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25 aprile 1944, la guerra è finita

di Filippo Amato
Piombino – Batteria Sommi Picenardi – Parco di Punta Falcone

In una calma serata di inizio estate di oltre settant’anni fa, 24 giugno 1944, la Città di Piombino viveva uno dei momenti più drammatici della sua storia millenaria. La nostra gente viveva le ultime ore dell’occupazione tedesca, il delicato momento del “passaggio del fronte”. Ore concitate, in bilico tra il timore di una resistenza ad oltranza dei tedeschi ed il desiderio e la speranza di vederli andare via senza combattere.
Grandi esplosioni squarciarono quella notte insonne di lacrime e preghiere, di terrore e speranza: erano i guastatori della Wehrmacht che applicavano l’ordine di lasciare terra bruciata. Saltarono in aria i pontili del porto, gli impianti chiave delle acciaierie e le batterie costiere, tra cui la Sommi Picenardi. Erano macerie che andavano a sommarsi alle macerie delle bombe degli aerei alleati.
Ferite che si sommavano ad altre ferite… Ma era il segnale tangibile della ritirata.
L’alba della liberazione trovò una città deserta e spettrale, immersa in una calma irreale. Poche ore dopo le prime jeep americane della V Armata USA raggiunsero la periferia di Piombino attraversando quartieri devastati e sconvolti. Dopo nove mesi di duri combattimenti avevano raggiunto una cità in ginocchio, ferita al cuore… ma viva e determinata a rinascere.
Era il 25 giugno del 1944 e la guerra era finita!

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