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Noi Marittimi il 9 settembre di ogni anno noi ci riuniamo

di Antonino Migliaccio
Comandante e Segr. Comp.le  Med. Onore

Perché il 9 settembre di ogni anno?
Perché il 12 novembre del 1918 proprio da Brindisi fu emanato dal Grande Ammiraglio Thaon di Revel  “l’Editto della Vittoria sul mare” che testualmente leggo: Omissis …
“Marinai! Tutti gli Italiani conoscono i nomi dei singoli Eroi e delle Vittorie fulminee. Ma non a tutti è nota l’opera silenziosa aspra e generosa, compiuta in ogni ora, in ogni evento, in ogni fortuna, quando solamente un’assoluta dedizione al dovere poteva superare l’imparità  delle condizioni e la durezza degli ostacoli. Sappia oggi la Patria di quanti sforzi ed eroismi ignoti è fatta questa sua immensa Gloria. Onore sempre a Voi tutti, onesti e prodi marinai d’Italia”. Il Comandante in Capo delle Forze Navali mobilitate Thaon di Revel

Dal 2004 il Presidente della Repubblica Italiana ha deciso di accorpare e celebrare anche le vittime dell’attentato di Nasirijah per consentire alle Autorità di partecipare contemporaneamente alla giornata del ricordo di tutti i marinai caduti per la Patria, sia militari che civili.
Fu deciso di modificare, la data anticipandola al 9 settembre, giorno dopo l’armistizio, in cui si ricorda anche l’affondamento della corazzata Roma e dei cacciatorpediniere Da Noli e Vivaldi.

Onore ai Caduti Delle Forze Armate – Onore ai caduti della Marina Mercantile Viva l’Italia.

Come ogni anno ci troviamo qui in piazza per vivere un momento particolarmente intenso in cui ci si sente uniti Autorità Civili, Militari e Cittadinanza per ricordare quanti familiari e amici sono caduti in guerra donando la propria vita al Paese.
Davanti a questo monumento che rappresenta per noi Marinai un faro e come il faro che ci dà certezza della rotta, il monumento ci induce alla memoria storica; cioè ad una considerazione essenziale sul nostro vissuto di italiani e del perché ci troviamo qui, popolo libero e democratico, lo dobbiamo a quanti hanno donato  alla Patria quanto di più Sacro avevano, cioè la propria vita. La prima Guerra mondiale del 15/18 fu una guerra di posizione in cui ci riconosceremmo, per la prima volta, popolo unito  e con i suoi più di un milione di morti di cui cinquecentomila civili nella sacca di Caporetto, dove il Paese profuse tutte le sue energie impiegando anche la leva del 1899 ossia i giovani che non avevano ancora 18 anni e che il Generale Diaz disse a fine guerra: “Li ho visti i ragazzi del 99’ andare al fronte cantando, li ho visti ritornare, sparuto gruppo cantavano ancora”.
La vittoria della Prima Guerra Mondiale, sull’Austria Ungheria segnò il realizzarsi del sogno risorgimentale dell’Italia Unita nei suoi confini naturale.
La seconda Guerra Mondiale sciagurata decisione supponendo una probabile guerra lampo, fu una tragedia immane per il nostro popolo.
Dal libro della storica Elena Aga  Rossi “Una Nazione allo sbando “trascrivo integralmente:
“ omissis ..  l’8 Settembre del 43’ il Paese uscì dalla Guerra sconfitto, ma senza il marchio di aver sostenuto il regime fascista fino alla fine. Accettare la resa, anche se incondizionata, era l’unica cosa da fare in quel momento in cui il Paese non era più in grado di combattere e continuare a farlo avrebbe significato solo ulteriori morti e distruzioni …omissis”
Caso eclatante fu che l’Esercito dislocato in Grecia ed Albania fu, con cinismo, abbandonato a sé stesso senza direttive e comportamenti da adottare con la certezza di non poterlo recuperare con Navi che non sarebbero mai partite e mai arrivate. Purtroppo dall’8 al 28 Settembre il massacro della Divisione Acqui, sull’Isola Greca di Cefalonia, da parte dei tedeschi, fu uno degli episodi più dolorosi e controversi della 2^ Guerra Mondiale. Morirono più di 9400 soldati della Divisione fra morti durante i combattimenti, passati per le armi e scomparsi successivamente in mare. Il Generale Gandin aveva indugiato nelle trattative perché sapeva che qualora sopraffatti tutti sarebbero risultati “ribelli”, in quanto non era stata dichiarata ancora guerra alla Germania. Tale episodio forse convinse finalmente il Governo Badoglio ed il Re a dichiarare guerra ai Tedeschi, che avvenne il 13 Ottobre del 1943. Comunque il massacro della Acqui , che si era rifiutata di consegnare le armi, attaccando per prima, rappresenta una delle pagine più nobili del ns. Esercito. Questi comportamenti unitamente alla Guerra partigiana e di Liberazione fecero sì che l’Italia potesse essere riconosciuta Una –  Libera e Indipendente, nel consesso mondiale. Il Monumento, fermo e perenne, richiama tutto ciò con il ricordo dei nostri Eroi.

Due fra tanti:
CORREALE Gaetano – Tenente di Vascello – Piano di Sorrento – Medaglia d’Argento al Valor Militare “ Organizzato in modo encomiabile il servizio ed il personale della Nave al suo Comando, in due distinte occasioni, nelle quali era stato attaccato il Convoglio da lui scortato, contrattaccava prontamente ed efficacemente il nemico, riuscendo così nel primo incontro  a danneggiarlo e nell’altra circostanza quasi certamente ad affondarlo” – Bellissimo esempio di Ufficiale risoluto, sereno nel pericolo, rapido nella concezione, energico nella esecuzione Militare. Acque di Maiorca 2 Maggio 1918.
D’ESPOSITO Antonio – Piano di Sorrento – Croce di Guerra al Valor Militare – “ Alla Memoria “ – “  Imbarcato su Piroscafo che veniva silurato da un Sommergibile nemico ed era in procinto di affondare, assolveva i suoi incarichi con slancio ed abnegazione e concorreva alla messa in opera dei mezzi di salvataggio. Scompariva in mare nell’affondamento della Nave. Determinazione del 5 Ottobre 1951”.
L’8 Settembre 1943 provocò nel Paese una spaccatura che oggi finalmente sembra lasciata alle spalle con la riscoperta della Patria che ripeto non potrà mai essere del Nord o del Sud di Destra o di Sinistra, la Patria è tutto ciò che ci identifica come Italiani.

Permettetemi di esprimere un ricordo deferente ed idealmente sull’attenti al nostro Presidente Ciampi “scomparso di recente”. Il Presidente degli Italiani, il Presidente che ci ha ridato l’orgoglio di essere italiani, il Presidente di tutti i marinai militari e civili  .
Egli soleva ripetere che: “…una Nazione senza memoria storica è una Nazione senza futuro”
Nel 2002 con la Legge 186, con il suo Mandato, furono inseriti nelle Onoranze ai morti in guerra anche i marinai civili, ossia i marittimi insieme ai militari .
Detta Cerimonia che si ripete ogni anno il 12 Novembre a Brindisi, dove di fronte al mare, si erge il Monumento al Marinaio d’Italia, alto trenta metri rappresentante un timone in cui sono custodite tutte le identità dei marinai Decorati morti in Guerra.  Ad onore dei ragazzi del Nautico, che si accingono all’imbarco, sappiano che nella Cripta a destra all’interno del monumento, leggeranno:
“Antonio Zotti Capitano di Lungo Corso di Lussinpiccolo, disperso in mare. Medaglia D’Oro al Valor Militare, la cui motivazione termina: omissis …Rimaneva al suo posto anche quando visto il proprio equipaggio messo in salvo, preferiva scomparire con la sua nave ,che di  li a poco esplodeva,inabissando con sé il suo eroico comandante”. Mediterraneo orientale – agosto 1942.

Dello stesso argomento si invitano i lettori a leggere i seguenti link:

11 aprile 1951 consegna della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera della Marina Mercantile

L’oro negato ai Marittimi Italiani – Lettera aperta al Presidente della Repubblica

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