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Nave Vesuvio

di Giuseppe Procopio

Non tutte le mattine sono uguali a bordo, soprattutto al risveglio.
Alcune si presentano belle, limpide, luminose, e ti regalano da subito una sensazione di benessere.
Altre invece come quelle invernali si presentano fredde, umide, piovose e rendono ancor più grigio delle navi militari il cielo.
La scena in questo caso si offre statica ed immobile.
Il sentore della salsedine di questa acqua di mare è molto accentuata, quasi appiccicata alle narici.
Le navi, attraccate ai moli, ancora sonnecchiano.
Sulla loro poppavia, si scorgono ancora le guardie, gli ultimi del turno notturno.
I barcarizzi sono tutti in una linea geometrica perfetta.
Il rumore di bordo è sommesso.
D’inverno le navi appaiono meno luminose ed attraenti del solito. Il grigio e il rosso della scritta che pare voglia fendere quel velo di nebbia mattutina.
Adagiato sul porto.
Qua e la i segni dell’ultima pioggia caduta nella notte.
Le colline che intravedo dal  posto di guardia sono a tratti coperte da piccole ombre di umidità che ne riduce la loro visibilità, la loro naturale bellezza.Nascondono quel verde lussureggiante ora coperto dalla nebbia.
Sono le prime ore del giorno.
Uno dei tanti momenti  invernali che si dispiegano in questa stagione.
Dicono che certe caratteristiche climatiche siano una particolarità di La Spezia, di questa regione d’Italia…

E mi fa uno strano effetto alzarmi e trovare questo dipinto invernale.
La divisa jeans da sola non basta a proteggermi dal freddo umido, e non mi riesce di esprimere sensazioni e sentimenti.
Forse il mistero di questi giorni spezzini e invernali sta tutto qui.
L’orologio pare abbia rallentato il suo tic tac ma, nella realtà,  le settimane passano in fretta.
Emozioni positive ed altre meno buone.
Tutte da vivere volta per volta.
Piccoli attimi di solitudine presto fugata.
Tutto appare surreale.
Intanto la vita a bordo riprende con il nuovo fervore e la sveglia equipaggio riavvia i programmi della giornata. Ritmi di una energia inesauribile, di una quotidianità marinara, che è il cuore pulsante di bordo di Nave Vesuvio.

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