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15.2.1916, Maria Plozner Mentil

di Antonio Cimmino e Gigi Rossi

Le portatrici carniche
 furono quelle donne che nel corso della prima guerra mondiale operarono, lungo il fronte della Carnia, trasportando con le loro gerle rifornimenti e munizioni fino alle prime linee italiane, dove molto spesso combattevano i loro uomini nei reparti alpini. Erano dotate di un apposito bracciale rosso con stampigliato il numero del reparto dal quale dipendevano e percorrevano anche più di 1000 metri di dislivello portando sulle spalle gerle di 30-40 chilogrammi. 
La loro età variava dai 15 ai 60 anni.

Motivazione della medaglia d’oro al valor militare
Madre di quattro figli in tenera età e sposa di combattente sul fronte carsico, non esitava ad aderire, con encomiabile spirito patriottico, alla drammatica richiesta rivolta alla popolazione civile per assicurare i rifornimenti ai combattenti in prima linea. Conscia degli immanenti e gravi pericoli del fuoco nemico, Maria Plozner Mentil svolgeva il suo servizio con ferma determinazione e grande spirito di sacrificio ponendosi subito quale sicuro punto di riferimento ed esempio per tutte le “portatrici carniche”, incoraggiate e sostenute dal suo eroico comportamento.
Curva sotto il peso della “gerla”, veniva colpita mortalmente da un cecchino austriaco il 15 febbraio 1916, a quota 1619 di Casera Malpasso, nel settore Alto But ed immolava la sua vita per la Patria.
Ideale rappresentante delle “portatrici carniche”, tutte esempio di abnegazione, di forza morale, di eroismo, testimoni umili e silenziose di amore di Patria. Il popolo italiano Le ricorda con profonda ammirata riconoscenza”.

Il mio incontro con le compagne della Plozner Mentil – Le Portatrici Carniche 60 dopo…
di Gigi Rossi

Per morire non occorre essere soldati in divisa, ma delle Portatrici Carniche, che portano rifornimenti ai nostri soldati schierati sulle prime linee. Una di loro, colpita a morte da un cecchino, mentre si inerpicava faticosamente con la sue pesante gerla, lasciò orfani 4 bimbi in tenera età, ma ricevette la Medaglia d’Oro al Valor Militare, si chiamava Maria Plozner Mentil…

La storia continua a luglio del 1977.

Col mio plotone (Reparto Comando e Trasmissioni – Julia) sono impegnato in una marcia dalle parti del confine con la Jugoslavia. Verso le 12 ci fermiamo nella piazza di un paesino (di cui purtroppo non ricordo il nome) ci rifocilliamo e ci apprestiamo a consumare il rancio, grazie anche alle solerti cucine da campo che talvolta ci seguivano se la sosta era prevista in luoghi facilmente praticabili dagli automezzi.
Ci aspettano delle signore anziane, dignitose, vestite dei loro poveri abiti da montanare che portavano con una mal celata eleganza, accompagnate da uno stuolo di marmocchi (i loro nipotini) e, molto timidamente, si accostano a noi dicendoci nel loro dialetto furlano:
vedendo vualtri alpins deventem de novo zovani, ne par de tornar indrio nel tempo, sentimo ‘i stessi odori che in zoventù sentivimo quando i se acampava i soldati ‘taliani…suor, grasso de fusil e profumo de sugo de pastasiuta, nialtre sperem che anca i nostri nevodi i possa diventar alpini…“.
Ebbene, quelle donne, non più giovani, tutte prese dalla nostalgia dei loro ricordi d’un tempo che fu, erano le superstiti delle famose portatrici carniche…(nella foto, il sottoscritto in marcia in primo piano).

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