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19.1.1883, impostata la regia nave Etna

di Antonio Cimmino

…dal 1862 ai giorni nostri.

Per adeguarsi alla tattica navale del tempo (che poi si rivelò sorpassata) il governo italiano ordinò alla società inglese Armstrong, un nuovo tipo di nave denominato “ariete torpediniere” con le funzioni di, eventualmente, speronare una nave nemica con il rostro prodiero rinforzato e di lottare efficacemente contro le insidiose torpediniere. La nave era il Giovanni Bausan che servì da prototipo ai successivi ariete-torpediniere costruite in Italia. L’Ispettore del Genio Navale Carlo Vigna, dunque, progettò tale classe di nave di tre unità: Etna, Stromboli e Vesuvio.

Profilo ETNA - www.lavocedelmarinaio.com Copia

L’Etna fu impostata nel regio cantiere navale di Castellammare di Stabia il 19 gennaio 1883, varata il 26 settembre 1885 e completata il 3 dicembre 1887.
Il dislocamento a pieno dell’unità era di 3.950 tonnellate ( 3.530 quello normale), le dimensioni erano di metri 91,40 dei lunghezza (fuori tutta) e 86,40 (fra le perpendicolari), 13,22 metri di larghezza e 5,85 di pescaggio. Due motrici alternative a doppia espansione tipo Hawthorn-Leslie, erano alimentate da 4 caldaie cilindriche per una potenza di circa 7.000 cavalli, due eliche imprimevano una velocità di 16 – 18 nodi.
La nave non possedeva una grossa protezione con un torrione di 30 mm di spessore ed un ponte protetto di 40 mm, ma in compenso aveva un rilevante armamento. La protezione laterale era composta unicamente dai depositi carbone ( ne imbarcava 630 tonnellate) che, sistemati in strutture cellulari, dovevano servire anche ad attutire eventuali colpi di cannone di navi nemiche.
Cannone a tiro rapido da 57 mm - CopiaDue cannoni da 255mm./canna 20 calibri erano sistemati rispettivamente in caccia ed in ritirata cioè a proravia ed a poppa. Tre per lato, 6 cannoni a tiro rapido tipo Armostrong da 152 mm./32 in impianto singolo scudato, davano una adeguata protezione a dritta ed a sinistra. Essi erano in grado di sparare 5-7 colpi al minuto imprimendo al proietto una velocità di 657 metri/secondo che, con alzo 20°, possedeva una gittata di circa 9.000 metri. C’erano anche 5 cannoni singoli a tiro rapido tipo Hotchkiss Mk I da 57/40 mm che sparavano proietti da 2,7 chilogrammi di peso ad una velocità di 554 metri/secondo e con cadenza di 25 colpi al minuto. I calibri minori eraano rappresentati da 5 pezzi da 37/20 mm e 2 mitraglie MG. Per la lotta alle torpediniere la nave era dotata anche di quattro tubi lanciasiluri da 355 mm.
L’equipaggio era formato da 308 uomini di cui ventisette  ufficiali.
Il motto della nave era: Latent ignis (alle navi successive con lo stesso nome fu assegnato il motto Tenacemente ovunque.

Nave ETNA 1890 - www.lavocedelmarinaio.com - Copia

Entrata in esercizio nel 1887, la bandiera di combattimento le fu offerta l’8 novembre 1888 dalle cittadinanze dei comuni etnei Acireale, Giarre, Riposto, Randazzo e Linguaglossa.  Nel processo verbale del Municipio di Riposto, si legge:

“ …i Municipi..deliberarono donare al R.Ariete-Topediniere “Etna”  una bandiera di onore, in segno di imperituro affetto alla regia Marina e di speciale simpatia alla nave che porta il nome del vulcano che sorge maestoso accanto ad essi…”

Attività operativa fino al 1900
cannone da 152-40mm - Copia
Entrata in linea nel 1887 ed ebbe una intensissima vita operativa. Nei suoi primi anni fu  in America a protezione degli interessi italiani. Nel 1895/1896 fu dislocata nel Mar Rosso in appoggio alle operazioni dell’Esercito in Eritrea e si distinse per la cattura del piroscafo olandese Doelwijk con un carico di armi destinato agli etiopici.
Nel biennio 1891-92 operò essenzialmente in Italia in attività di crociera e di addestramento. Nel febbraio 1892 si recò ad Alessandria d’Egitto in missione di rappresentanza. Nel biennio 1891-92 il comandante dell’unità fu il Capitano di Vascello Carlo Amoretti. Il 26 agosto 1893, al comando del contrammiraglio G.BMagnaghi, partecipò alla rivista navale internazionale di Hampton Roads toccando porti canadesi, statunitensi, delle Antille e dell’America centrale; durante questa navigazione furono effettuate ricerche scientifiche riguardanti la piattaforma subacquea del continente americano.
Nel 1893 quale nave ammiraglia della Divisione Navale d’America, partendo da  Spezia il 21 marzo,  visitò il Nord, il Centro e il Sud America.
Dopo aver subito alcuni lavori di manutenzione a Venezia, il 1° dicembre 1895, al comando del Capitano di Vascello Luigi De Simone,  lasciò la città per recarsi nel Mar Rosso dove, fino al mese di settembre 1896, fu nave ammiraglia della Forza Navale dislocata in Eritrea, al comando del contrammiraglio Carlo Turi.
Il 1° agosto 1896, durante l’infausta giornata di Adua, che vide il massacro del corpo di spedizione italiano ad opere dell’esercito del Negus Menelik, l’Etna contribuì ad appoggiare le operazioni a terra dei nostri sfortunati soldati.
del bono - CopiaNel 1897 partecipò, al comando del Capitano di Vascello Giovanni Giorello,  alle operazioni multinazionali a Creta, unitamente alle unità Ruggiero di Lauria, StromboliSicilia, Re UmbertoVesuvio, Bausan ed Euridice, contro rappresaglie ottomane ai danni della popolazione locale. I marinai dell’Etnapresidiarono l’ufficio telegrafico della Canea  e raccolsero 1240 cretesi terrorizzati, sbarcati successivamente sull’isola greca di Sira.
L’unità era inquadrata nella 2a Divisione della Regia Marina, facente parte della Forza navale multinazionale inviata nell’isola dalle Potenze europee. Nel gennaio del 1898, assegnata alla Divisione Oceanica, fu invita in Centro – America per seguire il conflitto ispano-americano e, successivamente, nel Pacifico alla volta del conflitto tra Cile ad Argentina. Passando per i mari della Cina rientrò a Napoli nel 1900.
Il 22 maggio 1899, in viaggio di circumnavigazione, al comando del Capitano di Vascello Giovanni Girello, giunse ad Hong-kong, passando alle dipendenze del Contrammiraglio napoletano Francesco  Grenet,nominato Comandante della Divisione Navale dell’Estremo Oriente.
Prima di giungere in Cina, insieme all’incrociatore Piemonte, effettuò il giro del mondo visitando anche i porti della Polinesia, dell’Australia e dell’Arcipelago della Sonda.

Attività operativa fino alla demolizione
Dopo un disarmo di circa due anni dal 1902 al 1904, la nave fu sede dell’Ispettorato Torpediniere per poi essere destinata a La Maddalena con funzioni di nave ammiraglia.
Dal 1905 al 1907 fu trasformata in nave scuola e come tale operò fino al 1911.
Al comando del Capitano di Vascello  Baggio Ducarne, nel 1909 effettuò una campagna oceanica d’istruzione degli allievi dell’Accademia Navale di Livorno, toccando anche i porti di Port Hamilton, Baltimora, Annapolis, Norfolk, Filadelfia, New York, Punta Delgada,  Spezia.
Rinnovata nell’armamento, partecipò alla guerra italo-turca agendo come appoggio alle forze terrestri e con una continua presenza nei porti di Tobruck, Dema e Bengasi. Al comando del Capitano di Vascello Cusani Visconti, l’Etna, nell’autunno del 1922, assunse le funzioni di nave sede di Comando Superiore in Cirenaica.
libia - CopiaLa nave dal 1907 al 1912 e nel 1914 effettuò 7 campagne di istruzione per l’Accademia Navale di Livorno.
Durante la crociera d’istruzione nel 1912, al comando del Capitano di vascello  Simonetti, unitamente al Flavio Gioia ed alla nave gemella Amerigo Vespucci,era inquadrata nella Divisione Navale di Istruzione, comandata dal Vice Ammiraglio Borea Ricci. A bordo erano imbarcati gli allievi della 1a e 4a classe dell’Accademia Navale con il loro Comandante il Contrammiraglio Alberto Del Bono e, durante un’incursione contro i beduini capeggiati da ufficiali turchi, sbarcarono per dar man forte al IV Reggimento Fanteria diretti all’oasi di Garines ad est di Bengasi. Era il 26 agosto del 1912.
Le truppe da sbarco erano composte, oltre che dai marinai ed allievi dell’Etna, anche da una Compagnia di allievi della Scuola Mozzi imbarcati su nave Flavio Gioia. I marinai e gli allievi delle tre unità parteciparono anche alla battaglia di Zanzur, vicino a Tripoli, che segnò la definitiva  conquista della Libia.
L’11 ottobre 1914 l’unità diventò nave ammiraglia della Divisione Speciale composta anche dagli incrociatori Calabria e Piemonte al comando del Contrammiraglio Patris.
Partecipò alla I G.M. ( al comando del Capitano di Fregata Dondero), stazionando in Tripolitania e poi a Taranto come nave caserma e come sede del Comando in capo dell’Armata Navale.
Dopo un’ultima crociera nel Levante e nel Mar Nero (1920), la nave passò in disarmo e nel maggio del 1921, l’anziano incrociatore venne radiato dal Quadro del Naviglio Militare e venduto ai privati per la demolizione.

