciatorpediniere Da Recco, Camicia Nera, Folgore e le Torpediniere Procione e Clio). Il Comandante del Da Recco fu designato come Caposcorta. Nella notte fra giorno 1 e giorno 2 il convoglio venne intercettato dalla Forza Q britannica e a seguito del violento scontro il convoglio e la sua scorta furono fu quasi tutto distrutto. La situazione del mattino del 2 dicembre era la seguente:
• KT 1 affondato alle 00.40 circa;
• Aventino affondato alle 00.55 circa;
• Puccini immobilizzato alle 01.08 ed affondato alle 15.00 dal Camicia Nera;
• Cacciatorpediniere Folgore affondato alle 01.16;
• Aspromonte affondato alle 01.29;
• Cacciatorpediniere Da Recco gravemente danneggiato e rimorchiato a Trapani;
• Torpediniera Procione danneggiata e, con i propri mezzi, giunta a nel porto di La Goletta (Tunisia) alle 08.00;
• Cacciatorpediniere Camicia Nera indenne;
• Torpediniera Clio indenne.

Nel combattimento persero la vita 2200 italiani su un totale di 3300 imbarcati sulle unità militari e sulle unità del convoglio. In particolare, le perdite della Regia Marina furono di 286 uomini così suddivise:
• 124 morti sul Folgore (4 Ufficiali, 13 Sottufficiali, 107 Sottocapi e Comuni);
• 118 sul Da Recco (5 Ufficiali, 15 Sottufficiali e 98 tra Sottocapi e Marinai);
• 3 sul Procione (due Sottufficiali e 1 Marinaio);
• 41 sull’Aspromonte (6 Sottufficiali e 35 Sottocapi e Comuni).
Morirono circa 200 componenti degli equipaggi civili o militarizzati dei mercantili e dei 1766 militari trasportati dall’Aventino e dal Puccini, se ne salvarono solo 239. Complessivamente vennero tratti in salvo un terzo del totale degli uomini imbarcati sulle navi del convoglio.
Molti corpi furono ritrovati dopo molti giorni, alcuni anche dopo un mese, sulle spiagge delle Egadi e della Sicilia occidentale.
Molti corpi furono ritrovati dopo molti giorni, alcuni anche dopo un mese, sulle spiagge delle Egadi e della Sicilia occidentale.
La “rotta della morte” è stata una delle pagine più tristi della Regia Marina per il numero delle vittime, spesso si fanno dotte conferenze sulle principali battaglie (Punta Stilo, Gaudo, Matapan, Teulada, mezzo agosto, 1 e 2 Sirte, ecc…..) ma ci si dimentica di ricordare quelle unità e quegli uomini che con eroismo ed a testa alta seppero reagire con valore contro nemici meglio organizzati, tecnologicamente più avanzati, con netta superiorità nel controllo aeronavale ed aiutati spesso da un efficiente sistema di intelligence (ENIGMA).
Erano “Marinai con la schiena dritta” che durante le scorte ai convogli si trovarono spesso in cattive acque ma, seppur nella sua tragicità, la dura battaglia condotta per rifornire i fronti d’oltremare deve rimanere un vivido ricordo nella nostra memoria per coloro che hanno sacrificato la loro vita oppure portato i segni sul loro corpo e che non dovremmo mai finire di ringraziare perché hanno rappresentato la parte migliore della nostra Nazione. Chi non è mai stato a bordo di una nave non può capirlo o immaginarlo A noi l’obbligo di continuare nel solco tracciato dai Marinai che ci hanno preceduto e di tramandare alle giovani generazioni quei valori che hanno fatto di questa Italia una Patria migliore. Non li dimenticheremo e rimarranno per sempre nei nostri cuori. Ne vogliamo ricordare qualcuno tra i non decorati che pur non passando alla storia hanno fatto grande la nostra Marina.

GIANNATTASIO ANTONIO – morto
Marò Cannoniere Giannattasio Antonio fu Nicola nato a Bisceglie (BAT) il 21-5-1920 matricola 2013916. Arruolato per una ferma di 28 mesi il 31 agosto 1939 e lasciato in congedo, fu chiamato a Maridepocar Brindisi in data 15 agosto 1940 ed imbarcato sul Cacciatorpediniere Da Recco con la specialità di Marò Cannoniere. E’ deceduto in combattimento il 2 dicembre del 1942 quando l’unità fu gravemente danneggiata dalla Forza Q britannica. La salma fu sbarcata nel porto di Trapani. Sepolto nel locale cimitero la salma è stata esumata il 10 maggio 1968 a traslata nel Sacrario Militare del cimitero di Bisceglie. (Informazioni sorella Anna Maria coniugata Rana)
FIDUCCIA PASQUALE – disperso
Vice Capo Squadra MILMART Fiduccia Pasquale nato a Palermo il 15 febbraio 1909 disperso il 2 dicembre 1942. Figlio di Gaetano e di Frisina Vincenza il suo mestiere era quello di falegname. Iscritto alla gente di mare del Compartimento Marittimo di Palermo è stato arruolato come Marinaio di leva con matricola 83836 il 25 gennaio 1929, gli è stata assegnata la categoria cannonieri ed è stato destinato a Marimuni Buffoluto (Taranto). Fu promosso Comune di 1 Classe il 22-10-1929. Alla fine del 1930 venne trasferito sull’isola di Saseno da dove andò in congedo il 25 maggio 1931. Richiamato in servizio l’1 agosto 1942 e contestualmente promosso sottocapo cannoniere nella MILMART il 2 dicembre del 1942 era imbarcato sul mercantile Aventino. (Informazioni nipote Pasquale Fiduccia)
NICOLA SIBILLI – disperso
Nato a Castellammare di Stabia il 10 settembre 1920 da Alfonso e da Medori Giulia. All’atto dell’arruolamento nella Regia Marina, avvenuto al compimento dei venti anni, con la categoria di Marinaio Servizi Vari, dopo l’addestramento al C.A.R. di Taranto, fu destinato sul Cacciatorpediniere Folgore. Il padre lavorava come portuale e la famiglia era numerosa essendo formata dai figli Andrea, Michele, Alfonso, Ciro, Giuseppe e Maria; la madre aiutava il capo famiglia gestendo una piccola rivendita di frutta e verdura. (Informazioni Antonio Cimmino)
FRANCESCO SANTORO – superstite
Francesco Santoro, Marinaio segnalatore di Avola (SR), classe 1925, matricola 68482 imbarcato sul Cacciatorpediniere Folgore riuscì a salvarsi. Per il suo coraggioso comportamento fu decorato con Croce di Guerra al Valor Militare e Croce al Merito di Guerra con la seguente motivazione:
“Imbarcato sul cacciatorpediniere impegnato in combattimento notturno contro forte formazione navale, si adoperava efficacemente per soccorrere i feriti e contribuiva ai tentativi di estinzione dell’incendio causato dal tiro di artiglieria, cooperando a vuotare le riservette di munizioni. Dopo l’affondamento dell’unità, cedeva volontariamente ad un compagno esausto di forze il posto in zattera, dimostrando elevato spirito di altruismo”. (Informazioni Antonio Cimmino)
GIORGIO NATALE – disperso
Nasce il 15.02.1919 a Vitulazio (Caserta) ma la famiglia si sposta successivamente a Pignataro, sempre in provincia di Caserta.
Arruolato giovanissimo nella Regia Marina viene imbarcato sul Regio Cacciatorpediniere Da Recco con il grado di Sottocapo elettricista.
(*) Informazioni Antonio Cimmino

E – Attività del Da Recco dal 2 dicembre 1942 sino alla radiazione
Dopo 20 giorni trascorsi a Trapani per mettere l’unità in grado di navigare in sicurezza il Da Recco fu trasferito all’Arsenale di Taranto dove rimase ai lavori dal 9 gennaio al 26 giugno 1943. Rientrò in attività operativa dal luglio 1943 e sino a settembre fu impiegata a protezione delle unità che posavano gli sbarramenti di mine nel Mar Ionio.
Durante i lavori il Da Recco aveva subito anche le seguenti modifiche:
• fu sostituito il complesso lanciasiluri di poppa con 2 mitragliere da 37 mm;
• furono imbarcate 9 mitragliere da 20 mm in sostituzione delle mitragliere da 13,2 mm;
• fu imbarcato un radar EC3/ter “Gufo”, il primo radar di fabbricazione italiana impiegato operativamente.

