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Nasce nel 1902 la moderna Preghiera del Marinaio

di Giorgio Gianoncelli

L’attuale preghiera religiosa ufficiale nella Marina Militare è opera dal Poeta vicentino Antonio Fogazzaro (Vicenza 1842 – 1911) scritta il mese di gennaio dell’anno 1902.
La nuova preghiera sostituisce quella ereditata dalla Marina Sabauda, ritenuta troppo macchinosa, mentre le esigenze moderne vogliono un testo breve, ritmico, aderente allo spirito militare.
L’idea di dotare la Marina da Guerra con un testo religioso snello e di tali caratteristiche è attribuito al Capitano di Fregata Giorgio Ronca, Comandante in Seconda dell’incrociatore corazzato “Giuseppe Garibaldi” da poco consegnato alla Regia Marina.
Il Comandante Giorgio Ronca si rivolge alla marchesa Eleonora Barraco Pallavicini, che a sua volta interessa l’Arcivescovo di Cremona Monsignore Geremia Bonomelli, importante prelato del momento, e l’Arcivescovo, il mese di novembre dell’anno 1901 chiede all’amico Poeta e romanziere Antonio Fogazzaro un componimento adatto alle esigenze esposte.
Il Poeta onorato per l’incarico in breve compone la preghiera che consegna al Vescovo con il titolo: “Preghiera vespertina per gli Equipaggi della Regia Marina da Guerra”. Il Vescovo è entusiasta ed elogia il Poeta per l’intensità che ha saputo dare al testo. La consegna del componimento alla Marina è concomitante alla consegna della Bandiera di Combattimento al primo incrociatore corazzato costruito con il nome di “Giuseppe Garibaldi”.
La città di Genova offre la Bandiera di combattimento all’incrociatore e un Comitato di donne, presieduto dalla marchesa Eleonora Barraco Pallavicini, compone un labaro in raso di seta di colore bianco, con ricamato in lettere d’oro a carattere gotico il testo della “preghiera vespertina”.
Il 23 febbraio 1902 il Capitano di Vascello Cesare Agnelli, Comandante dell’incrociatore “Giuseppe Garibaldi” riceve i due preziosi simboli. Il Comandante dell’unità è talmente entusiasta del testo della preghiera al punto di inoltrare al Ministro della Marina, Amm. Costantino Morin, la richiesta di recitare la Preghiera durante la navigazione mentre il personale, in Assemblea a poppa della nave al tramonto, partecipa al rito dell’ammaina Bandiera. Ottenuto il permesso l’iniziativa si trasmette rapidamente sulle altre unità della Flotta al punto di diventare parte inscindibile della vita di bordo e nel 1909 la Preghiera è inserita nelle attività regolamentari di bordo e diventa semplicemente “Preghiera del Marinaio”.

Dopo la morte del Poeta, 7 marzo 1911, il testo olografo della preghiera diventa di proprietà della contessa Carolina Giustiniani Colleoni che il mese di gennaio del 1928 lo dona alla Marina Italiana per mezzo del Grand’Ammiraglio Thaon di Revel che lo consegna all’Ufficio Storico e nel 1948, dall’Ufficio Storico passa alla custodia dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia. Le parole della preghiera del Marinaio letta per interfonico al tramonto dal più giovane ufficiale di bordo sull’unità in navigazione, che si diffondono per tutta la nave, sono parole ritmiche d’intensa suggestività e mentre l’ultimo spicchio di sole scompare dietro l’orizzonte tinteggiando d’arancione il cielo per lasciare posto alla “cadente notte” e la Bandiera lentamente scende dall’asta, entrano nell’anima di ogni marinaio, credente o non credente che sia, in quel momento libero dal servizio, a capo scoperto, composto in modo sacrale e militare assorbe nell’intimità dell’anima l’invocazione benedicente per sé e per il “riposo del popolo”.

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