Nuovo armamento
Con i lavori di ristrutturazione del 1911 gli originali cannoni da 254 mm furono sostituiti da pezzi da 120 mm., gli altri pezzi erano: 4 cannoni da 152 mm., 2 da 76 mm., 4 da 57 mm., 2 da 37 mm e 1 mitragliera.

Corvetta ad elica di II rango Etna varata a Catellammare di Stabia nel 1862 - www.lavocedelmarinaio.com

Notizie e curiosità
La volontà di far costruire nei cantieri nazionali le tre unità fu manifestata dal governo per far fronte alla crisi del settore cantieristico per cui le altre due unità della stessa classe furono costruite nei cantieri di Livorno e nell’Arsenale di Venezia. Le tre unità erano similari perché differivano leggermente sia nel dislocamento e sia nell’apparato motore. L’Etna possedeva un dislocamento maggiore, il suo apparato motore era inglese, mentre quello dello Stromboli era dell’Ansaldo e quello del Vesuvio della società livornese Orlando. Nonostante alcuni limiti strutturali connessi all’inadeguata protezione orizzontale e all’assenza di protezione verticale, nonché ad una velocità di solo 17 nodi, queste unità rappresentarono la base per la costruzione dei futuri incrociatori che abbandonarono definitivamente la prora a sperone. Lo speronamento non rientrò più nella tattica di guerra navale perché, con la comparsa di veloci torpediniere armate di siluro, non si verificarono più scontri ravvicinati che permettessero tale superato sistema d’attacco.

ETNA - www.lavocedelmarinaio. com - Copia

Altre navi con lo stesso nome
Una nave Etna, corvetta bombardiera, fu varata, sempre a Castellammare di Stabia, il 18 settembre 1830 ma, dopo un lungo periodo di disarmo, in considerazioni delle sue scarse qualità nautiche, il 4 giugno del 1859 fu venduta per la demolizione, ad Enrico Ciliberti di Castellammare di Stabia. Era una unità con scafo in legno e carena ramata, con due ponti, due alberi a vele quadre e bompresso, armata di 1 mortaio da 12 libbre sistemato a prora e 12 carronate, sempre da 12 libbre, sul ponte di coperta.
La seconda nave con tale nome fu costruita sempre a Castellammare di Stabia nel 1862. Era una corvetta di II rango a ruote, con tre alberi a vele quadre, Prese parte nel 1866 alla III Guerra di Indipendenza e, nella Battaglia di Lissa ebbe il ruolo di unità ripetitrice di segnali.

Nave Etna A5328 - già Uss Whitley www.lavocedelmarinaio.com

La quarta unità con il nome Etna fu un incrociatore antiaerei costruito a Trieste nel 1938 per conto della Thailandia con il nome Taksin e requisito dall’Italia nel dicembre del 1941 per essere sottoposto a notevoli lavori di trasformazione in funzione di nave trasporto truppe, ma l’entrata in vigore dell’armistizio del 1943 non fece ultimare i detti lavori; lo scafo, requisito dai tedeschi, venne affondato dagli incursori italiani e, dopo la guerra, recuperato e demolito.
Nel febbraio del 1962 gli Stati Uniti d’America cedettero all’Italia la nave USS Whitley, costruita nel 1944 per operazioni anfibie. Questa fu la quarta unità con il nome Etna – matricola A 5328 e destinata nave appoggio. Venne radiata il 1° maggio 1973.
L’ultima unità con il nome Etna è stata varata il 12 luglio 1997 nella Fincantieri di Riva Trigoso e classificata nave da rifornimento, inquadrata nel COMFORAL ha base a Taranto

Nave Etna 1997 - www.lavocedelmarinaio.com

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