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Quel monumento alla memoria dei Caduti

di Antonino Migliaccio (*)

… riceviamo e pubblichiamo.

Piano,  4 novembre 2017
Come ogni anno ci troviamo qui riuniti in questa piazza per vivere un momento particolarmente intenso in cui ci si sente uniti Autorità civili,militari e cittadinanza per ricordare quanti familiari e amici sono caduti in guerra donando la propria vita al Paese. Davanti a questo monumento che rappresenta per noi marinai un faro e come il faro ci da’ la certezza della rotta, il monumento ci induce alla memoria storica; cioè ad una considerazione essenziale sul nostro vissuto di italiani e del perché ci troviamo qui popolo libero e democratico lo dobbiamo a quanti hanno donato alla Patria quanto di più sacro avevano:  la propria vita. Il monumento è anche un simbolo e come tutti i simboli, con la sua forza di riferimento, ci trasmette quei fattori coesivi  per la costruzione di una società civile che condivida valori e speranze. Ed è questo anche il motivo trainante della memoria storica per cui è nostro dovere dopo tanti anni di trasmettere ai giovani un messaggio di verità.
Ci è doveroso fissare alcuni punti incontrovertibili che spiegano bene gli eventi successivi: L’entrata nella seconda guerra mondiale fu decisa con mancanza di realismo supponendone una durata breve. Le navi mercantili che si trovavano fuori del mediterraneo, peraltro le più moderne, non preavvertite in tempo, ne rimasero internate più di duecento  in porti stranieri. Nessuno aveva pianificato l’impiego del naviglio mercantile da destinarsi in guerra alle necessità dei trasporti militari. Invece da subito ne sorse la necessità per il rifornimento delle forze militari impiegate in africa settentrionale.
Pur tuttavia le linee di comunicazione marittima non furono mai interrotte e sin all’ultimo la maggior parte dei mezzi ,di rifornimenti,di approvvigionamenti , di uomini partiti giunsero alle destinazioni previste.
Su 4.199.370 di merci imbarcate, solo  449.225  tonnellate non giunsero a destinazione cioè solo il 10,5 %. I soldati imbarcati  furono 1.266 172  ne scomparvero in mare 23.443 cioè il 2% molti ma di numero  pochi rispetto al totale .Insieme alla marina militare che subì la perdita di circa 30.000 uomini in tutti i mari, la mercantile  subì anch’essa un enorme sacrificio come detto innanzi.
Tra il 10 giugno del 40 ed il maggio del ’45 furono affondate o auto affondate  più di 800 navi. Distrutta per 9/10 del suo tonnellaggio oltre 7000 morti di cui 500 nei campi di concentramento e migliaia di feriti,gli valsero due medaglie d’oro al valor militare e con la terza medaglia d’oro al valor militare alla bandiera, ad onore nostro di tutti i marittimi, il riconoscimento dello status di combattenti. In più le centinaia di decorazioni provano il contributo di sacrificio e di sangue che gli equipaggi della mercantile hanno pagato durante il conflitto.
Mi è doveroso quindi esaltare l’amalgama di valori, di attaccamento al Paese e di eroismi che identificano la nostra marineria. Comportamenti che derivano anche, permettetemi, da sentimenti di amor di Patria. Oggi la nostra presenza qui,non avrebbe senso se non facessimo una promessa ideale a tutti i nostri caduti, cioè quella di trasferire alle nuove generazioni i valori ed i contenuti di una identità collettiva con la riscoperta della Patria; con la nostra storia, con la nostra cultura, con i nostri valori.


Esempio eclatante “La Casina dei capitani con le sue 4 Medaglie D’Argento della 2^ Guerra mondiale.
Uno per tutti, riporto la motivazione della Medaglia D’Argento  concessa al tenente di vascello Giovanni Granata diplomato capitano di lungo corso nel 1926 al Nautico Nino Bixio di Piano.
Alla memoria  sul Campo:
Imbarcato su un sommergibile, partecipava con completa dedizione, all’attività offensiva della propria Unità, apportando il contributo del suo sacrificio, del suo animo elevato, della sua opera infaticabile e della sua perizia. Nel corso di un ardimentoso attacco ad un convoglio nemico scortato, immolava la propria vita al  servizio della Patria.” Mediterraneo Occidentale –  giugno 1940 – Sommergibile Provana. R.D. Novembre 41.

Ed ancora guardando sul monumento l’elenco dei caduti tra il ’40 ed il ’45 si legge il nome  Gennaro Russo, nostro concittadino. L’elenco asettico nella forma, nasconde un ragazzo giovanissimo di 25 anni diplomato al nautico “ Nino Bixio” nel 1938 nella sezione macchinisti, che si trovò in piena guerra tenente del Genio navale  sul sommergibile oceanico “Da Vinci” comandato dal Tenente di Vascello  Francesco Gazzana Priaroggia; uno dei più valorosi  sommergibilisti  italiani.  Ma Russo non fu da meno. Egli portò con se’ tutta la sua bravura ed i valori della nostra gente. Ad ogni partenza per la missione per abitudine  gli equipaggi  scrivevano alle famiglie in quanto le missioni duravano più mesi. Così anche Russo scrisse ai genitori e fratelli, bravi agricoltori, che abitavano a Piano, forse alla Trinità. Quasi un presentimento:
Spero di farvi contenti che qualcuno vi porti personalmente i miei saluti . Oh non cominciate naturalmente a piangere,specialmente tu mamma ,…omissis. Parto perciò domenica e con un comandante veramente bravo il tenente di vascello  Francesco Gazzana  e sono certo che ci riporterà vittoriosi. Non so precisamente quanto vi potrò mandare questo mese, certo non molto per il fatto che ho fatto delle spese  …ho comprato la radio. Omissis.

Il sommergibile Da Vinci partito da Betasom il 20 febbraio del 43 per missione di guerra in atlantico doveva rientrare entro il 2 giugno. Dal 22 maggio non diede più notizie per cui fu dichiarato disperso con tutto il suo equipaggio.

Medaglia di Bronzo al Valor Militare sul campo:
Ufficiale imbarcato su sommergibile già provato in precedenti vittoriose missioni, partecipava ad una lunga missione di guerra in Atlantico durante la quale coadiuvava il comandante. Con tenacia, capacità professionale e abnegazione. Cooperava validamente all’attacco e all’affondamento di 4 unità mercantili nemiche per complessive  24.500 tonnellate di stazza, confermando belle doti di serenità ed audacia”. Oceano Atlantico  9 maggio 1 luglio 1942.

Medaglia di Bronzo al Valor Militare  “alla Memoria”
Ufficiale imbarcato su sommergibile operante in acque oceaniche cooperava con slancio e spirito di sacrificio a rendere l’Unità un perfetto strumento di offesa. Nel corso di missione di guerra durata 93 giorni, durante la quale veniva raggiunto l’Oceano Indiano, effettuando rifornimento in mare e superando infinite difficoltà, contribuiva efficacemente con perizia e aggressività all’attacco e all’affondamento di 5 piroscafi ed una petroliera per complessive  57.833 tonnellate con cui veniva stabilito il primato assoluto di tonnellaggio affondato in una sola missione ,da sommergibili nazionali.  Durante il rientro alla base, scompariva in mare con l’unità colpita a morte da preponderanti forze avversarie. Esempio di dedizione assoluta al dovere e alla patria.” Oceano Atlantico 13 maggio 1943.


Le motivazioni di queste due medaglie rappresentano l’esaltante connubio tra i valori famigliari e l’ottimo insegnamento del Nautico a quei valori etici prima ancora che professionali.
Permettetemi di ricordare anche i 10.000 piloti dell’aeronautica  caduti, l’epopea dell’Armir in Russia ed infine i 50.000 Partigiani caduti nella guerra di liberazione.
Ma il filo conduttore della nostra storia Patria e del nostro onore  non ha mai subito soluzione di continuità.

Quando nel primo risorgimento del 1848 tramontò la speranza della guerra federale di indipendenza e i reparti militari vennero richiamati, rimasero nei campi di battaglia gli studenti universitari di Pisa che si batterono con eroismo per l’Unità della Patria sui campi di Curtatone e Montanara.  Nel secondo Risorgimento l’8 e il 16 dicembre del 1943 nella battaglia di Monte Lungo presso Cassino furono impiegati due battaglioni  di cui  l’undicesimo bersaglieri. Erano tutti studenti Universitari ,Allievi Ufficiali dei Reggimenti Curtatone e Montanara. La metà di quei giovani non tornò: 82 morti sul campo,195 feriti,160 dispersi  Fu il prezzo pagato per la nostra credibilità verso gli alleati. Tutto ciò fece sì che il 7 giugno 1944 quando la quinta armata americana entrò a Roma della stessa faceva parte la 210^ divisione  di fanteria ausiliaria composta da italiani con una rappresentanza  costituita da una componente di fanti, con musica e bandiera del 67°  Fanteria, quelli di Monte Lungo, che dopo aver sfilato in Piazza Venezia, tra l’entusiasmo dei romani andò a montare la guardia al palazzo del Quirinale.

Onore ai Caduti delle Forze Armate – onore ai Caduti della Marina Mercantile.
(*) Segretario Unione Medaglia Onore Lunga Navigazione Compartimento di Castellammare di Stabia.Com.te Antonino Migliaccio.

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