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31.7.1911, Gaetano Arezzo della Targia

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
(articolo già pubblicato il 18.5.2010)



…destino volle che la vita di Gaetano Arezzo della Targia  fosse strettamente legata al destino del sommergibile Uarsciek e dell’equipaggio di cui ne  fu l’eroico Comandante
.

(Siracusa, 31.7.1911 – 15.8.1942)

Il sommergibile Uarsciek
Il sommergibile Uarsciek appartenente alla classe “600” (“Adua”) nota anche come “Africana”, unitamente ad altri 17 esemplari, fu il primo battello ad essere impostato sugli scali. Fu costruito presso il cantiere Tosi di Taranto, varato il 19 settembre del 1937 e consegnato alla Regia Marina nel dicembre dello stesso anno con la grafia Uarsheich successivamente corretta in Uarsciek. Ascritto alla sede di Taranto, nel giugno del 1938 partecipò ad una crociera nell’Egeo, facendo base a Lero e il successivo anno fu destinato a Tobruch per una crociera fra i porti libici. Allo scoppio della guerra fu assegnato alla 46^ squadriglia presso il IV Gruppo Sommergibili di Taranto.
Venne impiegato in agguati offensivi lungo le linee di maggior traffico avversario nel Mediterraneo centrale e orientale e, in un secondo momento tra il 1942 e il 1943, prevalentemente nel Mediterraneo occidentale come sbarramento da azioni di unità di superficie e aeree.
Allo scoppio della guerra il battello era comandato dal tenente di vascello Carlo Zanchi. L’equipaggio era composto da 47 uomini (6 ufficiali, 9 sottufficiali e 32 sottocapi e comuni di varie categorie). Nel 1941 l’Uarsciek eseguì i lavori di manutenzione nei cantieri di Pola per poi essere destinato a Messina e a Cagliari al fine di operare contro il traffico di rifornimento di Malta proveniente da Gibilterra.
Partecipò alle battaglie di mezzo giugno e di mezzo agosto del 1942 dove si ritiene colpì la portaerei inglese “Fourious”. Per questa azione e soprattutto per lo spirito aggressivo col quale aveva condotto l’unità all’attacco del convoglio britannico, il nuovo comandante, tenente di vascello Gaetano Arezzo della Targia, imbarcato il 21 giugno, fu decorato con la medaglia d’argento al valor militare.
Durante la penultima missione nei primi di novembre, la sedicesima, il sommergibile trasportò a Tobruch 19 tonnellate di munizionamento proseguendo il pattugliamento lungo le coste egiziane. In questo periodo un’avaria lo costrinse a rimanere ai lavori in un primo momento a Tripoli e poi rientrare a Messina per il ripristino dell’efficienza. L’Uarsciek sarebbe dovuto entrare ai lavori di grande manutenzione a febbraio del 1943 (benché nei primi mesi del 1947 la Commissione d’Inchiesta Speciale, lo valutò all’atto della sua ultima missione “in buone condizioni di efficienza” .
Nei primi di dicembre il sommergibile riprese il mare alle dipendenze del X Gruppo Sommergibili di Augusta in attesa di ordini che arrivarono l’11 dicembre1942 . L’Uarsciek unitamente al sommergibile Topazio erano pronti a muovere col compito offensivo esplorativo totale e protezione di un convoglio importante (Motonave Foscolo) previsto in transito nel Mediterraneo Centrale e diretto a Tripoli. La situazione del fronte Africa settentrionale era in fase di progressivo deterioramento per le forze italo – tedesche incalzate dalle avanguardie dell’8^ armata britannica dopo il favorevole esito dell’offensiva lanciata ad El Alamein.
Ma torniamo a quel venerdì 11 dicembre 1942. Alle 17.25 il sommergibile salpa da Augusta verso sud. Va tenuto presente che:

(1) al sommergibile, di costruzione pre-bellica, per essere reso più idoneo alla guerra subacquea e ridurre i tempi di immersione, era stata ridotta la dimensione della falsa torre ed erano stai effettuati lavori ai macchinari di bordo per renderli più silenziosi e, in precedenza, erano state eliminate alcune deficienze di funzionamento dei motori termici che si erano manifestati nel corso delle battaglie di mezz’agosto;

(2) doveva essere sottoposto a turnazione e quindi al fermo per la “grande manutenzione”  a breve (febbraio del 1943);

(3) il comandante Arezzo della Targia al momento dell’uscita in mare era febbricitante, in non buone condizioni fisiche;

(4) il direttore di macchina, a bordo da due mesi circa, era stato in precedenza sbarcato dalla stessa unità per grave esaurimento nervoso.

(5) l’equipaggio era composto per circa il 30% da personale che aveva partecipato alle precedenti missioni sullo stesso battello, il 15% da personale di leva al primo imbarco ed il restante personale avvicendato in imbarchi su altri sommergibili.

L’Uarsciek entra nella zona di agguato alle ore 05.00 di domenica 13 dicembre 1942.
Alle ore 03.00 di martedì 15 dicembre 1942 l’Uarsciek viene avvistato dai caccia britannici “Petard” e “Queen Olga” (non si ha certezza della presenza di una terza unità inglese) in trasferimento da Bengasi a Malta su rotte dirette, lungo le quali era previsto l’incontro con il sommergibile britannico “Ultimatum” in fase di rientro da una missione nel Mediterraneo centrale. L’avvistamento fu reciproco e istantaneo  (sebbene gli inglesi in un primo momento erano convinti di aver intercettato il loro sommergibile). Il comandante Arezzo della Targia non ha esitazione, essendo in posizione favorevole effettuò subito il lancio di due siluri poppieri, che non hanno buon esito, disimpegnandosi quindi in immersione. Venivano udite dall’equipaggio dell’Uarsciek due forti esplosioni, probabile indice di scoppio delle armi. Precipitato a quota profonda nel corso della rapida immersione, il sommergibile viene riportato rapidamente in superficie dando aria ad un doppiofondo. Nella manovra affiorò con tutta la torretta e ciò che lo fece individuare dalle unità leggere di scorta inglesi che lo sottoposero immediatamente a violenta caccia. Appena affiorato, il sommergibile venne inquadrato dai fasci dei proiettori dei due caccia nemici e fatto segno a violento e intenso fuoco di mitragliere che spazzarono la coperta e la torretta uccidendo quasi istantaneamente il Comandante Arezzo, l’ufficiale in 2^ e il nostromo e ferirono mortalmente altri marinai.
Dall’ufficiale di rotta viene dato l’ordine di aprire i portelli per autoaffondarsi ed abbandonare l’unità. La situazione era andata fuori controllo, sia per la persistenza del fuoco nemico, sia per l’assenza di qualsivoglia forma di comando che rese così problematico l’autoaffondamento.
La resa, episodio finale dell’azione, è stata vissuta con la disperazione di chi lucidamente realizza mancanza di alternative ma che fino a quel momento ha reagito all’evento con razionale determinazione, all’unisono con il comandante. La sopraffazione fisica e psicologica hanno poi piegato la volontà dell’equipaggio e il “si salvi chi può” ordine dato da chi assume il comando, a seguito della certezza dell’inefficienza bellica, trova giustificazione nella volontà di salvare l’equipaggio eseguito contemporaneamente alle manovre di autoaffondamento del sommergibile per non farlo cadere in mano al nemico.
I superstiti dell’Uarshiek (4 ufficiali, 4 sottufficiali, 22 sottocapi e comuni) vennero raccolti e trasferiti sulle due unità inglesi nel contempo il “Petard prendeva a rimorchio il nostro sommergibile e si dirigeva verso Malta ma spezzatosi il cavo di traino, l’Uarsciek affondò rapidamente di poppa (35°40’ N, 14°32’ E alle 11.33 GMT del 15 dicembre 1942 come riportato nella relazione della commissione britannica).

Caratteristiche Tecniche (*)
Cantiere: O.T.O.- La Spezia
Impostato: 02-12-1936
Varato:19-09-1937
Consegnato: 04-12-1937
Affondato: 15-12-1942
Radiato: 18-10-1946
Dislocamento
Sup. 697,254 t.
Imm. 856,397
Dimensioni
Lungh. 60,18 m.
Largh. Max 6,45 m.
Motori
2 motori diesel TOSI +2 motori elettrici Marelli
1 batteria di accumulatori al piombo composta da 104 elementi.
Potenza complessiva:
motori a scoppio 1400 hp.
Motori elettrici 800 hp.
Velocità max in superficie: 14 knt.
Velocità max in immersione: 7,5 knt
Autonomia in superficie: 2200 nm. a 14 knt. – 3180 nm. a 10, 5 knt.
Autonomia in immersione: 7,5 nm. a 7,5 knt. – 74 nm a 4 knt.
Armamento
4 tubi lanciasiluri AV da 533 mm.
2 tubi lanciasiluri AD da 533 mm.
6 siluri da 533 mm.
1 cannone da 100/47 mm.
2 mitragliere singole da 13, 2 mm.
152 proiettili per il cannone
Equipaggio
4 ufficiali, 32 tra sottufficiali e marinai
Profondità di collaudo:80 m.

Coefficiente di sicurezza relativo alla sollecitazione massima riferito al limite di elasticità del materiale: 3

(*) Fonte “Sommergibili italiani” di A.Turrini e O.Miozzi – U.S.M.M.

Gaetano Arezzo della Targia
Il Tenente di Vascello Gaetano Arezzo della Targia, nacque a Siracusa il 31.7.1911, discendente da nobile stirpe.
Venne ammesso alla frequenza della 1^ classe della Regia Accademia Navale di Livorno (d.p. 7 luglio 1927) nel corpo dello Stato Maggiore.
Concluso il corso venne nominato Sottotenente di Vascello e quattro anni dopo Tenente di Vascello.
Imbarcato sul sommergibile Medusa, allora unità addestrativa della Scuola Sommergibili di Pola, in qualità di comandate – allievo fino a quando l’unità venne affondata il 30 gennaio 1942 al largo di Capo Promontore (Istria) da siluro del sommergibile britannico Thorn. L’ufficiale, uno dei due superstiti del battello, partecipò con slancio e spirito di sacrificio ai tentativi di salvataggio degli uomini del Medusa, affondato in bassi fondali. Per questo motivo gli fu tributato una ricompensa al valor militare con la seguente motivazione:

Ufficiale Comandante che in menomate condizioni di salute e febbricitante, ha dimostrato alto senso del dovere e spirito aggressivo, attaccando una forza navale nemica e lanciando due siluri contro unità nemica con probabile risultato positivo e cadendo al suo posto di dovere, ha confermato le doti di slancio e dedizione dimostrate in precedente circostanza dalla perdita del sommergibile Medusa”.

Onorificenze
Medaglia d’Argento al Valor Militare
“Comandante di sommergibile di elevate capacità professionali, partecipava con sereno ardimento e indomito spirito aggressivo alla battaglia mediterranea di mezz’agosto, attaccando decisamente un numeroso convoglio nemico potentemente scortato da forze navali ed aeree.
Col tempestivo ed efficace lancio dei siluri, infliggeva sicure perdite alla formazione avversaria, provocando l’affondamento ed il siluramento di unità a guerra e mercantili.
Dimostrava nell’ardua brillante azione elette virtù militari e tenace volontà di vittoria”
(Sommergibile Uarsciek – Mediterraneo Centrale, 15 agosto 1942) – (R.D. 17 dicembre 1942).

Alla memoria
“Valente comandante di sommergibile nel corso di ardua missione di guerra, avvista tata nottetempo una formazione navale avversaria, muoveva in superficie arditamente all’attacco. Nonostante il sommergibile fosse stato scoperto, riusciva con abile manovra a silurare un incrociatore avversario. Sottoposto a violenta caccia da parte di tre siluranti nemiche, nella impossibilità di resistere più a lungo in immersione per i notevoli danni riportati, emergeva nell’intento di affrontare in superficie le preponderanti forze avversarie.
Nell’ardito tentativo, mentre raggiungeva il proprio posto di combattimento in torretta, cadeva colpito a morte da raffica nemica”.
(Sommergibile Uarsciek – Mar Mediterraneo 15 dicembre 1942) – (D.P. 18 dicembre 1951).
Morì il, come sopra evidenziato, il 15 agosto 1942 conscio di aver servito fino all’estremo sacrificio e con onore, la sua Patria.

Ringrazio Franco Prosperini (autore de “L’affondamento del Regio sommergibile Uarsciek nel corso di azione del Mediterraneo Centrale” – edito dall’Ufficio Storico della Marina Militare (B.A. giugno 2006), Paolo Alberini e Giuliano Manzari, per i preziosi suggerimenti e per aver stuzzicato in me, come sempre, la curiosità, la voglia di conoscere ed approfondire il mio background  storico – marinaro.

Questo articolo è dedicato a Lilly Arezzo della Targia.

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