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12.2.1911, nasce Mario Ruta

a cura Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

(Napoli 12.2.1911 – Canale di Sicilia 12.10.1940)

Mario Ruta nasce a Napoli il 12 febbraio 1911. Figlio dell’ammiraglio Eduardo Ruta, segue le orme paterne arruolandosi il 27.11.1924 nella Regia Marina. Frequenta la Regia Accademia Navale e il 15 luglio 1928, promosso guardiamarina, imbarca sul Regio incrociatore Ancona fino al 28 maggio 1929. Nello stesso anno viene nominato sottotenente di vascello.
Promosso Tenente di Vascello il 15 luglio 1934.
Ha eseguito imbarchi sulle regie unità Impavido, Irrequieto, Vivaldi, Rossarol, Leone, Dardo, Fulmine.
Questi anni d’imbarco furono interrotti per un periodo a terra al Battaglione San Marco in Africa Orientale e nel maggio del 1936 prese parte alla cosiddetta Marcia su Addis Abeba.

Nel 1938 imbarca sul regio incrociatore Colleoni per recarsi in Cina dove fu destinato al Battaglione di Pechino per oltre un anno.
Rientrato in Italia nel 1940, gli fu affidato il comando della regia torpediniera Ariel sulla quale eseguì venti missioni di guerra.
Il 12 ottobre 1940 la regia nave Ariel, con le regie torpediniere Airone e Artigliere, si scontrò con una formazione navale inglese subendo un furiosi mitragliamenti dove Mario Ruta fu fra i primi marinai a cadere nel combattimento.
E’ stato insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare, oltre a una medaglia di bronzo e una croce di guerra, con la seguente motivazione:
“Comandante di torpediniera, ne curò appassionatamente la preparazione prodigando le sue eccellenti doti di organizzatore e di animatore. Durante una ricerca notturna in prossimità di base nemica, avvistato un Incrociatore inglese, con pronta e adita manovra si portò all’attacco spingendosi a distanza ravvicinatissima, conscio del gravissimo rischio ma deciso ad ottenere il più sicuro effetto delle sue armi. Lanciati i siluri ed aperto il tiro contro il nemico, la sua unità fu fatta segno dalla preponderante reazione del fuoco avversario ed egli cadde tra i primi.
Mortalmente ferito riuscì ancora a dare disposizioni perché l’azione fosse continuata. Le estreme parole di sereno incitamento furono da lui pronunciate mentre sotto i colpi del fuoco nemico affondava la sua nave, alla quale egli rimaneva affidato per sempre. Si chiudeva così una giovane vita tutta dedicata alla marina, ma rimaneva il più luminoso esempio di fulgido eroismo”. (Canale di Sicilia, 12 ottobre 1940).
Durante le operazioni di recupero dei superstiti, alcuni idrovolanti furono attaccati da aerei britannici da caccia e ricognizione, ma ne uscirono indenni.
I 137 naufraghi recuperati dai MAS, il 13 ottobre 1940, erano:
– 82 superstiti dell’Artigliere;
– 41 dell’Ariel;
– 12 dell’Airone;
oltre a due marinai del Camicia Nera rimasti a bordo della motolancia quando la loro nave se n’era andata.

Compresi i naufraghi già salvati dall’Alcione, subito dopo lo scontro e dal Camicia Nera prima di lasciare l’Artigliere, vennero recuperati in tutto 225 sopravvissuti, di cui:
– 100 dell’Artigliere;
– 84 dell’Airone; 41 dell’Ariel;
circa metà di quanti erano imbarcati sulle tre navi affondate.

Delle tre navi affondate nello scontro, l’Ariel fu quella che subì le perdite più pesanti. Morirono 7 ufficiali, 15 sottufficiali e 76 tra sottocapi e marinai.
Per incredibile coincidenza, morì nello stesso scontro anche il precedente comandante dell’Ariel, il tenente di vascello Corrado Del Greco, assistente di Squadriglia della XI Squadriglia Cacciatorpediniere (imbarcato sull’Artigliere). Sia a lui che al comandante Ruta venne conferita, alla memoria, la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

