Marinai,  Marinai di una volta,  Naviglio,  Recensioni,  Storia

24.3.1943, affondamento delle regie navi Malocello e Ascari

Cacciatorpediniere della classe Soldati, il 24 marzo 1943, nei pressi di Capo Bon per portare soccorso ai naufraghi del cacciatorpediniere Malocello (affondato su una mina) affondò a sua volta dopo aver urtato una mine che gli asportarono prua e poppa e successivamente lo spezzarono in due tronconi.
Morirono il comandante Capitano di Fregata Mario Gerini e  193 uomini dell’equipaggio su un totale di 325, più un centinaio di soldati tedeschi imbarcati sull’unità.

Storia
Nella notte tra il 23 ed il 24 marzo 1943, al comando del capitano di fregata Mario Gerini partì da Palermo come capo formazione di un gruppo di cacciatorpediniere (Malocello, Pancaldo e Camicia Nera) che avrebbero dovuto trasportare truppe tedesche a Tunisi; le altre tre navi, partite da Pozzuoli, si congiunsero con l’Ascari nella mattinata del 24 Alle 7.18 del 24 marzo, mentre navigava a 27 nodi con rotta a zig zag poco distante da Capo Bon, il Malocello urtò una mina e si fermò con gravi danni, sbandando. Il comandante Gerini ordinò a Pancaldo e Camicia Nera di proseguire per la destinazione (ove giunsero indenni), mentre l’Ascari si fermò per soccorrere il Malocello; la nave affiancò l’unità danneggiata ed iniziò a trasbordarne equipaggio e truppe, ma il sistema «TAG» rilevò un siluro obbligando l’Ascari ad accelerare ed allontanarsi dal Malocello; dopo aver gettato otto bombe di profondità, la nave tornò verso il cacciatorpediniere agonizzante, ma urtò una mina che provocò il distacco della zona prodiera. Nel frattempo, alle 8.45, il Malocello s’inabissò rovesciandosi e spezzandosi in due. L’Ascari resse il danno e poté restare in zona: per cinque ore, mentre le motolance del cacciatorpediniere facevano la spola recuperando i naufraghi della nave affondata, a bordo dell’Ascari si lavorò per rafforzare le paratie, liberare gli uomini rimasti intrappolati nelle lamiere della prora, tenere in funzione le macchine, rifocillare feriti e naufraghi, trovare la posizione dei campi minati; molti intonarono inni patriottici. Poi, mentre il cacciatorpediniere andava a marcia indietro per portarsi nelle vicinanze di altri zatterini, urtò una mina che gli asportò la poppa sino all’altezza del quadrato ufficiali. Con l’unità ormai ridotta ad un relitto alla deriva, tutti gli uomini furono radunati in coperta; alcuni aerei gettarono degli zatterini, che vennero trascinati via dal vento. All’una del pomeriggio l’Ascari urtò una terza mina a centro nave e, abbandonato dall’equipaggio, affondò rapidamente spezzato in due: l’unità s’inabissò alle 13.12, circa 25 miglia a settentrione di Zambretta (Tunisia) e 28 nord di Capo Bon.
Quattro ore dopo l’affondamento alcuni MAS partiti da Biserta e Pantelleria recuperarono i sopravvissuti delle due navi: 96 ufficiali e marinai degli equipaggi (su 489) ed un centinaio di militari tedeschi (su 650).
Dell’Ascari scomparvero in mare il comandante Gerini e 193 tra ufficiali, sottufficiali e marinai (i sopravvissuti furono invece 53), oltre a qualche centinaio di militari tedeschi.