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a di scorta ad un convoglio formato da quattro piroscafi salpati da Palermo e diretti a Tripoli, venne attaccato da tre incrociatori e sei cacciatorpediniere inglesi. Del convoglio facevano parte anche le torpediniere Procione e Clio e i cacciatorpedinieri Folgore e Camicia Nera. Dopo violenta battaglia che vide l’affondamento del Folgore e dei piroscafi carichi di truppa, il Da Recco fu gravemente danneggiato dall’esplosione del deposito munizione prodiero causata da due colpi. Fu conferita M.O.V.M. al TV Alfredo Zambrini oltre che al Comandante C.V. Aldo Cocchia di Napoli.

Medaglie d’Argento al Valor Militare furono concesse a: Sc. Mecc. Di Pietro Luigi di Pettorano (Aq), 2° Capo Fr. Lacitignola Domenico di Brindisi, 2° Capo Rt. Lo Faro Tommaso di Bagnara Calabro, Cap.no G.N. Petroncelli Cesare di Francavilla a Mare, C.C. Riva Pietro, TV Tivagna Salvatore di Spezia “alla memoria”.
Durante tutto il conflitto mondiale, svolse 176 missioni di guerra per 68.318 miglia; nella cobelligeranza l’unità fu impiegata per scorta convogli alleati e trasporto materiali e persone alle corazzate italiane internate ai laghi Amari di Suez.
Alla fine del conflitto mondiale era l’unico dei 12 esploratori della classe Navigatori a rimanere ancora a galla.
L’unità sopravvisse fino al 1954 anno della sua radiazione.

Capitano di Vascello Aldo Cocchia
di Antonio Cimmino

Con il grado di Guardiamarina conseguito nel 1917, partecipò alla prima guerra mondiale imbarcato sulla corazzata Conte di Cavour. Nei successivi gradi ebbe destinazioni d’imbarco ed il comando di MAS, sommergibili e siluranti di superficie e partecipò alle operazioni militari durante il conflitto italo-etiopico e nella guerra civile spagnola. Durante il secondo conflitto mondiale ebbe il comando del sommergibile Torelli in Atlantico, fu Capo di Stato Maggiore di Betasom a Bordeaux e, successivamente, Comandante della Spedizione navale italiana che nel 1941 occupò la parte orientale dell’isola di Creta.
Nei primi giorni del gennaio 1942 assunse il comando della XVI Squadriglia cacciatorpediniere con insegna sul Da Recco, assicurando la difesa di numerosi convogli diretti in Africa settentrionale. Nel dicembre 1942, durante una missione di scorta convoglio sostenne, sulla notte del giorno 2, un dAlle 17.00 del 9 settembre 1943, dopo la proclamazione dell’Armistizio, il Da Recco insieme alle corazzate Caio Duilio ed Andrea Doria ed agli incrociatori leggeri Luigi Cadorna e Pompeo Magno, salpò da Taranto per Malta dove giunse alle 17,50 del 10, ormeggiandosi alla fonda davanti a Madliena Tower (Malta).

Il 14 settembre, dopo essersi rifornita di carburante il precedente giorno 12, l’unità insieme ad altre della flotta salpò per dirigere ad Alessandria d’Egitto dove arrivò il 16 settembre. Fu successivamente impiegata dagli Alleati in attività di scorta convogli e per rifornire le corazzate Italia e Vittorio Veneto che erano state internate ai Laghi Amari (Egitto). Entrata ai lavori a Taranto il 5 febbraio ne uscì il 26 ottobre 1944 e riprese a rifornire le nostre unità internate ai Laghi Amari sino all’8 maggio 1945.
Terminato il conflitto fu impiegata dal 25 settembre 1945 al 7 febbraio 1946 per trasporto personale dapprima fra Taranto e Napoli e poi fra Catania e Malta. Non più impiegata in attività operativa, con base a Taranto, dal 1 marzo 1948 al 30 novembre 1950 fu sede del Comando Dragaggio e dal 1 gennaio 1951 sede del Comando Siluranti. Posta in disarmo il 15 luglio 1954 fu radiata il 30 luglio 1954.

