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La trasvolata Italia – Brasile (PARTE 1^)

di Piero Carlo Ratti Veneziani
Diritti riservati – foto e duplicazione per gentile concessione dell’autore a www.lavocedelmarinaio.com

IN RICORDO DEL TENENTE PIETRO RATTI

Idroscalo di Orbetello. E’ l’alba del 17 dicembre 1930.
Una tazzina di caffè, una sigaretta.
Il ten. pilota Pietro Ratti si accinge a salire sull’idrovolante S 55TA contrassegnato con la sigla I DONA assegnato a lui ed al compagno ed amico cap. pilota Renato Donadelli per la trasvolata Italia-Brasile.
Un’ultima occhiata alle eliche, al profilo delle ali, agli ugelli di scarico. Poi la messa in moto dei motori.
Flottano lentamente dirigendosi verso Ansedonia, poi acquistano sempre più velocità. La loro corsa aumenta, il rombo del motore si fa più forte, metallico, deciso. Una lunga scia che va sempre di più divergendo, il contatto con la superficie dell’acqua sempre più leggero. Sono sul redan. Si staccano rapidamente dalla superficie, prendendo quota fino ad assumere la corretta posizione di volo.
Inizia così per loro una delle più grandi imprese dell’aeronautica mondiale.

Il ten. Ratti proveniva dalla base di Augusta ed era stato prescelto per il suo elevato punteggio di volo, la sua non comune capacità di pilotaggio e l’indubbio potere decisionale dall’allora magg. Antonio Briganti, assistente di volo di Italo Balbo. Nota di merito era stata anche la sua provenienza dalla Regia Marina, dove aveva brevemente militato con il grado di guardiamarina.
Nativo di Montemarcello, in provincia di La Spezia, è ricordato ad Ameglia con una strada a lui intitolata. Era stato allievo di Francesco de Pinedo.

17.12.1930, Idroscalo di Orbetello: l’I DONA, cap. Donadelli e ten. Ratti, in fase di decollo.

I chilometri da percorrere sarebbero stati 10.350, con presumibili sessantacinque ore di volo, così ripartiti in sette tappe:

Orbetello – Cartagena 1.200
Cartagena – Kenitra 700
Kenitra – Villa Cisneros 1.600
Villa Cisneros – Bolama 1.500
Bolama – Porto Natal 3.000
Porto Natal – Bahia 1.000
Bahia – Rio de Janeiro 1.350

I tappa:
Orbetello – Isole La vezzi 215
Is. Lavezzi – Capo Soller 575
Capo Soller – Cartagena Mar Menor Los Alcazares 410
Tempo presumibile di percorrenza: h. 7,50

II tappa
Los Alcazares – Capo Palos 20
Capo Palos Capo Capo Gata 155
Capo Gata – Capo Spartel 350
Capo Spartel – Kenitra 175
Tempo presumibile di percorrenza: h. 4,50

III tappa
Kenitra – Capo Cantin 330
Capo Cantin – Capo Juby 650
Capo Juby – Capo Bojador 270
Capo Bojador – Villa Cisneros 350
Tempo presumibile di percorrenza: h. 10,50

IV tappa
Villa Cisneros – Capo Blanco 360
Capo Blanco – Dakar 700
Dakar – Capo Rosso 270
Capo Rosso – Bolama 170
Tempo presumibile di percorrenza: h. 9,50

V tappa
Bolama – Orange 100
Orange – Fernando de Noronha 2.500
Fernando de Noronha – Natal 400
Tempo presumibile di percorrenza: h. 18
VI tappa
Porto Natal – Bahia 1.000
Tempo presumibile di percorrenza: h. 6,50

VII tappa
Bahia – Rio de Janeiro 1.350
Tempo presumibile di percorrenza: h. 8,50

I piloti ed i tecnici che renderanno possibile la trasvolata.
Ogni apparecchio aveva un primo ed un secondo pilota (con funzione di navigatore, anche se i ruoli poi si invertivano), un motorista ed un marconista. Il ten. Ratti è il sesto da sin. in alto.

Gli apparecchi, tutti S 55TA, dove “S” stava per Savoia-Marchetti, la ditta costruttrice ed il nome del suo progettista, l’ing. Alessandro Marchetti, e “TA” indicava il tipo di motore, un F.I.A.T. sei cilindri a V (Traversata Atlantica) dotato di compressore.
Vi parteciperanno quattordici idrovolanti, divisi in quattro squadriglie: la nera, i così detti merli, con a capo Italo Balbo, la rossa, i pettirossi, la bianca, i colombi, e la verde, i verdoni . I colori del fascismo, all’epoca al potere, e della bandiera italiana.

Idroscalo di Orbetello. Gli S 55TA pronti per essere messi in acqua. Sulle ali una striscia dei diversi colori che indicava l’appartenenza dell’idrovolante alla squadriglia. Sulla parte inferiore dell’ala la dicitura I di Italia e le prime quattro lettere del cognome del capopilota.

Nella prima tappa, dopo essere partiti con un tempo splendido, incapperanno, nel Golfo del Leone, in un autentico ciclone. Soltanto la perizia dei piloti e la robustezza del mezzo permetteranno loro di raggiungere la base aerea de Los Alcazares, un ben attrezzato idroscalo spagnolo nel Mar Menor, poco distante da Cartagena, importante scalo marittimo.
Sostituite in parte le eliche, che erano in legno, danneggiate dalla violenza dell’acqua, riprenderanno il volo per Kenitra, nell’allora protettorato francese del Marocco, per poi proseguire per Villa Cisneros, un piccolo centro del Rio de Oro, l’attuale Sahara Occidentale.
Hanno percorso tremilacinquecento chilometri, parte nel Mediterraneo e, successivamente, lungo le desolate coste del Nordafrica, attraversando luoghi che mai avevano visto un aeroplano.

L’I DONA, cap. Donadelli e ten. Ratti, in volo sul Mediterraneo.

Veduta aerea dell’idroscalo di Los Alcazares. Era l’importante base di un Gruppo di Bombardamento dell’aeronautica spagnola.

Kenitra. La visita degli aviatori italiani al Residente Generale di Francia al Marocco, M. Lucien Saint, alla destra Balbo.

TRATTO DAL LIBRO LA TRASVOLTA ATLANTICA ITALIA – BRASILE. L’INIZIO DI UNA NUOVA ERA (IBN EDITORE)


./… CONTINUA

10 commenti

  • Marino Miccoli

    Ringrazio il signor Piero Carlo Ratti Veneziani per questo interessante articolo sulla prima Trasvolata Atlantica in formazione. In esso si tratta delle poco note vicende dell’idrovolante I-DONA e del suo valoroso equipaggio. Mio padre Antonio Miccoli che nel 1930 partecipò alla Crociera Atlantica della Regia Marina organizzata in appoggio alla Trasvolata, era imbarcato sul R.E. “Leon Pancaldo” e in occasione delle operazioni di soccorso prestato al suddetto idrovolante, ebbe modo di conoscere personalmente il secondo pilota dell’I-DONA, il Tenente Piero Ratti. Ritengo pertanto giusto e doveroso ricordare ed onorare questi Uomini in uniforme che, nei cieli come sugli oceani, hanno portato lustro alla nostra Patria e al Tricolore.

  • Marinaio di Lago

    Foto e testimonianza di interesse storico. Un libro imperdibile per gli amanti del genere. Complimenti

  • Augusta-Framacamo

    Il ten. Ratti proveniva dalla base di Augusta ed era stato prescelto per il suo elevato punteggio di volo, la sua non comune capacità di pilotaggio e l’indubbio potere decisionale dall’allora magg. Antonio Briganti, assistente di volo di Italo Balbo. Nota di merito era stata anche la sua provenienza dalla Regia Marina, dove aveva brevemente militato con il grado di guardiamarina….

  • Federica Donadelli

    Renato Donadelli era mio nonno. Ringrazio il signor Pietro Ratti per l’articolo e il bellissimo libro. E ringrazio anche il signor Miccoli per il suo commento: per tutta la vita mio nonno ha avuto pensieri e parole di grande riconoscenza per tutto l’equipaggio del Pancaldo. Senza dimenticare Gregori e Perini

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