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18.3.2015, in ricordo di Mario De Luca

di Mario De Luca

Quelli di seguito sono i link dove Mario De Luca ha lasciato una scia del suo passaggio in questo diario di bordo. Mario carissimo, adesso riposa in pace fra i flutti dell’Altissimo, sono certo che questo nuovo mondo è ancora più bello di quello di un marinaio, emigrante di poppa, con il cuore rivolto a Napule.
(Pancrazio “Ezio” Vinciguerra)

https://www.lavocedelmarinaio.com/2014/03/sabotaggio-e-incendio-del-fella-30-marzo-1941/
https://www.lavocedelmarinaio.com/2013/06/paolo-emilio-thaon-di-rivel-il-duca-del-mare/
https://www.lavocedelmarinaio.com/2013/02/a-proposito-dei-18-000-prigionieri-italiani-in-australia/
https://www.lavocedelmarinaio.com/2013/05/il-conte-rosso/
https://www.lavocedelmarinaio.com/2013/01/i-mercantili-in-guerra/
https://www.lavocedelmarinaio.com/2011/12/tu-puoi-diventare-uomo-di-mare/
https://www.lavocedelmarinaio.com/2011/06/napoli-10-giugno-1940-2/
https://www.lavocedelmarinaio.com/2010/11/era-napoli-la-mia-citta-4-dicembre-1942/
https://www.lavocedelmarinaio.com/2013/02/le-promesse-da-marinaio/
https://www.lavocedelmarinaio.com/2015/03/18-3-2015-addio-mario-de-luca/

Era Napoli, la mia città (4 dicembre 1942)
Pubblicato il 29 novembre 2010
di Mario De Luca (*)

“Caro Ezio,
sono molto commosso. La mia storia e molto lunga e complicata, penso che non c’è abbastanza spazio per raccontarla nei dettagli. Qualcuno potrebbe ricordare, sentirsi male, ed io non voglio.
Posso però riassumerti a grandi linee quello che accadde quel giorno per noi indimenticabile…purtroppo!…
Si fu una brutta esperienza da quel lontano 10 giugno 1940, io avevo solo 12 anni.
Come ogni giorno, ormai da troppo tempo, verso le ore 16.00 e per sei o sette ore, andavamo giù al ricovero. Il ricovero era un posto squallido, puzzolente, dove già da tempo si rifugiavano i più poveri della città anche quando non c’era la guerra.
Io abitavo al primo piano del palazzo con la mia famiglia.
La RAF, sorvolava tutta Napoli per cercare bersagli da bombardare e le incursioni aeree continuarono per circa due anni. Anche gli americani, due anni più tardi, incominciarono con le loro incursioni aeree a bombardare quello che era rimasto della mia città.
Mi ricordo quel giorno per ché mi trovavo al porto e l’incrociatore Nunzio ATTENDOLO fu affondato proprio li, ed io vidi tutto.
Loro, gli americani, si stabilirono nella mia città fino alla fine della guerra,mentre i “germanesi” cercavano di bombardare il porto pieno di navi alleate. E’ una lunga storia. La città era in rovine ed io abitavo fuori al porto al centro dell’azione.”
Oggi non abito più lì …vivo in Florida.
P.s. QUEL GIORNO 4 DICEMBRE 1942 ERA LA FESTA DI “SANTA BARBARA”. Mario

Tu puoi diventare uomo di mare
Con ciò non voglio dire che i ragazzi nati e vissuti nei paesi del retroterra non possono, al pari, dedicarsi alle arti marittime. Solamente intendo far risaltare la tua posizione di privilegio rispetto a quelli a tale riguardo, in quanto tutti gli elementi materiali e spirituali necessari ad infondere nei giovani l’amore per il mare, se per te sono a portata di mano, sono forse sconosciuti o quasi ai ragazzi che vivono, per esempio, nel cuore del Piemonte o della Lombardia.

Poiché tu, ragazzo del litorale, di qualunque punto del litorale, sei circondato indubbiamente da una infinità di segni, piccoli e grandi, che ti parlano delle nostre glorie marinare antichissime, antiche e recenti. Lo stesso porto o porticciolo a pochi passi dalla tua abitazione o dalla tua scuola, può essere stato, un tempo, famoso per approdi o partenze. Può essere stato sede di arsenali marittimi importantissimi. Può avere ispirato a qualche tuo lontano concittadino ardimenti ed audacie navali che sono passate alla storia.
Dimmi, di quale paese se tu della costa? Di quale paese che non sia uno di quelli come Genova, Venezia, Napoli, Amalfi e tanti altri la cui tradizione marittima è fin troppo nota in tutto il mondo? Sei di Rimini, di Fano, di Molfetta, di Civitavecchia, di Messina, di Sorrento? Ebbene, sappi che Rimini fu una importantissima base di operazioni navali durante la seconda guerra punica; che Fano fece parte della Pentapoli marittima ai tempi dell’Impero d’Occidente; che Molfetta ha posseduto e possiede i più audaci pescatori
…il volere è potere, nulla è difficile volendo, non chi comincia ma chi persevera, sono motti di celebri italiani del passato.
Tu puoi diventare uomo di mare.
Una piccola storia della mia gioventù trascorsa a Napoli durante la Seconda Guerra Mondiale. Allo scoppio della guerra, il 10 giugno 1940, avevo solo 12 anni e abitavo in un appartamento locato fuori al porto. Per sei mesi la RAF faceva incursioni aeree sulla città quasi ogni giorno. Solo di notte non bombardavano alcun bersaglio. Ogni incursione durava circa sei o sette ore alla volta io andavo giù al primo piano che si usava come ricovero.
Sei mesi più tardi la RAF incominciò a bombardare il porto e le fattorie industriali. Queste incursioni aeree sono durate per quasi due anni. Napoli era diventata la base della Regia Marina Militare dove scortavano i convogli delle navi mercantile dirette in Nord Africa. Quel tragico giorno, 4 Dicembre 1942, il giorno della festa di Santa Barbara, parecchie navi erano in porto con tutti i marinai a bordo per festeggiare la Santa protettrice di tutti noi.
Era quasi mezzogiorno; tutto d’un tratto, senza nessun preavviso di sirene, circa 90 aerei americani cosiddetti “liberator” lanciavano i loro siluri in un incursione sul porto e nelle vicinanze della città.
L’incrociatore Nuzio Attendolo insieme ad altre navi furono colpite ed affondate, circa 900 i morti tra marinai e civili.
Io stavo a casa le bombe cadevano a destra e sinistra non so come non sono morto anch’io quel giorno, la mano di Dio…
Quando arrivarono gli alleati a Napoli la RAF faceva solo sporadiche incursioni ed il porto era pieno di navi americane da guerra e da carico. Le successive settimane i tedeschi effettuarono anche loro le incursioni aeree sulla città ormai ridotta in rovine.
La mia città era ferita in ogni angolo solo macerie, morte e fame.
Sono rimasto fino alla fine della guerra poi sono emigrato in Florida dove sono ritornato a vivere in pace ma mi manca Napoli, la mia città.

Per saperne di più
di Pancrazio “Ezio” Vinciguerra
Mentre si trovava nella città partenopea il 4 dicembre 1942, giorno di Santa barbara, vi fu un bombardamento da parte dei B-24 americani partiti dall’Egitto che arrivarono indisturbati sulla città in quanto scambiati per una formazione di Ju 52 tedeschi, sganciando le loro bombe da oltre 6000 metri di altitudine, nel tentativo di colpire le navi da battaglia presenti in porto.
Le bombe mancarono il bersaglio principale, ma vennero colpite altre navi militari presenti.
L’Eugenio di Savoia ebbe 17 morti e 46 feriti e danni alla parte posteriore dello scafo in 40 giorni. Il Montecuccoli venne colpito da una bomba al centro nave proprio dentro il fumaiolo che venne disintegrato lasciando al suo posto un cratere, ma la protezione della corazzatura riuscì a salvare la nave che ebbe 44 morti e 36 feriti ed ebbe bisogno di ben sette mesi di lavori.
Il Muzio Attendolo venne colpito al centro da una o due bombe e venne danneggiato sotto la linea di galleggiamento, mentre diversi incendi scoppiarono nella parte posteriore della nave. Quando gli incendi vennero domati la nave non era stata ancora messa in salvo, ma un allarme di un nuovo attacco aereo, rivelatosi poi falso, fece sospendere le operazioni di soccorso che quando ripresero era ormai troppo tardi, in quanto la nave si era inclinata affondando. Alla fine tra l’equipaggio si contarono 188 morti e 46 feriti. Anche tra l’equipaggio della corazzata Littorio vi fu un morto, mentre tra le 150 e le 250 vittime vi furono tra la popolazione.

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