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Luciana de Fusco vedova Papili

a cura A.N.M.I. Stabia

Il 19 maggio è mancata all’affetto dei suoi cari Luciana de Fusco vedova dell’ammiraglio Franco Papili.
La città di Castellammare di Stabia, i suoi marinai, marittimi e pescatori, si unisce nel dolore per la perdita di questa donna tanto amata in vita dal marito, dai familiari e dai marinai per sempre…
I funerali si celebreranno oggi 20 maggio 2019, alle ore 15.30, presso la Parrocchia del Carmine di Castellammare di Stabia.
Noi, i vostri ragazzi, vogliamo ricordare Luciana e Franco, così:

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Alla memoria dell’ammiraglio Franco Papili salpato per l’ultima missione il 28 agosto 2009.

Nella mia carriera di uomo di mare, mi sono posto tante volte questa domanda: ma chi è veramente un Signore dei mari?
È colui che entra in punta di piedi, senza invadere lo spazio sacro dell’altro, senza condizionare l’unicità, l’originalità, l’individualità, senza imposizioni o richieste faziose e interessante e falsa retorica militare.
È colui che sta vicino con la vocazione di comunicare fiducia, stima, ottimismo, incoraggiamento ad andare avanti, a cavalcare il successo, a riconoscere i propri errori, a raggiungere traguardi sempre più alti, senza invidia e timore di essere superato perché sa di aver agito nel rispetto del Giuramento per servire la Patria con onore.
È colui che fa tutto per l’altro, senza risparmiarsi, senza rendiconti, con l’unico desiderio di condividere il proprio “tutto” al parigrado, superiore o subalterno.
E’ colui che ripone per l’equipaggio lo spirito di conservazione per quel semplice ma primordiale valore che è l’amore per la vita in questa Gerusalemme terrena.
E’ colui che verrà ricordato ai posteri perché vive nella Gerusalemme eterna.
Ognuno raccoglie ciò che semina e il male, come il bene, tornano sempre indietro …anche a distanza di tempo.
Orfano di padre, sottufficiale di Marina, disperso in mare durante la 2^ guerra mondiale, Franco Papili entrò in Accademia Navale nel 1947. Il suo primo incarico fu quello di Ufficiale di rotta delle corvette Gru e Scimitarra. Successivamente si specializzò nel servizio di artiglieria e divenne il primo Direttore del Tiro Missili dell’incrociatore Garibaldi (unità trasformata ed adattata al lancio di missili balistici). Comandante di nave Gaggia e Gabbiano, fu prescelto nel 1969, come Comandante in 2^, all’allestimento di nave Vittorio Veneto (nuova ammiraglia della Squadra Navale). In seguito fu comandante di nave Carabiniere, ebbe incarichi presso la NA.T.O. del Sud Europa e, da Capitano di Vascello assunse nel 1976 il comando del Vittorio Veneto. Oltre agli incarichi presso lo Stato Maggiore della Marina, assunse nel 1983, il comando della 2^ Divisione Navale e, successivamente quelli di Comandante dei dipartimenti di Ancona e La Spezia. Concluse la sua carriera come Presidente del Consiglio Superiore delle Forze Armate.
Sempre vicino all’A.N.M.I ed ai suoi marinai, salpò per l’ultima missione dalla sua Castellammare di Stabia il 28 agosto 2009, assistito amorevolmente dalla moglie Luciana.
Uomo di raffinata cultura, gli equipaggi lo ricordano perché amava ripetere:
“la Marina è la mia famiglia e i Marinai sono i miei figli”.

