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13.8.1932, entra in servizio regia nave Lampo

di Roberto Tento

…i caduti sepolti in mare alle secche di Kerkenarh.
La triste storia dei nostri marinai ritrovati dalla nave Ospedale “Epomeo” dopo due mesi. Non scrivo di certo come …Certo è la Guerra …mai piu’…

regia cacciatorpediniere Lampo - www.lavocedelmarinaio.com

R.C.T. Lampo
Classe freccia (II serie)
Motto: “Fulgor in hostem” (Come folgore contro il nemico)
Sigla: LP
Costruito nei Cantieri Bacini e Scali Partenopei di Napoli
Impostato nel 1930, fu varato il 26.7.1931 e consegnato nel 1932, entrò in servizio il 13 agosto 1932.
Cacciatorpediniere della classe “Freccia” che comprendeva le seguenti Unità: FRECCIA – DARDO – STRALE – SAETTA (prima serie) e BALENO – FOLGORE – LAMPO – FULMINE (seconda serie).
Il progetto dei “Freccia” fu elaborato dalla Ditta Odero. In questi caccia, vennero preminentemente potenziati la velocità, l’autonomia e l’armamento con l’adozione di cannoni più moderni ed efficaci.
Nel complesso questi caccia, pur non fornendo le prestazioni che il progetto aveva lasciato presupporre, rappresentarono comunque un’utilissima esperienza per la costruzione di nuovi cacciatorpediniere che, una volta eliminati gli inconvenienti presentati, misero in evidenza le caratteristiche positive che indubbiamente ebbero. Fra queste, l’ottima manovrabilità, la ben equilibrata distribuzione dell’armamento, la robustezza della costruzione, l’esistenza di un solo fumaiolo, una linea sgombra, sobria ed armonica.

r.c.t. lampo - www.lavocedelmarinaio.comLunghezza: 96 metri
Larghezza: 9,3 metri
Immersione: 4,5 metri (pieno carico)
Dislocamento: 1920 tonnellate (pieno carico)
Apparato Generatore: 3 caldaie Express (tipo R. Marina)
Apparato Motore: Turbine Belluzzo 44.000 HP su 2 eliche
Velocità: 38 nodi
Combustibile: 530 tonnellate di nafta
Autonomia: 3600 miglia a 12 nodi – 1500 a 24 nodi – 640 a 32,5 nodi
Armamento:
n° 4 cannoni da 120/50 binati
n° 2 mitragliere da 40/39 singole
n° 4 mitragliere da 13,2 binate poi sostituite con n° 6 mitragliere da 20/65 binate
n° 2 mitragliere da 20/65 singole
n° 2 obici da 120/15 per il tiro illuminante
n° 6 Lancia siluri da 533 trinati
sistemazioni per la posa di campi minati
Tramogge per cariche di profondità
Nel corso della Guerra furono dotati anche di due lanciabombe antisommergibili.
Equipaggio: 156 uomini (6 ufficiali).

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Il R. CT. “LAMPO” venne assegnato all’ 8^ Squadriglia CT ed operò con essa per tutta la durata del suo servizio.
Nel periodo precedente la Seconda Guerra Mondiale il caccia effettuò intensa attività addestrativa di Squadra, partecipando alle operazioni militari in Spagna nell’autunno del 1936.
Il 23 novembre 1938, nel corso di una esercitazione, entrò in collisione con l’incrociatore Pola riportando gravi avarie nella parte prodiera con la perdita di alcuni uomini dell’equipaggio. Conseguentemente rimase ai lavori fino al 22 maggio 1939. Successivamente partecipò ad alcune crociere per gli allievi delle Scuole CREM.
Durante il Secondo Conflitto Mondiale, il Lampo effettuò complessivamente 137 missioni (62 di scorta, 10 di azioni di caccia antisom, 3 per intercettazione di forze navali nemiche) percorrendo 36.651 miglia.
Il giorno 16 aprile 1941, il Lampo con altri due CT (Tarigo e Baleno) scortava da Napoli a Tripoli un convoglio di cinque piroscafi. Il convoglio fu avvistato col radar dalla 14a squadriglia CT britannica (HMS Jervis – caposquadriglia, HMS Janus, HMS Nubian e HMS Mohawk) sotto il comando del Capitano P. J. Mack, in piena sorpresa attaccarono al buio aprendo il fuoco. Nella mischia che ne seguì, i caccia italiani reagirono al fuoco come poterono. Il Lampo, al comando del Capitano di Corvetta E. Marano, in coda alla formazione potè sparare alcune salve e lanciare qualche siluro ma fu subito colpito nelle caldaie ed incendiato. Portato in bassi fondali sulle secche di Kerkenah ed allagati i depositi munizione affondò adagiandosi sul fondo. alle ore 02.10 circa, a miglia 6,5 dalle secche di Kerkenah (golfo di Gabes, Tunisia).

regia nave Lampo recupero umo in mare - www.lavocedelmarinaio.comMarilibia (il comando marittimo italiano in Libia) organizzò immediatamente una massiccia operazione di soccorso che vide impegnati i cacciatorpediniere Malocello, Da Noli, Vivaldi e Dardo, le torpediniere Centauro, Clio, Partenope, Perseo e Sirtori, la nave soccorso-aerei Orlando, la nave ospedale Arno e i piroscafi Antonietta Lauro e Capacitas. Furono recuperati 1271 naufraghi dei circa 3000 uomini imbarcati.Due mesi più tardi la nave ospedale Epomeo tornerà sul relitto del Lampo per dare sepoltura in mare ai corpi dei marinai deceduti, la missione di soccorso aveva ovviamente dato la precedenza ai superstiti e ai feriti.Nei mesi successivi si procedette al recupero del Lampo (8 – 11 agosto 1941) e tre spedizioni subacquee vennero effettuate dai palombari italiani sul relitto del Mohawk, affondato dal Tarigo, consentendo di recuperare importanti documenti militari.
Rimorchiato a Palermo e successivamente a Napoli, La Spezia e Genova, rimase in bacino per grandi lavori dal 21 settembre 1941 al 18 maggio 1942, data in cui rientrò in servizio. Nel settembre 1942 scortò le motonavi Sestriere e Ankara per Tobruk, la cisterna Proserpina per Suda, le motonavi Unione e Francesco Barbaro (che venne colpita dal sommergibile Umbra, (rimorchiata e comunque perduta). Scortò il 28 dicembre 1942 verso Biserta la motonave tedesca Gran, affondata dal sommergibile Ursula, e ne salvò i superstiti. Scortò la motonave Col di Lana il 17 febbraio 1943 che venne affondata da aerosiluranti, senza poterne salvare i naufraghi a causa di attacchi ripetuti ( il recupero fu compiuta dalla nave ospedale Capri). Il 22 febbraio 1943 salvò presso il banco Skerki i naufraghi del piroscafo tedesco Gerd.
Il 30 aprile 1943 proveniva da Trapani diretto a Tunisi con un carico di munizioni per le truppe operanti in Tunisia. Durante la navigazione subì due successivi attacchi di aerei nemici che con il lancio di bombe provocarono lo scoppio di una parte delle munizioni, l’incendio della nave ed il suo affondamento alle ore 19,12 circa, nel punto a miglia 6 per 180° da Ras Mustapha (Tunisia).
Scomparvero 60 uomini dei 213 dell’equipaggio.

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