Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

1.8.1967, radiazione regio sommergibile Vortice

a cura Carlo Di Nitto

Breve Storia
Il regio sommergibile Vortice, fu  varato il 23 febbraio 1943 presso i C.R.D.A. di Monfalcone, fu consegnato alla Marina il 21 giugno dello stesso anno e, al comando del Tenente di vascello Marco Revedin, fu trasferito a Taranto.
Il 7 settembre salpò per portarsi in agguato lungo le coste orientali della Sicilia: sopravvenuto l’armistizio, in ottemperanza agli ordini ricevuti raggiunse Augusta consegnandosi alle autorità britanniche.
Dislocato a Malta, il 6 ottobre ripartì per Napoli, ove venne impiegato per rifornire di energia elettrica il porto. Al comando del Tenente di vascello Giovanni Manunta fu trasferito nuovamente a Taranto. Dopo un breve turno di lavori di manutenzione fu inviato, nel febbraio 1944, nelle isole Bermude, dove svolse attività addestrativa antisom per i reparti aeronavali statunitensi.
Nel 1945 il Vortice rientrò in Italia, a Taranto, nel 1948 dove venne disarmato, trasformato in pontone di carica e denominato V. 1 nel 1950. In realtà si trattò di uno stratagemma per continuare ad addestrare i sommergibilisti italiani nonostante le severe clausole del trattato di pace ed il battello effettuò uscite notturne per tornare a fingersi pontone di carica durante il giorno, rifiutando così la cessione alla Francia, con sotterfugi e sottraendosi alla demolizione.
Nel 1952, in seguito all’ammissione dell’Italia alla N.A.T.O., fu rimesso in servizio e denominato nuovamente Vortice.
Nel periodo 1953 – 1954, al comando del Capitano di corvetta Aredio Galzigna,  effettuò importanti lavori di trasformazione e modifica (eliminazione delle artiglierie, modifica della falsatorre, installazione del radar e altre) e fu trasformato in unità addestrativa per creare la nuova generazione di sommergibilisti e per l’addestramento antisom delle navi di superficie e degli aeromobili e impiegato esclusivamente per compiti addestrativi.
Fu radiato il 1° agosto 1967.

Caratteristiche Tecniche
Cantiere: C.R.D.A. – Monfalcone
Impostato: 03-01-1942
Varato: 23-02-1943
Consegnato: 21-06-1943
Radiato: 01-08-1967
Dislocamento in superficie 866 t – in immersione 1068 t
Lunghezza 63,15 m
Larghezza 6,98 m
Pescaggio 4,87 m
Profondità operativa:80 mt
Profondità di collaudo: 130 mt
Propulsione motore diesel FIAT da 2.400 CV – elettrico C.R.D.A. da 800 CV
Velocità in superficie: 16 nodi – in immersione: 8 nodi
Autonomia in superficie :2000 nm a 12 nodi , 13.000 nm a 8,5 nodi
Autonomia in immersione: 7 nm a 8 nodi, 74,5 a 4 nodi
Armamento artiglieria:  1 cannone da 100/47mm – 2 mitragliere binate da 13,2mm
siluri: – 4 tubi lanciasiluri da 533mm a prora  – 2 tubi lanciasiluri da 533mm a poppa
Equipaggio 5 ufficiali 44 sottufficiali e comuni
Motto: Et etiam absurge vortice (E anche oggi dal vortice sorgerai)

Un medaglione, una storia
Interessante medaglione commemorativo mono faccia (o placchetta “uniface”) di grande modulo (diametro 82 mm.) realizzato in fusione di bronzo nell’anno 1948 e firmato Viola Neglia.
Raffigura un angelo che, nonostante un’intensa pioggia temporalesca, depone una corona su un sommergibile in fase di affioramento rapido (o affondamento ?) con la prua rivolta verso il sole che sorge.
Il catalogo della medaglistica della Marina Militare non fornisce spiegazioni in merito a quale evento particolare si riferisce. Alcune fonti lo pongono in relazione alla riattivazione segreta del sommergibile “Vortice”. Questo battello opportunamente camuffato per eludere le restrittive prescrizioni del trattato di pace, che aveva imposto all’Italia il completo smantellamento della componente subacquea, nel 1948 ricominciò (con l’altro sommergibile “Giada”) ad uscire in mare per esercitazioni. Questo consentì, sia pur clandestinamente, la formazione di nuovi nuclei di sommergibilisti e, negli anni seguenti, la conseguente rinascita di una flotta sottomarina italiana.
Da ciò il velato, simbolico messaggio di sfida trasmesso dal motto “Post occasum ortus” (dopo il tramonto la rinascita) ovvero dopo la bufera bellica che aveva travolto e portato l’Italia al tramonto, rinasce il suo orgoglio. Contestualmente il serto di fiori deposto dall’angelo, ricorda e onora i Sommergibilisti non tornati alla base.

Fonti
– Alessandro Turrini “I SOMMERGIBILI ITALIANI DI PICCOLA CROCIERA E OCEANICI DELLA II G.M.”
– Articolo pubblicato sulla Rivista Italiana Difesa n° 12 dicembre 1986
– ALMANACCO STORICO DELLE NAVI MILITARI ITALIANE 1861-1995 – Roma 1996
– Alessandro Turrini – ALMANACCO DEI SOMMERGIBILI – II tomo – suppl. R. M. n° 1 – gennaio 2003.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *