Che cos'è la Marina Militare?,  Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Racconti,  Recensioni,  Storia

28.8.1944, la principessa Mafalda di Savoia e i 7 Marinai di Gaeta

di Carlo Di Nitto

Buchenwald
…”Quando sentimmo l’annuncio della morte della principessa Mafalda e della sua sepoltura a Weimar, provammo tutti sorpresa ed emozione ma pensammo anche che era nostro dovere fare qualcosa per onorare la Sua memoria”.

Il dovere. Questo evidenziava il nostro indimenticabile socio fondatore Corrado Magnani, quando raccontava come, con altri sei Marinai di Gaeta, aveva individuato e restituito all’umana pietà la tomba della principessa Mafalda di Savoia, morta nel famigerato “Lager” di Buchenwald il 28 agosto 1944.

“Il campo dove era sepolta Mafalda era un riquadro di terra spoglia, a zolle, con paletti numerati e senza quasi alcun segno di attenzione umana. Dal custode avevamo saputo che la tomba era contraddistinta con il numero 262. Per essere sicuri estraemmo il paletto e verificammo che recava scalfito un nome: Mafalda. Per noi, quello fu un momento di intensa commozione. Mafalda non era più una principessa: era una come noi, una donna sfortunata, una deportata che non ce l’aveva fatta. Decidemmo di adornare come meglio possibile quella tomba. Barattando con pane, farina ed alcuni marchi, ci procurammo una croce, delle catenelle ed una lapide che collocammo sulla tomba di Mafalda”. La Repubblica Italiana, nel 1995, ha dedicato un francobollo a Mafalda di Savoia e alla sua triste vicenda tragicamente terminata in un campo di sterminio nazista.
La salma della principessa fu traslata nel 1951 nel piccolo cimitero di famiglia a Kronberg. Quella croce ancora oggi è collocata sulla tomba di Mafalda. Sotto la croce c’è sempre la lapide con la dedica “A Mafalda di Savoia, i marinai della città di Gaeta“.

Ne ricordiamo i nomi:

– Sottocapo segnalatore MAGNANI Corrado;

– Cannoniere MITRANO Antonio;

– Marò RUGGIERI Antonio;

– Fuochista COLARUOTOLO Giovanni;

– Cannoniere PASCIUTO Erasmo;

– Marò AVALLONE Giosuè;

– Nocchiere FUSCO Apostolo.

Nelle vie di Gaeta, incontravo l’amico Apostolo Fusco e, nonostante gli anni trascorsi, i suoi occhi brillano di commozione nel ricordare quei lontani, tragici, indimenticabili eventi. Purtroppo è deceduto il 19.5.2017.
Gli altri amici Magnani, Mitrano, Pasciuto, Ruggieri, Avallone e Colaruotolo purtroppo non sono più con noi. Ci piace però immaginarli, ritornati giovani Marinai, vigilare in Cielo sulla “mite, dolce, gaia principessa Mafalda”.
Nel 2005, la Principessa Mafalda d’Assia, nipote di Mafalda di Savoia, accogliendo l’invito del nostro Gruppo ANMI, è venuta a Gaeta per salutare la Città e ringraziare personalmente i tre Marinai, all’epoca ancora viventi. Siamo stati onorati di averla nostra ospite.

Noi, Marinai di Gaeta, sulla scia del loro esempio, ci auguriamo di aver recepito l’insegnamento e di essere, come essi, capaci di trasmettere ai nostri figli gli ideali di lealtà, di onore, di amor patrio che da sempre contraddistinguono gli Uomini di Mare.
Onore a Mafalda di Savoia, martire Italiana.
Onore ai Marinai di Buchenwald.
Viva Gaeta, viva la Marina, viva l’Italia.

Mafalda di Savoia
Principessa italiana e principessa tedesca per aver sposato il principe Filippo ufficiale delle SS, Langravio d’Assia-Kassel, muore dopo atroci sofferenze nel lager di Buchenwald.
L a    s t o r i a
Mafalda di Savoia (Roma 1902 – Buchenwald 1944). Figlia del Re d’Italia Vittorio Emanuele III e della regina Elena di Montenegro, di indole docile e obbediente, era nata principessa d’Italia, poi d’Ediopia e Albania. Divenne Langravia titolare d’Assia-Kassel in seguito al matrimonio (1925) con il principe tedesco Filippo, Langravio d’Assia-Kassel. Ebbero quattro figli: Maurizio d’Assia (1926-2013), Enrico d’Assia (1927-1999), Ottone d’Assia (1937-1998), Elisabetta d’Assia (1940-1962). Il partito nazista assegnò a Filippo, marito di Mafalda, un grado nelle SS e vari incarichi. Il 10 giugno 1940 l’Italia è in guerra, alleata della Germania in seguito al patto d’acciaio firmato da Mussolini con Hitler. Il 25 luglio 1943, con la caduta del fascismo, nel settembre 1943 alla firma dell’armistizio da parte dell’Italia con gli alleati, i tedeschi si ritengono traditi. Mafalda, non ne era a conoscenza, si trovava in Bulgaria, a Sofia per assistere la sorella Giovanna, il cui marito Boris III era in fin di vita. Dopo il funerale del cognato Boris, Mafalda è il Romania; suo marito, il tedesco Filippo, è agli ordini del Fuhrer. La principessa ha saputo dell’armistizio mentre era in viaggio di ritorno dalla Romania, quando la regina Elena di Romania, in piena notte alla stazione di Sinaia aveva fatto fermare il treno per mettere in guardia Mafalda che, in seguito alla firma dell’armistizio, se fosse rientrata in Italia avrebbe corso un serio pericolo. Ma la principessa decide di proseguire. Dopo Sinaia, la prima tappa è l’Ungheria. Presso l’Ambasciata Italiana di Budapest, i diplomati le procurano un aereo e l’11 settembre Mafalda vola con destinazione Bari. Ma l’aereo si ferma a Pescara. Per otto giorni la principessa alloggia a Chieti. Con mezzi di fortuna, incurante dei rischi, il 22 settembre 1943 raggiunge Roma e fa appena in tempo a rivedere i figli, escluso il diciassettenne Maurizio che era in Germania, come il padre. Benché fosse figlia del Re d’Italia, dai tedeschi considerato traditore, Mafalda era anche e soprattutto cittadina tedesca, principessa tedesca, moglie di un ufficiale tedesco; era perciò sicura che i soldati del Fuhrer l’avrebbero rispettata. Ma il 23 mattino viene chiamata al comando tedesco con tutta calma per l’arrivo di una telefonata del marito da Kassel in Germania. Un tranello. Mafalda viene subito arrestata,  imbarcata su un aereo, é deportata nel Lager di Buchenwald e rinchiusa nella baracca n. 15 sotto il falso nome Frau von Weber. Nell’agosto del 1944 le truppe alleate bombardano il Lager. La baracca in cui è prigioniera la principessa viene distrutta e lei riporta gravi ustioni e contusioni varie su tutto il corpo. Soccorsa da due deportati viene ricoverata nell’infermeria del lager. Senza cure, le sue condizioni peggiorano. Dopo quattro giorni di atroci sofferenze, a causa delle piaghe insorge la cancrena. Le viene amputato un braccio. La povera donna viene addormentata in una stanza, priva di ulteriori cure e lasciata a se stessa. Muore dissanguata, senza riprendere conoscenza, nella notte del 28 agosto 1944. La principessa Mafalda riposa oggi nel piccolo cimitero degli Assia, nel castello di Kronberg im Taunus vicino a Francoforte sul Meno.
Al momento dell’arresto di Mafalda, in realtà  il marito, essendo genero del Re italiano che aveva deposto Mussolini, era già internato nel campo di concentramento di Flossenburg. Ebbe senz’altro miglior fortuna della sua consorte. Dopo alcuni trasferimenti in diversi campi di concentramento, venne a trovarsi a Villabassa in Val Pusteria, dove venne liberato dalle truppe alleate il 4 maggio 1945 presso il lago Braies (BZ). A causa del suo precedente incarico di governatore d’Assia-Nassau, fu inviato in un centro di detenzione degli alleati sull’isola di Capri, ma fu successivamente rilasciato. Morì a Roma nel 1980. E’ sepolto nella cappella del Castello di Kronberg,  a Kronberg im Taunus.
Giovanni Presutti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *