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28.12.1930, varo della regia nave Gorizia

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

Caratteristiche tecniche e breve storia
Incrociatore pesante Gorizia
Classe Zara (Zara, Fiume, Pola e Gorizia)
Cantiere OTO Livorno
Impostazione 17 marzo 1930
Varo 28 dicembre 1930
Completamento 23 dicembre 1931
Caratteristiche generali
Dislocamento 13.660 (standard) tonnellate, 14.460 (pieno carico) tonnellate
Lunghezza 182,8 metri
Larghezza 20,6 metri
Pescaggio 7,2 metri
Profondità operativa metri
Propulsione 8 caldaie a tubi d’acqua con surriscaldatori tipo Thornycroft 2 gruppi turboriduttori tipo Parsons 2 eliche a tre pale tipo Scaglia
Potenza:95.000 HP
Velocità 33 nodi
Combustibile 2.350 tonnellate di nafta
Autonomia 5.434 miglia a 16 nodi
Equipaggio 31 ufficiali ed 810 marinai
Sistemi difensivi
Armamento artiglieria:
8 cannoni 203/53 mm
12 cannoni 100/47 mm
4 mitragliere da 40/39 mm
8 mitragliere da 13,2 mm
Nel 1942 il Gorizia ebbe aumentato l’armamento contraereo con sistemazione di mitragliere su piazzole installate lateralmente alla torre numero due.
Corazzatura verticale: 150 mm
orizzontale: 70 mm
torrette : 150 mm
Mezzi aerei 2 Ro.43 con una catapulta del tipo Gagnotto a prua, l’aviorimessa per il ricovero dei due aerei, fu ricavata nella struttura dello scafo immediatamente a proravia della prima torre da 203.
Costo dell’unità 112.700.000 lire.

Il 10 aprile 1943 il regio incrociatore Gorizia fu attaccato da 36 aerei e fu presto colpito e messo fuori uso: il ponte fu sostanzialmente divelto dallo scafo, a bordo si svilupparono incendi, l’armamento fu distrutto e numerose falle si aprirono nello scafo.
La nave fu ridotta ad un relitto galleggiante ed ebbe 63 morti (4 ufficiali, 6 sottufficiali, 53 marinai) e 97 feriti. Ciononostante si riuscì a ripararla in modo da consentirle di trasferirsi a La Spezia per evitare un sicuro affondamento (l’indomani, infatti, La Maddalena fu nuovamente attaccata da aerei).
All’Armistizio la nave era ancora inutilizzabile e non poté prendere il mare. La sera del 9 settembre 1943 fu abbandonata dall’equipaggio e catturata dai tedeschi, che la abbandonarono dopo aver asportato tutto ciò che poteva essere usato.
Nel 1945 fu trovato semiaffondato nel porto ligure e non si poté far altro che demolirlo.

IN MEMORIA DI GIUSEPPE ARENA
di Gaeno Augeri

Buongiorno Ezio,
frugando fra i ricordi mi di mia zia ho ritrovato un documento che certifica che mio zio Giuseppe Arena fu dichiarato disperso il 21 novembre 1941 ma questo documento non parla della nave su cui era imbarcato.

Ti saremo infinitamente grati se tu riuscissi a sapere il nome della nave e anche altre sue notizie.
Ti invio anche due foto in modo che tu le possa analizzare e valorizzare sul tuo bellissimo blog.
Anticipatamente ti ringraziamo per quello che riuscirai a fare certi che saprai onorare lo zio su quello che tu chiami “Banca della Memoria”.
Tuo affezionatissimo Gaeno

Carissimo e stimatissimo Gaeno,
di seguito pubblichiamo le notizie, dirette ed indirette, che possiamo dedurre leggendo quanto in nostro possesso e consultando anche altri dati su Internet.
Arena Giuseppe risulta essere stato imbarcato sul regio incrociatore Gorizia che il 21  novembre 1941 era in mare, con le regie navi Bolzano, Trento e la VIII Divisione, per fornire scorta indiretta ad un convoglio diretto in Nord Africa.

La formazione italiana fu però vittima di attacchi di sommergibili e aerosiluranti che danneggiarono gravemente il Bolzano e l’incrociatore leggero Duca degli Abruzzi, costringendola al rientro. Non ho trovato in quella data altre vittime della nave per cui tuo zio Giuseppe è l’unico morto quel giorno.
Fu sepolto prima al Sacrario San Nicola L’Arena di Catania e successivamente, su richiesta della famiglia, al cimitero comunale di Messina.

Maggiori notizie potrebbero trovarsi, leggendo il fascicolo della regia nave Gorizia, custodite presso l’Ufficio Storico della Marina per vedere se si trova la causa della morte avvenuta in quella navigazione.
Un abbraccio a te e ai tuoi cari grande come il mare di Ognina e anche come l’amicizia che non mi hai fatto mai mancare.
Ezio

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