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5.5.2012, in ricordo di Generoso Iannuzzi

a cura di Ottaviano De Biase (*) e gruppo A.N.M.I. di Avellino

Generoso Iannuzzi nasce ad Avellino il 21 gennaio 1920, nel 1938 all’età di 18 anni si arruola nella Regia Marina e dopo otto mesi di corso presso le scuole di La Spezia viene destinato sull’incrociatore leggero Alberto da Giussano. Per i primi due anni, tra manovre e addestramento, condurrà una vita tranquilla e spensierata, poi la guerra.

La battaglia di Punta Stilo
9 luglio 1940. Mar Jonio, largo della Calabria. Fu il primo importante scontro navale tra la Regia Marina e la Royal Navy britannica. Lo scontro ebbe luogo al seguito di una ricognizione aerea del giorno prima, che ne aveva segnalato la presenza. Il convoglio britannico stava facendo rotta verso il Canale di Sicilia. Bisognava impedirlo.
Il convoglio partì da Taranto al comando dell’Ammiraglio Campioni. Frattanto, un nostro sommergibile comunicava di aver affondato un cacciatorpediniere della Royal Navy britannica. Lo scontro a fuoco tra i due schieramenti durò complessivamente circa 15 minuti, costringendo quello inglese a rifugiarsi nelle più sicure acque maltesi.
Rientrati alla base, si fece la conta dei danni: la nostra Marina aveva subito la perdita di un cacciatorpediniere e di un sommergibile, mentre l’incrociatore Giulio Cesare, per aver riportato seri danni, fu trattenuto in arsenale per le necessarie riparazioni. Viceversa gli Inglesi contarono la perdita di un cacciatorpediniere, di un piroscafo, e di ben 18 aerei; inoltre riportarono danni le navi Hook e Ark Royal, due incrociatori e due caccia.
Per il suo impegno profuso in questo primo anno di guerra, Iannuzzi fu decorato con la Croce di Guerra; nel 1941 fu promosso Sergente.

La mia nave Alberto da Giussano – raccontava a noi marinai della seconda generazione – faceva parte del 1° Squadrone, 4.a Divisione Incrociatori della Marina; dal 10 giugno 1940 era stata destinata a presiedere il Mediterraneo centrale. Eravamo nel porto militare di Taranto quando ricevemmo l’ordine di intercettare il nemico. Al seguito di quello scontro, la mia nave non subì alcun danno; in agosto ci portammo al largo di Pantelleria ove depositammo varie mine antinave; per il resto dell’anno svolgemmo compiti di copertura a distanza per i nostri convogli diretti in Africa Settentrionale.

La battaglia di Capo Bon
Tragica fu la battaglia di Capo Bon, al largo di Tunisi, combattuta il 13 dicembre 1941. Evento tragico in quanto dalla sola parte italiana si contarono ben 900 vittime. Mentre i dispersi in mare furono circa 800, compreso il personale aggiuntivo che tornava in Africa, dopo una breve licenza in famiglia.
Questi i fatti storici. Il 12 dicembre 1941, l’incrociatore Alberto da Giussano, e la nave gemella Alberico da Barbiano, al comando dell’ammiraglio Antonino Toscano, scortati dalla nave Cigno, la notte tra il 12 e il 13, furono intercettati al largo di Capo Bon, da una flottiglia di navi inglesi e olandesi. Alberto da Giussano fu il primo ad essere colpito; in pochi minuti si spezzò in due e si inabissò. Stessa sorte toccò alla gemella Alberico da Barbiano.

Il sergente Iannuzzi fu uno dei pochi fortunati che riuscirono a salvarsi. Eravamo in trasferimento verso l’Africa quando – ci raccontava sempre con un groppo alla gola – nei pressi di Capo Bon al largo della Tunisia, fummo intercettati dalla flottiglia inglese. La mia nave fu colpita da due siluri. Si spezzò a metà ed affondò. Erano le tre di notte. Dopo un violento scoppio avvenuto a poppa, la nave presentava danni irreparabili. Le condizioni erano ormai disperate. Incendi ovunque, ed era impossibile rispondere al fuoco e difendersi. Così fu dato l’ordine di abbandonare la nave. Io mi buttai in mare e aggrappato ad un piccolo salvagente rimasi in acqua per circa dieci ore. Fui tratto in salvo da un nostro torpediniere. Fortunatamente riportai solo dei segni di scottatura a causa della nafta che bruciava a livello dell’acqua. Io ed altri feriti fummo trasportati presso l’ospedale militare di Taranto per le necessarie cure. Purtroppo, tanti miei compagni e amici persero la vita e il ricordo di quella tragica battaglia mi suscita sempre una profonda commozione.

