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Antonino Cacace

di Antonio Cimmino

Il Capitano di lungo corso Antonino Cacace nasce a Meta.
Salpato da Bari al comando del piroscafo Firenze con a bordo un Reggimento di Alpini diretti in Albania, fu silurato dal sommergibile greco Papanikolis, e affondò la vigilia di Natale del 1940.
Organizzata l’abbandono nave, sbarcò per ultimo, riuscendo a salvare centinaia di Alpini imbarcati che non sapevano nuotare. Riportati a Valona i superstiti,  furono imbarcati sul piroscafo Sardegna per essere trasportati in Italia.

Anche il piroscafo Sardegna, il 29 dicembre 1940, fu silurato dal sommergibile greco Proteus e affondò.
Il Comandante Cacace si distinse di nuovo in questa tragica circostanza, prodigandosi nel salvataggio degli altri uomini imbarcati, ma questa volta il suo coraggio gli costò la vita.Fu insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare “alla memoria” con la seguente motivazione:
Al comando di piroscafo carico di truppe facendo parte del convoglio scortato da unità da guerra, organizzava con alto spirito di abnegazione e con serena perizia marinaresca l’opera di salvataggio delle truppe stesse quando il bastimento, colpito da siluro, era in procinto di affondare. Lasciato per ultimo la nave e raggiunto il porto di destinazione a bordo di unità da guerra, si reimbarcava subito sul altro piroscafo (Sardegna) per rimpatriare. Durante la navigazione di ritorno, colpito da offesa nemica anche questo bastimento, si prodigava con alto sentimento del dovere al salvataggio del personale imbarcato e scompariva con l’affondamento della nave”(Mare Adriatico, 24 dicembre 1940 – Piroscafo Firenze).

Al Comandante Antonino Cacace fu conferita anche la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

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