I caduti tra l’equipaggio dell’Ariel

Vincenzo Accolla, marinaio, disperso
Vincenzo Agrillo, marinaio cannoniere, disperso
Giovanni Albanese, marinaio, disperso
Corrado Avarino, marinaio cannoniere, disperso
Giovanni Balbiani, marinaio silurista, disperso
Ciro Barone, marinaio, disperso
Michele Beltrami, marinaio cannoniere, disperso
Giovanni Benzia, marinaio, disperso
Egidio Berchicci, marinaio fuochista, disperso
Fiorenzo Boi, secondo capo nocchiere, disperso
Matteo Bonaccurso, sottocapo meccanico, disperso
Mario Bonau, capitano del Genio Navale, deceduto
Massimo Braggio, sottotenente di vascello, disperso
Giovanni Bruno, marinaio fuochista, disperso
Nicola Buono, marinaio fuochista, disperso
Ignazio Calì, sottocapo cannoniere, disperso
Evelino Calvetti, sottocapo torpediniere, disperso
Antonio Calobbruni, marinaio cannoniere, disperso
Vincenzo Campobasso, sottocapo furiere, disperso
Francesco Cangiano, marinaio, disperso
Pasquale Caorsi, sottocapo cannoniere, disperso
Domenico Cartisano, sergente nocchiere, disperso
Mario Casanova, marinaio nocchiere, disperso
Giovanni Cecchini, marinaio, disperso
Bruno Cernigoi, marinaio fuochista, disperso
Emilio Colombo, marinaio, disperso
Antonino Costantino, sottocapo cannoniere, disperso
Emilio D’Alò, marinaio silurista, disperso
Paolo Dall’Orso, sottotenente di vascello, deceduto
Vittorio De Palma, marinaio S. D. T., disperso
Osvaldo Della Giusta, guardiamarina, deceduto
Vincenzo Di Pietro, marinaio furiere, disperso
Ettore Feletti, sergente cannoniere, disperso
Vittorio Finotti, sottocapo elettricista, disperso
Pasquale Franzese, secondo capo radiotelegrafista, disperso
Eugenio Fullone, secondo capo segnalatore, disperso)
Carmelo Gallano, marinaio fuochista, disperso
Giovanni Gallo, marinaio fuochista, disperso
Carmine Gambardella, marinaio, disperso
Ateo Gaudino, marinaio cannoniere, disperso
Gaetano Geroli, sottocapo cannoniere, deceduto
Natale Graziano, sergente cannoniere, disperso
Domenico Iannello, marinaio fuochista, disperso
Francesco Ielapi, sergente cannoniere, disperso
Giovanni La Cava, capo meccanico di terza classe, disperso
Carlo La Rosa, marinaio, disperso
Guglielmo Licini, marinaio fuochista, disperso
Giovanni Lo Conte, marinaio, disperso
Antonio Loi, marinaio fuochista, disperso
Giuliano Longoni, aspirante guardiamarina, disperso
Carmelo Lorenzi, marinaio fuochista, disperso
Alido Lori, marinaio elettricista, disperso
Pasquale Losito, marinaio fuochista, disperso
Severo Luciano, sottocapo cannoniere, disperso
Francesco Lupetin, marinaio fuochista, disperso
Enzo Madrigali, marinaio radiotelegrafista, disperso
Giuseppe Magri, capo meccanico di prima classe, disperso
Pietro Marchetto, marinaio cannoniere, disperso
Giovanni Masia, marinaio cannoniere, disperso
Rolando Masieri, secondo capo silurista, disperso
Mario Mattana, marinaio cannoniere, disperso
Silvio Mazzola, marinaio fuochista, disperso
Euro Menini, sottotenente commissario, disperso
Vincenzo Miceli, sottocapo cannoniere, disperso
Santo Motta, marinaio, disperso
Vincenzo Muro, marinaio fuochista, disperso
Danillo Muzio, marinaio cannoniere, disperso
Francesco Ognissanti, marinaio silurista, disperso
Giovanni Oresta, sottocapo elettricista, disperso
Giordano Orsenigo, marinaio fuochista, disperso
Luigi Palomba, marinaio, disperso
Aldo Pantaloni, secondo capo silurista, disperso
Giuseppe Papagni, capo cannoniere di seconda classe, disperso
Domenico Papaleo, marinaio cannoniere, disperso
Mario Pari, marinaio torpediniere, disperso
Giuseppe Paternò, marinaio, disperso
Mario Patrone, marinaio fuochista, disperso
Marcello Pironi, sottocapo motorista, disperso
Francesco Quartara, marinaio radiotelegrafista, disperso
Vincenzo Raneri, marinaio, disperso
Carlo Robello, sottocapo cannoniere, disperso
Alide Rosa, marinaio fuochista, disperso
Mario Ruta, tenente di vascello (comandante), disperso
Vitantonio Santoro, marinaio fuochista, disperso
Giuseppe Scimone, sottocapo S. D. T., disperso
Anselmo Semprini, marinaio, disperso
Giuseppe Serra, marinaio cannoniere, disperso
Michele Serreli, marinaio torpediniere, disperso
Arnaldo Sibilli, capo meccanico di prima classe, disperso
Alberto Soldani, marinaio radiotelegrafista, disperso
Angelo Tomassi, sottocapo segnalatore, disperso
Aldo Tonello, sergente meccanico, disperso
Giuseppe Tudisco, marinaio cannoniere, disperso
Domenico Tulli, marinaio fuochista, disperso
Pietro Vigna, sottocapo infermiere, disperso
Emilio Visintin, marinaio cannoniere, disperso
Luigi Zavoli, marinaio fuochista, disperso
Bruno Zeni, sergente S. D. T., disperso

Notizie tratte da:
– www.marina.difesa.it;
– bollettino d’archivio U.S.M.M. (saggio di Franco Prosperini sullo scontro del 12 ottobre 1940).

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