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Regi incrociatori classe “Zara”

Buongiorno carissimo Ezio,
come ho fatto anche negli anni scorsi, anche quest’anno ho voluto scrivere per il nostro Giornale di bordo un articolo in occasione del 77° anniversario di “CAPO MATAPAN”.
Le due fotografie del regio Incrociatore FIUME le ho estratte appositamente dall’album di mio padre Antonio.
Ti ringrazio perché tramite il tuo sito potremo ricordare i nostri Marinai Caduti e Dispersi di quella tragica notte.
Ti abbraccio, con sincero affetto e profonda stima.
Marino

REGI INCROCIATORI CLASSE ZARA
di Marino Miccoli

…dai ricordi tramandati da Antonio Miccoli, mio padre, uno dei pochi Marinai sopravvissuti.

I regi incrociatori della classe “Zara” possono essere considerati tra le migliori unità della Regia Marina, frutto delle più valide maestranze della cantieristica italiana, varate tra la fine degli anni ’20 e gli inizi degli anni ’30.
I quattro incrociatori vennero denominati: Fiume, Pola, Zara e Gorizia. Alla classe erano stati dati i nomi di quattro provincie del Nord-Est dell’Italia (Istria, Dalmazia e Venezia Giulia). Il primo dei quattro nuovi incrociatori pesanti ad essere costruito fu il Fiume (cantieri di Trieste), seguito dallo Zara (La Spezia) e poi dal Gorizia e dal Pola (Livorno). Tutti e quattro gli incrociatori entrarono in servizio tra il 1931 ed il 1932. Ad una robusta corazzatura, sia riguardo alla sua estensione che allo spessore, gli “Zara” abbinavano una elevata velocità. Per le loro caratteristiche costruttive erano considerati migliori degli incrociatori classe “Trento” poiché, gli errori commessi con la costruzione di questi ultimi, erano stati corretti ed il risultato furono quattro superbi quanto temibili incrociatori pesanti. Effettuando una comparazione con le unità coeve della stessa classe (tipo “Washington”) possiamo affermare che possedevano delle qualità mai eguagliate da nessuna delle marine belligeranti. In verità, sebbene fossero stati dichiarati ufficialmente come unità di 10.000 tonnellate, il loro effettivo dislocamento standard sfiorava le 12.000 tonnellate di stazza. 
L’armamento degli “Zara” era di tutto rispetto: otto pezzi da 203 mm Ansaldo su torri binate; sedici pezzi da 100/47 antiaerei e antinave, da quattro a sei impianti singoli da 40/39 e quattro complessi binati di mitragliere da 13,2 mm.

Il mio compianto padre Antonio Miccoli, Capocannoniere Stereotelemetrista della Regia Marina, nelle sue narrazioni riguardanti l’armamento degli Zara ricordava alcuni particolari che riporto di seguito:
1) la potenza dei pezzi principali da 203 mm. che erano in grado di tirare proiettili pesanti ben 120 kg. contenenti 50 kg. di carica per una gittata massima di 30 km.
Nel 1938, quando mio padre ricevette l’ordine d’imbarco sul regio incrociatore Fiume, i due impianti da 100/47 situati a poppa erano stati da poco tempo sostituiti con mitragliere Breda 37/54, evidentemente ritenute più utili.
2) Ricordava inoltre con un certo orgoglio che le batterie degli “Zara” erano più rapide nell’eseguire il tiro rispetto ai “Trento”. I pezzi di calibro maggiore erano diretti da efficienti centrali di tiro, assai protette, probabilmente le migliori tra quelle esistenti in quell’epoca, con il personale addetto al tiro ben addestrato.
3) Infine un particolare riguardante l’estetica: a distanza era facile confondere il Fiumecon lo Zar perché si assomigliavano, ossia avevano sagome simili, tali da renderli non facilmente distinguibili.
Per quanto concerne i commenti di mio padre sui fatti della tragica notte di Capo Matapan, ricordo che egli preferiva tacere perché dover ricordare quella immane strage notturna rappresentava sempre per Lui un motivo di gran dolore e profonda amarezza. In gergo pugilistico egli affermava che la I Divisione Incrociatori era stata attaccata mentre si trovava << con la guardia bassa >>, ovvero era stata presa completamente di sorpresa, in quanto i pezzi, come prevedeva il regolamento vigente allora, erano <<brandeggiati per chiglia>>, ovvero i cannoni erano disposti longitudinalmente ed in asse, pertanto non erano pronti a reagire al fuoco del nemico.

La bella, quanto inedita, fotografia che ho estratto dall’album di mio padre e che con piacere pongo a corredo del presente articolo raffigura proprio il regio incrociatore Zara durante le manovre navali del 1932, probabilmente tenutesi nel golfo di La Spezia. La fascia sui fumaioli era stata appositamente dipinta per la distinzione delle unità durante lo svolgimento delle suddette manovre.

I quattro incrociatori pesanti furono accomunati anche dalla tragica fine che essi subirono, infatti la perdita delle superbe unità della classe “Zara” avvenne purtroppo con la morte di migliaia di Marinai italiani. I componenti la I DIVISIONE REGI INCROCIATORI ovvero Fiume, Pola e Zara furono affondati a seguito del tiro a segno notturno guidato dai radar di cui disponevano le corazzate inglesi nella drammatica notte del 28 marzo 1941, a largo di Capo Matapan.
A tutti i Marinai Caduti dei Regi Incrociatori della classe “Zara” rivolgiamo oggi, nel 77° anniversario di Capo Matapan, il nostro deferente pensiero e nel ricordare le numerose vittime dell’immane strage che avvenne quella drammatica notte, chiniamo rispettosamente il nostro capo e onoriamo la loro memoria. Rivolgo un reverente omaggio al capo cannonniere siracusano Nazareno Bramante che, come tanti altri Marinai italiani, non fece più ritorno alla base e un pensiero riconoscente alla di Lui figlia professoressa Lucia Bramante che, prima in Italia e nel mondo, è riuscita a far intitolare una piazza di Siracusa ai Caduti e Dispersi della notte del 28 marzo 1941.

Quell’Iddio grande ed eterno, così come è invocato nella Preghiera del Marinaio, con la sua infinita grazia preservi sempre la pace tra le Nazioni e nella sua misericordia impedisca che simili atrocità possano nuovamente verificarsi.
Onore ai Marinai Caduti di Capo Matapan.

3 commenti

  • Alessandro Garro

    Tra le più belle navi mai progettate e costruite in Italia. Peccato che ora giacciono accartocciate a migliaia di metri di profondità con il loro carico di giovani anime, vittime di un tiro al bersaglio ravvicinato e di una tattica da molti ritenuti scellerata durante quella fatitica notte

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