Dopo le dimissioni dall’ospedale e la convalescenza, il Iannuzzi fu trasferito ad Ancona per un breve periodo di destinazione a terra. Nel 1943 riprese il mare, a bordo dell’incrociatore Pompeo Magno, dove rimase fino al dicembre del 1946.
Il 9 dicembre 1944, il sergente Iannuzzi era stato insignito di una seconda Croce di Guerra con la seguente motivazione: Nel secondo ciclo della guerra 1940-43, imbarcato per sei mesi su incrociatore, disimpegnava i propri compiti con coraggio, abnegazione, e sentimento del dovere.

In seguito all’armistizio – ci raccontava soli pochi giorni prima che cessasse di vivere – l’incrociatore Pompeo Magno cominciò a collaborare con le forze alleate in Italia. Fummo impegnati al trasporto di militari e civili dalle colonie e da altri paesi del Mediterraneo. I miglia percorsi dalla nave furono tanti che a tutto il personale imbarcato, quindi anche io, fu conferito un distintivo di lunga navigazione.
Come sappiamo, nel 1950, al Pompeo Magno fu dato il nome di nave San Giorgio ed adattato per l’addestramento dei futuri ufficiali della Marina Militare.

Il ritorno ad Avellino
Al termine della missione sul Pompeo Magno, il sergente Iannuzzi decise di non continuare la carriera militare e fece ritorno a casa. Nella sua città natale, trovò lavoro presso una società di telefonia, dove ha lavorato fino al raggiungimento della pensione. Nel 1988 ha avuto inizio il suo impegno di Socio dell’ANMI di Avellino, coprendo cariche anche direttive.
Con Decreto 27 dicembre 2007, firmato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stato investito dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.
Il Cavaliere Generoso Iannuzzi si è spento, confortato dalla moglie, dai figli, e dai Soci tutti, il 5 maggio 2012.

(*) per saperne di più sull’autore digita sul motore di ricerca del blog Ottaviano De Biase.

7 commenti

  • Profilo fb EZIO VINCIGUERRA

    Ezio Pancrazio Vinciguerra RIPOSA IN PACE FRA I FLUTTI DELL’ALTISSIMO
    Gino Venturino riposa in pace nel paradiso degli Eroi
    Giovanni Serritiello R.I.P.
    Giuseppe Mangiapane R.I.P.
    Maria Grazia Campana Con grande commozione ho letto che anche lui fu un superstite dell’affondamento del Da Giussano durante la battaglia di Capo Bon…mi piace pensare che fosse vicino a mio padre in mare,aspettando I soccorsi…
    Virginia Federico R.I.P
    Tore Masia Onore al marinaio R.i.P
    Efisio Meloni R. I. P.
    Cav Salvatore Criscuolo R.I.P
    Franco Vetturini R.I.P.
    Sergio Biffi R.I.P.
    Raimondo Restivo R.I.P.
    Antonio Galiano R I P
    Mario Barisone R.I.P.
    Maria Grazia Campana
    Maria Grazia Campana La ringrazio tanto,buona serata Mario Barisone
    Marchello Amedeo R.I.P.
    Ciro Scala RIPOSA IN PACE ⚓
    Vincenzo Campese Riposa in pace marinaio.
    Pino Amara R.I.P.
    Leonardo Lisci R.I.P.

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    Giovanni Benincasa R.I.P.
    Carloannarita Carlà R.I.P.
    Ferdinando Napoletano R.I.P.
    Peppe Scarpa R.I.P.
    Leonardo Calamonici R.I.P.

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