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31.7.1963, in ricordo di Athos Fraternale

di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra

… questo articolo è dedicato a Rossana Tirincanti (recentemente scomparsa) e Roberto Fraternale, persone di straordinario carattere dotati di sentimenti profondi e immensa forza umana.

Athos Fraternale nasce ad Ancona il 15 agosto 1909 da famiglia benestante (il padre Amilcare è Ispettore Generale nelle Regie Ferrovie mentre la madre, Vittoria Vanni, si occupa della sua educazione). Fin da giovane viene messo a dura prova del destino. La prima volta fu quando perse la mamma a causa di una malattia. Per lui fu un duro colpo. Si rese subito conto di dover contare solo sulle proprie forze. Athos Fraternale aveva un sogno nel cassetto quello di diventare un marinaio. Sogno che si materializzò dopo il liceo superando brillantemente il concorso che gli permise di frequentare, per la ferma di quattro anni, l’Accademia Navale di Livorno dal 19 ottobre 1925. Durante questo periodo partecipò alle varie crociere estive (Nave Ferruccio, Nave Vespucci, Nave Pisa, Nave Colombo). Nominato Guardiamarina il 1° luglio 1930 iniziò la sua lunga esperienza di bordo (Nave Trento, Nave Cesare, Nave Vivaldi, Sommergibile Tricheco, Nave Rubino, Nave Naide, Nave Corridoni, Nave Sciesa) che lo porterà, il 7 luglio 1939, ad essere destinato sul sommergibile Cappellini in qualità di Ufficiale in 2^.
Il 15 settembre 1934 si sposa con Niccolina Rosati che gli darà la gioia di due figli: Roberto e Marcello ma la loro unione finisce presto a seguito di dissidi insanabili. Quest’evento creerà un legame viscerale con la Regia Marina di cui Athos Fraternale ha sinceri sentimenti di attaccamento agli ideali di allora.
Per conoscere meglio l’operato e la figura di Athos Fraternale è necessario parlare di sommergibili e di BETASOM.
Durante la seconda guerra mondiale, in appoggio alla Germania nazista, fu creata la base navale a Bordeaux, sulla costa atlantica meridionale, dal nome in codice BETASOM. Questa base rappresenta un periodo epico sul quale si riverserà l’attenzione di parte degli episodi che Athos Fraternale e altri eroici (Todaro, Gazzana Piaroggia, Fecia di Cossato, Longanesi Cattani, Olivieri, De Giacomo ed altri) con i loro equipaggi resero alla Patria affondando tonnellate e tonnellate di naviglio nemico. Il nome BETASOM era un acronimo ottenuto dall’unione della prima lettera della parola «Bordeaux» – espressa con il nome della lettera dell’alfabeto greco equivalente dal punto di vista fonetico («beta») – e la prima sillaba della parola «sommergibile».
La base era costituita da due darsene intercomunicanti attraverso una chiusa. Inoltre, la presenza di bacini di carenaggio rendeva possibile la messa a secco degli scafi per le necessarie operazioni di revisione e riparazione. Il personale era alloggiato in apposite casermette ottenute dalla conversione di alcuni magazzini.
Nel periodo della sua esistenza la base accolse una trentina di battelli della Regia Marina (dall’autunno 1940 all’8 settembre 1943, data dell’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile), infatti solo una quarantina degli oltre cento sommergibili della flotta italiana erano adatti alle crociere oceaniche. Una prima flotta di 27 battelli fu trasferita nell’autunno del 1940 (Malaspina, Tazzoli, Calvi, Finzi, Bagnolini, Giuliani (che fu distaccato per un certo periodo a Gdynia, all’epoca chiamata Gotenhafen, nel mar Baltico, presso la scuola per sommergibilisti italiani), Tarantini, Marconi, Da Vinci, Torelli, Baracca, Marcello, Dandolo, Mocenigo, Veniero, Barbarigo, Nani, Morosini, Emo, Faà di Bruno, Cappellini, Bianchi, Brin, Glauco, Otaria, Argo, Velella). Un ulteriore sommergibile, il Cagni, fu trasferito a BETASOM nel 1942-1943, non appena ne fu completato l’allestimento.
Per raggiungere l’Atlantico, tutti i sottomarini italiani furono costretti ad attraversare lo stretto di Gibilterra, dov’era – ed è tuttora – situata una grande base navale della Royal Navy. Il passaggio non fu esente da difficoltà, anche a causa delle correnti marine, ma avvenne senza incidenti. Successivamente, furono integrati nella flotta altri quattro sommergibili (Archimede, Perla, Guglielmotti e Ferraris) provenienti dall’Africa Orientale Italiana. In vista dell’imminente caduta dell’Eritrea (che ospitava l’importante base navale di Massaua) si decise, infatti, di evacuare tutto ciò che rimaneva della componente subacquea della marina “coloniale”, in modo da non farla cadere in mani inglesi. Questi battelli raggiunsero BETASOM circumnavigando l’Africa con l’ausilio della nave tedesca Atlantis, che si occupò del rifornimento in alto mare delle quattro unità.
