Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

Ugo Tiberio (Campobasso, 19.8.1904 – Livorno, 17.5.1980)

di Antonio Cimmino e Massimo Talini

(Campobasso, 19.8.1904 – Livorno, 17.5.1980)

Il padre del radar italiano


Nasce a Campobasso il 19.8.1904.
Si laurea in Ingegneria civile nel 1927 presso l’Università di Napoli.
Nel 1932 consegue la specializzazione in Elettronica presso la Scuola Superiore di Ingegneria di Roma.
Nel 1933 è nominato Sottotenente di complemento del Genio Navale. Ultimato il servizio di leva decise di rimanere presso l’Istituto delle Trasmissioni come ingegnere addetto ed insegnate di radiotecnica.
Nel 1935 è nominato Tenente di complemento delle Armi Navali rimanendo distaccato l’I.S.M.T. fino al 1936. Dal 1931 al 1936 svolse attività di ricerca presso l’I.S.M.T. a Roma e dal 1936 al 1943 presso il Regio Istituto Elettrotecnico e delle Comunicazioni di Livorno dove proseguì l’attività di ricerca.
Dal 1937 al 1953 svolse attività didattica presso l’Accademia Navale di Livorno senza interrompere l’attività di ricerca.
Ebbe due promozioni per meriti scientifici raggiungendo il grado di Tenente Colonnello delle Armi Navali.
Dopo l’8 settembre 1943, fu trasferito a Brindisi dove continuò la sua attività didattica riprendendo, in assenza completa di mezzi, anche l’attività di ricerca.
Dal 1954 al 1979 fu chiamato a ricoprire la Cattedra di Radiotecnica presso l’Università di Pisa senza mai interrompere i contatti con l’Istituto ormai divenuto Mariteleradar.
Non vi è traccia del suo contributo fondamentale nella realizzazione del radiotelemetro, poi universalmente conosciuto con l’acronimo anglosassone di radar. Ne costruì un esemplare funzionante sin dal 1936 a Livorno e solo l’insipienza dei vertici della Regia Marina consentì che entrassimo in guerra senza quell’apparato già in dotazione ai nostri avversari (e anche alleati). La tragica esperienza dello scontro di Capo Matapan del marzo ’41 costrinse a correre ai ripari giungendo così alla produzione di alcuni esemplari, derivati dal prototipo, con il nome di ECter Gufo. A suo onore va detto che non polemizzò mai su questa vicenda, comportandosi sempre con grande dignità e attaccamento alla Marina educando, con l’insegnamento, generazioni di Ufficiali.
Morì a Livorno il 17 maggio 1980.

si consiglia il seguente video

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *