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22.1.1941, nel ricordo di Alessandro Montagna

a cura Filippo Bassanelli


Banca della memoria - www.lavocedelmarinaio.com

Regia nave San Giorgio - www.lavocedelmarinaio.comAlessandro Montagna nacque a La Spezia il 4 agosto 1893. Volontario nella Regia Marina a solo 16 anni, iniziò la sua carriera come mozzo apprendista Cannoniere e Torpediniere. Partecipò al conflitto italo-turco del 1911- 1912 e dal maggio 1915 fu imbarcato su unità siluranti di superficie e subacquee. Il 1° maggio 1921 conseguì la promozione a Capo di 2^ classe silurista. Nel 1924 quella di Capo di 1^ classe e per lunghi anni imbarcò su unità siluranti subacquee, partecipando anche ad alcune missioni speciali, durante la guerra di Spagna, con il sommergibile Toti. 
Nel marzo 1938 prese imbarco sul regio incrociatore San Giorgio dislocato a Tobruk, rimanendo in quell’imbarco anche dopo l’entrata in guerra dell’Italia e partecipando attivamente all’efficienza e prontezza bellica della gloriosa unità, finché il 22 gennaio 1941 – investita la Piazzaforte da soverchianti forze nemiche e prossima alla resa – si adoperò per predisporre la nave all’autoaffondamento e per la salvezza dell’equipaggio. Sbarcato e già in salvo su una imbarcazione, tornava con pochi animosi sull’unità per accelerarne l’esplosione. Sorpreso al lavoro dalla deflagrazione delle cariche esplosive, scompariva nello scoppio dei depositi di munizioni e tra le fiamme che avevano avvolto la nave.

nave san giorgio (regia) - www.lavocedelmarinaio.com

Il 26 gennaio 1941, due giorni dopo l’autodistruzione del San Giorgio e della sua morte, la “Voce di Mantova” pubblicava un articolo in cui l’autore sosteneva che tra l’equipaggio dell’incrociatore, devotissimo al santo di cui la loro nave portava il nome, circolasse la voce che una notte capo Montagna avesse avuto una visione in cui gli era apparso San Giorgio che, cavalcando attorno alla nave con la spada sguainata, tracciava un solco di fuoco come barriera invalicabile contro gli attacchi e le bombe inglesi. Quanto di fantasia e di retorica, o quanto di realtà ci fosse in questo articolo non sapremmo dire. È però certo che, per un verso o per l’altro non soltanto i piloti britannici, ma soprattutto i marinai imbarcati sul San Giorgio, credevano fermamente nella sua invulnerabilità.
Il Centro Sportivo della Marina Militare di La Spezia fu intitolato a suo nome.

 

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