Il regio cacciatorpediniere Ascari – Risposte ai familiari
di Claudio53
Riceviamo e con immenso orgoglio ed infinito ringraziamento pubblichiamo in risposta all’articolo in data 24.4.2013:
https://www.lavocedelmarinaio.com/2013/03/24-3-1943-regio-cacciatorpediniere-ascari/
Per quanto riguarda le notizie richieste dai parenti dei marinai imbarcati sul regio cacciatorpediniere Ascari, incrociando i dati del sito di ONORCADUTI con l’Albo d’Oro della Marina Militare, emergono i seguenti dati:
– per la signora Maria Grazia confermo che il Capo 1^ Classe telegrafista Sollai Plinio nato a Suelli il 5 giugno 1907 è morto il 24 marzo 1943 nell’affondamento del CT Ascari a circa 28 miglia a Nord di Capo Bon (Tunisia). Corpo recuperato e tumulato nel cimitero di Cefalù.
-Per il signor Angelo segnalo che il Marò Papa Annunziato nato a Bonifati il 28 marzo 1922 è morto il 24 marzo 1943 nell’affondamento del CT Ascari a circa 28 miglia a Nord di Capo Bon (Tunisia). Corpo recuperato. Secondo la banca dati di ONORCADUTI risulta deceduto a Trabia e sono indicati due luoghi di sepoltura una presso l’Ossario dei P.P. Cappuccini di Catania e l’altro presso il Sacrario Militare “Cristo Rè” di Messina. Non è una novità trovare due luoghi di sepoltura diversi poiché è possibile che sia stato sepolto prima in un cimitero comunale, in questo caso Catania, e poi la salma traslata al Sacrario di Messina. E’ possibile anche viceversa, ovvero la salma era al Sacrario e poi i parenti hanno voluto la sepoltura in un altro luogo. Inoltre, per definire con precisione il luogo di morte occorre vedere cosa è scritto nel registro del luogo di sepoltura. Se la data è il 24 marzo del 1943 la morte è avvenuta in mare (dato di ONORCADUTI errato) se la data è diversa può essere stato recuperato ferito e morto successivamente (dato Albo d’Oro errato). Consiglio il Sig. Angelo di telefonare prima al Sacrario di Messina ed in caso negativo al cimitero di Catania. In caso di ricerca negativa porre il quesito a ONORCADUTI che potrebbe avere dei documenti all’argomento.

– Per il sig. Alberto evidenzio che nell’Albo d’Oro della Marina risulta che il Marò Nocchiere Pelletti Giacinto nato a Lecce il 11 febbraio 1923 è morto il 24 marzo 1943 nell’affondamento del CT Ascari a circa 28 miglia a Nord di Capo Bon (Tunisia). Nell’ultima colonna dell’Albo è indicata la nota generale “2” che significa “disperso” per cui la salma non è stata trovata. Non si può escludere che sia all’interno della nave che giace su un fondale superiore ai 2000 metri. A conferma evidenzio che nella Banca Dati di ONORCADUTI è riportata la morte ma non è indicato né il luogo di morte né quello di sepoltura.
– Per il sig. Agostino segnalo che il Marò Cannoniere Fenaroli Alessandro nato a Tavernola Bergamasca il 15 gennaio 1923 è morto il 24 marzo 1943 nell’affondamento del CT Ascari a circa 28 miglia a Nord di Capo Bon (Tunisia). La salma è stata recuperata e tumulata inizialmente presso il cimitero di Lipari e successivamente traslata presso il cimitero di Tavernola Bergamasca.
– Per tutti, riporto di seguito qualche dettaglio in più su nave Ascari.
Il 23 marzo 1943 iniziò un’operazione di trasferimento di truppe tedesche dall’Italia a Tunisi. Il Cacciatorpediniere Malocello partì da Pozzuoli la sera del 23 con le navi Camicia Nera e Pancaldo ed il mattino del 24 il gruppo di navi si riunì con nave Ascari, anch’essa intenta a trasportare dei tedeschi, proveniente da Palermo. Il Comandante di nave Ascari, il Capitano di Fregata Mario Gerini, assunse il Comando della formazione. Alle 07.30 il Malocello urtò contro una mina posata alcuni giorni prima dal posamine britannico Abdiel, che scoppiò al centro nave. Il Comandante dell’Ascari dopo aver ordinato al Pancaldo e al Camicia Nera di proseguire per la destinazione, ove giunsero indenni, rimase in zona per soccorrere il CT Malocello su cui alle 08.35 fu dato l’ordine di abbandonare la nave che alle 08.45 affondò spezzandosi in due. Anche l’Ascari, mentre soccorreva i naufraghi del Malocello, investì alcune mine che scoppiando asportarono prima la prora, poi la poppa ed infine provocarono l’affondamento completo della nave alle 13,20.
Quattro ore dopo l’affondamento dell’Ascari (e quasi nove dopo quello del Malocello) alcuni MAS partiti da Biserta e Pantelleria recuperarono i sopravvissuti delle due navi: 96 ufficiali e marinai degli equipaggi (su 489) ed un centinaio di militari tedeschi (su 650).
Notizie dettagliate sulla storia e sulla attività del RCT Ascari si trovano su Wikipedia all’indirizzo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ascari_%28cacciatorpediniere%29
Il punto di affondamento è a circa 28 miglia a nord di Capo BON su fondali tra 2000 e 3000 metri.

Gino Battaglioli
a cura Carlo Di Nitto



2° Capo Silurista Gino Battaglioli, caduto nell’affondamento del Regio Cacciatorpediniere “Malocello”.
Mare Mediterraneo (a Nord di Capo Bon – Tunisia), 24 marzo 1943.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *