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30.1.1945, affondamento nave Wilhelm Gustloff

di Mario Veronesi

 (*)

Banca della memoria - www.lavocedelmarinaio.com

Una tragedia dimenticata

Mario Veronesi per www.lavocedelmarinaio.comL’affondamento della Wilhelm Gustloff avvenuta il 30 gennaio 1945 fu il più grave e tragico evento della storia navale, per le enormi dimensioni di tale tragedia.
L’avanzata russa, provoca l’esodo di milioni di Tedeschi verso l’occidente, esodo già iniziato negli ultimi mesi di guerra, quando le truppe del Reich combattevano ancora su tutti i fronti. Il 21 gennaio 1945 le unità sovietiche penetravano all’interno del territorio della Prussia orientale. Superato il fiume Memel, l’Armata rossa occupava le città di Tilsit e di Pillakev, centri situati vicino a Konigsberg, avvicinandosi alle coste del mar Baltico. In Pomerania le truppe sovietiche avanzavano verso il mare in direzione Nord-Est raggiungendo la zona di Stettin-Stargord sul Baltico alla foce del fiume Oder. Altre forze russe più a Sud nel Brandeburgo investivano la zona di Kustrin città situata sull’Oder a soli 80 chilometri da Berlino. Con queste operazioni i Sovietici isolano completamente le zone costiere della Prussia orientale. Ed è, in questa drammatica situazione, che s’inserisce la storia della nave Wilhelm Gustloff.

Nave Wilhelm Gustloffin navigazione - foto internet - www.lavocedelmarinaio.com

La Wilhelm Gustloff era il gioiello della tedesca KdF (Kraft durch Freude), costruita dalla Blohm und Voss di Amburgo, e varata nel 1937, era lunga oltre 200 metri, per una stazza di 25.893 tonnellate. Era la nave di bandiera dell’intera flotta della KdF, la quale aveva numerose altre navi, altrettanto grandi e famose, ma la Gustloff era unica in quanto a lusso e sfarzosità. Numerose furono le crociere nell’Oceano Atlantico, nel Mar Mediterraneo e nei mari del Nord, della ricca borghesia tedesca. Prese il nome da Wilhelm Gustloff, fondatore, e capo della sezione elvetica del partito nazionalsocialista, assassinato il 4 febbraio del 1936 a Davos dallo studente ebreo David Frankfurter.

Nave Wilhelm Gustloff all'attracco - foto internet - www.lavocedelmarimaio.com

Nel maggio del 1939, quattro mesi prima dell’inizio della seconda guerra mondiale, la Gustloff si affiancò ad altre quattro navi della KdF, la Robert Ley, la Der Deutsche, la Stuttgart e la Sierra Cordoba. Queste navi avevano il compito di ricondurre la Legione Condor dalla Spagna alla Germania. Arrivata nel porto di Vigo, scaricò materiale medico per le organizzazioni di volontariato e sanitarie spagnole. Poi caricò i 1.400 uomini della Legione, e il 30 maggio del 1939 arrivò nelle acque tedesche. Una parata di navi la scortò sino al porto d’Amburgo, dove fu accolta da grandi manifestazioni di giubilo. All’inizio del conflitto mondiale, le Forze Armate tedesche trasformano la Gustloff in nave ospedale, a disposizione della Kriegsmarine. Fu classificata: «Lazarettschiff D», l’uso di questo tipo di nave era strettamente monitorato, e seguiva un rigido protocollo di procedure internazionali. Completamente riverniciata di bianco, su entrambi i lati spiccava una banda verde lungo tutta la carena, e infine numerose croci rosse sul ponte, sul fumaiolo e sui lati. Su queste navi era proibito trasportare alcun tipo di materiale da guerra. Il primo impiego della nave ospedale fu nella zona di Danzica, dove rimase alla fonda nella baia per molte settimane per recuperare i soldati feriti in combattimento.
Dal maggio del 1940, fino al luglio dello stesso anno, la Gustloff prese servizio come ospedale galleggiante durante la campagna di Norvegia, stazionando nei pressi d’Oslo. Lasciò quel porto, con a bordo 560 persone, tra feriti e passeggeri. Prima dell’autunno del 1940, alla Gustloff fu ordinato di prepararsi per le operazioni d’invasione dell’Inghilterra, ma come sappiamo tale operazione, non fu mai portata a termine. Dopo un successivo viaggio da Oslo, con altri 414 feriti, verso la Germania, la nave terminò il servizio di nave ospedale, e navigò in direzione di Gotenhafen, dove sempre al servizio della Kriegsmarine, fu tramutata in nave caserma, per gli «U-boot» tedeschi. La Gustloff iniziò questa nuova attività, prima sotto la 1° Divisione Unterseeboots, e poi sotto la 2° Divisione Unterseeboots, rimanendo a Gotenhafen all’ancora per oltre quattro anni.

Imbarco passeggeri sulla nave Wilhelm Gustloff - foto internet - www.lavocedelmarinaio.com

Alla fine del 1944, riprese servizio, partecipando alla più grande evacuazione navale della storia, il recupero e il trasporto di milioni di rifugiati, soldati e feriti, che dalla Prussia Orientale fuggivano nella Germania. Tutte le più grandi navi della KdF furono utilizzate per quest’imponente operazione. Nei porti di Danzica, Gotenhafen, Pilau partirono cariche di Tedeschi in fuga le navi: Capitano Arcona (t 27.561), Robert Ley (t 27.288), Hamburg (t 22.117), Deutschland (t 21.046), Potsdam (t 17.528), Pretoria (t 16.662), Berlin (t 15.286), Goya e molte altre. Fu la più imponente evacuazione di tutta la storia, furono trasportati oltre due milioni di persone, dimostrando al mondo, la gran determinazione della macchina di soccorso tedesca. Quando la Gustloff lasciò la protezione del porto di Gotenhafen il 30 gennaio 1945, con destinazione Kiel, le condizioni climatiche erano pessime, vento forte, nevicava, la temperatura era di dieci gradi sotto lo zero e numerosi blocchi di ghiaccio galleggiavano nel mar Baltico. La possibilità di sopravvivenza di un naufrago in un mare cosi freddo, e con un tempo come questo era impensabile. La lista dei passeggeri era formata da 918 ufficiali, 173 membri dell’equipaggio, 373 membri delle Unità Navali Ausiliarie formata esclusivamente da donne, 162 feriti, e 4.424 rifugiati, per un totale di 6.050 persone. Ma questa lista, non teneva conto delle centinaia di persone che avevano preso posto sul ponte della Gustloff. Nuove ricerche dimostrano che il numero totale di persone al momento dell’affondamento era di 10.582. La più attendibile ricerca, fu quell’effettuata da Heinz Schon, che divise il numero di persone in: rifugiati 8.956, ufficiali e membri della 2° Unterseeboot, Lehrdivision 918, donne delle Unità Ausiliari 373, uomini delle forze navali 173, soldati feriti 162, per un totale di 10.582 persone a bordo. 
Nel frattempo il sommergibile sovietico S-13 al comando di Alexander Marinesko, individua la nave e alle 21.08 del 30 gennaio 1945 colpisce la Gustloff con 3 siluri. Il primo siluro colpisce la nave a prua direttamente sotto la linea di galleggiamento nei compartimenti 2 e 3. Il secondo siluro la colpisce nell’area della piscina, facendo esplodere completamente quella zona, e infine il terzo siluro colpisce la sala motori devastando l’intero scafo. Immediatamente la Gustloff piega a dritta, lancia subito i razzi di segnalazione e l’SOS. Il castello di prua, fu quasi sommerso, mentre la poppa si alza sopra il livello del mare. In meno di cinquanta minuti si consuma la più grande tragedia navale tedesca, la Gustloff affonda nelle fredde acque del mar Baltico, portando con se 9.343 persone (7.700 secondo le stime ufficiali), i sopravvissuti furono solo 300. L’affondamento della Gustloff fu il più grave e tragico evento della storia navale, per le enormi dimensioni di tale tragedia. Per la Germania, la guerra era perduta, pertanto questa tragedia non ebbe la risonanza internazionale che avrebbe meritato.

Soccorsi alla nave Wilhelm Gustloff - foto internet - www.lavocedelmarinaio.com

Trattandosi di una nave nemica il fatto passò come un semplice evento bellico, un siluramento di una nave da 25.000 tonnellate. L’8 maggio 1945, circa otto milioni d’abitanti della Prussia orientale, della Pomerania, della Marca di Brandeburgo e della Slesia, avevano davanti all’avanzata sovietica, abbandonato le loro case. Più di tre milioni di Tedeschi saranno espulsi da queste terre tra il 1945 e il 1950, provocando, di fatto, la più grande migrazione di popoli dopo il V secolo.
Articolo pubblicato sulla Rivista Marittima-Dicembre 2012.

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