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(*) Il regio cacciatorpediniere Da Recco l’unico rimasto a galla – Omaggio al Comandante Aldo Cocchia
di Antonio Cimmino

L’articolo e dedicato a coloro che non fecero ritorno alla base e a Marino Miccoli figlio del fu Antonio sopravvissuto sul Leon Pancaldo.
“Ardisci e vinci”.

antonio-cimmino-per-www-lavocedelmarinaio-com_1Il Da Recco, appartenente alla classe “Navigatori” formata da 12 unità: Da Mosto, Da Noli, Da Verrazzano , Malocello, Pancaldo, Pessagno, Pigafetta, Tarigo, Usodimare, Vivaldi, Zeno, fu varato nel 1930 come “esploratore leggero” e classificato cacciatorpediniere nel 1938.
Con un dislocamento di 2657 tonnellate, aveva una lunghezza di 107,7 metri, una larghezza di 10,2 ed un’immersione 4,2 metri. Il suo apparato motore (4 caldaie Otero e 2 gruppi di turbine Tosi – sviluppava una potenza di 50.000 HP ed una velocità di 38 nodi. L’armamento era composto da 6 pezzi da 120/50 (in tre impianti binati), 2 mitragliere da 40/39, 4 mitragliatrici da 13,2 (i due impianti binati), 6 tubi lancia siluri da 533 e da mine. 173 uomini formavano l’equipaggio.
Nel 1930 l’unità partecipò alla crociera oceanica Italia-Brasile. Partecipò, inoltre, alla guerra di Spagna ed a quella d’Albania. Partecipò poi, sempre nel ’30, alla lunga crociera atlantica in appoggio alla prima trasvolata Italia-Brasile degli idrovolanti S 55 del generale Italo Balbo.
Il 9 luglio 1940 prese parte ad azioni di fuoco contro aerei inglesi che attaccavano la I Squadra Navale reduce dallo scontro di Punta Stilo, Il 26 marzo 1941 partecipò alla missione a sud di Creta che culminò con lo scontro di Capo Matapan.
Il 3.9.1941 scortò le motonavi Gritti e Barbaro che vennero colpite da aerosiluranti. Il 18 dello stesso mese scortò le motonavi Oceania e Neptunia che vennero affondate dal sommergibile Upholder. Effettuò numerosi abbattimenti di veivoli nemici. Il 2.11.1942 un siluro nemico si schiantò sul ponte senza esplodere e l’aereo nemico venne abbattuto. Al suo attivo ci sono numerosi abbattimenti di aerei nemici; durante un solo attacco il 21.6.1942, mentre scortava un convoglio da Napoli a Tripoli, ne abbattè ben quattro.

Il Da Recco il 1° dicembre 1942, mentre era in combattimento navale contro soverchianti forze nemiche, lanciandosi all’attacco e predisponendo contemporaneamente la difesa del convoglio.
Centrata la sua unità da alcune salve nemiche, immobilizzata e con un forte incendio a bordo, subiva gravissime menomazioni per le ustioni riportate, ma anche quando le sue condizioni fisiche, aggravate dal momentaneo mancato uso della vista che lo costringeva a passare il comando al suo secondo e gli impedirono i movimenti, conservò la direzione delle operazioni di salvataggio, riuscendo a mantenere a galla la nave.
Le gravissime ferite riportate nell’azione lo obbligarono ad una lunga degenza, che si protrasse per oltre tre anni. Trasferito nel Ruolo d’Onore, nel quale ha conseguito il grado di Ammiraglio di Squadra, dal novembre 1958 assunse la carica di Direttore della “Rivista Marittima” e dal luglio 1960 al giugno 1963 quella di Capo dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore Marina.
Ha pubblicato numerosi volumi di carattere storico navale e articoli sulla seconda guerra mondiale. Morì nella sua città natale il 12 dicembre 1968.

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COCCHIA Aldo – Medaglia d’Oro al Valor Militare
Capitano di Vascello, nato a Napoli il 30 agosto 1900.