IN RICORDO DELL’AMMIRAGLIO FRANCO PAPILI
di Antonio Cimmino

Non ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere l’Ammiraglio di Squadra Franco Papili.
Venerdì 20 marzo 2012 ho avuto il piacere di incontrare la Signora Luciana sua moglie e molti marinai che sono stati imbarcati, principalmente sull’incrociatore Vittorio Veneto agli ordini del Comandante Papili.
Una giornata indimenticabile! Tutto è iniziato con la deposizione di un fascio di fiori sulla tomba dell’Ammiraglio nel cimitero di Castellammare di Stabia. I suoi vecchi sottoposti mi hanno concesso l’alto onore di recitare la Preghiera del Marinaio. Che emozione! Molti occhi erano lucidi, qualcuno si è messo sull’attenti. Capo Bassanelli, preso dai ricordi che affioravano a fiotti, ha detto anche, rivolto, alla foto dell’Ammiraglio: ”Comandi!”
C’erano Mario Sicignano, Antonio Corsi, Pietro Rossi, Capo Buondonno, Pompeo Funzione, Luigi Diana e tanti altri di cui non ricordo il nome. Ero l’unico estraneo del gruppo ma, preso empaticamente, mi sono subito inserito, accolto fraternamente come solo i marinai sanno fare.
Subito dopo abbiamo invaso la casa della Signora Luciana che ci ha accolto amorevolmente. Ognuno ha dato stura a ricordi e aneddoti che mi sono appuntato nella mente. Verso le 12,00 sotto una pioggia dirotta ci siamo recati a visitare la Caserma Cristallina, ovvero ciò che resta dell’edificio posto in Via Duilio presso il cantiere navale stabiese, ove molti di loro hanno soggiornato durante l’allestimento del Veneto.
Da loro ho appreso che l’Ammiraglio era stato severo ma giusto, come un buon pater familias che pensa al futuro dei suoi figli. Per alcuni è stato veramente un padre perché, arruolati a 16-18 anni, hanno trovato in lui una guida e un faro nella vita militare e non solo.
Mario Sicignano ha ricordato scherzosamente il “posto di lavaggio ad oltranza” che il Comandante del Veneto chiedeva al suo equipaggio per mantenere in perfetta efficienza la bella unità o quando, fu sorpreso a leggere un fumetto e gli fu inflitta una punizione perché “ sorpreso a leggere pubblicazioni amene”.
Filippo Bassanelli ricordava a Donna Luciana il caffè che lei offriva “alla napoletana e con tre C”, forte e bollente.