I sommergibili italiani svolsero la prima fase del loro ciclo operativo nell’Atlantico Settentrionale e, successivamente, nella zona equatoriale. Dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti, svolsero alcune crociere anche presso le coste nord-americane.
Nel luglio-agosto 1941, a causa dell’andamento negativo della guerra nel Mediterraneo, fu ordinato il rientro di una decina di battelli (Perla, Guglielmotti, Brin, Argo, Velella, Dandolo, Emo, Otaria, Mocenigo, Veniero e Glauco). Questa volta, il passaggio attraverso Gibilterra comportò la perdita di un sottomarino, il Glauco. A partire dal 1943, alcuni sottomarini italiani vennero utilizzati per operazioni di trasporto di materie prime dall’Europa al Giappone.
Questo ampio excursus storico ci fa comprendere meglio il ruolo di BETASOM e dell’operato dei sommergibilisti di cui Athos Fraternale fece parte conquistando in mare due appellativi che lo accompagnarono per tutta la sua vita.
Il primo appellativo fu “Terzo asso di Betasom” per aver affondato 35606 Tsl. di naviglio nemico e più precisamente:
– Ruppert de Larrinaga (GB);
– Lady Sommers (GB);
– Stangarth (GB)
– Oscilla (NL);
Poder Bogen (GB).
Il secondo appellativo, in relazione al suo nome di battessimo ed al suo aspetto fu “Il Moschettiere” dell’Atlantico.
Ma andiamo per ordine e torniamo alla prima parte della carriera di Athos Fraternale e cioè quella fino al termine del 2° conflitto mondiale. Come precedentemente riportato, l’enorme esperienza accumulata in servizio lo porterà ad essere imbarcato da Tenente di Vascello, in qualità di Ufficiale in 2^, sul sommergibile Cappellini di Salvatore Todaro, il “gentiluomo” dei sommergibilisti.
Lo stretto legame che si creerà a bordo fra tutto l’equipaggio (fedele esecutore degli ordini che Athos Fraternale impartisce sotto l’abile regia di Todaro) porterà il Sommergibile Cappellini a scrivere le pagine più ardite della storia dei sommergibili di BETASOM.
Il primo gesto che li consacrerà eroi avviene la notte del 15 ottobre 1940 al largo dell’isola di Madera, dopo aver affondato il piroscafo belga Kabalo. In questa occasione il Comandante Todaro diede ordine all’equipaggio di recuperare i 26 naufraghi della nave affondata. Per due giorni e due notti gli equipaggi del sommergibile Cappellini aiutarono i naufraghi a sopravvivere, prima dando rimorchio alla loro lancia danneggiata e successivamente prendendoli a bordo fino a condurli in salvo nell’isola di Santa Maria delle Azzorre. Il successivo 5 gennaio 1941, al largo delle isole Canarie il Cappellini cannoneggiò il piroscafo inglese Shakespeare e dopo averlo affondato, rimorchiò la lancia dei naufraghi sin presso le isole di Capo Verde.
L’esperienza accumulata da Athos Fraternale sul sommergibile Cappellini e soprattutto l’insegnamento e la stretta amicizia con Salvatore Todaro lo seguirà, forgerà e contraddistinguerà per il resto della sua carriera.
Dopo queste esperienze il Comando di BETASOM gli affiderà il comando dei sommergibili Morosini (dove tra l’altro si guadagna una medaglia di Bronzo e una d’argento), Pisani e Settembrini (dove tra l’altro si guadagna una medaglia di bronzo), Giuliani, Finzi.
Viene fatto prigioniero dai tedeschi, dopo l’armistizio, ma rimase sempre fedele al suo giuramento e al Re. Imprigionato in un lager in Polonia si ammalò di nefrite per le immani privazioni e per il freddo patito. Il destino lo aveva messo ancora a dura prova.
Terminata la guerra raggiunse a piedi, dopo aver percorso 3000 chilometri circa, la città di Firenze per riabbracciare la famiglia e i figli.
Tornerà più tardi in servizio attivo il 16 gennaio 1946 dopo essersi parzialmente ristabilito fisicamente.
Nella seconda parte della sua carriera assumerà incarichi di prestigio ma la malattia, mai debellata, lo farà salpare per l’ultima missione all’alba del 31 luglio 1963 a Roma, a soli 53 anni. Athos Fraternale ha consegnato ai posteri quel fulgido e raro esempio di attaccamento ai valori di allora e di sempre, a cui ogni militare obbedisce, e cioè “Patria e Onore”, ed ha scritto una delle pagine più belle della storia della Marina Militare.
A Lui il 2 dicembre 2005 è stata intitolata la base navale di Ancona.

ONORIFICENZE

MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR MILITARE “SUL CAMPO” (SOMMERGIBILE CAPPELLINI
“Ufficiale di sommergibile oceanico che in una lunga missione di guerra in Atlantico affondava 12500 tonnellate di naviglio armato nemico, coadiuvava con perizia e sereno ardimento il comandante, contribuendo efficacemente al successo della missione” (Oceano Atlantico, dicembre 1940 – gennaio 1941).

MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR MILITARE “SUL CAMPO” (SOMMERGIBILI CAPPELLINI E MOROSINI)
“Ufficiale in 2^ di sommergibile e successivamente comandante di sommergibile, partecipa a numerose missioni di guerra in acque contrastate dal nemico. Animato da elevato sentimento del dovere, ha dimostrato in ogni circostanza sereno coraggio e spirito combattivo” (Mediterraneo e Atlantico, 10 giugno 1940 – 9 giugno 1941).

MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE “SUL CAMPO” (SOMMERGIBILE MOROSINI)
“Comandante di sommergibile, in una lunga missione oceanica di guerra, attaccava con indomito aggressivo e sereno ardimento un convoglio nemico fortemente scortato riuscendo ad affrontare un piroscafo e un incrociatore ausiliario di grosso tonnellaggio. Fatto segno a violenta reazione di fuoco da parte delle unità di scorta, si disimpegnava con manovra pronta e decisa riuscendo ad eludere la caccia avversaria” (Oceano Atlantico, maggio – giugno 1941).

MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE “SUL CAMPO” (SOMMERGIBILE MOROSINI)
“Comandante di sommergibile oceanico, effettuava con sereno ardimento ed elevato spirito aggressivo una lunga missione di mercantili nemiche per complessive 22600 tonnellate di stazza. Confermava durante l’audace crociera preclari doti di coraggio e di perizia e superbe virtù militari” (Oceano Atlantico, 11 febbraio – 4 aprile 1942).

MEDAGLIA DI BRONZO AL VALOR MILITARE “SUL CAMPO” (SOMMERGIBILE PISANI E SETTEMBRINI)
“Comandante di sommergibile effettuava numerose missioni in acque contrastate dal nemico. Animato da elevato sentimento del dovere, ha dimostrato in ogni circostanza sereno coraggio e spirito combattivo” (Medditerraneo, 10 giugno 1941 – 11 luglio 1942).

SI CONSIGLIA LA LETTURA DEL SEGUENTE LINK
https://www.lavocedelmarinaio.com/2010/05/cosa-pensano-i-figli-dei-marinai/

6 commenti

  • Profilo fb EZIO VINCIGUERRA

    Ezio Pancrazio Vinciguerra Riposa in pace nel paradiso degli Eroi
    Gino Venturino Riposa in pace
    Raimondo Restivo RI.P.
    Civetta Valerio Onori,… R.I.P. !!
    Pasquale Pellicoro R.I.P. quando lui è deceduto a soli 53 anni io ero in Marina da sei anni. Tanti di noi giovani di allora abbiamo avuto l’Onore di conoscere molti di questi eroi
    Sergio Biffi R.I.P.
    Franco Vetturini R.I.P.
    Pino Amara R.I.P.
    Luca Ghersi Onori al Grande Sommergibilista ⭐️⚓️
    Sandro Saccheri Grande Marinaio !!!
    Egidio Alberti ONORI…R.I.P.

  • Gruppo fb LA VOCE DEL MARINAIO

    Ezio Pancrazio Vinciguerra Riposa in pace nel Paradiso degli Eroi. Noi non ti abbiamo dimenticato
    Giuseppe Carlo Gino R I P
    Franco Vetturini R.I.P.

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