“Comandante di Cacciatorpediniere e Capo Scorta di un convoglio che, nottetempo, attraversava una zona di mare fortemente insidiata, accortosi dell’avvicinarsi di unità navali nemiche soverchianti per numero, tonnellaggio e mezzi tecnici, si lanciava immediatamente all’attacco, disponendo altresì per la protezione delle navi del convoglio. Apprezzata prontamente la situazione, iniziava un ‘audace manovra di aggiramento dell’avversario svolgendo tre distinte azioni di fuoco per tentare di agganciarlo, distrarre il suo tiro dalle unità del convoglio e poterlo battere da posizione favorevole anche al lancio dei siluri. Durante la terza azione di fuoco alcune salve avversarie centravano la sua unità, arrestandola e provocando un violento incendio dentro e fuori il deposito munizioni prodiero, la cui vampata ustionava gravemente e carbonizzava quasi tutti i presenti sul ponte di comando.
Pur menomato fisicamente per le ustioni gravissime alla testa ed alle mani, manteneva il comando della sua nave per oltre due ore, svolgendo efficace azione per tentarne il salvataggio. Anche quando le sue condizioni fisiche, impedendogli l’uso della vista, lo costringevano a passare il comando al suo secondo, manteneva la direzione delle operazioni di salvataggio, con alto senso di responsabilità e con stoica noncuranza delle atroci sofferenze, riuscendo a mantenere a galla la sua nave, che altrimenti sarebbe perduta con il suo equipaggio”.
(Banco Skerki – Canale di Sicilia – notte sul 2 dicembre 1942).

Cacciatorpediniere DA RECCO
Altre decorazioni:

Medaglia d’Argento al Valor Militare – Mediterraneo Centrale, marzo 1942 – gennaio 1943 “sul campo”.
“Comandante di CT, impegnato in dure missioni di scorta convogli, effettuava in funzione di capo scorta numerose traversate da e per l’A.S. assolvendo i propri compiti con perizia e sereno coraggio. In più occasioni manovrava con successo la formazione per neutralizzare i continui attacchi diurni e notturni di mezzi insidiosi avversari, aerei e subacquei, abbattendo alcuni aerei. In missioni di urgente trasporto di munizioni in A.S. riusciva a portare a termine il compito affidatogli nonostante che la propria unità fosse stata danneggiata da arma subacquea. Esempio di tenacia, coraggiosa ed alto sentimento del dovere”.

Cacciatorpediniere DA RECCO
Medaglia di Bronzo al Valor Militare – Mar Egeo, maggio 1941 “sul campo”.
“Organizzatore e Capo del convoglio di truppe che sbarcarono a Creta, in difficili condizioni di mare e di contrasti da parte del nemico, animava tutti col suo alto spirito; prendeva audaci decisioni, conduceva il convoglio in perfetto ordine alla meta, senza perdite né danni, dimostrando capacità e coraggio in altissimo grado”.

Piroscafo ORSINI
Medaglia di Bronzo al Valor Militare – Mediterraneo Centrale, 30 maggio 1942 “sul campo”.
“Comandante di cacciatorpediniere di scorta a convoglio, segnalato un sommergibile nemico, si portava all’attacco con ardimento ed elevato spirito aggressivo e localizzata l’unità subacquea, effettuava in diverse riprese un intenso e preciso lancio di btg. Proseguiva tenacemente e con perizia nell’azione di caccia finché, da indubbi segni poteva accertare l’affondamento del sommergibile avversario”.

Cacciatorpediniere DA RECCO
Medaglia di Bronzo al Valor Militare – Mediterraneo Orientale, agosto 1942 “sul campo”.
“Comandante di silurante, di scorta a convoglio, durante violento e prolungato attacco di numerosi aerosiluranti e bombardieri nemici, manovrava con sereno ardimento e perizia per meglio intervenire con le armi di bordo nella reazione contraerea, contribuendo all’abbattimento di sei velivoli. Si prodigava poi nell’opera di soccorso ai naufraghi di un piroscafo colpito da siluro, traendo in salvo numerose vite umane”.

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