Nei giorni successivi, anche obbedendo al desiderio dei marinai, mi sono recato spesso a casa della Signora Luciana per ritirare libri da donare al Gruppo A.N.M.I. di Castellammare e, principalmente, per ascoltare, davanti ad un buon caffè, i ricordi dell’Ammiraglio Franco.
La Signora Luciana aveva conosciuto il suo Franco durante la sua permanenza a Castellammare durante la costruzione e l’allestimento del Veneto, sposandosi nel 1971. L’Ammiraglio ci tenne a precisare che il primo posto nel suo cuore era la Marina ma, poi, fece posto alla sua dolce metà.
In un Capodanno festeggiato bordo del Vittorio Veneto con Ufficiali e loro consorti, l’Ammiraglio Papili disse ad un suo sottoposto:
– ”Vai a chiamare i marinai di comandata e falli salire in quadrato, non è giusto che solo noi stiamo a festeggiare”.
I marinai timidi ed impacciati stavano seduti a paratia. Allora il Comandante li invitò a far ballare le signore. Un ragazzo napoletano offrì il suo braccio alla Signora Luciana che gli chiese cosa ne pensasse del Comandante. Il marinaio rispose:
– ”è molto severo ma lo è con tutti, senza preferenze, ma…perché me lo chiedete?”
Immaginarsi la meraviglia quando seppe che aveva parlato proprio con la moglie del suo Comandante. Aveva, però, detto la verità. Tutti erano uguali per Papili, senza distinzione di grado o di categoria, tutti dovevano adoperarsi, ognuno per la parte di propria competenza, per l’efficienza e l’efficacia della nave.
Franco Papili era un marinaio di altri tempi ma anche un uomo profondamente buono sotto un aspetto burbero.
Si è saputo che per anni aveva aiutato economicamente un operaio dell’Arsenale di Taranto per mantenere un figlio all’università e solo dopo la sua morte, questo operaio ha raccontato della silenziosa e cristiana generosità dell’Ammiraglio. Mi hanno raccontato che quando si accorgeva che un suo marinaio non usciva in franchigia, g chiedeva il perché e scoprendo che era per motivi economici, spesso gli “ordinava” di accettare dei soldi.
Durante l’allestimento del Veneto a Castellammare, la padrona di un vicino ristorante andò a lamentarsi con Papili perché i marinai alloggiati in caserma, andavano dietro alle sue numerose figlie. L’ ammiraglio senza scomporsi le disse:
– ”Io alle diciassette libero i miei tori, alle sue vacche ci pensi lei!”.
Gli aneddoti sono decine e decine, questi solo alcuni di quelli che ho raccolto personalmente e che mi ricordo
Pochi ufficiali sono stati tanto amati dai loro sottoposti. Quanto è andato in quiescenza, il suo rapporto con la Marina non si è interrotto, si è sempre occupato dell’ANMI ed ha sempre accolto paternamente i suoi marinai quando andavano a fargli visita.
Già da anni ma, principalmente con il senno del poi, i suoi marinai vedevano nel loro Comandante un vero “ al amir rahl”, un “Signore del mare” che con mano ferma, giusta e paterna, ha guidato la rotta della loro nave e della loro vita. Ultimo esemplare di una Marina che ormai non c’è più. Un pezzo di storia che scompare con lui.
Con il Presidente Aldo Verdoliva ed il Vice Mario Sicignano del Gruppo stabiese, entrambi ex Sottufficiali già alle dipendenze di Papili, si è deciso, accogliendo le numerose richieste di moltissimi marinai, di istituire per il prossimo anno sociale un memorial day for Ammiraglio Papili a Castellammare di Stabia. Resta solo il rammarico di non aver conosciuto questo grande Marinaio!


Franco Papili 
di Egidio Alberti

Tre anni fa gli amici Ezio Pancrazio Vinciguerra e Antonio Cimmino pubblicarono in ricordo dell’ammiraglio Papili, “salpato per l’ ultima missione il 28 agosto 2009”, un bellissimo articolo su LA VOCE DEL MARINAIO.
Avendo trovato nel mio archivio una bellissima foto che mi ritrae a bordo di Nave San Giorgio, io ero Comdinav 3, in visita ad Ancona, dove Papili era Maridipart, ho pensato di farne la rievocazione per ricordarlo agli amici che l’ hanno conosciuto.

Il corso Papili (ALBATROS) entrò in Accademia nel 1948 e fu il primo corso dopo la guerra a fare 4 anni di Accademia anziché 3.
Di conseguenza il mio corso OCEANICI, entrato in accademia nel 1950, nei primi due anni ebbe a che fare con gli Aspiranti della terza e quarta classe (corsi ALBATROS ed ALISEI).

Papili era specializzato in Artiglieria come il sottoscritto per cui le nostre esperienze a bordo su navi diverse sono state le stesse.
Ciò che ammiravo in lui era la sua cultura sulle navi e i loro comandanti di qualsiasi epoca della Marina per cui si divertiva a ” SPIVOLARE” i giovani ufficiali,compreso il sottoscritto, su questi argomenti.
CIAO FRANCO E CIAO LUCIANA VI HO SEMPRE AMMIRATO E VOLUTO BENE
R.I.P.

BUONA GIORNATA A TUTTI GLI AMICI

Un commento

  • giorgio sornicola

    ho avuto l’onore è il piacere di conoscere l’Ammiraglio Franco Papili, un uomo severo, onesto giusto una persona perbene. La sua porta era sempre aperta ho avuto dei problemi e mi sono rivolto a lui quando ho saputo della sua scomparsa è stato un grande dolore adesso che apprendo la scomparsa della sua signora non ho parole è proprio vero i migliori se ne vanno

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